venerdì 29 gennaio 2010

Il migliaccio


Per chi ancora non conoscesse il migliaccio (uhm, i meno campani per esempio)... tipico dolce del carnevale napoletano, non fritto :)), preparato con il semolino, la ricotta, l'acqua di fiori d'arancio e, personalmente, troverei la faccenda anche un tantino commovente. Voglio dire, questo timido spiffero d'aria buona, un po' come una danza della pioggia al contrario, insomma, detto tra noi... ma non state già pensando alla pastiera?! O alla primavera, tanto per me è lo stesso:))! Ovviamente io sì (e sennò che campana-trapiantata-a-roma-fortemente-pastiera-dipendente sarei?!:)) e questa tradizione del migliaccio di carnevale e quindi la gioia di profumare casa d'arancio, di mordere fettine deliziosamente dorate, dolci, morbidissime e che, in una parola, ricordano tremendamente la pastiera che verrà (ma ricorda anche molto la sfogliatella, che si sappia stà cosa), bè, è senz'altro una gran bella ventata d'ottimismo! Dunque, migliaccio perchè in origine prevedeva l'utilizzo del miglio (e non della comune farina di granoturco utilizzata oggi) e per la ricetta abbiamo anche un po' giocato sporco: in barba all'inossidabile ricetta della mamma (che comunque trovate qui ...e non da me, buffa stà cosa:)), ci saremmo cimentati in questa versione, devo dire, molto più spartana quanto a procedimento e aromi (niente canditi, solo acqua di fiori d'arancio!), ma con tutta l'opulenza della crema pasticcera, qui, gradito optional extra lusso... il che sarebbe tra l'altro un barba-trucco tutto napoletano presente anche in molte pastiere e non solo in quelle di pasticceria. E quindi la ricetta del migliaccio 2010 la trovata qui (corredata da un certo racconto toccante e personale, ehvabbè) e giusto un attimo prima d'andare... delizioso weekend a tutti voi! :))

P.S. giusto un dettaglio sulla preparazione del nostro migliaccio... assicuratevi la collaborazione di un utilissimo mixer ad immersione! E già che ci siete, date qualche agile colpetto qua e là, solo per esser proprio sicuri d'infornare un qualcosa di assolutamente liscio, cremoso ed omogeneo. :))

giovedì 28 gennaio 2010

Yoghurt dip all'aglio


"Dip" sta per salsa, salsa di yogurt dal profumino vergognosamente appetitoso, uhm, effetto apri-stomaco tanto per capirci! Aglio e limone quindi: aroma accentuato il primo, nota acidula il secondo e quella famosa vibrazione che uno s'aspetta, la ragione dei famosi sorrisini estasiati al momento dell'assaggio :)). In più è corposa e leggera (lode a dio chè precisina s'è contenuta), versatile all'inverosimile, tipo che mi sarebbero già venuti in mente almeno una decina di utilizzi, un'assoluta cavolata da preparare e quindi sì, tutto torna: marchio Donna Hay! E noi qui che, ormai, raschiamo letteralmente il fondo del barile, girando e rigirando le pagine del numero dicembre/gennaio, intanto che dall'Australia si decidano a spedirci il seguito:)). Per la preparazione, l'unico grattacapo (eventualmente) potrebbe essere l'acquisto della garza a trama fitta necessaria a far perdere tutta l'acqua in eccesso al vostro caro bel yogurtino, così che vi diventi corposo e compatto, molto più "dip" insomma. E la garza in questione, a detta dei più, andrebbe agevolmente reperita nei negozi specializzati in articoli da cucina, grrr umpfh bah, peccato che ogni volta che mi dicono così finisco puntualmente per innervosirmi (sembra di parlare di una specie di wonderland inarrivabile, no?!:))... e così alla fine comune garza sterile presa in farmacia e pace! Per il resto, diciamo che la salsa si prepara praticamente da sola, pian pianino, mentre voi siete lì a schiacciare sonni beati, la signorina se ne sta al fresco e lavora per voi. Al risveglio (il vostro:)) basterà recuperare il tutto, compiere quei due-tre gesti ridicoli per quanto sono semplici ed iniziare piuttosto a pensare a cosa intingervi, giusto per iniziare! Ah sì, la sottoscritta inizierebbe con una fettina di panbrioche leggermente abbrustolita, grazie... la morte suaaa! :))

Yoghurt dip all'aglio

per 2 ciotole

700 g di yoghurt al naturale
1 cucchiaino di fior di sale
1 spicchio d'aglio schiacciato

1/4 di cucchiaino di pepe bianco macinato
qualche goccia di limone
fior di sale e olio d'oliva per condire

Mescolate lo yogurt con il sale, avvolgetelo con della garza sterile a trama fitta, adagiate all'interno di un setaccio e ponete su di una ciotola profonda. Coprite e riponete in frigorifero per tutta la notte. Recuperate lo yogurt, unite l'aglio, il succo di limone, il pepe, del sale aggiuntivo e mescolate con cura. Condite con un filo d'olio e servite... per esempio come dressing per verdure, patate ed insalata verde, con carni e pesci cotti alla piastra e magari anche per velare sandwich/panini/kebab di sorta. :))

English, please!!!

