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lunedì 8 febbraio 2010

Crema inglese alla vaniglia

Essenziale, esattamente come la questione che "se il dolce della domenica lo portano loro, tanto meglio", resterà da dedicarsi ad antipasto, primo, secondo, contorno e magari giusto una cremina d'accompagnamento, per quel dolce che portano loro, appunto. Dolce che, se per caso è una torta di mele, di quelle morbide ed umide, non il ciambellone con sparute fettine di mela in stile meteora, bensì una graziosa torta bassa e fragrante, dove poco ma sicuro ci troverete più mele che impasto (e dove le mele sono talmente tante da sciogliersi appena e formare quell'effetto cremina che mmmm... dovrei chiedere la ricetta mi sa:)), ecco apputo, in case of this... giusto un cucchiaio di crema inglese profumatissima, preferibilmente ancora calda e questo qui era, appunto, il nostro confortante dessert della domenica che è stata. Salsa inglese quindi, amata all'inverosimile da chi magari non è un fan sfegatato della collega 'pasticcera' (ovvio, me lo sò inventata adesso stà cosa:)) e nell'ordine: perchè risulta più delicata, meno corposa, più fluida e temo sia anche piuttosto sleale (e stupido) star a lì ad sotinarsi con il paragone che tanto sono decismante due realtà nettamente diverse (basterebbe dirlo no?! a me piace più quella inglese, ohhh:)). Intanto la crema inglese è priva di farina (ops, gluten-free?!), scongiurato il rischio di sentirsi dire "oddio si sente la farina, noooo", a parte che personalmente dò di matto più per situazioni tipo sabbia nelle vongole, piuttosto che terriccio nei funghi, ma comunque... e a tutti quelli che v'avevano fatto puro terrorismo gastronomico sulla presunta difficoltà di preparazione - perchè i tuorli potrebbero impazzire, poi i grumi sempre in agguato e occhio a tenere la temperatura costante, ma ce l'hai un termometro da cucina? ehm no, è grave? - ricettina stracollaudata, di quelle che funzionano sempre e comunque (ora che ci penso, mai avuto problemi con le ricette di Gennarino) e capisco che è soltanto lunedì e che da qui a domenica prossima, bè, ne passerà di acqua sotto i ponti, ma provate a vederla così: ben sei giorni di tempo per pensare agli inviti da fare, preferibilmente qualcuno che possa sorprendervi con una torta di mele di quelle assolutamente stratosferiche (vedi descrizione in alto) e niente, tutto qui... ricordarsi di sorprendere tutti con la questione che "dai, ma pure la creminaaaa" e smack! :))

Crema inglese alla vaniglia
ricetta tratta da www.gennerino.org

per una tazza:
4 tuorli
250 ml di latte
1/2 bacca di vaniglia
150 g di zucchero (io, a velo non vanigliato)
buccia d'arancia (fac.)

Portare ad ebollizione il latte con il baccello di vaniglia aperto a meta', poi eliminare il baccello. Lavorare in una bastardella (o polsonetto: deve poi andare sul fuoco) i tuorli con lo zucchero (io ho aggiunto anche un pizzico di sale), unire il latte bollente a filo (si formerà una leggera schiumetta). Porre la crema sul fuoco basso e lasciar cuocere dolcemente: spegnere quando la crema "vela" il dorso di un cucchiaio, ancora meglio quando la schiumetta si sarà ridotta, ma non scomparsa del tutto (aspettare la scomparsa della schiuma porta spesso a cuocere troppo la crema, se possedete un termometro, la "cottura" ottimale si ottiene sugli 83°C). Per un risultato perfetto filtratela con un colino a maglia fitta.

P.S. e per chi fosse già andato in apprensione causa "quattro-albumi-avanzati-e-quindi-adesso-che-ci-faccio?", biscottini alla nocciola, qui. :))

P.P.S. e per chi fosse andato in apprensione ancora più di prima perchè, tutto considerato, era meglio un consiglio di quelli 'salati', scrumble eggs di soli albumi, qui (per le proporzioni, calcolare due albumi in sostituzione di un uovo intero). :))

mercoledì 23 settembre 2009

Crema pasticcera [ultra-vellutata] della Tuki


Te-le-gra-fi-co! Anche perchè, qui, tenderebbero un po' ad ergersi a controllori supremi dei (miei) post e... "Precy, lei mi scrive (ancora, decisamente) troppo! Si fa prima a leggere direttamente i commenti". Cioè? Tipo sintesi? Ehvabbuò, decliniamo (o recliniamo?) umilmente il capo in avanti e molto te-le-gra-fi-ca-men-te, dessert! Per quella volta in cui sarete lì a pensare al fine-pasto per i vostri ospiti e vi sentirete posseduti da un'incrollabile necessità di rispettare il bon-ton del dessert più adeguato (ehccerto!). E quindi bocciati i cake, perchè poi te ne chiedono anche un pezzetto per la colazione del giorno dopo (e voi lì che avvolgete nella carta velina, ma intanto pensate che i cake... sono più da prima colazione, decisamente). Cannate anche le torte farcite, 3 metri di morbidezza ehvabbè, a parte che bisognava pensarci almeno un giorno prima, ci sarebbe la questione questi-mò-li-voglio-vedere-morti. Forse una crostata, ma anche quella, uhm uhm. Quindi mi sa tanto che... lo famo al bicchiere! E nei bicchierini da caffè, è pure meglio. Tanto avevamo giusto in mente di provare stà robina assolutamente deliziosa, ultra-vellutata - punto i piedi a terra, quasi sfondo la tastiera per la veemenza che metto nel digitare la mia opinione - è una ricetta a dir poco P-R-E-C-I-S-A! Strepitosa, di quelle che le leggi e pensi perfino "odddio". Poi, per fortuna, la pianti (d'essere il solito, irritante mix tra puffo quattrocchi e puffo brontolone :-)) e ti limiti ad eseguire, diciamo, con la stesso spirito creativo d'un operaio cinese.

Grazie Tuki :-)


martedì 15 settembre 2009

Far Breton


E dopo tanta Francia in immagini, era decisamente logico/doveroso produrre un qualcosa che fosse, ok francese, ma anche un po' farina (ooppss) del mio sacco! Soprattutto per dare un perchè (ragionevole) ai molteplici acquisti compulsivi delle vacanze = pile di ricettari, per altro, in lingua originale... per cui, eccolo qua, in men che non si dica, le Far Breton! Ovvero, il dolcino/bandiera di un po' tutta la regione bretone (e giù di lì), secondo me, anche un tantino subdolo ed inquitente (ma sì, in pratica, che cavolo è stò far breton???). Ehm, confessione da fare: mentre ero lì, presa dai vari frangipane, kouign amann e palets, ehvabbè, mi son distratta un attimo. E quindi l'unica era, a stò punto, riprodurselo direttamente al rientro, con la ricetta di Francoise Fenneteau. Già che ci siamo, in versione oltremodo prugnosa... ed è finita che, finalmente, ne sappiamo molto più (di prima): trattasi (bene o male) di crema pasticcera, cotta direttamente in forno (=preparerete il tutto in un niente!), soda, ma anche spugnosa, nient'affatto stucchevole, in questo caso qui (come dicevasi poc'anzi) vergognosamente intrisa di succo di prugna (oltre che di pezzettoni golosissimi abbarbicati all'impasto, anzi, decisamente il contrario!) e... giustappunto, tornerei in Bretagna (domani?!), non foss'altro per mettere a tacere una certa curiosità in materia! :-)

Far breton aux pruneaux

1/2 l di latte
4 uova
250 g di prugne denocciolate (anche secche, eventualmente)
120 g di zucchero
30 g di farina setacciata
1 stecca di vaniglia
burro per la teglia

