venerdì 31 ottobre 2008

La salsiccia con la polenta un po' così...

E' arrivato! Dopo una serie di false partenze, tipo acquazzoni, vento all' americana, allagamenti da paura (qui mi sa che dovrò rivalutare la mia isoletta, a quanto pare anche la capitale...), finalmente arriva!!! Siii, ieri sera faceva fredddooo, pungente e frizzantino, insomma, freddo! Non si sa per quale oscura ragione, stamattina sono andata a verificare le temperature sul meteo online... affacciarsi alla finestra no eh?! Bene, 18 gradi! Tuta e felpona in pile per l' uscita rapidissima del mattino con la cagnolina, collo alto, aspetto rassicurante di chi, mentalmente, non ha ancora abbandonato il letto... tout court, d' un sexi da non credere :-))) glielo spiegate voi ai vari Dolce&co?! E quindi, mi sembrava giusto festeggiare con un piatto, bè, che fa tanto seratina confortante... la polenta è un pochino sui generis, tartufata, prezzemolina, in versione cake da servire a spicchi... ed io, siffatta, la gradisco mooolto di più che in versione purè! Anzi, se cercate su Sale&Pepe di Novembre (come ho fatto io), troverete un bel po' di idee carine al riguardo! La salsiccia è salsiccia, norcina, casareccia, gusto rotondo, si dice così no?! O era, più che altro, il vino?

Salsicce e polenta con sugo e tartufo
per due persone

4 salsicce (da circa 100 gr ognuna)
200 gr di farina di mais per polenta (pre-cotta)
1/2 litro d'acqua
1 cucchiaio d' olio al tartufo
1 cucchiaino di tartufo grattugiato
1 ciuffo di prezzemolo
2 mestoli di passata di pomodoro
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
q.b. di sale e pepe

Portare l'acqua ad ebollizione, salarla e aggiungervi la farina di mais, il prezzemolo tritato, l'olio al tartufo, il tartufo grattugiato ed una macinata di pepe, rimestando energicamente fino al completo assorbimento del liquido. Per i tempi di cottura, attenersi a quanto indicato sulla confezione della farina, in generale dovrebbero bastare circa dieci minuti. Versare, quindi, la polenta in uno stampo piccolo, a bordi alti, foderato con carta alluminio e lasciar raffreddare. Intanto, in una padella, scaldare l'olio d'oliva, rosolarvi lo spicchio d'glio, eliminarlo non appena imbiondisce ed unire le salsicce. Rosolare per pochi minuti su tutti i lati, quindi coprire con la passata di pomodoro, sale, pepe, il pecorino, poca acqua tiepida e portare dolcemente a cottura (circa mezz'ora). Al momento di servire (tutto ben caldo), tagliare la polenta a spicchi ed accompagnarla con le salsicce intere oppure a tocchetti, irrorando generosamente con la salsa al pomodoro.



giovedì 30 ottobre 2008

Muffin... again?!


Vi è mai capitato di farvi prendere leeeggeeermeeente la mano?! Tipo che siete lì ad annusare i vostri 1001 vasetti di spezie strane, zenzero o cardamomo, uhm! Oppure col naso nel frigo alla ricerca del famoso ingrediente in scadenza, sbaglio o c'era della ricotta, da qualche parte!? E perchè, la testolina ficcata direttamente nella dispensa, meno male che nel weekend sono passata da Castroni!!! Bene, non credo che qualcuno se ne avrà a male se posto un muffin... again! Verooo?! Dai su, il muffin si fa in un attimo, non si monta, non riposa (mi ricorda qualcuno/a)... eppure, c'è pur sempre quella storia infinita sulla forma, etc etc. Esultiamo, posso tranquillamente urlarlo ai quattro venti: il forno della casa nuova ha superato la temutissima prova-muffins!!! Lo sapete, vero, che (cupoletta a parte) devono, molto carinamente, spaccarsi sulla superficie... che altrimenti sarebbero più che altro tortini, credo! Lei ieri mi accennava ad un' idea per cupcakes... ed io, in effetti, avrei già mancato la raccolta di dolcissima fanny! A dirla tutta, le avevo mandato dei muffins (appunto), ma a quanto pare... ok ok, vado a studiarmi la differenza! E se qualcuno volesse, intanto, illuminarmi :-) Per ora, muffin! Gusto e consistenza da incorniciare e dalla regia mi dicono, soprattutto, delicati (ndr, la sorellina... che da quando sono a Roma riceve i vari pezzetti-regalo-in-carta-alluminio delle cosine preparate un po' qui e un po' lì), io aggiungerei freschi, la pera fa il suo dovere, ma senza lo zenzero...

Muffins di pere e zenzero
per 12 muffins

250 gr di farina 00
125 gr di zucchero
1 cucchiaio di lievito per dolci

2 uova (120 gr)*
50 gr di burro fuso
50 gr di ricotta
100 gr di latte

1 grossa pera Abate
1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
1 manciata di uvetta di Corinto (piccola e tonda)
1 manciata di fiocchi d' avena

Setacciare la farina con il lievito, unire lo zucchero ed, infine, la pera sbucciata e tgliata a cubetti. Separatamente, mescolare velocemente gli ingredienti liquidi ed unire tutto al composto secco amalgamando velocemente, senza montare. Distribuire il composto negli appositi pirottini di carta, posizionati all'intarno della teglia per muffins (oppure utilizzare stampini monoporzione imburrati ed infarinati) riempiendo fino a 3/4. Spargere uvetta e fiocchi d'avena su ciscun muffin e cuocere in forno già caldo a 200 gradi per 20 minuti.

*le uova vanno pesate perchè il peso degli ingredienti liquidi e di quelli secchi dev' essere pressocchè identico, qui i secchi vincono pelo pelo, ma solo perchè ci sono le pere, quindi si gioca d'anticipo sull'umidità rilasciata in cottura. Ok, tutto questo per dire che, se le vostre uova pesano più o meno dei miei 120 gr, compensate con la quantità di latte... e vissero tutti felici e contenti!

mercoledì 29 ottobre 2008

La pizza... romanesca :-)

Che dite, troppa romanicità? Ma si, passerà!? Intanto, lasciatemi godere il momento, anzi, suggerirei di cogliere al volo l'incanto... sta' pizza merita davvero: broccolo romanesco, nocciole dei monti Cimini, caciofiore, spruzzata di pecorino (romano, ihihih). Ho creato la pizza dop?! Ma vaaa, questo c' avevo in frigo, ecco!!! Bene... e su quest' ultima dichiarazione, i miei amatissimi compaesani, all'unisono, decideranno senz' altro di esiliarmi a vita, causa alto tradimento verso nostra signora mozzarella di bufala! Mi oppongo, guardate che in fondo è una pizza, ma pizza pizza, gnoccosamente napoletana per intenderci (anzi, più ischitana che napoletana visto che in città la tirano un filo di più)... insomma, mica pizzettina al taglio nè :-))) E volevo vedere un po' come ci stava quel bel pezzo di broccoletto... e fu così che tutti si sciolsero in un mugulio godereccio, di quelli che mettono tutti d' accordo! A proposito, ma si è già chiuso pizza gourmet? :-) Allora, gente, la pasta è di una scioglievolezza infinita (croccante fuori, scioglievole dentro) ed è al cumino... che col broccolo, direi che se po' proprio fa'! Ben tre lievitazioni, per un totale di 6 ore, più tempi tecnici imprescindibili. Lo so lo so, ci vuole una vita per farla, a dirla tutta, avevo un certo lavoretto da sbrigare al pc, per tutto il pomeriggio! Pomeriggio tempestoso per giunta, vento+pioggia... si si, stà terza lievitazione si doveva fare, assolutamente!!!