Garlic yogurt dip
makes 2 cups
700 g natural yoghurt
1 teaspoon fleur de sel
1 clove garlic, crushed
1/4 teaspoon cracked white pepper
juice of 1/2 lemon
fleur de sel and olive oil for seasoning

Mix yogurt with salt, wrap it with sterile gauze weave thick, laid in a sieve and place over a deep bowl. Cover and store in refrigerator overnight. Retrieved yogurt, add the garlic, lemon juice, pepper, add salt and mix well. Season with a little oil and serve... such as dressing for vegetables, potatoes and green salad, with meat and fish cooked on the plate or with sandwiches and kebab. :))


mercoledì 27 gennaio 2010

Scones integrali al latte di soia


Questa l'ho rubata! Trattasi infatti di una deliziosa scone-idea avvistata in uno Starbucks Coffee dislocato nell'ormai plurinominato Giappone:))! Dubbio personalissimo, più che altro un dettaglio a metà tra il marketing furbo che fa tanto multinazionale agguerrita e la necessità di dire la sua che invece fa tanto blogger-puffo-quattrocchi: questo qui, sarà mica uno scone appositamente riservato al pubblico nipponico? Tipo omaggio alla tradizione, lo scone giapponese quindi! Bè, il cake nipponico esiste eccome (trattasi del quatre-quarts occasionalmente affogato al tè verde:)), ci volevamo mica far mancare lo scone?! Vabbè dai (l'ho detto che sto bevendo troppo tè verde no?!), il dolcetto qui merita parecchio, soprattutto se a colazione amate quella sensazione a metà tra il dolce ed il rustico/pan-oso, perfetto anche per accompagnare un tè con le amiche, in entrambi i casi spalmato di burro e marmellatine varie, ma anche di creme fraiche e miele tanto per dire. E dovesse mai venirvi in mente di cenare con due salumi e formaggi, bè, non state mica a pensarci su più di tanto! :)) E tanto per andare a colpo sicuro, tipo che il timore numero uno di chi prepara gli scones è sempre quello di ottenere un qualcosa di secco piuttosto che gommoso, proporzioni di base trascritte direttamente dal sito Donna Hay e da lì, via libera a qualche piccola rielaborazione in stile Starbucks appunto.. quello con gli occhietti a mandorla però! :))

Scones integrali al latte di soia
per 12 scones

300 g di farina di frumento integrale
150 g di farina 00
1 bustina di lievito per dolci (16g)
2 cucchiai di di zucchero (110 g secondo la ricetta originale)
75 g di burro in fiocchetti
250 ml di latte di soia
1 cucchiaino di sale
1 uovo

Preriscaldate il forno a 180º. Mescolate le ferine con il lievito setacciato ed unite anche lo zucchero ed il sale. Aggiungete il burro e utilizzate la punta delle dita per impastare velocemente ed incorporarlo alla farina. Fate un buco al centro e versate il latte. Impastate fino ad ottenere un panetto compatto e non più colloso (se serve, aiutatevi con poca farina). Rovesciate il tutto su una superficie leggermente infarinata, stendete ad uno spessore di circa 3 cm e ritagliate con un taglia pasta da 6 centimetri di diametro (io ne ho utilizzato uno da 10 cm per poi tagliare a metà e formare due triangoli, altra forma tipica da scone:)). Sistemate gli scones su una teglia foderata con carta da forno e spennellate con l'uovo leggermente sbattuto (oppure con un po' di latte). Infornate per 18-20 minuti e servite appena tiepidi.

English, please!!!