Ponete le prugne in ammollo in acqua tiepida per circa un'ora. Mescolate la farina con lo zucchero, incorporate le uova leggermente sbattute ed il latte. Mescolate con cura. Incidete la bcca di vaniglia, apritela a libro e, con la punta di un coltellino, prelevate delicatamente la polpa interna. Unitela al composto e continuate a mescolare. Preriscaldate il forno a 200 gradi. Filtrate il composto con l'aiuto di un passino e versatelo direttamente in una teglia imburrata. Tagliate le prungne a spicchi ed inseritele nel composto. Abbassate la temperatura del forno a 160 gradi e cuocete per 30-40 minuti. Servite tiepido, a temperatura ambiente, ma anche ben freddo... non vi deluderà comunque ;-)

lunedì 13 luglio 2009

Cheesecake con pere, ricotta e salsa al Nebbiolo

Acclamatissimo dolcino del lunedì... anche se, a dirla tutta, la colazione di stamattina, è finita miseramente (e mooolto più realisticamente) a suon di normalissimi biscottini sgranocchiosi (+ solito caffellatte freddissssimo)... ehpperò c'è che, uno, il dolcino del lunedì ormai se l'aspetta (vero?!), per cui da brava sanguisuga continuo ad attingere dallo stesso buffet di cui 1, 2, 3, 4 e 5 (pazienza... che tanto, prima o poi, me dovrò pur rimette a cucinà!!!). Pere e ricotta, come da lussuosa tradizione delle mie parti; una base di biscotto vagamente salata, come da consolidata tradizione di un po' tutta la parentesi cheese cake and co.; in bonus, gocce di salsa al Nebbiolo (che trovate in quei mitici paesi della cuccagna tipo Castroni) molto, ma molto particolare, poco dolce, perfino un po' amarognola e pungente; secondo me, in perfetta sintonia con le pere... tra l'altro sottoscrivo un esaltante risotto preparato (bene o male) con gli stessi ingredienti caratterizzanti ;-) .
Quanto alla fase elaborativa (semplicissima, se non di più), ricotta di quella buona da addolcire con lo zucchero e da lavorare con le uova... risultato di una morbidezza estrema, compatto, ma non troppo, co' stè pere che oltre al fattore delizioso-sughetto-rilasciato-nei-dintorni-immediati ;-) creano un effetto mosaico decisamente carino... ehvabbè dai, c'è piaciuta!


Cheesecake con pere, ricotta e salsa al Nebbiolo
(stampo apribile da 24 cm di diam.)

per la base:
250 g di biscotti tipo Digestive
120 g di burro fuso e tiepido

per il ripieno:
750 g di ricotta di pecora
350g di zucchero
1 cucchiaio scarso di maizena
1 limone
1 cucchiaio di estratto di vaniglia
4 uova
un pizzico di sale
2 pere williams piuttosto mature

Con l'aiuto di un mixer, tritate finemente i biscotti, mescolateli con il burro fuso e stendete il tutto sul fondo dello stampo, premendo e compattando bene. Conservate in freezer per circa 10 -15 minuti. Intanto, lavorate la ricotta con lo zucchero ed il sale fino ad ottenere una crema, aggiungete il succo e la buccia grattugiata del limone, la vaniglia e, una alla volta, anche le uova. Mescolate bene e versate sulla base di biscotti. Sbucciate le pere, eliminate il torsolo e tagliatele a cubetti. Inseritele nel ripieno premendo leggermente con le dita. Infornate a 180° per circa 50 minuti o comunque finchè il cheese cake si sarà rappreso e la superficie lievemente dorata. Lasciate raffreddare fuori dal forno e conservare in frigorifero, preferibilmente, per una notte intera. Decorate, quindi, con rivoli di salsa al Nebbiolo (oppure con altra salsa a vostra scelta) e servite ben freddo.

martedì 16 giugno 2009

Pesche al forno con amaretti

Soluzione semplicissima da fine pasto, oltretutto, una cosina talmente vista e ri-vista... ma come spesso ricordo "a volte sei lì che ti manca giusto l'ideuzza per il dessert dell'ultimo minuto", in fin dei conti, un autentico dolcino double-face, nel senso che è buonissimo tiepido, per quelle serate invernali in cui vanno tanto le coccole dolci, ai piedi di un romanticissimo camino scoppiettante (anche una stufetta andrà benissimo, quel che conta è la giusta impostazione mentale!) e starei già sudando anche solo all'idea, però dicevamo soprattutto del double face: (pesche) gradevolissime anche in versione-ben-refrigerata, magari accompagnate da generose cucchiaiate di yogurt greco, vagamente dolce e con la complicità di un buon vinello dolce... anche qui, in versione double-face, nel senso che vi servirà per la cottura delle pesche, ma anche per dare sollievo alle gole arse, quelle che chiedono finalmente una tregua, mentre ve ne state lì a godere dell'arietta fresca della sera, stesi sull'amaca in giardino (ma anche la sedia in terrazza/balcone andrà benissimo, perchè quel che conta è sempre...)!!! :-)


Pesche al forno con amaretti
ricetta di Laura Zavan

per 2-4 persone:
2 pesche noci (pref. non trattate)
4 amaretti morbidi
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di cacao amaro
1 bicchierino di vino dolce (io, Moscato Apianae Di Majo Norante)
ca. 10 g di burro

per servire:
150 g di yogurt greco
1 albume
30 g di zucchero a velo

Frullate nel mixer gli amaretti con il tuorlo d'uovo ed il cacao. Tagliate le pesche in due, togliete il nocciolo e scavate un po' l'interno (incorporate la polpa estratta alla precedente preparazione). Farcite le pesche con il composto di amaretti e sistematele in una teglia imburrata posandovi sopra qualche ricciolo di burro. Irrorate con il vino dolce e fate cuocere per circa 30 minuti a 180 gradi, irrorando regolarmente con il fondo di cottura. Estraete e lasciate raffreddare. Servite tiepido, a temperatura ambiente... ma anche dopo aver rigorosamente refrigerato il tutto in frigorifero, accompagnando con un cucchiaio di yogurt già lavorato a crema con lo zucchero a velo ed incorporato delicatamente all'albume montato a neve ben ferma.

lunedì 8 giugno 2009

...e bicchierini di ciliegie e caprino


Bè, che un lunedì possa, in qualche modo, assomigliare al (tanto atteso) venerdì... sarebbe bello, no?! Che vi devo dì, quasi quasi, ci proverei con un bicchierino! Il che potrebbe sembrare un invito (a darsi) all'alcolismo più sfrenato, invece, molto più genuinamente... riprendiamo esattamente da dov'eravamo rimasti: ai bicchierini, appunto. E così, giusto per consacrarne la versatilità (che si potrebbe sempre pensare: si vabbè, versatili... ma poi, le altre versioni come le fò?), altro giro, altro biscotto (anche stavolta burrrrosissimi Loison perchè, ehm, sarei voluttuosamnete inciampata nella confezione degustazione per cui...), altro formaggio (i lettori amano i caprini e noi, qui, c'adeguiamo), altro frutto succoso. In bonus, altra potentissima sferzata di golosa energia per questo lunedì che volerà via ancor prima d'iniziare a lamentarsi. Promesso! :-)


Bicchierini di ciliegie e caprino
x 4 porzioni

12 biscotti di pasta frolla (pref. al limone)
200 g di caprino fresco

80 g di zucchero a velo
24 ciliegie
20 g di nocciole spellate e tostate

Denocciolate le ciliegie e tagliatele a metà (nel caso, conservatene qualcuna intera per decorare la superficie). Tritate grossolanamente le nocciole. Lavorate il caprino con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto liscio e cremoso. Spezzettate grossolanamente 8 biscotti e spargeteli sul fondo dei bicchierini. Alternate strati di caprino, qualche ciliegia e un po' di nocciole a pezzetti fino a riempire parzialmente i bicchierini. Terminate sbriciolando sulla superficie i biscotti rimasti e qualche altra nocciola e refrigerate in frigorifero per almeno 5-6 ore prima di servire.