Pizza con broccolo romano, caciofiore e nocciole

per la pasta:
200 gr di farina 0
200 gr di farina manitoba

3 gr di lievito di birra fresco

ca. 300 gr di acqua tiepida
2 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
1 cucchiaino di zucchero

1 cucchiaino di semi di cumino

12 gr di sale

per farcire:
1 broccolo romanesco
150 gr di caciofiore (oppure caciotta)
1 manciata di nocciole
2 cucchiai di pecorino grattugiato
4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
q.b. di sale e pepe

Sciogliere il lievito con lo zucchero e parte dell' acqua. Versare il tutto sulle farine (mischiate tra loro) ed iniziare ad impastare. Aggiungere l' olio e, gradualmente, l' acqua fino ad ottenere una massa omogenea, ma ancora piuttosto morbida ed appiccicosa. Infine, unire anche il cumino ed il sale. Versare il tutto in un recipiente unto d' olio e lasciar lievitare al caldo per circa 3 ore (deve triplicare). Intanto, lavare ed asciugare il brocccolo, dividerlo in cimette e cuocerle al vapore per circa 10-15 minuti. Tenerne qualcuna da parte e frullare il resto con il pecorino, l' olio, sale e pepe quanto basta. Riprendere l' impasto, sgonfiarlo (eventualmente, aiutarsi con poca farina), piegarlo e lasciarlo lievitare ancora due ore (deve raddoppiare). Quindi, stendere delicatamente il tutto in un teglia da forno (leggermente unta oppure foderata con apposita carta), facendo attenzione a non schiacciare le bolle d' aria che si saranno formate durante la lievitazione. Lasciar lievitare per circa un' ora. Riscaldare il forno alla massima tempertura (io, 250 gradi). Stendere la crema di broccolo sulla pizza, lasciando libero il cornicione, completare con il caciofiore a pezzetti, le cimette di broccolo intere e le nocciole spezzettate molto grossolanamente. Ultimare con un giro d'olio ed infornare per circa 12 minuti. Servire immediatamente.


martedì 28 ottobre 2008

La rivincita della carbonara


E dopo il cacio e pepe di ieri, non me la sono proprio sentita di lasciar sfumare la cosa: lo sapete, vero, che gli chef di tutta Roma (...e provincia) se la stanno giocando a carte scoperte per riappropriarsi a pieno titolo della vera, grande cucina di tradizione?! E si sa, la cucina di tradizione va a braccetto con il territorio: strada spianata quindi, visto che parliamo di una regione assolutamente ricca di materie prime, forse più che di vere e proprie ricette peculiari!!! Poi, come giustamente ha sottolineato qualcuno, non bisogna dimenticare il fatto che, oggi, si tende a spendere in maniera molto più oculata, soprattutto se parliamo di andare a mangiare fuori. Per forza di cose... e meno male che le guide l' hanno capito, quando scegliamo un ristorante è questo quello che conta, in primis: là, se deve magnà bene!!! Quindi, oggi, carbonara: piatto principe della cucina romanesca, povero e ricco al tempo stesso (se ne cibavano i vecchi carbonai)... vabbè, senza girarci troppo intorno, a me mette una certa allegria... soprattutto se rientri tardi la sera e, mentre cuoce la pasta, controlli giusto un attimo di avere il guanciale in frigo ...et voilà. Ora, la questione relativa alla ricetta classica, che più classica non si può... ehbbè, rischiamo di non uscirne vivi. Mi sono documentata a fondo, ma la questione uova resta un tantino confusa: intere, solo tuorli, uno intero più un tuorlo a testa... direi anche che si accettano info al riguardo. Alla fine, il mio modesto raziocinio mi ha fatto optare per l' ultima opzione... la cremina dev' essere fluida, assolutamente non rappresa, colorata, saporita... avrò fatto bene, avrò fatto male, boohh, buona era buona!

Spaghetti alla carbonara
per due persone

160 gr di spaghetti
50 gr di guanciale
2 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
1 uovo intero + 2 tuorli
ca. 30 gr di pecorino romano
q.b. di sale e pepe nero

Mentre cuociono gli spaghetti (in acqua bollente salata), scaldare l' olio in un' ampia padella e rosolarvi per qualche minuto il guanciale tagliato prima a listarelle e, poi, a cubetti. Spegnere e lasciar intiepidire. In una ciotola, sbattere l' uovo intero con i tuorli, pochissimo sale ed un' abbondante macinata di pepe. Intanto, scolare gli spaghetti piuttosto al dente, versarli nella padella con il guanciale, accendere nuovamente la fiamma e saltare il tutto per pochi secondi in modo da insaporire la pasta. Spegnere, mescolare bene così da disperdere un po' il calore, versare nella padella il composto di uova, unire anche il pecorino grattugiato e mescolare velocemente in modo da formare una crema fluida (le uova non devono assolutamente cuocere). Eventualmente, aggiungere ancora un po' di pepe e servire immediatamente.

Nota: per insaporire ulteriormente il soffritto, c' è chi rosola anche uno spicchio d' aglio schiacciato, da eliminare prima di unire i cubetti di gunciale!

lunedì 27 ottobre 2008

Da Luigino a Fonte Nuova...


Fortunati! L' avrete notato, c' è ristorante e ristorante! Quello dei grandi momenti gourmet, delle memorabili esperienze fusion, dello chef-prima-donna che ti lascia senza parole... e poi c' è il ristorante che sogni di scorgere in lontananza, macinando kilometri! E lo sogni per un motivo semplicissimo: c' hai fame, quella del tipo oh mamma, m' andrebbe proprio uno di quei bei piatti di pasta! Quindi dicevo, fortunati! Arriviamo in perfetto orario (...perfetto per pranzare) al cospetto di questa trattoria che, poi, scopriamo essere meta di mezza Roma (...almeno, così dice il proprietario)! Ok, entriamo! Bam, ti sembra d' essere al pranzo domenicale in famiglia, oddio, famiglia numerosa, si bè, tanta bella gente, chiacchiericcio allegro, ma non troppo... e in un lampo il cameriere-proprietario è già da te: oggi c' abbiamo fettuccine cacio e pepe, fettuccine ai funghi, pappardelle al cinghiale, lasagne, ravioli di ricotta, tagliere di polenta con le spuntature di maiale. Per me 'cacio e pepe'! Ottime, mantecatura perfetta, cremina vagamente densa, proprio come dev' essere... il che detto da una napoletana! E in un (altro) lampo, ritorna il cameriere-proprietario: per secondo c' abbiamo trippa alla romana, specialità alla brace... Oddio, è che saremmo già sazi (...porzioni abbondanti, si), uhm, qualcosa di non troppo impegnativo magari... Ah bè, ci sarebbe una bella bistecca di manzo leggera (?), carne danese-danese eh, mica danese-tedesca! Oh no, ma non s' è accorto che c' ho il marito tedesco... meno male che lui di fronte al richiamo della bistecca abbassa tutte le difese... vai, proviamola! Confermo! Danese-danese! E aggiungerei una parolina buona per quelle patate al forno (...che generalmente adoro), croccanti fuori, morbide dentro, unte quanto basta. Dessert: carrellata piuttosto interessante di dolci fatti in casa, torta di mele, torta della nonna, crostate con marmellate varie (...anche la marmellata la fate voi? nooo, ad avercelo il tempo...), qualcosina al cucchiaio... ed io che non finirò mai di suggerire al maritino di glissare i soliti tiramisu e buttarsi più sul casareccio! Per l' appunto: la mia torta di mele era deliziosa, come l'avrei fatta io (...il che non per arroganza, ma nel senso che è proprio quella tipica torta genuina casalinga, fettine di mele vagamente croccanti, intervallate da una pasta umida e golosa). Che dite, 50 euro ben pagati?! Ma siii, due primi, un secondo con contorno, due dolci, caffè... vino a parte (ma hanno anche quello solito, della casa)! Uhm, vediamo, qualche altro pensierino sparso... ah si, cornice rustica, mi sa che s' era capito, tovaglia e stoviglie semplici, rassicuranti, la pasta servita rigorosamente nei piatti fondi, brace a vista, cortesia discreta (anche questo, come piace a me).... si, lo so che state aspettando l' appunto... vabbè dai, è davvero un' inezia, ma non mi piace trovare il pane sul conto, ecco: 3 fette, 3 euro! Se quelle fettuccine meravigliose me le avessero fatte pagare 12 euro (invece di 9)... bè, non avrei fiatato!!! Il che è un personalissimo punto di vista, però chissà... hai visto mai!





Da Luigino, via nomentana, 728 - Km 17 - 00010 fonte nuova (roma)
tel. 06 9059 338 - chiuso il martedì


domenica 26 ottobre 2008

Quiche al radicchio... ma che ora è???