Whole grain and soy milk scones
makes 12 scones

300 g whole grain flour
150 g all purpose flour
2 tablespoon sugar (110 g in original recipe)
1 teaspoon salt
16 g baking powder
75 g butter, chopped
250 ml soy milk
1 egg

Preheat oven to 180ºC (355ºF). Place the flour, baking powder, salt and sugar in a bowl and mix to combine. Add the butter and use your fingertips to rub it into the flour mixture until it resembles fine breadcrumbs. Make a well in the centre and pour in the milk. Gently bring together. Roll out to 2cm thick and use a 6cm-round cutter to cut 12 rounds. Place the scones on a baking tray lined with non-stick baking paper and brush with an egg or extra milk. Bake for 18–20 minutes or until cooked when tested with a skewer.

martedì 26 gennaio 2010

Spaghetti(ni) di soia con noci e lattuga

Eheheh, speravaaate d'esservene liberati una volta per tutte?! Delle ricette con gli occhietti a mandorla, degli ingredienti sospetti e, soprattutto, di questa santa donna che a breve subirà atroci depennamenti dalle varie liste di persone da invitare qui o lì... perchè va bene che il Giappone è troooppo figo (e interessante e divertente e...) peeerò! Comunque tranquilli, quello di oggi, in fin dei conti, non è affatto quel che sembra! Non è un tipicissimo piatto giapponese assaggiato "quella volta che all'uscita del tempio buddhista numero, uhm, 27 c'imabattemmo nella classica bancarella con piastra e ciotoline fumanti, ecc ecc"... ne ha tutta l'aria però! E giusto per quella matassina di spaghetti di soia presi al volo al Todis di turno, uhm, made in China con furore e qui, vabbè, segue un condivisibilissimo brrr, per cui facciamo che anche una matassina di pappardelle, magari di quelle un po' ruvide, ci starebbe benissimo! Va detto però che il curioso pacchettino trasparente (contenente spaghettini cinesi, ndr) torna immensamente utile in più di un'occasione, magari perchè si prepara in un attimo, non dovete nemmeno far bollire l'acqua... ah sì, altra cosa da sottolineare, numero di pentole utilizzate: una! Vabbè, più il mixer per la cremina di noci e lattuga (l'avevo detto che non era roba da occhietti a mandorla; oltretutto mi piace parecchio giocare con la lattuga in versione cucinata, soprattutto quando ti diventa bella appassita e di farci l'insalata proprio non se ne parla:)). Per cui, conclusione alla quale sarete già arrivati anche da soli: ricettina jolly da salvare al volo per quella volta in cui vi capiterà di pranzare da sole (piatto per femminucce anche questo:)), di rientrare tardissimo con la classica fame pazzesca (che non consente acrobazie culinarie di sorta). Al contempo, la solita controtendenza rispetto a chi, in quest casi, s'affetta molto semplicemente un panino e ci schiaffa dentro due fette di prosciutto... e buon appetito a me, ohhh!!!

P.S. oddio, sarà mica tutto stò tè verde che mi fa girare a mille? Inquietante! :))

Spaghetti di soia con noci e lattuga
per una persona:

Immergere 100 g di spaghetti di soia in acqua fredda e lasciare in ammollo per 5 minuti. Intanto, frullate 5 foglie di lattuga cappuccina, 2 noci sgusciate, 1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva, del pepe nero macinato ed 1 pizzico di sale (ops, al tartufo! giusto per provare:)). Aiutatevi con poca acqua calda, quanto basta ad ottenere una crema appena fluida. Versate tutto in un pentolino ed intiepidite si fiamma dolce. Scolate gli spaghetti, versateli in un saltapasta con un cucchiaio di salsa di soia, qualche listarella di lattuga, 1 noce sgusciata e tritata grossolanamente. Lasciate insaporire a fiamma vivace. Versate la crema di lattuga sul fondo di un piatto, coprite con gli spaghettti ripassati e servite immediatamente.

English, please!!!

Soy noodles with walnuts and lettuce
serves one

Soak 100 g of soya noodles in cold water and leave to soak for 5 minutes. Meanwhile, whisk 5 leaves of lettuce, 2 shelled walnuts, 1 tablespoon of extra virgin olive oil, black pepper and 1 pinch of salt (ops, truffle salt! Just to try it:)). Help yourself with a little hot water, enough to get a cream just fluid. Pour everything into a saucepan and heat it just a little. Drain noodles and pour into a saltapasta with a tablespoon of soy sauce, a few slices of lettuce, 1 walnut, shelled and chopped coarsely. Cook on high flame. Pour the cream of lettuce on the bottom of a dish, cover with noodles and serve immediately.