venerdì 5 giugno 2009

Bicchierini di kiwi e ricotta


Sempre sul genere ricette facili, veloci e persino un po' ridicole, per questa settimana vi lascio a meditare su di una certa ideuzza che, guarda caso, casca proprio a fagiolo per il weekend! Voglia di una coccola dolce, ma nessuna intenzione di accendere il forno? Magari (anche una certa) voglia di pescare cremine fresche e golose (con tanta, tantissima frutta succosa in bonus), così, direttamente dal bicchiere... possibilmente, senza star lì a sciogliere gelatina, montare uova, etc etc? In più, sottotitolo per chi ci bada: voglia di non esagerare più di tanto con le calorie (toh! quando voglio far passare per intelligente anche la più scema delle ricette, tiro in ballo le calorie: subdola!)? Eccoci qui: detto tra noi, ho girato intorno a sti' bicchierini multiface per tutto il lunghissimo ponte del 2 giugno... lo sforzo è minimo, il divertimento massimo (poi, bè, ognuno si diverte a modo suo), la soddisfazione... alle stelle (il che, col caldo che fa, è anche un po' direttamente proporzionale allo sforzo che è minimo, etc etc)! Il tutto, senza dimenticare che José Maréchal li definirebbe "un cheesecake molto poco ortodosso, pronto in tre mosse e da guinness dei primati!". Voilà! Tre ingredienti interscambiabili: biscotto burroso, formaggio fresco (la ricotta sarebbe un latticino, ma il concetto resta!) e poi frutta, tanta frutta. Infinite le varianti e... non li conto nemmeno più gli accessori da aggiungere a seconda dell'umore, anche un attimo prima di riporre il tutto in frigo. Domanda: a chi verrebbe mai in mente di preparare un dolce... col kiwi? Bè sì, scusate, annoso diverbio tra me e lui... in pratica, io che insisto sulla sua banalità (e tristezza, sic) e lui che puntualmente mi finisce nelle buste della spesa. C'è da dire, però, che stavolta l'ho trovato persino stuzzicante, con quella sua punta acidina... il biscotto burroso da una parte e la ricottina (di bufala) bella corposa dall'altra, bè sì... mi ci voleva proprio il kiwi, stavolta :-)

Bicchierini di ricotta e kiwi
per 4 porzioni

12 biscotti di pasta frolla (io, Maranei della Loison, burrrrosissimi)
200 g di ricotta di bufala
80 g di zucchero a velo
4 kiwi maturi
20 g di mandorle spellate

Tostate le mandorle e tritatele finemente. Lavorate a crema la ricotta, unendo anche lo zucchero e le mandorle. Sbucciate i kiwi e tagliateli a dadini. Spezzettate grossolanamente 8 biscotti e spargeteli sul fondo dei bicchierini. Alternate strati di crema e dadini di kiwi fino a riempire parzialmente i bicchierini. Terminate sbriciolando sulla superficie i biscotti rimasti e refrigerate in frigorifero per almeno 5-6 ore prima di servire.

venerdì 29 maggio 2009

Jamie Oliver (lemon, lime and peppermint) sorbet


Mi stavo chiedendo: nella categoria 'bicchieri golosi', che dite, riusciamo ad infilarci anche delle simpatiche ciotoline?! Lo ammetto: la cosa più bella delle raccolte (di ricette) è che... magari non ne sai ancora nulla e, per caso, ti ritrovi a cucinare (e fotografare) esattamente l'oggetto della domanda (spiego: non che non abbia voglia di partecipare, anzi! è il logorio mentale che mi... logora, appunto! oddio, cosa le preparo? mumble). Invece, come dicevo, la raccolta c'è ed io ho già tutto pronto, manca solo il link! Poi, bè, ad averlo letto giusto poche ore prime (che il sorbetto venisse inesorabilmente trangugiato), magari avrei utilizzato dei bicchieri canonici... sigh, rinunciando così alle mie nuovissime (and very shocking) ciotoline verdi. Ehm, dovete sapere che, sempre sul Sale&Pepe di cui ieri, hanno inserito tutt'una serie di dritte simpatiche per animare i nostri picnic (lo sapete, vero, che mentre scrivo stè cose m'ammazzo letteralmente dalle risate? hai visto mai che qualcuno dovesse prendermi sul serio): dunque, dicevamo... anzi, dicevano quelli di Sale&Pepe "le dejeuner sur l'erbe, ma con piattini, posate (etc etc) rigorosamente in verde acido abbinato al blu"! Toh, ma guarda: sul sito di Jamie Oliver (che è sempre un passo avanti a tutti, c'è niente da fare), il freskissssimo sorbetto finito ormai sul ricettario imprescindibile di casa Precy (in aggiunta, soltanto una ricca manciata di fragole di Terracina), risulta allegramente immortalato in (very shocking) coppette di plastica... blu! Toh, ma guarda!

p.s. trovate tutto da Carrefour, a prezzi decisamente modici :-)


Sorbetto al limone, lime e menta (di Jamie Oliver)
per 4 persone:

200 g di zucchero
275 ml di acqua

5 limoni

5 lime

1 pugnetto di menta fresca

per servire:
fragole fresche

Ponete lo zucchero e l'acqua all'interno di una casseruola, portate a bollore e lasciate sobollire per 5 minuti. Spegnete e lasciate intiepidire. Grattugiate la buccia dei limoni e dei lime e spremetene il succo. Tritate anche la menta e mescolate bene il tutto in un contenitore di plastica. Ponete in freezer per circa due ore (ricordandovi di dare una mescolata ogni mezz'ora). Servite da solo... oppure accompagnando con una manciata di fragole succose.

giovedì 14 maggio 2009

Biscotto alla mousse di cioccolato. E le albicocche?


Forti le feste! Grandi corse, spese e cucinamenti... ma poi, per un po', si campa di rendita! Persino sul blog! Ehm, giustappunto, avevate richiesto anche questa (ricetta) o sbaglio?! Bene: e così anche l'aggiornamento odierno è (pigramente) andato, l'unico cruccio è il solito scatto rubato, ancora una volta, in corso d'opera (sempre con tanto di carta forno e stampo usa e getta ben in vista, alè!). E qualche piccola chicca anche qui (s'era capito che l'aperitivo di cui sabato era anche un'allegra degustazione di robine buone?!), per cui, senza fare troppi giri d'immagine, accanto all'ingrediente/chicca elencato in ricetta, bisbiglio sotto voce esattamente ciò che ho utilizzato io... così, chi ha avuto modo d'assaggiare, farà il diavolo a quattro per assicurarsi in dispensa l'oggetto dei desideri (esagerata?). Chi non ha assaggiato (perchè, magari, non c'era)... vabbè dai, si sa come vanno stè storie! Ultimissima e chiudo (uhm, fatto presto oggi): cioccolato+albicocche, ricorda mica qualcosa? Se la risposta è sì (sachertorte è la risposta esatta, ndr), giuro che non era premeditato! Non da tanto almeno :-)


Torta alla mousse di cioccolato,
con confettura di albicocche


per la base:
250 g di biscotti con fave di cacao (io Loison)
20 g di burro

per la mousse:
(ricetta tratta da Torte dolci e salate)
400 g di cioccolato fondente al 70%
125 g di burro