Direte voi, questa sta qui a digitare perchè s'è svegliata per prima e non sa come ammazzare il tempo! Ma non è tutto: il prima è ancor prima di quel che sembra visto che hanno tolto l' ora legale, quindi sarebbero le 8:30 che diventano magicamente le 7:30! Per cui, è presto detto, pensavo di raccontarvi velocemente la giornata di ieri: in-ten-sa!!! Primo fattore molto importante, ho guidato per tutta la giornata... che tocca davvero farci il callo, non so se avete idea delle stradicciole e della ridicola parvenza di traffico a cui ero abituata io, sull' isolotto! Devo dire, la facevo più tragica: oddio, ti sorpassano da ogni lato, ti strombazzano se solo accenni ad una minima riflessione di tipo stradale (aspetta...e mò 'ndò vado???), ma ce la posso fare! In primis, siamo andati ad ispezionare il quartiere che, se tutto va bene, ci ospiterà quanto prima: Talenti per la precisione, anzi, se avete dritte su appartamenti in affitto, sono tutta orecchie! E giacchè ispezioniamo, vediamo anche un po' com'è fatto il parco per la cagnetta... insomma, tra una cosa e l' altra, ti diventano le tre del pomeriggio che nemmeno te ne accorgi.... o meglio, ad un certo punto t' accorgi direttamente che, ad essere sinceri, c' avrei un tantino fame!!! Fast food in versione romanesca, Lo zio d' America (pare che il proprietario, a suo tempo, abbia ricevuto un notevole lascito dal solito parente emigrato in cerca di fortuna e che, poi, la fortuna l'ha fatta davvero ... almeno questo è quanto m' hanno suggerito dalla regia), mega tavola calda, per tutte le bocche (e le tasche?), ma senza essere troppo esigenti mi raccomando! Noi avevamo fame, stop, per cui panino e via... che c' avevamo altro per la testa! Tipo la mia doverosa puntatina da Castroni! Una scorsa veloce nelle mie buste della spesa: fior di sale (amore, ma dove l'hai letto? io pensavo che di sale ne esistesse uno e basta, anzi due, fino e grosso!), tè al gelsomino, sciroppo d' acero (ma che ci devi fare?), pasta phillo, pasta bric, zenzero fresco, uvetta di Corinto, pistacchi, olio, confetture e mieli vari, semi di cardamomo... li ho detti tutti? Bè, come ogni prima volta che si rispetti, c' è sempre un po' d' imbarazzo generale... prendo tutto (attacco compulsivo da crisi d' astinenza), niente (perchè proprio non riesco a scegliere)... o spizzico qua e là senza nessun filo conduttore? Direi, buona la terza! A seguire, nell' ordine, corsa a casa perchè la phillo era surgelata, supermercato per animali, supermercato per noi altri, benzina, improvviso acquazzone con lampi tuoni e strade allagate all' inverosimile... avremmo avuto in mente di tornare, sistemare la cagnetta con le sue nuove leccornie, doccia veloce e via a cenare in stile trattoria romanesca... ma per tutto c' è un limite! Dopo poco, eravamo già appollaiati sul divano, davanti alla tv, tovagliolo alla mano e fettazze di quiche...

Quiche al radicchio e cipolla di Tropea
per uno stampo da 22 cm

1 disco di pasta brisè
1 piccolo cespo di radicchio
1/2 cipolla di Tropea
1 costa di sedano
1 manciata di speck a cubetti
1 uovo
50 gr di Parmigiano grattugiato
1 tazzina di latte
1 pizzico di noce moscata
4 cucchiai d' olio d' oliva
q.b. di sale e pepe

In una padella antiaderente, scaldare l' olio e rosolarvi la cipolla ed il sedano tagliati a rondelle sottili, unendo anche i cubetti di speck. Aggiungere il radicchio ridotto a striscioline e lasciarlo appassire (senza stracuocere, basteranno pochi minuti). Regolare di sale e pepe ed insaporire con la noce moscata. In una ciotola, sbattere l' uovo con il parmigiano ed il latte. Stendere la pasta brisè e foderare lo stampo avendo cura di livellare i bordi ad un' altezza di circa 2 cm. Farcire con il radicchio e coprire con il composto a base di uovo. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti, finchè la superficie non risulterà dorata e la pasta brisè bella croccante.

venerdì 24 ottobre 2008

Minestra di Venere, verza e salsiccia...


Corroborante, mi piace sta' parola, la trovo molto rrrrrr!!! La mia prima volta con il riso Venere! La salsiccia norcina proviene, invece, dalla recentissima incursione al mercato rionale... e la verza era lì, ad occupare il cassetto del frigo, in attesa degli eventi. Apro una parentesi-quesito-celebralmente-complesso (più woodyalleniano o più, casarecciamente, marzulliano, boh): come mai compriamo di tutto come se non si potesse proprio fare altrimenti e poi, consumati velocemente i soliti amatissimi ingredienti, restano quegli sparuti oggetti che ancora non è chiaro se ci piacciono oppure no... soli soletti, lì nelle varie dispense, cassetti, etc etc... Allora, per la migliore risposta che riceverò sull' argomento, Terrasolis (ve l' ho detto che sarà al Salone del Gusto, chi ci va?) mette in palio... seee vabbè, non esageriamo!!! La verza, boh, forse non mi diverte troppo cucinarla... quello che so è che, ogni volta, sembra una lotta per la sopravvivenza: pubblica utilità, la mia missione è scoprire quanto riesce a resistere in frigo, ecco (ah, una settimana tranquillamente)! La minestra di verza e riso è un vero e proprio must dalle mie parti (quelle di origine), ma l' avete mai assaggiata con il riso Venere? Un gusto particolarissimo, assolutamente all' altezza delle aspettative! Poi se c' aggiungiamo anche un po' di Norcia ed un pizzico di Tropea...

Minestra di riso Venere con verza e salsiccia
per 4 persone

200 gr di riso Venere
4 salsicce di Norcia (fresche)
1 verza piccola
1 cipolla di Tropea
100 gr di fontina grattugiata
4 cucchiai d' olio d' oliva
1 rametto di rosmarino
q.b. di sale e pepe

Scaldare l'olio in un ampio tegame con (in infusione) il rametto di rosmarino che andrà eliminato subito dopo e rosolarvi velocemente la polpa sbriciolata delle salsicce. Aggiungere la cipolla tritata finemente e lasciar insaporire per due minuti circa, mantecando energicamente in modo da non bruciare la cipolla. Unire anche la verza (già lavata) tagliata a striscioline sottili, allungare con un po' d' acqua calda, coprire il tegame e lasciar cuocere per circa dieci minuti o, comunque, finchè la verza non risulterà appassita. Versare, a questo punto, il riso, salare, pepare ed aggiungere gradualmente dell' acqua calda, quanto basta per la cottura del riso (vedi tempi indicati sulla confezione). Quando il riso risulterà ormai cotto, spegnere la fiamma e mantecare con la fontina. Lasciar riposare per circa dieci minuti prima di servire, magari accompagnata da crostini di pane casareccio aromatizzati con sale, olio, aglio e rosmarino.

Consigli per gli acquisti: se avete difficoltà a reperire il riso Venere, potete provare qui (esattamente come ho fatto io... prima di trasferirmi nella capitale, eheheh)!!!

giovedì 23 ottobre 2008

Cake di mele, nocciole e...


... e mi stanno smontando la tazza del water, oddiooo!!! Pare che il vecchio inquilino c' abbia fatto cascare qualcosa dentro, in effetti avevamo notato un certo intasamentino, ma stamattina driiiiiin: amministratore (napoletano, azz), condomini del piano di sotto, idraulico, muratori, ho dovuto chiudere Fiocco tra cucina e terrazzo chè stava a impazzì porella!!! Vabbè, mentre dillà lavorano, io aggiorno il blog... che non ci voglio nemmeno pensà!!! Dunque, parliamo di cose belle e soprattutto che odorano di buono: ieri sera abbiamo inaugurato la stagione delle uscite capitoline, filmettino al Savoy (il nuovo di Woody Allen, carinissimo se vi piace il genere contorto, celebralmente complesso, alla Woody insomma) e doverosa cenetta A casa di Alice (spaghetteria piccina, bella atmosfera, soft... soprattutto, interessantissime combinazioni un po' per tutti i gusti... della serie, fàmose du' spaghi, ma fàmoseli strani!!!). Il ristorantino lo conoscevo già... mmm, quella torta di Alice, crostata di mele, ricchissima, uno strudel-crostata-cake al prezzo di uno, oltre alle mele pare ci mettano della confettura che preparano con la buccia (delle mele)... e chi se la scorda! Ieri sera abbiamo optato per degli spaghetti con broccoli, cozze, pomodorini e pecorino, buoni buoni! Poi creme caramel, buonino... la prossima volta mi sa tanto che ricadrò sulla torta di cui sopra!!! Bene, ragazzi mi fermo qui, ormai sono in apnea totale e non vi dico il macello che c' ho dillà... meno male che la colazione è stata dolce, dolcissima... doverosa citazione con qualche variazione sul tema!