lunedì 25 gennaio 2010

Ciambellone castagne e caffè


Facciamo che per oggi ci prendiamo una sana e ricca pausa da tutto ciò che è Giappone, Donna Hay, Jamie Oliver, poi i vari ingredienti sospetti ed i relativi giri nei negozi specializzati... e la facciamo decisamente semplice, casareccia e nostrana. Che volete che vi dica, sarà stata la domenica trascorsa a fare brunch tra food bloggers e non solo (a proposito, Max grazieee... per l'ospitalità, la simpatia al limite dell'esilarante, "and thank you in advance per la ricetta dei famosi tubett-ini col tonno, anche in versione sms andrà benissimo":)), sarà che sabato pomeriggio ero quindi alle prese con del tiramisu (orosaiwa, crema di mascarpone, amaretti, cioccolato nero extra e amaretti, ndr) da portare con me il giorno dopo, insomma, mi sarei ritrovata a contemplare l'enooorme ciotola di caffè espresso (amaro, freddo, quello del tiramisu appunto) e quindi, ora, cosa farci? Per la cronaca, quando si tratta di far fuori ingredienti mi vengono in mente A) le frittate (uhm, al caffè?) e B) i ciambelloni! E poichè sull'argomento B saremmo fortemente soggiogati da un'irreversibile associazione d'idee... solito ciambellone della solita Ady, qui remasterizzato con un po' d'ingredienti interscambiabii, giusto per vedere! Motivo del post, avrei giustappunto 'visto' che la versione con castagne, caffè (espresso, amaro..:)), poi mandorle e buccia d'arancia, bè, funziona davvero alla grande! Piacevolmente rustico e stuzzicante (a proposito, devo dirvelo: provato addirittura a cena, in versione leggermente tostata, in felice accompagnamento a del parmigiano 36 mesi, yuuum), tipico profumino di bosco causa castagne, il caffè che al momento sembrerebbe anche tremendamente in... insomma, oggi ci saremmo permessi di farla semplice giusto perchè la ricetta (di base) funzionava già di suo e allora buon lunedì a tutti... and cheeers! :))

Ciambellone castagne e caffè
stampo a ciambella 22 cm di diametro

250 g di zucchero
125 g di farina di castagne
125 di farina 00
3 uova
130 g di olio di semi o di oliva,
130 g di caffè espresso (amaro e freddo)
1 bustina di lievito
1 manciata di mandorle tostate e tritate grossolanamente
la buccia grattugiata di un'arancia
1/2 cucchiaino di fior di sale

Montate le uova con lo zucchero fino a farle diventare spumose, aggiungete l'olio, il caffè', l'acqua, la buccia d'arancia, il fior di sale, le farine setaccoate con il lievito ed infine le mandorle. Imburrate ed infarinate lo stampo, riempite con il composto e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per 40 minuti.

English, please!!!

Cake with chestnut and coffee
cake mold 22 cm

250 g sugar
125 g chestnut flour
125 flour 00
3 eggs
130 g of seed oil
130 g of coffee (espresso, sugar free and cold)
16 g of baking powder
1 handful of almonds, toasted and chopped coarsely
grated rind of an orange
1/2 teaspoon fine salt

Whip eggs with sugar until it becomes frothy, add oil, coffee, water, orange peel, salt, flour sifted with baking powder and finally the almonds. Grease and flour the mold, filled with the mixture and bake in preheated oven at 180 degrees for 40 minutes.

venerdì 22 gennaio 2010

Hummus con cipolla caramell(izz)ata

Ultima caramellizzazione della settimana e diciamo pure che, sull'argomento, potremmo tranquillamente prenderci una sana pausa di riflessione. Se non altro, per metabolizzare il tutto no?! Intanto però, oggi hummus: molto volgarmente parlando, crema di ceci al sapor mediorientale, con quel tocco di tahini (che vi costerà la solita puntatina dal biologico o negozio specializzato di turno) e l'immancabile pane pita in doveroso accompagnamento (se per caso non ve lo fate da soli :)), ne avrei trovato un tipo al Todis davvero niente male, preparato con olio extravergine d'oliva, nessun grasso non identificato, poi lievito naturale, ecc). Per il resto bè, tenendo fede al tema della settimana, deliziose cipolle rosse caramell(izz)ate con zucchero e gocce di aceto balsamico... devo dirlo, una roba da perderci la testa, ma davvero. E guardando l'insieme col famoso senno di poi, potreste traquillamente decidere di scomporre le due preparazioni e cenare, per esempio, a pane ed hummus... chè tanto le cipolline andranno benissimo anche sulle bruschettine dei giorni a venire. Però una cosa dobbiamo dirla (nel senso, non è proprio giusto che stà considerazione la tenga soltanto per me, ecco): hummus, cipolla carmell(izz)ata e pane pita tostato sono assolutamente perfetti per una di quelle seratine con sorellina/amichetta del cuore, non per discriminare, ma è più roba da femminucce una cenetta così! Ihihih, guarda caso è una ricetta Donna Hay, ma nooo, ma daaai... vabbè va, delizioso weekend a tutti! :))

Hummus con cipolla caramell(izz)ata
per 2 tazze abbondanti

400 g di ceci in scatola, scolati e asciugati
1 cucchiaio di tahini
1 spicchio d'aglio sbucciato
2 cucchiai di succo di limone
sale
80 ml di olio d'oliva
pane pita per servire

per la cipolla caramell(izz)ata:
1 cipolla rossa affettata
1 cucchiaio e 1/2 di olio d'oliva
2 cucchiai di zucchero di canna
1 cucchiaio e 1/2 di aceto balsamico