125 g di zucchero

5 uova grandi

150 ml di panna a temperatura ambiente

3 cucchiai di rum
q.b. di confettura di albicocche
(io questa, che trovate qui)

per lo stampo:
q.b. di burro
q.b. di cacao amaro

per servire:
q.b. di albicocche secche
q.b. di nocciole tostate

Tritate finemente i biscotti e mescolateli al burro fuso, leggermente intiepidito. Stendete il tutto sul fondo di uno stampo con bordo amovibile (24 cm di diametro), imburrato e passato con il cacao (premete bene i biscotti sul fondo e livellate il più possibile). Refrigerate in frigorifero per 20 minuti. Sciogliete il cioccolato (a pezzi) ed il burro (a cubetti) a bagnomaria. Lasciate raffreddare leggermente. Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto ben sodo. Incorporate la panna ed il rum. Unite anche i tuorli montati (frusta a mano e movimenti circolari dal basso verso l'alto). Montate a neve gli albumi ed uniteli delicatamente al composto (come prima). Versate il tutto sulla base di biscotti e cuocete per 25 minuti a 200 gradi (risulterà gonfia, ma ancora leggermente morbida). Estraete e lasciate raffreddare (non appena freddo, diventerà solido!). Cospargete con un trito grossolano di albicocche secche e nocciole e conservate in frigorifero per almeno 6 ore (meglio se per un'intera notte). Servite ben freddo oppure a temperatura ambiente. p.s. io dico ben freddo, però! :-)

mercoledì 13 maggio 2009

Cheesecake alla liquirizia, con pesche di Leonforte


Come dire, un volto noto! Foto inclusa (anzi, meno male che avevo questa... rubata in corso d'opera, con tanto di carta da forno a vista)!!! Dunque, volevate la ricetta o sbaglio?! Qualcuno in particolare... m'era sembrato di leggere non troppo tra le righe! Bene, visto che, con questo stesso qualcuno, mi ritroverò a spadellare gomito-a-gomito per tutto il weekend... e visto che, sempre questo stesso qualcuno, oltretutto, tiene o' sangue napulitano che scorre nelle vene: ricetta!

Premessa: preparazione semplice ed assolutamente agevole, ma... ad alto contenuto di chicche!!! Chicche buone, ma anche reperibilissime (con tutte le indicazioni annesse e connesse, più di così...) poi bè, eventuali sostituzioni anche un po' alla buona, ovviamente, sono senz'altro ben accette (a patto che poi... ce ne date prontamente notizia, annotiamo tutto)!

Chicca numero uno: i liquirizini Loison (biscotti di pasta frolla alla liquirizia), utilizzati per la tipica base croccante. Quanto alla Loison, potete: a) contattarli tramite sito per info di sorta; b) ordinare direttamente sul sito; c) cercare il rivenditore a voi più vicino... per esempio, a Roma, c'è sicuramente Franchi in via Cola di Rienzo.

Chicca numero due: le pesche di Leonforte, in versione confettura (da stendere direttamente sulla base croccante) ed in quella sciroppata, per la decorazione finale. Il tutto made in Agrirape (uhm, non credo si possa ordinare direttamente da loro, ma da Cinema&Talenti sì: via luigi capuana, 132 - 00137 roma - tel. 06 86802222 - spedizioni incluse).

Chicca numero tre: crunchy rice alla liquirizia by gliAironi (normalmente si appoggiano all'e-commerce di Esperya, ma sono quasi certa di non averlo ancora adocchiato in catalogo, per cui, anche in questo caso, contattateli direttamente sul loro sito).

Detto (tutto) ciò: ricetta!


Cheesecake alla liquirizia, con pesche di Leonforte

per la base:
250 g di biscotti alla liquirizia
120 g di burro

per il ripieno:
350 g di formaggio cremoso (tipo philadelphia)
350 g di ricotta
300 g di zucchero
6 uova
1 limone non trattato
q.b. di confettura di pesche

per lo stampo:
burro
pangrattato (finissimo)

per servire:
q.b. di pesche sciroppate
q.b. di crunchy rice alla liquirizia

Tritate finemente i biscotti e mescolateli al burro fuso, leggermente intiepidito. Stendete il tutto sul fondo di uno stampo con bordo amovibile (24 cm di diametro), imburrato e passato con il pangrattato (premete bene i biscotti sul fondo e livellate il più possibile). Refrigerate in frigorifero per 20 minuti. Lavorate il formaggio, la ricotta e lo zucchero in modo da ottenere un composto liscio e senza grumi. Aggiungete la buccia grattugiata del limone e le uova, una alla volta. Estraete lo stampo dal frigorifero e stendete uno strato sottile di confettura sulla base di biscotti. Versatevi sopra il composto cremoso ed infornate a 200 gradi per circa 50 minuti (il ripieno cremoso dovrà rassodarsi, assumere un bel colore dorato e staccarsi naturalmente dalle pareti dello stampo). Lasciate raffreddare completamente, decorate con le pesche sciroppate e le sfere di crunchy rice e conservate in frigorifero per almeno 6 ore prima di servire (ancora meglio se per un'intera notte). Servite ben freddo.

martedì 10 febbraio 2009

E venerdì, cena vegetariana :-)


Mi sa che... ve lo racconto proprio tutto stò weekend mangereccio con i miei! Torniamo (quindi) a venerdì sera: cena-buffet, vegetariana. E potrebbe scapparci (davvero) qualche ideuzza interessante, anche qualcosina di nuovo magari. Soprattutto per i meno avvezzi... che ogni volta che invito quella che non mi mangia la carne, oddio! Trucchetto personalissimo: evitare le portate classiche (antipasto, primo, secondo...), si rischia facilmente di eccedere con l'utilizzo di uova e formaggi (oltre ogni umana decenza)... a meno che non siate amici dei vari tofu, seitan... solo che io non lo sono :-) e allora punto tutto sull'informale, ovvero tavola piena di terrine/vassoi/ciotoline d'ogni sorta... e buon appetito!








Champignon marinati

per due persone

2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
1/2 bastoncino di cannella
1 foglia di alloro
2 cucchiaini di semi di coriandolo leggermente schiacciati
250 g di piccoli champignon interi
2 dl di vino bianco secco
pepe, sale
1 cucchiaio di coriandolo o prezzemolo tritato finemente
spicchi sottili di limone

Scalda l'olio in un tegame antiaderente e fai rosolare la cannella, l'alloro ed i semi di coriandolo per circa due minuti. Aggiungi gli champignon e mescolali in modo che si coprano completamente d'olio. Aggiungi il vino e porta tutto ad ebollizione. Soffriggi gli champignon, coperti per 5 minuti. Toglili dal tegame con una schiumarola, mettili in una ciotola e prosegui la cottura del liquido finchè non si sarà dimezzato. Insaporisci con sale e pepe e versa la salsa sui funghi. Lasciali marinare per almeno 2 ore, in modo che gli champignon s'insaporiscano bene. Cospargili, prima di servire, col coriandolo e guarnisci con gli spicchi di limone.

Ancora una ricetta very easy tratta dal libricino delle ricette ikea :-) Si tratta di un piatto di origine greca, notoriamente servito come 'meze' (antipasto) oppure come contorno della carne grigliata. Eventualmente, sostituite i funghi con cimette di cavolfiore oppure con delle carote (da soffriggere, rispettivamente, 8 e 15 minuti).