Cake di mele Fuji e nocciole
per uno stampo piccolo

1 grande mela Fuji*
3 uova (170 gr)**
170 gr di zucchero
1 pizzico di sale
170 gr di burro
50 gr di nocciole tostate (non spellate)
170 gr di farina 00
1 cucchiaio raso di lievito per dolci
1/2 limone bio
1/2 cucchiaino di noce moscata grattuggiata

Sbattere energicamente uova, zucchero e sale per almeno dieci minuti (tipo pandispagna). Con una frusta a mano, incorporare il burro fuso (tiepido), 30 gr di nocciole macinate finemente, la farina setacciata con il lievito, la buccia e il succo filtrato del limone e la noce moscata (procedere con vigorosi movimenti dall' alto verso il basso in modo da incorporare quanta più aria possibile nel composto). Versare il tutto in uno stampo imburrato ed infarinato (io, stampo per plumcake da 20 cm) e riempire fino a 3/4. Sbucciare la mela, tagliarla in quattro quarti, quindi a fettine sottili ed inserirle ad incastro nell' impasto. Spargere sulla superficie del dolce i restanti 20 gr di nocciole, tritati molto grossolanamente ed un cucchiaio raso di zucchero. Cuocere a 180 gradi per 45 minuti.

*La mela Fuji ha la buccia rossa, un po' striata, con una polpa zuccherina e croccante che, secondo me, spezza benissimo con lo speziato delle nocciole e della noce moscata.

**Il principio di base è quello dei quattro quarti: si parte dal peso delle uova e si aggiunge pari quantità di zucchero, burro e farina... per cui regolarsi di conseguenza.

Ooppss, dimenticavo di aggiungere che, con questa ricettina, rispondo alla richiesta melosa di Essenza di vaniglia!!!

mercoledì 22 ottobre 2008

Milanese di pecorino su carbonara di cicoria


Certo che... andare al mercato col sole che spacca le pietre (noi continuiamo a far finta di niente e cuciniamo autunnale, mi raccomando), la cagnetta che tira peggio di un segugio (quelle salsicce norcine del banco gastronomia sono troppo aromatiche, protesterò), le buste da trasportare (e qui ci facciamo prendere decisamente la mano), uff, na' fatica!!! Ma alla fine, se riesci a rincasare sana e salva, ahhh, vuoi mettere la gioia di ammirare tutta la tua bella mercanzia sparsa sul tavolo della cucina... puntarelle, broccolo romano, caciotta, nocciole viterbesi, spianata, uva pizzutella, pane di Lariano. Toccherà (soltanto) pensare ad una morte degna per ognuna di queste belle cosine, capirai, quando la materia prima c' è, basta veramente poco o no?! Io, comunque, inizio già a pensarci mentre sono ancora in giro, mumble mumble, col sole che picchia, le buste che pesano e la cagnetta che tira... patologico lo so, ma che devo fà?! E visto che ormai son qui felicemente seduta, digito digito e sgranocchio qualche acino di pizzutella giusto per testare la qualità... vi parlo un po' della nostra cenetta di ieri sera: milanese di pecorino e carbonara di cicoria, ma che è na' truffa??? Naaa, io la chiamo libera interpretazione ed è la cosa che amo di più della cucina... il fatto di elaborare qualcosa che ti è rimasto in un angolino della mente, di creare un piccolo effetto sorpresa... insomma, ci si diverte un po' va!!!

La ricetta

Porzionare il pecorino (sardo) in modo da ottenere dei quadrotti spessi un dito, passarli ben bene nella farina, quindi nell' uovo sbattuto ed infine nel pangrattato (ho utilizzato del pane ai cereali raffermo tritato piuttosto grossolanamente per un effetto decisamente rustico). In una padella antiaderente, friggere il pecorino panato con un filo d' olio d' oliva, circa due minuti per lato. Va servito caldissimo. La cicoria è stata, invece, pulita, lavata e passata direttamente in un tegame con un filo d' olio già insaporito da uno spicchio d' aglio ed una manciata di cubetti di guanciale ben rosolati. Per la cottura della verdura, basteranno circa dieci minuti (col coperchio) o comunque il tempo necessario ad appassirla, ma senza disfarla troppo. Salare con moderazione. Quindi, fuori dal fuoco, mantecare energicamente con dell' uovo leggermente sbattuto con un pizzico di pepe ed una spruzzata di pecorino romano grattugiato. Voilà!!!

martedì 21 ottobre 2008

Pasta, zucca, funghi, taleggio...


Festeggiamooo, mi hanno attivato la connessione (a proposito, grazie fastweb)!!! Quindi eccomi qui, il primo post direttamente dal mio bell' angolino multimediale nuovo nuovo: il portapenne storico, le ciotoline con indispensabilissimi oggettini di cartoleria, la solita pila di libri e riviste, ok, c' è tutto!!! Ah, c'è anche Fiocco ovviamente... e non si può proprio lamentare visto che approfitta del divano posizionato qui alla mia destra... e se la dorme beata tra un guizzo d' orecchie e l' altro... che ancora deve abituarsi ai nuovi rumori e capire che non c' è da sfondare la porta ogni volta che la nostra vicina rientra, c' ha pure un' età poverina (la vicina intendo)!!! Ma non vi ho ancora detto niente della casa, giusto?! Dunque, io sarei all' inizio di Settecamini, sulla Tiburtina... più che altro per non allontanarci troppo dal lavoro del maritozzo e, soprattutto, per sistemarci tutti insieme allegramente... che se stavamo ancora un po' a cercare la casa dei sogni, festeggiamo le nozze d'argento! Casetta carina, anche grande volendo, c' è il terrazzo... però però, se contiamo il fatto che svegliarsi con lo strombazzamento delle auto in coda non è che sia proprio il massimo (siiiiiii, lo so che non sto più sull' isoletta), poi il fatto di essere al quarto piano senza ascensore... normalmente andrebbe anche bene (risparmio la palestra), ma quando rientri e t' accorgi che hai scordato il latte, ehbbè! Poi ci metterei anche un tantino di desolazione circostante... però c' ho la parrucchiera sotto casa... insomma, per non tirarla troppo per le lunghe, si, stiamo già cercando dell' altro!!! Ma veniamo al piatto che è meglio, allora, come lo chiamiamo? Pasticcio inaugurativo, preparato nella nuova cucina, per la prima cenetta (con ospiti), nella nuova casa... che tra poco sarà già vecchia? Uhm, un tantino lungo mi sa...

Maccheroncini al forno con zucca, funghi e crema di taleggio
per 4 persone

320 gr di maccheroncini
300 gr di zucca mantovana
200 gr di funghi (pleurotus)
250 gr di taleggio
4 cucchiai di Parmigiano (grattugiato)
1 spicchio d' aglio
4 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
1 pizzico di noce moscata
1 ciuffo di prezzemolo
q.b. di sale, olio, burro

In un ampio tegame, scaldare l' olio e rosolarvi l'aglio. Eliminarlo non appena diventa biondo ed aggiungere i funghi. Saltarli a fiamma vivace ed unire, quindi, anche la zucca sbucciata e tagliata in piccoli tocchetti. Insaporire velocemente il tutto, aggiungere una tazzina d' acqua e portare a cottura. Quando la zucca risulterà sufficientemente morbida, salare, pepare e, con l'aiuto di un mixer ad immersione, frullare il tutto (mettendo da parte qualche fungo intero) in modo da ottenere una purea. Incorporare il Parmigiano e la noce moscata. Lessare la pasta in acqua bollente salata, scolarla piuttosto al dente (cuocere per la metà del tempo indicato sulla confezione) e passarla nel tegame con la purea di zucca e mantecare a fiamma spenta con la metà del taleggio tagliato a cubetti. Versare il tutto in uno stampo imburrato, posizionare i funghi interi sulla superficie, coprire con il taleggio rimasto (sempre tagliato a cubetti), sigillare lo stampo con un foglio di carta argentata e cuocere a 180 gradi per 20-30 minuti. Eventualmente, dopo la cottura, decorare con un ciuffo di prezzemolo fritto.


venerdì 17 ottobre 2008

Frittata di patate alla laziale


Aridaglie!!! Accantonate (per il momento) le varie mozzarelle di bufala & co., eccomi già alle prese con un po' di cosine romanesche... e prima di buttarmi sulla coda alla vaccinara, approccio soft... frittatona! Capirai, in fin dei conti è na' tortilla, però però... e qui entra in gioco la particolarità regionale: le patate vanno per metà affettate e per (l' altra) metà schiacciate, poi c'è il guanciale (ovvio), va bè ho capito, vi lascio la ricettuzza...