Per caramellare la cipolla, scaldate l'olio in una padella antiaderente, fiamma bassa. Unite la cipolla e cuocete per circa 8 minuti o, comunque, finchè non si ammorbidisce. Aggiungete lo zucchero e l'aceto e cuocete per 2 minuti o, comunque, finchè non risulterà ben caramellato. Mettete da parte. Con l'aiuto di un mixer, frullate i ceci, l'aglio, il tahini, il succo di limone, il sale e l'olio: dovrete ottenere un composto cremoso. Trasferite nelle ciotole, coprite con la cipolla caramellata e servite con del pane pita tostato.

English, please!!!

Hummus with caramelised onion
for 2 cups

400 g can chickpeas, rinsed and dried
1 tablespoon tahini
1 clove garlic, peeled
2 tablespoons lemon juice
salt
80 ml olive oil
pita bread to serve

for caramelised onion:
1 red onion sliced
1+1/2 tablespoon of olive oil
2 tablespoons brown sugar
1+1/2 tablespoon balsamic vinegar

To caramelize onion, heat the oil in a nonstick skillet, over low heat. Add the onion and cook for about 8 minutes, or at least until it softens. Add sugar and vinegar and cook for 2 minutes, or at least until it becomes well-caramelized. Set aside. With a food processor, blend the chickpeas, garlic, tahini, lemon juice, salt and oil: you get a creamy mixture. Divide into bowls, cover with the caramelised onion and served with toasted pita bread.

giovedì 21 gennaio 2010

Tsukune: la polpetta nipponica :))

Oggi ho un po' barato! Intanto perchè si tratta, bene o male, della stessa tecnica di caramellizzazione passata già ieri su questi schermi, solo che qui ci sarebbe anche del mirin! Trattasi infatti della (stra-famosa) salsa teriyaki, adattabile a carni, pesci, tofu e verdure di sorta... oddio, speriamo sempre di non uscircene con troppe eresie (ma stiamo studiando seriamente, si vede?!:)). Per cui stessa salsina e, come se non bastasse, stesso (petto) di pollo utilizzato per gli spiedini del giorno prima (ma sì insomma, un ritaglio qui, un ritaglio lì:))! E quindi gente, tadaaan, le polpette giapponesi! Quelle che le nonne dai vispi occhietti a mandorla preparano pazientemente ogni domenica mattina, quando c'hanno il resto della famiglia che viene per pranzo, sì sì vabbè, ridicolissimo tentativo di associare luoghi comuni non propriamente associabili e teniamoci per buona 'la forma' che è meglio, va. E la forma è decisamente quella delle familiarissime polpette, la solita, morbida rotondità che rassicura e mette tutti d'accordo. In bonus, un lieve passaggio nella farina di mais (toh, uhm) ed una suuuper glassa semi-dolce a tratti piccantina, caramellosa quanto basta, appiccosa all'inverosimile, insomma, ciò che serve a fare di una polpetta... una polpetta giapponese, eheheh. :))

P.S. e se c'inventassimo una sorta di yaki-tsukune? Piccole polpettine caramellose, infilate su micro spiedini di bamboo, accomodate in una qualche ciotolina rubata al volo dalla credenza... e vai con l'aperitivo eretico! :))

Tsukune di Masaki Ko
per 4

4oo g di pollo macinato
4 uova

4 cucchiai di cipolla tritata
1 cucchiaino e 1/2 di zucchero
1 cucchiaino e 1/2 di salsa di soia

farina di mais per la panatura
1 cucchiaio d'olio
1/2 mazzettino di cipollotti freschi per guarnire

per la salsa teriyaki:

2 cucchiai di sake (o vino bianco secco)
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di mirin

2 cucchiai di salsa di soia

Lavorate il pollo con l'uovo, la cipolla grattugiata, lo zucchero e la salsa di soia fino ad amalgamare bene il tutto (il risultato sarà ancora un po' appiccicoso). Dividete l'impasto in 12 piccole polpette ed appiattitele un po' con il palmo della mano. Passatele quindi nella farina di mais, facendo attenzione a far aderire la panatura sull'intera superficie. Mondate i cipollotti, tagliateli a listarelle sottili, copriteli con acqua fredda e lasciateli in ammollo per 5 minuti. Scolate ed asciugate bene. Scaldate l'olio in una padella antiaderente, unite un po' alla volta le polpette e rosolate per 3 minuti a fiamma moderata. Girate sull'altro lato e ripetete l'operazione. Mescolate gli ingredienti per la salsa e versate nella padella e girate di tanto in tanto le polpette per ottenere una glassa omogenea. Sistemare le polpette in un piatto, coprite con il cipollotto a listarelle e servite immediatamente.