Soufflè di broccoli e patate
per 9 pirottini tipo muffins

1 broccolo non troppo grande
ca. 400 g di patate
1 uovo + 2 albumi
100 ml di panna fresca
2 cucchiai di pecorino grattugiato
sale e pepe

Lavare il broccolo, dividerlo in cimette e cuocerle al vapore con le patate sbucciate e ridotti in piccoli cubetti. Quando risulteranno molto morbidi, con l'aiuto di un mixer frullarli insieme a tutti gli altri ingredienti (tranne i due albumi). Insaporire con il sale ed il pepe. Montare a neve gli albumi ed incorporarli delicatamente al composto (con una frusta a mano, oppure con una forchetta, eseguire dei movimenti rotatori dal basso verso l'alto, cercando di non smontare gli albumi). Suddividere il composto ottenuto all'interno dei pirottini e cuocere in forno già caldo a 200 gradi per circa 20-30 minuti o, comunque, fincheè non risulteranno belli gonfi. Servire immediatamente... altrimenti, com'è risaputo, si sgonfiano! Eventualmente, inserire un cubetto di formaggio saporito (tipo caciotta, auricchio...) al centro dei pirottini, prima d'infornarli!


Flamiche
per uno stampo da 20-22 cm

1 disco di pasta brisè*
75 g di burro
900 g di porri
1 cucchiaino di sale
4 tuorli d'uovo (medi)
300 ml di panna fresca
noce moscata grattugiata
sale e pepe

Porta la pasta brisée a temperatura ambiente. Accendi il forno a 200 gradi. Lavora la pasta fino a renderla sottile e stendila nella teglia. Con l'aiuto di una forchetta, fai qualche foro sulla base della torta e mettila in freezer per 15 minuti. Quindi, ricoprirla con un foglio di carta da forno, tagliata esattamente della misura del fondo dello stampo, riempirla di fagioli secchi ed infornare per 10 minuti a 200 gradi. Sfornare, eliminare i fagioli e la carta da forno e spennellare la pasta intiepidita con dell'uovo sbattuto (per evitare che il ripieno bagni troppo la base ed anche per sigillare, eventualmente, quei buchini che tendono a formarsi sul fondo). Fai scogliere il burro in una grossa pentola, aggiungi i porri lavati e tagliati a fettine sottili, amalgama il tutto. Versa qualche cucchiaio d'acqua, aggiungi il sale e copri con il coperchio. Cuoci a fuoco lento per circa 30 minuti, fino ad ottenere un composto soffice ed omogeneo. Al termine, togli il coperchio e lascia raffreddare. Metti i tuorli e la panna in una ciotola, aggiungi, sale, pepe e noce moscata e lavora energicamente. Aiutandoti con un cucchiaio, riempi la torta con i porri (ormai quasi freddi) e distribuiscili uniformemente. Aggiungi la crem a base di uova e cuoci in forno per 30 minuti finchè il ripieno non si sarà rassodato e la pasta non avrà assunto un bel colore dorato. Servila appena tiepida.

*è una ricetta tratta da Torte dolci e salate di Maxine Clark: per la pasta brisèe, potete prepararla con questa ricetta ed utilizzarne, poi, soltanto una metà (l'altra può essere tranquillamente congelata). A dire il vero, ho utilizzato una teglia grande, da 30 cm (ma non chiedetemi il motivo!), ho steso l'intero panetto di brisée e, naturalmente, il ripieno è venuto più basso... buonissima lo stesso! :-)


Crostoni con feta e olive

In una ciotola, lavorare la feta con qualche cucchiaio di ricotta fresca, un pizzico di sale e di pepe, abbondante origano tritato ed, infine, incorporare anche una manciata di olive nere kalamata, denocciolate e tagliate a metà. Aggiungere dell'olio extravergine d'oliva a filo, fino a raggiungere la giusta cremosità. Utilizzare il composto per farcire delle mezze baguette (tranci di baguette aperti a metà), irrorare ancora con un filo d'olio e passare al grill per pochi minuti.


Insalata doppia verza con crema di noci

Per un'insalatiera di medie dimensioni, ho utilizzato 1/2 verza bianca ed 1/2 rossa, soltanto il cuore (la parte più tenera), lavata e tagliata a striscioline. Le ho condite con sale, pepe ed olio extravergine d'oliva. Per la crema di noci, ho frullato 100 g di gherigli di noci con dello yogurt fino ad ottenere un composto abbastanza omogeneo. Ho versato la crema sulla verza ed insaporito bene il tutto. Quindi, va coperta e conservata in frigorifero per almeno mezz'ora prima di servire.


Mousse con fichi e pinoli
per 6 porzioni

150 g di cioccolato fondente (70% di cacao)
60 g di burro
3 uova grandi
6 biscotti tipo savoiardo
6 cucchiai di sciroppo d'acero
6 cucchiai di Amaretto di Saronno (o altro)
6 cucchiai di confettura di fichi bianchi
100 g di pinoli tostati

Sciogliere il cioccolato ed il burro a bagnomaria. Amalgamarli bene e lasciarli intiepidire. Incorporare, quindi, i tuorli leggermente sbattuti ed, infine, gli albumi montati a neve ben ferma (con una frusta a mano, oppure con una forchetta, eseguire dei movimenti rotatori dal basso verso l'alto, cercando di non smontare assolutamente gli albumi). Spezzare i biscotti a metà e posizionarne due (metà) sul fondo di ogni coppa. Irrorarle con un cucchiaio di sciroppo d'acero ed uno di liquore e suddividere, quindi, la mousse nelle coppe. Conservare in frigorifero per almeno due ore. Al momento di servire, scaldare la confettura e, con un cucchiaino, distribuirla sulla mousse... delizioso il contrasto caldo-freddo, dolce amaro!!!

lunedì 3 novembre 2008

Una mela (al forno) al giorno...


... ma chi l' ha detto che le mele al forno sono roba da ospedale? Il dopo-brodino sano e nutriente, uhm oggi mi sento un po' così, ah, ti faccio le mele al forno!!! Vi dico la mia: ok sulla storia del dessert sano e nutriente, ma provate un po' ad infilarci dentro, chessò, noci, pinoli, uvetta, miele, spezie, sciroppo d' acero (per chi era rimasto in attesa, della serie... ormai l' hai preso e voglio proprio vedere che ci fai). In pratica, uno strudel... senza la pasta-strudel, con la mela che fa da delizioso involucro per ciò che riterrete più opportuno! Questa è la mia versione, come si dice, my favourite! Prima di lanciarvi in esperimenti di sorta, magari, assaggiate e mi fate sapere! Già che ci sono, vi confido anche stà cosina pensata nel mentre si gustava (ah, non sottovalute la praticità e la velocità di questo dessert, mi raccomando): dunque, pensavo ad una pera, di quelle più tozze, come si dice nei miei luoghi natii, corte e chiatte... da svuotare, come si fa con le mele, appunto! All' interno, una colata d' irriverente crema di cioccolato che se ne sta lì, pronta a riversarsi sul piattino non appena s' intacca il frutto... quant' è irriverente!!! Ci penso!!!