Frittata di patate alla laziale
per 4 persone

800 gr di patate
4 uova
80 gr di guanciale
1/2 cipolla
1 ciuffo di prezzemolo
4 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
q.b. di sale e pepe

Lessare le patate (in acqua bollente non salata) finchè non risulteranno morbide. Lasciarle raffreddare. Tagliarne una metà a fettine sottili e schiacciare l' altra metà in modo da ottenere una purea. Unire quest' ultima alle uova sbattute con sale e pepe. In una padella antiaderente, scaldare l' olio, rosolarvi velocemente un trito di cipolla e guanciale, unire le patate a fettine, possibilmente in un solo strato. Dopo averle rosolate, girarle delicatamente anche sull' altro lato e cuocere pochi minuti. Salare e pepare leggermente e cospargere di prezzemolo tritato. Versarvi sopra (in un sol colpo) il composto a base di uova e purea di patate e lasciar rapprendere. Girare la frittata aiutandosi con un coperchio e cuocere anche l' altro lato. Servire caldissima...

...almeno così dice la ricetta, che dite, facciamo tiepidina?! Io, comunque, temperatura ambiente, accompagnata da un' insalatina di radicchio, mela e mandorle tostate, condita con succo d' arancia, olio extra e sale.

mercoledì 15 ottobre 2008

Tacchino speziato all' aria di Roma


Ecccomiii, anzi ecchime!!! Al volo, dal computer della sorellina (...che ancora non m' hanno attaccato internet), giusto per salutarvi: sono viva e già piuttosto inserita nel nuovo ambiente... tipo che stamattina ero al mercato, etc etc... E naturalmente si, cucino! In realtà sarei anche munita di apposito libro sulla cucina laziale e sto opportunamente facendo man bassa di prodotti tipici, chessò guanciale, pecorino, nocciole, robine così... eppure sto' tacchino speziato con purè di ceci non c' entra praticamente nulla! Diciamo che s' è trattato di una cosina da preparare piuttosto in fretta... o meglio, da lasciar preparare al forno mentre sei dillà a sistemare un po' di cosine... mooolto alla Jamie Oliver, sia per il tipo di preparazione che per la cottura, leggete leggete...

Tacchino speziato al cartoccio
per 4 persone

1 cosciotto di tacchino da 1 Kg
1 cucchiaio di olio extravergine d' oliva
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaio di miscela 5 spezie*
*(finocchio, anice stellato, pepe di Sichuan, cannella, chiodi di garofano)

Massaggiare energicamente il cosciotto con l'olio miscelato alla salsa di soia e, quindi, con le spezie. Impacchettare il tutto in un foglio di carta argentata, sigillare bene e cuocere a 200 gradi per circa un' ora. Lasciar intiepidire, affettare e servire irrorando con la salsa formatasi all' interno del cartoccio.

Per il purè di ceci:
mettere a bagno dei ceci per almeno 8 ore, lessarli fino a che non risulteranno morbidissimi, passarli in padella con olio extravergine d'oliva, uno spicchio d'aglio (che andrà eliminato) e un pizzico di noce moscata. Frullare il tutto unendo anche del pecorino grattuggiato, correggendo eventualmente di sale.

venerdì 10 ottobre 2008

Pane e mortadella, allora io vado eh!


E' fatta! Chi è dentro è dentro e chi è fuori... bè, a dire il vero, fuori c' è davvero ben poco, a parte noi stessi, lo spazzolino da denti e la ciotola del cane, sfido chiunque a trovare ancora qualcosa in giro! Anche la cucina, o meglio, tutta la mia amatissima attrezzatura (si perchè la cucina in sè resta qui) è già bella che imballata, chiusa, sigillata... giuro: ieri sera, per la prima volta da quando è iniziato il tour de force, ero davvero stanca, ma stanca morta... tutto sto' salire, scendere, sollevare, portare! Poi si esce, per l' ennesima raccolta degli ennesimi scatoloni (ah, non li avevo ancora nominati, visto?!) e si fa anche una sanissima puntatina da Boccia, il forno più antico dell' isolotto: panellone casareccio, rigorosamente preparato con lievito madre, ancora caldo... ehssì che l' ultima sfornata la fanno alle 7 di sera (vi amooo)... e mortadella, quella pistacchiosa, affettata fine fiiine... stop, non serve altro, fanno tutto loro! E, come dicevo, è fatta... stasera arriva il maritino e domani saremo presissimi dal decidere cosa va portato via subito e cosa, invece, può attendere... già mi vedo: amore, ma le tovagliette sono indispensabilissime, siiii anche tutto il set di ciotoline fashion, le mie riviste... vi aggiornerò da Roma, non so esattamente quando, ma presto. Vi salutooo!!!

giovedì 9 ottobre 2008

Muffin al cacao e mirtilli

Scatoloni!!! Eccoci qua, l' ho detta subito così possiamo andare avanti tranquilli!!! Per chi fosse interessato (ditemi che qualcuno c'è... mica venite qui solo per le ricette?!), mi sento di annunciare che, si, sono a buon punto: la cosa grande è che sto vincendo la storica lotta con me stessa e... butto via tanta di quella roba! Sigh, però oggi è il turno della cucina e qui mi sa che cascherà l' asino, poverino! Non riuscirò a separarmi nemmeno dal più ammaccato degli stampini, ehvabbè! A proposito, vi piacciono questi muffins? Siamo già a giovedì per cui tocca tornare un pochino indietro nel tempo: si perchè, questi batuffoli scuri, sono stati il nostro rifugio consolatorio per tutto il weekend! Il tea-time tra un impacchettamento e l' altro, lo spuntino goloso di mezzanotte, sul divano, ammirando le pile di scatoloni già accumulate, la colazioncina che ti apre il cuore anche se sei circondato dalle stesse pile di cui prima! Cacao e mirtilli, non l' avevo ancora provata! Ma si vede che in un angolo remoto del cervellino era rimasta stampata sta' cosina qui, per cui... solo che, al momento, non compro (quasi) nulla, anzi, si cucina per smaltire le riserve: quindi niente mirtilli freschi, bensì confettura di mirtilli rigorosamente artigianale! Ah, perlappunto: che bello quando gli ospiti si presentano a casa senza fiori recisi (che, poi, non sono assolutamente in grado di accudire), ma con qualcosa che, invece, so apprezzare davvero senza ritegno... conserve, confetture, cosine fatte in casa insomma! Ehi, prendete nota, dovessi mai invitarvi a cena :-)

Muffins al cacao e mirtilli
per 8 muffins belli grossi

150 gr di farina 00
30 gr di fecola di patate
20 gr di cacao amaro
100 gr di zucchero
8 gr di lievito per dolci (1/2 bustina)
1 pizzico di sale

100 gr di uova (2 piuttosto grandi)
50 gr di olio di semi
150 gr di latte intero
1 bacca di vaniglia

q.b. di confettura di mirtilli

In due contenitori separati, mischiare velocemente ingredienti secchi da una parte e quelli liquidi da un' altra (in questi ultimi, aggiungere anche i semi interni raschiati via dalla bacca di vaniglia aperta a metà). Unire i due composti, amalgamare il tutto senza montare e senza mescolare troppo. Dividere il tutto nei pirottini di carta posizionati all' interno dell' apposita teglia da muffins, affondare un cucchiaino di confettura di mirtilli in ogni muffin e cuocere a 200 gradi per 20 minuti (i pirottini vanno riempiti per poco più di 3/4 e, per una migliore tenuta, provate ad utilizzare due pirottini invece di uno).

mercoledì 8 ottobre 2008

Melanzane a funghetto, un arrivederci!