English, please!!!

Tsukune di Masaki Ko
serves 4

4oog minced chicken
4 eggs
4 tablespoons grated onion
1 teaspoon and 1/2 sugar
1 teaspoon and 1/2 soy sauce
corn flour for coating
1 tablespoon olive oil
1/2 bunches spring onions, finely shredded, to garnish

the teriyaki sauce:

2 tablespoons sake (or dry white wine)
2 tablespoons sugar
2 tablespoons mirin
2 tablespoons soy sauce

Mix the chicken with egg, grated onion, sugar and soy sauce until the ingredients are well combined (the mixture'll be a little sticky). Shape into 12 small, flat round cakes and dust them lightly all over in corn flour. Soak the spring onions in cold water for 5 minutes and drain well. Heat the oil in a frying pan, place the chicken cakes in a single layer and cook over a moderate heat for 3 minutes. Turn on the other side and repeat. Mix the sauce ingredients and pour into the pan: turn the checken cakes occasionally until they are evenly glazed. Arrange the chicken cakes on a plate and top with the spring onions. Serve immediately.


mercoledì 20 gennaio 2010

Yakitori, lo spiedino di pollo nipponico


Ve ne siete accorti? Dopo tutta la recente e sbandieratissima nipponitudine, poi qualcuno che giù nei commenti faceva notare evidenti spifferi d'aria nuova buttati qua e là anche un po'distrattamente... di fatto, siamo alla primissima ricetta giapponese, giapponese fin dentro le ossa, ecco! E allora yakitoriiii: pezzetti di pollo e cipollotto fresco impilati su allegri spiedini in bamboo e, attenzione che qui viene il bello, deliziosamente caramellizzati come solo i giapponesi sanno fare, con quest'intruglio a base di sake, zucchero e salsa di soia... e che, me lo sento proprio nel profondo, finirà per diventarmi familiare almeno quanto la cara pizza margherita:)). Giustappunto, dovendo suggerire (uhm, ad un'irriducibile terrona cresciuta a pizza margherita e pochissimo altro ancora, legata ai sapori natii come la lumaca al suo guscio...:)) un approccio magari anche un attimo soft al grande, infinito mondo del japanese cooking style, così, giusto per rompere il ghiaccio senza grossi traumi di sorta, ecco, diciamo che consiglierei vivamente di partire con lo yakitoriiii. E perchè, in fondo in fondo, è pur sempre uno spiedino di pollo, valore aggiunto, uno spiedino di pollo talmente buono (tenero, aromatico, umido, per niente stopposo, ecc ecc) che quelli della pizza margherita di cui prima se lo possono tranquillamente sognare! Finale con chicca, molto in stile tursiti-per-caso: nel caso vi trovaste a passare per Tokyo e di preciso per il quartiere di Ebisu, nel caso vi venisse fame e v'andasse di mangiare yakitori a tutti i costi, uhm, potreste decidere d'arrampicarvi fino al trentanovesimo piano di Yebisu Garden Place, pant pant, infilarvi direttamente da Yebisu, yakitori-pub pocopoco raffinato, ma gli spiedini sono veramente ben fatti (ed i prezzi onesti!), ordinate quindi yakitori, fatevi spillare una buona birra locale (Yebisu of course) e già che ci siete... guardate un po' dritto davanti a voi, anzi, direttamente sotto di voi: signore e signori, l'intera Tokyo ai vostri piedi, woooooooooooow! Resterà soltanto da fare spallucce, prendere atto di esser meno, ma molto meno d'una misera formichina persa in questo grande, immenso mondo... e continuate a sbocconcellare spiedini che è meglio! :))

Nota1: equivoco sulla lista della spesa, io e Precy alla fine non ci siamo capite... lei pensava alle cosce (di pollo, dissossate e con la pelle) ed io avevo già preso del petto (quello intero, non le fettine sottili!); posto che non ho ancora capito se sono più ortodosse le cosce oppure il petto, sta di fatto che al prossimo giro faremo esattamente come dice Masaki Ko... e così vediamo! ;-)

Nota2: se trovate del buon petto di pollo (e diteglielo un po' a quel testone del macellaio: devo fare yakitoriii:)), viene comunque morbido, umido e spaventosamente appetitoso :)).