La ricetta

Lavate ed asciugate delle mele non troppo mature (io, royal gala). Senza sbucciarle, eliminate il torsolo con l' apposito attrezzo (oppure con un coltellino e tanta pazienza), facendo leggermente pressione sui lati in modo da allargare un po' la cavità. Eliminata la parte centrale, ritagliatene la base e reinseritela a mò di tappo. Farcite l'interno delle mele con un composto a base di noci tritate grossolanamente, pinoli tostati, uvetta, una grattuggiata di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, buccia d'arancia e di limone, il tutto ben irrorato da rivoli di miele (io, quello di castagno). Lasciar colare del miele anche sulla buccia esterna. Per finire, versare un cucchiaio di sciroppo d' acero su ogni mela, posizionarle una accanto all' altra in un teglia da forno e cuocere a 180 gradi per circa 30-40 minuti, dipende dalla grandezza delle mele (dovranno risultare decisamente morbide, ma non stra-cotte). Lasciar intiepidire in forno spento, irrorando nuvamente con il liquido caramellato finito sul fondo della teglia. Si servono tiepide oppure a temperatura ambiente (c'è anche chi le mangia fredde di frigorifero, magari in estate). Se preferite, accompagnatele con una quenelle di mascarpone vagamente dolce, yogurt greco lavorato con un po' di miele, panna acida oppure, perchè, no, con una pallina di gelato al cioccolato o alla vaniglia :-)


sabato 20 settembre 2008

Il crumble che era anche un po' cookie


In effetti del crumble, versione dolce-fruttata, ne avrei già parlato (e mica solo io eh), ma questa cosina qui merita la notorietà, che poi magari qualcuno se ne esce con il tu lo sapevi e non hai detto niente... per cui, eccolo qua: crumble, poco poco cookie, ci sono i fiocchi d'avena, un accenno di farina integrale... il gusto ricorda tantissimo gli inconfondibili biscottini americani! Poi il cioccolato extrafondente... ah, preparato (nuovamente) con le pesche per le solite, noiosissime esigenze della dispensa! Proposta: immaginiamolo (anche) con delle belle pere succose, riuscite a visualizzare? Pere + cioccolato + briciole croccanti, burrose, vanigliose... e non dite che sono sadica perchè oggi è sabato e il dolcino possono mangiarlo tutti, vero cara?!

CRUMBLE DI FRUTTA CON AVENA E CIOCCOLATO
(stampo 22 cm)

4 pesche (o altro tipo di frutta)
180 gr di farina 00
20 gr di farina integrale
50 gr di fiocchi d'avena
100 gr di zucchero
100 gr di burro
1 bacca di vaniglia
ca. 40 gr di cioccolato fondente al 70%

In una ciotola capiente, mischiare le farine, lo zucchero, i fiocchi d'avena, i semi di vaniglia raschiati via con un coltellino ed il burro, leggermente morbido, tagliato a piccoli cubetti. Lavorare velocemente con la punta delle dita, sfregando e facendo in modo che gli ingredienti secchi assorbano bene il burro: si otterrà un composto granuloso! In uno stampo imburrato, sistemare le pesche tagliate a dadini, spargere un po' di zucchero semolato, coprire con il cioccolato tritato grossolanamente, completare con le briciole di pasta e cuocere a 180 gradi per 30 minuti. Servire a temperatura ambiente, oppure appena tiepido, magari accompagnando con una pallina di gelato alla vaniglia, salsa inglese, yogurt greco o del mascarpone.


Intanto, tra le pareti domestiche: si si si, brava padroncina, tutto bello, buono, biiis... tse, ma voi che ne sapete di quanto è dura la vita per una povera cagnolina... sentire sti' profumi e non poter assaggiare, ehssi perchè seguo la dieta zero-zuccheri, io! Vabbè che la mia padroncina mi spupazza, sbaciucchia (etc etc) dalla mattina alla sera, vabbè che qualche fettina di salamino in bonus ci scappa sempre, vabbè che lei fa anche attenzione a farmi trovare nella scodella la stessa cosa che ho pre-sniffato nell'aria... tipo che se loro hanno il tacchino, siiiiiii, anch'io, ma semplice semplice, senza intingoli... che c' ho un po' il fegato delicato, ma quello che volevo dire è che... ok, niente dolci, ma oggi è il mio primo compleanno... come la mettiamo?


Mumble mumble, in effetti starei meditando di infornare dei biscottini canini, magari farina integrale per facilitare il transito, del tuorlo nutriente, un po' di parmigiano per il calcio, semi di sesamo per le vitamine... oggi pomeriggio c' inventiamo una festicciola al parco con tutti i suoi amichetti, biscotti per tuttiii... poi rincasando, polletto allo spiedo per cena (lo adora)... che dite? Ricovero?! Naaa...


giovedì 4 settembre 2008

Ricotta e pere

Eheheh, magari qualcuno s' aspettava quel popò di torta amalfitana, la "ricotta e pere" per eccellenza... tout tout... qui siamo decisamente sul facile e veloce, un dessert versatile che, manco a dirlo, è pure immensamente appagante! E poi è venerdì, ma mica un venerdì qualunque: sembra quasi un miraggio dopo la prima settimana lavorativa... vai, festeggiamo! Noi? Ah bè, da queste parti s' è fatto anche di meglio: dessertino decisamente più robusto... faccio la foto della fetta e poi vi dico tutto! Tornando al nostro bicchierozzo, prendete per buona l' idea di base e dateci dentro con quello che passano frigo e dispensa... magari mi fate un fischio un attimo prima di stratificare, così... giusto per andare sul sicuro! Ahahahah, ma quant' è buffa sta' Precy che crede di essere più brava degli altri!!!

Pere e ricotta in coppa
per due persone

2 pere
4 biscotti tipo savoiardo

250 gr di ricotta di pecora

125 gr di zucchero a velo vanigliato
ca. 30 gr di burro
2 cucchiai rasi di zucchero semolato
1 pizzico di cannella macinata
1 manciata di nocciole tostate

per lo sciroppo:
1 dl d' acqua
1/2 limone

50 gr di zucchero

liquore a piacere
(rum, limoncello o altro)

Setacciare la ricotta, lavorarla a crema con lo zucchero a velo e conservare in frigorifero, coperta da apposita pellicola, fino al prossimo utilizzo. In un pentolino, spremere il mezzo limone, aggiungere anche l’acqua, il liquore e lo zucchero, portare ad ebollizione e lasciar bollire per circa 10 minuti. Lasciar raffreddare. Sbucciare le pere, eliminare torsolo e semi e tagliarle a dadini di medie dimensioni. In un padellino, sciogliere il burro, unirvi le pere, lo zucchero semolato, la cannella e cuocere per qualche minuto in modo da far sciogliere lo zucchero ed ammorbidire leggermente le pere. Lasciar raffreddare. In due coppe individuali, alternare biscotti savoiardo bagnati velocemente nello sciroppo (si potranno tranquillamente modellare in base alle dimensioni della coppa), crema di ricotta e pere a dadini. A piacere, completare con una manciata di nocciole tostate e tritate. Coprire con della pellicola e conservare in frigorifero per almeno 4 ore prima di servire.

lunedì 25 agosto 2008

Tiramisu (eretico) al cocco

Sarà pure eretico, ma oggi è lunedì... e di lunedì tocca addolcirsi (che sono pure finite le brioche della domenica)! Parliamo del dolce: niente savoiardi (qui più effetto croccantezza), niente mascarpone (ma se volete, perchè no?!), niente uova crude (ho optato per questa cremina qui)... parlerei, quindi, di tiramisu eretico al cocco, mio recentissimo contributo alla più classica delle cene estive: terrazza, 20 persone, ognuno che porta qualcosa e poi ci si ritrova tutti insieme allegramente a bere fiumi di vino e gassosa e, soprattutto, a reggere il solito piattino di plastica con dentro pallina di danubio, pezzetto di parmigiana e pugnetto di riso alla cantonese che fanno a pugni per prendersi tutto lo spazio! Vabbè, superata l' impasse del piattino stracolmo ad alto tasso d' indecisione, c' ha pensato il dolce a rasserenarci: è il mio dolce salvagente, facile, veloce e, soprattutto, piace sempre a tutti!