Indubbiamente un periodo di saluti! Eppure oggi non parlo di me, strano ma vero, vi risparmio il quotidiano resoconto lamentoso su scatoloni & co. (ecco, alla fine li ho nominati di nuovo)! Lascio la scena alle ultime melanzane: sole solette, penzolavano malinconiche nell' orticello... si si ok, vi concederò una morte degna, ma che sia una cosa rapida che gli scatoloni... oddio, di nuovo!
Melanzane a funghetto, volendo essere precisi (e mi sembra anche doveroso), trattandosi di un piatto napoletanissimo, s' impone la dicitura in lingua: mulignane a fungitiello, ecco! Una cosa semplice semplice, ma di gran gusto, come impone la cucina partenopea! Di una versatilità commovente: da sole come contorno, con la pasta, per farcire quello che più vi viene in mente... da queste parti, considerato l' elevato indice di sfiancamento serale (quello post scatoloni, ovvio), s' è pensato di girarle a panino (e c'è finito dentro anche qualche cubetto di provola affumicata)... un po' muratore-style, giusto qualche minutino di forno caldo, da svenimento!


Melanzane a funghetto
per 4 persone

1 Kg di melanzane nere e lunghe
ca. 250 gr di pomodorini ciliegia dolci (oppure della buona polpa in scatola)
1 spicchio di aglio
1 peperoncino
q.b. di basilico
q.b. di olio extravergine di oliva
q.b. di sale

Lavate le melanzane, asciugatele, spuntatele e tagliatele prima a metà (nel senso della lunghezza), poi in quattro e, infine, a tocchetti. A questo punto, andrebbero messe sotto sale per circa un' ora, quindi risciacquate ed asciugate accuratamente (così da perdere l'acqua di vegetazione amarognola). Utilizzando ortaggi freschi, magari appena raccolti, si può evitare tranquillamente quest'operazione. In ogni caso, se durante la cottura si dovesse notare una leggera punta amara, è possibile correggere con un pochino di zucchero. Friggete le melanzane in olio bollente finché non saranno dorate. Scolatele con un mestolo forato e tamponate l'unto in eccesso con della carta da cucina. Versate in una padella 2 cucchiai di olio e rosolatevi il peperoncino e l'aglio, a fiamma moderata. Quando quest' ultimo inizia a dorare, unite i pomodorini tagliati a metà e fateli cuocere per 5 minuti. Unite le melanzane ed il basilico, correggete di sale e lasciate cuocere per altri 5 minuti.

martedì 7 ottobre 2008

Crostata di fichi e poco più


Dolcino! Evvaiii, mica eravate già in crisi di astinenza?! Va bè va, stendiamo un velo pietoso, non appena prenderò possesso dei miei nuovi fornelli (a proposito, domenica vado finalmente ad insediarmi nella nuova tana capitolina)... dicevo dei nuovi fornelli, dormite sonni tranquilli, funzionano alla grandissima, mio marito li sta già testando a dovere tra una bistecca e l' altra... ieri sera stavo per svenire al telefono: amore, sono appena rientrato, ho fatto una spesona generale, bistecca per il lunedì, costoletta per il martedì, salsiccia per... Gli avrei chiesto di provarmi il forno: ma amore, come faccio a farmi la fiorentina al forno?! Ok, non dilunghiamoci troppo che gli scatoloni dillà già iniziano a guardarmi male: ti sbrighi? Arrivo arrivo! Vi parlo al volo, ma proprio al volo, di questo dolcino portato domenica al (solito... argh, ancora per poco) pranzo in famiglia: non era nemmeno in programma, anzi, pensavo di glissare meravigliosmente anche perchè la penuria di ingredienti, tra frigo e dispensa, al momento è davvero notevole (uhm, una penuria notevole... questa mi piace)... mai dire mai: cosina sfiziosa e appagante, very easy ma anche very confort (vi basta?) e già qualcuno iniziava a mugugnare: ahhhhhh, ci mancheranno i tuoi dolcini!!!

Crostata con fichi e zenzero
per uno stampo da 24 cm

Per la pasta frolla:
100 gr di farina 00
100 gr di fecola di patate
50 gr di farina di mais
130 gr di burro (appena morbido)
120 gr di zucchero
1 tuorlo
1 cucchiaino di zenzero fresco grattuggiato
1 pizzico di sale

Per farcire:
q.b. di confettura di fichi
(abbastanza morbida, facile da stendere)
q.b. di uvetta
q.b. di vino liquoroso (Passito, Malvasia, Marsala,...)
q.b. di pinoli
q.b. di zenzero fresco grattuggiato
1 albume per spennellare
q.b. di zucchero a velo aromatizzato alla vaniglia

Mettere a bagno l'uvetta con il vino liquoroso. Versare le farine in un' ampia ciotola, mischiarle con lo zucchero ed il sale, unire il burro tagliato a pezzetti e lavorare il tutto velocemente con la punta della dita (sfregando come se si stessero contando delle banconote, così che la farina assorba bene il burro). Incorporare il tuorlo e lo zenzero e compattare velocemente il tutto. Formare un panetto, schiacciarlo un po' con il palmo della mano, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero per circa mezz' ora. Stendere, quindi, la pasta e foderare uno stampo (leggermente imburrato ed infarinato oppure utilizzare della carta da forno), bucherellare in più punti con i rebbi di una forchetta ed infornare a 180 gradi per 10 minuti. Estrarre, spennellare l'albume leggermente sbattuto sulla cornice esterna della pasta frolla, spargere l' uvetta sgocciolata, coprire con uno strato di confettura di fichi (senza esagerare), terminare con un po' di zenzero grattuggiato, una manciata di pinoli ed infornare per circa 30 minuti. Far raffreddare completamente a temperatura ambiente, quindi servire con una spolverata di zucchero a velo.

lunedì 6 ottobre 2008

Timballo di riso, una storia d' amore


Piuttosto inappetente, irrimediabilmente persa in un mondo tutto suo: un mondo di storie inventate, ricamate, riprodotte... una testolina bisognosa di 1001 giravolte, piiiccola Precy! Il mio incubo da bambina? Io, costretta sulla sedia della cucina, cucchiaio alla mano, noiosissimo cibo davanti... quando lì, nell' altra stanza, avrei avuto tutto il mio bellissimo mondo da animare, mamma ti prego!!! Al massimo, ma proprio al massimo, avrei potuto cedere per un panino alla Heidi, la fascinosa pagnottina con i tagli obliqui... si, poi ci sarebbe anche tutta la parentesi del piccolo mugnaio bianco... cibo versione gioco, altrimenti non se ne faceva niente! E fu così che, in uno degli innumerevoli pomeriggi trascorsi a giocare in riva al mare... i secchielli, le palette e tutto quell' estenuante scava, riempi, compatta bene, capovolgi, sfila lentamente il secchiello, brividino che corre lungo la schiena, che fa il castello, crolla o sta su... insomma, fu proprio lì che mia madre trovò l'ispirazione: dai, raccogliamo i giochini che è tardi, devo cucinare... stasera mangiamo nei secchielli!!! E intanto, se la rideva sotto i baffi mentre io, basita, continuavo a guardarla con la faccia a forma di punto interrogativo! Una cosa era certa, non vedevo l'ora di tornare a casa e... cenare!!! Ebbene, nell' irresistibile secchiello di alluminio (quelli della foto sono gli stessi da circa vent' anni), c' era (... e c'è ancora) un delizioso timballotto di riso e piselli: salsina tendente all' arancio, crosticina bruciacchiata che una volta non faceva assolutamente male, note formaggiose e filanti, cubetti di salumi golosi, uno spasso... posso averne un altro??? La cena "al secchiello"... e chi se la scorda più!!!

Timballetti di riso e piselli

Facciamo così: se volete farli gourmet, riferitevi al ben noto sartù di riso napoletano! Se, invece, siete stati colti da una sorta di golosità infantile e v' ispira esattamente quello che mangiavo io da bambina (...vero che v' ispira?!) procedete in questo modo:

- scegliete dei pisellini, fini e dolci, lessateli in acqua bollente e salata fino ad ammorbidirli;
- lessate anche del riso e scolatelo piuttosto al dente;
- in un' ampia padella, scaldate un filo d' olio extravergine d'oliva, rosolatevi velocemente uno spicchio d' aglio ed una manciata di cubetti di prosciutto cotto oppure di salame, preferibilmente milanese (...che ai bambini piace molto di più);
- eliminate l'aglio, unite anche i pisellini scolati e lasciate insaporire il tutto;
- aggiungete della passata di pomodoro (per la quantità, tenete presente che il composto finale dovrà risultare decisamente cremoso altrimenti, in forno, finirebbe per seccare troppo) e cuocete per circa dieci-quindici minuti, unendo anche uno o due cucchiai di panna fresca;
- a fine cottura, salate (senza esagerare), macinate eventualmente un po' di pepe (... che ormai siamo diventati grandi!) ed unite del basilico fresco spezzettato con le mani;
- a fiamma spenta, incorporate il riso, spargete abbondante parmigiano grattuggiato, una manciata di tocchetti di formaggio a scelta, sul genere mozzarella, ma anche caciottina o giù di lì (... e dillo che la mamma usava il galbanino, accidenti!!!), con qualche spruzzo di pangrattato;
- amalgamate bene e suddividete il tutto negli stampini monoporzione, già imburrati e cosparsi di pangrattato (è necessario se non volete che il castello di sabbia si rompa... noi bambini, comunque, mangiavamo direttamente dal secchiello, ovvio!!!);
- terminate con del parmigiano grattuggiato, poco pangrattato, un fiocchetto di burro, infornate a 180 gradi per circa 20 minuti (qualche minuto di grill finale per l' effetto crosticina) e... preparate la paletta, si mangiaaa!!!