Yakitori di Masaki Ko
per 4

6 cosce di pollo dissossate (con la pelle)
cipollotti freschi
15o ml di salsa di soia
90 g di zucchero
3 cucchiai di sake (o vino bianco secco)
1 cucchiaio di farina

Unite salsa di soia, sake, zucchero e farina, ponete sul fuoco con la fiamma al minimo e cuocete per circa dieci minti (dovrà ridursi di 1/3). Mettete da parte. Tagliate ogni coscia di pollo in 6 pezzi ed i cipollotti in tranci lunghi circa 3 cm (utilizzate solo la parte verde). Alternate pollo e cipollotto su 12 spiedini di bamboo e cuocete su piastra mediamente calda (oppure sul barbecue) bagnando generosamente con la salsa preparata. Girate gli spiedini su tutti i lati in modo da ottenere una cottura uniforme (5-10 minuti, il pollo dovrà risultare cotto, ma ancora umido). Servite caldo con un po' di salsa yakitori extra.

English, please!!!

Yakitori by Masaki Ko
serves 4

6 boneless chicken thighs (with skin)
bunch of spring onions
150 ml soy sauce
90 g sugar
3 tablespoons sake (or dry white wine)
1 tablespoon plained flour

Mix soy sauce, sake, sugar and flour, put on fire with the flame to low and simmer for about ten minutes (until the souce is reduced by 1/3). Then set aside. Cut each chicken thigh into 6 chunks and the onions into 3 cm long pieces (use only the green part). Thread chicken and onions alternately on 12 bamboo skewers and cook, under medium heat, over an hot plate (or on the barbecue), brushing generously with the sauce. Allow 5-10 minutes, until the chicken is cooked but still moist. Serve hot with a little extra yakitori sauce.

martedì 19 gennaio 2010

Verdure arrostite al golden syrup


E temo stia per delinearsi una settimana ad elevato tasso di caramellizzazione (entro venerdì mi darete ragione:)). Verdure arrostite, adocchiate nell'elegante mondo firmato donna hay, feturing un'insulinica cucchiaiata di golden syrup (sciroppo di zucchero di canna, ndr) e voglio proprio vedere chi storce ancora il naso alle verdure! Anticipo praticamente la domanda... (anche) miele e melassa, su quel piattino lì, avrebbero fatto la loro appiccicosissima figura! Ah già appunto, quindi perchè golden syrup e non del miele (che così lo prendevo direttamente dal salumiere sotto casa, grrr)? Bbboniii, golden syrup o miele che sia, l'obiettivo finale è più che sistemato: verdure leggermente croccanti, avvolte da una sottile pellicola appiccicosa e dolciastra... la discriminante sarebbe più che altro nel gusto, molto prosaicamente parlando. Abbastanza neutro col miele, decisamente rustico e vivace con il golden syrup (appuntarsi che cambia anche un po' il colore.. giusto per essere precisi), diciamo lo vedrei na'nticchia più idoneo per le preparazioni (salate) come questa! Poi vabbè, come dicevo poc'anzi, questa sarebbe pur sempre la settimana della caramellizzazione, divertenti esperimenti estemporanei per arrivare a conclusioni che sono senz'altro soggettivissime, altamente opinabili, ma se magari le provate pure... ne possiamo anche riparlare:)). E quindi eccoci, un contorno che con ospiti a cena potrebbe persino fare quella magica differenza tanto sperata, anzi, a dirla proprio tutta, vedrete che finirà pure per rubare la scena al migliore dei vostri arrosti, ihihih :)). A domani, cheeeers.

Verdure arrostite al golden syrup
per due

Tagliate a pezzi piuttosto grossi una cipolla rossa sbucciata, il cuore di un finocchio ed un paio di piccole carote (ben lavate, ma con la buccia), unite uno spicchio d'aglio con la camicia e condite il tutto con un generoso giro d'olio extravergine d'oliva, un cucchiaio di golden syrup, del sale grosso, pepe nero macinato, timo e buccia di limone grattugiata. Cuocete in forno già caldo a 220 gradi per circa 30 minuti (tenete d'occhio la cottura per evitare di far colorire troppo le verdure, magari giratele di tanto in tanto).

English, please!!!

Roasted vegetables with golden syrup
serves two

Divide into large pieces a red onion (peeled), the heart of a fennel and a couple of small carrots (well washed, but with the peel), add a clove of garlic (not peeld) and dress all with four tablespoons of extra virgin oil, one of golden syrup, sea salt, ground black pepper, thyme and grated lemon peel. Bake in preheated oven at 220 degrees for about 30 minutes (until tender and golden).