Tiramisu al cocco
(teglia 30 x 36)*

1 kg di formaggio fresco tipo Philadelphia**
800 gr di latte condensato zuccherato
200 gr di cioccolato bianco fuso
(pref. al cocco)
ca. 700 gr di biscotti Orosaiwa
1 noce di cocco
q.b. cacao amaro

Per la bagna:


il latte della noce di cocco
ca. 10 tazzine di caffè espresso (amaro e freddo)

ca. 5 cucchiai di rum (variare secondo i gusti)

Con uno sbattitore elettrico, lavorare energicamente il formaggio fresco (ben freddo di frigorifero) fino a renderlo cremoso; incorporarvi il latte condensato ed il cioccolato fuso (tiepido) e continuare a montare fino raggiungere una consistenza simile alla panna montata: basteranno pochi minuti. Se non la si utilizza immediatamente, coprire con della pellicola e riporre in frigorifero. Aprire la noce di cocco avendo cura di conservare e filtrare il latte interno; unire quest'ultimo al caffè ed al liquore. Nella teglia, comporre due strati sovrapposti di biscotti bagnati uno ad uno nella bagna, spalmarvi metà della crema preparata e coprire con della noce di cocco grattuggiata. Procedere con altri due strati di biscotti (come prima), coprire con la crema rimasta, spolverare interamente con del cacao amaro e decorare con altra noce di cocco grattuggiata. Lasciar riposare un' intera notte in frigorifero e servire, poi, ben freddo.


*sono quantità (stratosferiche) per una teglia maxi, 18/20 persone: adattate la ricetta al numero di bocche da sfamare, mantendendo però la proporzione degli ingredienti, altrimenti la crema non si addensa! Se ve ne avanza un po' (di crema), congelatela e ravvivatela con uno sbattitore elettrico al momento dell' utilizzo successivo.

** se preferite, sostituite la philadelphia con del mascarpone!

martedì 5 agosto 2008

Crumble di pesche


Perchè sotto la scorza dura, batte sempre un cuore tenero, meditate gente, meditate!!! Ad ogni modo, ieri c'avevo gente a cena (non si dice c'avevo, lo so, ma è talmente carino...vero Vivy?!) a dirla tutta, mamma+papà+amicadimamma... la sottoscritta (di sti' tempi) ci mette sempre la location (facciamo da te in giardino, c'è il fresco, il cane si diverte, etc etc), ergo... della serie unpo'perunononfamaleanessuno, la mammina ogni tanto si presenta con le sue (storiche) pirofiline di cibo pronto da gustare (uhm, chissà come cucina la mamma di precy)... e, come sempre, io ho fatto il dolce... ah ma lei è bravissima, è specialista di dolci... ma specialista de che? Sarà che, molto semplicemente, sono l'unica che li fa (in famiglia), diversamente s' andrebbe di pasticceria allegramente! Vero è, va detto, che mi ci metto d' impegno, sempre lì a vagare alla ricerca di ricettine prelibate e quando le trovo... perchè sui dolci non s' improvvisa, lo sapete no?! Quindi oggi, dolcino copiato pari pari qui, una ricetta fantastica, perfetta nella sua semplicità, ve ne accorgerete lavorando il crumble! Mea culpa: buccia di limone al posto della lavanda...ahhh, allora lo vedi che improvvisi? Ma questo non è mica improvvisare! La lavanda in dispensa non c'era, ecco tutto... prometto solennemente di approvvigionarmene quanto prima, anche perchè pare che con le pesche sia un' esperienza da non perdere, ne sapete niente?

Crumble! Non lo sottovalutate... ma perche', chi lo sottovaluta?! E' perfetto per una cena estiva(se fatto con della frutta estiva, ovvio), goloso e stuzzicante al punto giusto... e poi va considerato lo straordinario effetto scenico: voi che arrivate in giardino o in terrazza (argh, niente giardino e niente terrazza?) portandolo direttamente nella teglia di cottura... e con fare voluttuoso, molto Nigella Lawson per intenderci, iniziate ad elargire cucchiaiate di croccante-cremosità ai vostri ospiti, loro vi guarderanno sognanti e continueranno a ripetere: eh si, lei è proprio specialista di dolci!!!

Crumble di pesche e lavanda

pesche
5-6
farina
110g
zucchero di canna
110g
farina di mandorle
90g
burro
90g
miele di lavanda
1 cucchiaio
lavanda (fiori essiccati)
1 cucchiaio

Sbucciare e snocciolare le pesche e tagliarle a fette spesse 1 cm. Disporle in una pirofila e versarci sopra il miele. In una ciotola, mescolare la farine, lo zucchero, la farina di mandorle e il burro mordido (meglio se con le mani) fino a ottenere un composto grumoso. Tritare i fiori di lavanda e aggiungerli. Sbriciolarlo questo composto sopra le pesche (senza premere) e infornare a 180° per circa 25 minuti (finché las superficie sia dorata). Lasciar raffreddare completamente prima di servire, eventualmente con del gelato alla vaniglia.

Note: come anticipato, ho utilizzato la scorza grattuggiata di un limone (al posto della lavanda) e, visto che ormai non avrebbe avuto senso il miele di lavanda (che tra l'altro non avevo, ma và), sulle pesche ho volgarmente sparso due cucchiai di zucchero di canna, ah... ho imburrato la teglia (20x20, bordi alti, in pirex per il doveroso effetto trasparenza), magari è un passaggio scontato, ma non si sa mai, giusto???!!! Un' ultimissima cosa, l' ho lasciato raffreddare per poi conservarlo in frigorifero (di sti' tempi) fino al momento di portarlo in tavola, fantastico... s' è capito no???!!!

lunedì 21 luglio 2008

Caffè alla Nocciola... travestito da Malakoff (???)

Per la serie, Italia-Francia 1-1 !!! Io la vedrei così e vi spiego anche il perchè!!!
Partiamo dal caffè alla nocciola: per la sottoscritta rappresenta (quasi sempre... dipende dal tasso zuccherino richiesto dal mio palato) l'apoteosi della prima-colazione alla napoletana, adoro il fascino di questa tazzina indecorosamente spalmata di concentrato di nocciola e riempita di spumosa crema di caffè... con tanto di nocciola intera, pluff!!!
Il tutto, sublimato dai trucioli unti e golosi che mi s' incollano sulle labbra mentre, ai sorsi di caffè, alterno gioiosi morsi di sfogliatella ancora tiepida... va bè, non divaghiamo, restiamo sul caffè: tutto parte da qui !!!

Ancora una reinterpretazione (ehi, chi non reinterpreta è perduto): una sorta di malakoff (ciò che avevo visto qui e qui mi era piaciuto troppo per pensare di sorvolare) così da comporre 'alla francese' una bevanda decisamente partenopea.
Eccoci qua! E con questo caffè alla nocciola travestito da malakoff partecipo al meme "L' angolo del caffè" !!!

Malakoff con chantilly al caffè e pralinato di nocciole
per 4 porzioni individuali

Per la chantilly al caffè:
250 ml latte
3 tuorli
50 gr di zucchero a velo vanigliato
20 gr di farina
1 cucchiaio di caffè solubile
250 ml di panna fresca
Portare il latte ad ebollizione. Sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere la farina setacciata ed, infine, il latte caldo (mescolando continuamente). Rimettere sul fuoco basso e mescolare fino a che la crema non risulterà ben addensata. Spegnere, incorporare il cucchiaio di caffè solubile, mescolare in modo da scioglierlo del tutto, appoggiare della pellicola direttamente sulla crema e lasciar raffreddare completamente. Unire, quindi, la panna montata (freddissima), con delicati movimenti dal basso verso l' alto.

Per il pralinato di nocciole:
100 gr di zucchero
1/2 tazzina d'acqua (circa)
100 gr di nocciole (spellate e tostate)
Qui per il procedimento... o se preferite, acquistatelo già pronto dal vostro amico pasticcere!!!