Racconto e ricetta partecipano al concorso "Vi regalo una storia d' amore" !!!

sabato 4 ottobre 2008

Pere e cioccolato: festeggiamo?!


Spero mi perdonerete (si eh?!) per la valanga di dolci che recentemente s' è abbattuta sul blog, davvero non è da me, una cosa senza ritegno! Oltre tutto, ogni volta, trovo pure la scusa inderogabile per continuare a propinarveli come se niente fosse! Perdono... è che, praticamente, qui non si cucina più! Dal lunedì al venerdì mio marito è già a Roma (ecco, ora sapete tutti i fatti miei), io spesso e volentieri approfitto della mensa materna (e se non lo faccio, bè... non credo sia il caso di riferirvi il dettaglio dei miei pasti frugali)... ma i dolci continuo a farli, un po' perchè ci scappano continui inviti a cena, un po' perchè magari passa tizio e allora che fai, gli offri solo un caffè... insomma, cose del genere!!! Ma oggi, siii ecchevelodicoaffà, oggi abbiamo la scusa migliore del mondo per tuffarci in quest' agglomerato di glicemia! Preparate i calici, qualcuno apra lo champagne... oh mamma, che dite, meglio un cappuccino?! Su su, festeggiamo Elga, Soleluna e Paola, ovvero il mitico podio del Pizza-Gourmet!!! Anche se, a pensarci bene, le signore sarebbero già messe più che bene... con tutto quel popò di roba da sbafarsi in solitudine, uhm, sapete che si fa? Esatto, la tortina ce la teniamo per noi... il premio di consolazione!!!


La base è sempre questa qui, collaudatissima, solo che stavolta, dopo aver versato l'impasto nella teglia, ho pensato di tuffarci dentro un' abbondante manciata di pere a cubetti (ho trovato le ultime pere estive, quelle piccole con la buccia giallognola)... e se vi va di replicare anche l' estasiante effetto pera-al-centro, pareggiate un po' la base del frutto, così se ne starà dritto dritto, fermo e immobile. Spolverata finale di zucchero a velo alla vaniglia e... servitela un po' come vi pare, tiepidina, a temperatura ambiente, ma anche ben fredda: comunque la girate, resta uno spettacolo, una mousse cotta... alle pere, tiè! Buon fine settimana a tutti, c' ho una voglia di pizza da non credere!!!

venerdì 3 ottobre 2008

Pizza Gourmet: ecco i vincitori!!!

Tanto lo so già, questa premessa non se la filerà nessuno, vi fionderete subito a leggere i nomi dei vincitori! Fa niente, io due parole devo pur dirle, per forza: è stata dura! Alla fine, credetemi, ero lì con il mio bel gruppetto di pizze top (a proposito, complimentissimi) e, giuro, non sapevo davvero che fare! Allora ho chiuso gli occhi ed ho immaginato di avere in bocca un pezzetto di queste delizie: eheheh, questo sistema funziona sempre, incredibile!!! Ad ogni modo, si tratta di una scelta assolutamente soggettiva, è chiaro: ho cercato di premiare quelle che, credo, rappresentino combinazioni in un certo senso gourmet, da incorniciare insomma!!! Naturalmente, tutte le vostre pizze andranno a comporre un utilissimo e gourmettoso ricettario in formato pdf: si si, è in arrivo, abbiate fede!!! Grazie a tutti di cuore!!! E un abbraccio forte all' amico Terrasolis che, con una disponibiltà ed una generosità davvero commoventi, ha reso la sfida ancora più simpatica ed avvincente... grazieeeeeeeeeeeee!!! Anzi, siccome tutta sta' situazione mi è piaciuta davvero un sacco, sembrava quasi di essere tutti insieme in pizzeria, sapete che vi dico? Esatto, vado subito a pensarne un' altra... ma prima, ruuullo di tambuuuri, ecco a voiii...

I VINCITORI:

- la pizza di Elga, con fiordilatte, olive verdi, pomodori secchi, peperoncino, olio extravergine di oliva pugliese e cacioricotta*

- la pizza di Soleluna, con pancetta dolce arrotolata, mozzarella di bufala, pomodorini e battuto di prezzemolo**

- la pizza di Paola, con fiori di zucchine, mascarpone e gorgonzola***

Per il primo classificato*
- Pasta di Gragnano (paccheri, casarecce, ferrazzuoli, fusilli bucati, spaghetti, calamari, rigatoni, maccheroncelli)
- Colatura di alici di Cetara
- Filetti di alici di Cetara
- Pomodori pelati biologici (conserva)
- Pomodori pelati San Marzano DOP (conserva)
- Olio extravergine d' oliva del Cilento DOP
- Olio extravergine d' oliva DOP al Limone di Sorrento
- Gragnano frizzante DOC della Penisola Sorrentina, cantine Grotta del Sole
- Provolone Cilentano, stagionato 7 mesi
- Burrino salernitano
- Freselle napoletane
- Nasprini, i biscotti di Castellammare
- Marmellata di limoni di Sorrento IGP
- Marmellata di mandarini di Sorrento IGP
- Filetto di fichi del Cilento, con cioccolato fondente

Per il secondo classificato**
- Pasta di Gragnano (paccheri, casarecce, ferrazzuoli, spaghetti)
- Colatura di alici di Cetara
- Pomodori pelati San Marzano DOP (conserva)
- Olio extravergine d' oliva del Cilento DOP
- Provolone Cilentano, stagionato 7 mesi
- Burrino salernitano
- Freselle napoletane
- Nasprini, i biscotti di Castellammare
- Marmellata di limoni di Sorrento IGP

Per il terzo classificato***
- Pasta di Gragnano (paccheri e casarecce)
- Colatura di alici di Cetara
- Olio extravergine d' oliva del Cilento DOP
- Provolone Cilentano, stagionato 7 mesi
- Freselle napoletane
- Marmellata di limoni di Sorrento IGP

IMPORTANTE: aspetto gli indirizzi dei tre vincitori per l' invio dei premi, vi ricordo la mail che è nadia.tag@itron.it

giovedì 2 ottobre 2008

Cuor di mela... e rosmarino


Ragazzi sono presissima! Eheheh, mica per il trasloco... è che starei scegliendo le pizze da premiare! La storia è questa: non ho ancora chiaro se lasciarmi sorprendere dall' innovazione bella e buona oppure abbandonarmi all' esplosione del gusto e basta, anche se gli ingredienti, magari, sono piuttosto basic e già visti... insomma, sono in alto mare! Non è escluso che oggi impasti velocemente qualcosa, così, giusto per assortirmelo con le 7-8 farciture in lista... ebbene si, c'è già un club degli eletti, almeno quello!!! Detto questo, considerato tutto sto' dispendio di energie, direi che (anche) oggi un dolcetto ci sta, l' importante è che non richieda troppo tempo per la preprazione... che qui siamo già fin troppo impegnati. Quindi, un classico: si sceglie l' ingrediente base, quello di ottima qualità che in pratica fa tutto da solo... e poi niente, gli si costruisce qualcosa intorno, giusto per incorniciarlo a regola d' arte! Ed io, in effetti, stavo contemplando da qualche giorno questo barattolino vermiglio di confettura di mele e rosmarino, non capisco perchè continuare a resistergli! Vai, collaudatissima pasta frolla burrosissima, ma lavorabile... destinata a fare da raviolo-contenitore et voilà!!! Assolutamente all' altezza delle aspettative: l' involucro si scioglie in bocca, ma questo lo sapevo già... la confettura di mele, per altro senza zucchero, solo sciroppo di glucosio, quindi assolutamente naturale, bilanciata, biologica, c'è anche qualche pezzettino di buccia... ebbene, quella è stata una rivelazione, davvero! Il rosmarino le regala freschezza, ecco, non saprei aggiungere altro! E' una cosa da assaggiare, da lasciar sciogliere sotto i denti, lentamente...

Frolle alla confettura di mele e rosmarino
per circa 10 pasticcini medi

200 gr di farina 00
100 gr di burro
100 gr di zucchero
1 uovo piccolo
1 pizzico di sale
1/2 limone biologico
1 punta di ammoniaca per dolci
q.b. di Confettura di Mele e Rosmarino

Versare la farina in un' ampia ciotola, mischiarla con lo zucchero, la buccia grattuggiata del limone, l' ammoniaca ed il sale. Unire il burro, leggermente morbido, tagliato a pezzetti e lavorare il tutto velocemente con la punta della dita (sfregando come se si stessero contando delle banconote): si otterranno tante briciole. Incorporare l' uovo ed impastare velocemente, più che altro si tratterà di compattare! Formare un panetto, schiacciarlo un po' con il palmo della mano, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero per circa mezz' ora. Riprendere, quindi, il panetto e, aiutandosi con un po' di farina, stenderlo a mo' di rettangolo, stretto e lungo, ad uno spessore di circa 2-3 mm. Posizionare dei ciuffetti di confettura su metà rettangolo, richiudere sovrapponendo la metà non farcita e ritagliare i pasticcini con un rotella dentellata o altro. Sigillare bene i bordi passandoci le dita leggermente bagnate, posizionare i pasticcini su una teglia coperta da carta da forno (ben distanziati tra loro) ed infornare a 180 gradi per max 10 minuti. Lasciar raffreddare completamente a temperatura ambiente, senza toccarli! Spolverare con dello zucchero a velo alla vaniglia e servire con un buon tè!

Comunicazione di servizio !!!
...aspetta aspetta aspetta, mannaggia, a saperlo prima! Ma qui ci voleva una torta in piena regola: 10 anni di matrimoniooo, cavoli... e ci voleva pure la panna sopra, per forza!!! Vabbè, buon anniversario Ross !!!

mercoledì 1 ottobre 2008

Mi ritiro per deliberare !!!


Signore e signori, ci siamo! Il concorso pizzoso è ufficialmente chiuso e la sottoscritta si ritira per assaggiare, meditare e, ahimè, decretare!!! Intanto, giusto per ingannare un po' l' attesa, due parole sul mio sponsor...


... si, ma è inutile che storcete il naso, questa è pubblicità utile!!! Siate sinceri!!! Quante volte vi siete fatti trovare con la gocciolina all'angolo della bocca, tapinissimi, tutti a dire: io la bufala non la trovo buona come da te, provola di bufala, ma che roba è, scamorza di bufala, noooooo... insomma, sconcerti del genere! Eccolo qua, vi presento il signor Terrasolis: una lista di prodotti campani che va dai latticini, ai salumi, alla pasta di Gragnano, passando per gli olii dop... immaginate la scena, io che mi perdo tra questi scaffali di autentiche bontà per cercare di assortite nella maniera più succulenta possibile i pacchi da inviare ai primi tre classificati... giuro, mi sono letteralmente smarrita tra le varie delizie... uhm, questo si, questo anche... Che faccio? Anticipo o non anticipo? Ma si, non anticipo (ihihih)!!! Datemi due giorni di tempo: venerdì, 3 ottobre, troverete i nomi dei tre vincitori ed i relativi premi!!! Ah chiariamo subito, poi, o invitate a pranzo, sia me che il signor Terrasolis, oppure (ma preferiremmo la prima opzione), ci dedicate un bel post con (almeno) un piatto condito con i sapori della terra del sole (da cui Terrasolis...che brava, fatto latino a scuola eheheh). Bene, detto questo... vado ad immergermi in questa miriade di pizze fantastiche e vediamo un po' di tirarne fuori un bel podio (oltre al ricettario completo, chiaro), sarà dura, ma... chi vivrà vedrà!!!


Due meme al prezzo di uno...

Due meme in standby già da un bel po' di giorni... ed io detesto restare indietro con i compiti, da sempre! Dunque, vediamo di farci perdonare: vi rivelo un po' di fatti miei!!!

Meme 1, dalla Trattoria con furore, quali sono le cose che salverei, in generale e nella mia vita privata, posso indicarne ben 7 per parte (troppe)!

In generale, salvo (non in ordine d'importanza, ma così come mi vengono):

1) la musica, senza colonna sonora non resisto, altro che cibo!
2) internet, come mezzo assolutamente unico per arrivare dove vuoi
3) il cinema, per sognare
4) i libri, per sognare il doppio (visto che devi anche immaginare le facce... io lo faccio e penso anche all'attore adatto per un ipotetico film)
5) chi è capace di sorridere, sempre e di tutto (in senso buono, non parlo di derisione)
6) chi ha rispetto, per qualsiasi essere vivente
7) chi è capace di vedere il lato buono, prima di tutto il resto

Nella mia vita privata, salvo:

1) la mia famiglia, in senso mooolto stretto (cane compreso, ovvio)
2) i ricordi, tutti, belli e brutti
3) i miei 10 anni di danza classica, un periodo indimenticabile
4) i fumetti di Topolino... che ancora leggo a colazione (purtroppo soltanto di domenica)
5) i viaggi, le esperienze, le varie tappe del mio (piccolo) percorso
6) le commedie di Eduardo De Filippo, credo di avere tutte le cassette, per me sono reliquie
7) il mio quadernone delle ricette, con tutti i foglietti volanti etc etc.

Meme 2, un interrogatorio bello e buono da parte della mia cara conterranea:

Nome: Precisina... ok, ok, Nadia.

Ti piace il tuo nome o vorresti averne un altro? Ma certo che mi piace, forse non c'ho nemmeno mai pensato troppo!

Segno zodiacale: Toro

Cosa ti piace di più di te? In senso fisico? Gli occhi!

Cosa vorresti cambiare? Sempre in senso fisico? Non vorrei essere miope!

Descriviti con tre parole: complessa, corretta, ironica.

La cosa più folle che hai fatto? Andare all' assalto del mio attuale marito (oddio, attuale, come se ne avessi avuto più di uno...).

Piatto preferito? Pizza.

Qual'è il tuo primo pensiero quando ti svegli? Uhm, cosa scrivo sul blog?

Cos'è l'amore? In una parola, gioia! E anche arricchimento. E anche il non dover star lì a parlarci troppo su!

Se fossi un animale saresti? Per quanto sia innamorata dei cani, credo più un gatto, non riuscirei a perdere la mia individualità molto facilmente.

Cosa volevi fare da piccolo? L'attrice.

Canzone preferita? Moonlight shadow (e tante altre).

Film preferito? L'attimo fuggente (e tanti altri).

Cartone animato preferito: Heidi (e tanti altri).

Con chi faresti un viaggio da sogno? Con mio marito, ovvio.

Libro preferito? La donna dalla coda d'argento.

La cosa che rimpiangi di più? Non aver osato di più su alcune cose.

Il regalo più bello che hai ricevuto? Fiocco, la mia cagnolina.

Ti piace il posto dove vivi? Vermente starei per trasferirmi, comunque mi piace dove sono adesso e credo mi piacerà tantissimo dove sto per andare.

L'oggetto che preferisci? Il pc.

Stanza della casa preferita? Il salotto, perchè c'è il divano!

La cosa più bella che ti è stata detta? Che dovrei aprire un ristorante!

La libertà è ... fare tutto quello che ti viene in mente di fare, in qualsiasi momento, il che potrebbe essere anche libertà di non far nulla, per me molto spesso è così!

La cosa più brutta? La gente, quella limitata, maleducata, cattiva, è questa la mia più grande delusione, ogni giorno!

Serie tv preferita? Vado a periodi (e ad umori), al momento quella ca.... di Sex and the City.

I sentimenti bisogna tenerseli per sè? Bè, che ognuno faccia come vuole!

Una cosa che detesti? La superficialità.

Hai mai odiato qualcuno? No! Detesto chi fa del male, certo!

Una cosa che ami fare? Oddio, una sola? Amo tutto quello che faccio, davvero, altrimenti non potrei farlo!

Hai paura della morte? Ma perchè, morirò?

Ti sei annoiato a rispondere a tutte queste domande? Oh no, abbiamo già finito???