Per la composizione:
6 savoiardi
1 tazza di caffè espresso (amaro e freddo)
4 nocciole intere

Per ogni coppa: spalmare il pralinato su fondo e pareti e sistemarvi, come base, un savoiardo (spezzato a metà) bagnato velocemente nel caffè espresso. Riempire con la crema chantilly al caffè e decorare con mezzo savoiardo ed una nocciola intera. Conservare in frigo per almeno 4 ore prima di servire (l' ideale sarebbe prepararli un giorno prima).

Nota: se avanza della crema e del pralinato, congelatela tranquillamente, anche mischiandole in un unico composto, come ho fatto io!!!

giovedì 10 luglio 2008

Cheese Coconut Cakes


Una cosa del genere ricordo di averla assaggiata in quel di Miami, 4 anni fa, era un ristorante cubano (ovvio) dove potevi scegliere tra una miriade di "piatti unici" dalle proporzioni esagerate (ovvio), quelli che prevedono tutti i macronutrienti suddivisi ai quattro angoli del piatto-ne ... e si pagava pochissimo, ma davvero poco, dessert incluso!

Che vacanza! Arriviamo completamente intontiti dal jetlake ... per quanto mi riguarda, le 10 ore di volo non sono state propriamente una passeggiata, sono notoriamente insofferente (ma ci sto lavorando) ... prendiamo possesso della nostra camera, ci fiondiamo a letto come due zombie ma .... ATTENTION ATTENTION ... l'hotel decide che sia giunta l'ora per una divertente simulazione antincendio!!! Tutti in strada nel cuore della notte come tanti cretini...oddio, ma poi non so se era notte...sono stati giorni in cui il ritmo biologico è andato a farsi friggere!!!

Secondo giorno: amore, ma quest' oceano è caldissimo, torbido, troppo agitato... oh no ... sta arrivando l'uragano Charly, l'albergo dev' essere evacuato, ci dicono che possiamo scegliere di andare nei rifugi di fortuna approntati per l' occasione ... oppure di fare armi e bagagli e trasferirci sull'altro lato della costa. Noi, facciamo armi e bagagli!!!

Il resto, lo ricordo come un continuo scorazzare in auto attraverso gli everglades, sotto gli occhi vigili ed inquietanti di quegli enormi alligatori ... avete visto CSI Miami?!
Poi, splendide passeggiate di prima mattina o in tarda sera sulle tipicissime spiagge luuunghe, lunghissime, con tanto di grattacieli annessi (peccato), le uova delle tartarughe che si schiudono e tutte quelle piccole tartarughine che s' affrettano a correre in mare, i delfini del Seaquarium, il tipo losco fermato dalla polizia, fatto accomodare al suolo ed ammanettato ad un palo della luce ... quanto avremmo voluto provare l'ebbrezza di essere lampeggiati dalla macchina della polizia, di dover accostare ed aspettare che il poliziotto, tipicissimo anche lui, s' avvicinasse allo sportello dell' auto con fare intimidatorio ... ma ce la siamo persa sta' cosa!!!

E ancora, ricordo un continuo affondare cucchiaini nelle morbide cheese cake, assaggiate un po' in tutte le salse, così per ammazzare il tempo... e quel mio continuo ridere, indicare e spalancare la bocca di fronte all' enormità, all' esagerazione di questo popolo che, meraviglia della meraviglie, era esattamente come l'avevo immaginato ...io che, divoratrice incallita d' ogni sorta di telefilm made in USA, ero andata lì davvero preparatissima!!!

E c' erano proprio tutti, la poliziotta di colore un po' in carne, con la divisa stretta, strettissima che implora pietà, l'americano-cubano che gira col macchinone nerissimo, rombante, con autoradio a palla obbligatoria ... un quadretto che definirlo kitsch è un eufemismo nel vero senso della parola! E c'era la famigliola in stile Jefferson, quella in stile Robinson ... c'erano tutti, tutti!!!

Ed ora, aspetto di vedere New York!!!

Cheese Coconut Cakes
(tortine al formaggio, con cocco e arachidi)

400 gr di formaggio cremoso (tipo philadeplhia)
250 grd i zucchero a velo vanigliato
100 gr di arachidi tostate (non salate)
100 gr di cocco grattuggiato
50 gr di cacao amaro
Per la copertura:
q.b. cacao amaro

Tritare le noccioline molto finemente.
Lavorare il formaggio con lo zucchero a velo, unire tutti gli altri ingredienti ed amalgamare bene il composto. Stenderlo su di un foglio di carta da forno, coprire con del cacao amaro setacciato e lasciar rassodare in frigorifero per almeno 4 ore.
Porzionare, quindi, il composto in modo da ottenere delle tortine quadrate e conservare in frigo fino al momento di servire.

P.S. anche questa ricettina farà parte della golossissima raccolta di Muvara!!!

domenica 29 giugno 2008

Tiramisu 'doppio' ... con crema di Ricotta e zabaione al Melone


Dai che di domenica il dolce ci vuole!!!
Adoro preparare i dolci, per carita', senza entrare nei ranghi dell'alta pasticceria e delle preparazioni rompicapo... mi diverte mettere insieme piu' ricette ... immaginare, anzi no, sentire proprio i sapori gia' durante la preparazione ... e' cosi' che scelgo gli accostamenti, gli aromi, i liquori ... mmmmmmm, questo si ... bleahhhhh, no no, questo no!!!

Dolci, i miei, molto semplici per quanto riguarda la procedura, ma particolari nel loro insieme...
ricerco la delicatezza e, ovviamente, il gusto ... senza strafare, sono dolci che non ti condannano a morte, nemmeno se gustati dopo un pasto importante!

Il dolce va assaggiato, io la vedo cosi', porzioncine educate per sublimare il menu oppure per una pausa golosa ... quando portate un dolce da qualcuno, chiedete piu' o meno cosa si mangera'?
Io sempre!!! ... ammazza Precisi', meno male che stai confinata li' sull' isolotto!!!

E mi piace sorprendere!
Ragazzi, ho portato il tiramisu al melone!!!
Al meloneeee?! Wow, questa e' nuova, mai provato, ma dove le trovi tutte ste' ricette???
Ehhhhhhhh, sapeste!!!


Ho utilizzato uno stampo di media grandezza! Non potresti alzarti e andare a misurarlo?!
Ufffffffffffffffffffff ... e dai, e' domenica!!!

Per la struttura, questa volta ho scelto i biscotti savoiardi ... primo strato, bagnati leggermente con il classico sciroppo di acqua, zucchero e vaniglia, aromatizzato con del Rum una volta freddo.
Le dosi possono variare a seconda dei gusti, per esempio io non metto molto zucchero...
in generale, potrete farvi un' idea qui.

Crema di Ricotta, secondo strato: ricotta preferibilmente ovina, setacciata e lavorata a crema con dello zucchero a velo vanigliato, 500 grammi di ricotta per 250 grammi di zucchero.
2 fogli di colla di pesce per rassodare leggermente il composto, 3 se gradite un effetto scolpito!
Come si usa la colla di pesce... ehhhhh, io ce ne ho messo un po', alla fine ce l'ho fatta:
guardate qui.

Ancora savoiardi per il terzo strato.

Zabaione al melone, quarto strato: per lo zabaione, guardate qui.
Ne ho praparato una versione analcolica, senza vino, aromatizzata alla vaniglia e, a freddo, ho aggiunto della purea di melone, circa 500 grammi di polpa frullata.. la purea tenetela sospesa su di un setaccio per un po' ...perdere' i liquidi in eccesso come Cristina Chiabotto!!!
Naturalmente, sotto il setaccio, predisponete una ciotola!!!

Bene, abbiamo finito!!! Non resta che creare qualche ghirigoro con i rebbi della forchetta e conservare in frigo ... lasciatelo li' per tante, tante ore prima di servirlo, anzi, preparatelo un giorno prima ... che e' meglio!!!

Buona domenica a tutti!!!