lunedì 18 gennaio 2010

Banana bread, con miele e noci


Sentitissimo omaggio al mio food-abbonamento nuovo di zecca (giusto per dire, ancora mi lagno degli auguri di buon onomastico di ieri.. uff, sgrunt, bah, ma che cavolo ci sarà mai da festeggiare.. e alla fine mi sò fatta pure l'autoregalo, tiè). E siccome chi ben comincia, pare sia già a metà dell'opera, partirei subito con una ricettina-omaggio simpatica e versatile (poi vi dico perchè) rubacchiata dal sito dello stesso soggetto di cui prima, eheheh, intanto che c'arriva il magazine, appunto! :)) Il tutto, con l'auspicio che l'attesa sia davvero breve e senza agonie di sorta, chè i momenti che vanno dal clic finale d'invio-ordine al ricevimento del primo numero, credetemi, sono veramente devastanti. Allora vediamo, perchè proprio questa ricetta qui? Ah bè, se me l'avessero detto (se m'avessero detto che un giorno mi sarei ritrovata a sbocconcellare banana bread) non c'avrei nemmeno creduto più di tanto. Con tutte le ricette che gironzolano per la rete (e non), figuriamoci se perdevo tempo col banana breeeead, ma che è poi stò banana breeeeead... insomma, avevo deciso che il pane, con l'apposizione banana davanti, era decisamente un'americanata di quelle da tenere vivamente a distanza, un qualcosa di eccessivo, trash e perfino un po' volgare. Eheheh, mi sa tanto che il mio subconscio, memore delle famose banan-one (americane) ricoperte di cioccolato, s'era immaginato una specie di banana avvolta da una sorta di capsula briochata o qualcosa del genere. Signori miei, la sottoscritta era già pazza del banana bread solo che ancora non lo sapeva! E ci voleva il solito Jamie, poi la (solita) foto fascinosa da morire... no dico, solo a me vien voglia di addentare il monitor?! Tutto il resto è molto sul genere ahhh, ma daaaai, figooo (precisina che legge finalmente la ricetta, ndr).. quindi il banana bread è, prima di tutto, un pane! Segni particolari, abbastanza dolce, ambrato, stuzzicante, profumatissimo! In pratica, le banane vanno frullate (e frullate e frullate ed ancora frullate) fino ad ottenere una purea quasi liquida... e sarà questo liquido a fare da componente umida per la successiva fase impastamento (dettaglio: nella ricetta originale, si diceva di aggiungere anche un tot di acqua, boh, a me non ne è servita nemmeno una goccia, il panetto era già bello e compatto con la sola aggiunta delle banane). Inutile aggiungere che il dettaglio 'miele', nella lista degli ingredienti, ha definitavamente fatto di una ricetta da provare... una ricetta da provare all'istante e già che ci siamo, ci prendiamo il merito delle noci (invece delle mandorle suggerite da Jamie): il miele con le noci, mi spiego?! Se ancora non v'ho convinti, come dicevo all'inizio, un pane versatile! Nel senso che potrete giocarvelo allegramente tra prima colazione e cena fredda in stile aperitivo. Delizioso con burro e marmellatine varie, ma assolutamente le-ta-le con salumi e formaggi... my personal top: un velo di yogurt greco ed una fettina di prosciutto cotto artigianale :)). In chiusura, giusto una cosina sulla foto: se avete cliccato sul link in alto, avrete di sicuuuro notato il palese tentativo di scopiazzamento messo in atto dalla fotografa di questo blog (ah sì, io! ma l'avevo detto subito che era un omaggio no?!:)). Solo che, poi, sarei rimasta vivamente basita sul parere giunto mentre ero lì a maneggiare col solito photoshop... stò banana bread, lì, sembrerebbe suggerire più l'idea della banana, invece qui... più quella del pane! Uhm, mumble, qualcuno mi spiega, per favore, com'è che si fa a dare più l'idea della bananaaaaa!!! :))

Honey (and walnuts) banana bread
ricetta di Jamie Oliver

3 banane mature
500 g di farina manitoba
15 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio raso di sale
4 cucchiai di miele fluido
1 manciata di gherigli di noci (oppure mandorle)

Sbucciate le banane e, con l'aiuto di un mixer, frullatele fino ad ottenere una purea perfettamente cremosa. Mescolate la farina con il sale e lo zucchero, sciogliete il lievito con la metà del miele intiepidito ed unite tutto alla farina. Incorporate anche la purea di banane ed inziate ad impastare. Dovrete ottenere un panetto liscio e compatto (non appiccicoso), se serve aiutatevi con dell'acqua aggiuntiva. Alla fine unite anche le noci, sistemate il tutto in una ciotola imburrata, coprite e lasciate levitare al caldo per circa un'ora e mezza o comunque finchè non risulterà raddoppiato di volume. Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti uguali, formate delle palline e sistematele in uno stampo da 24 cm di diametro foderato con carta da forno. Lasciate lievitare finchè le palline non risulteranno attaccate tra loro, spennellate quindi il miele rimasto e cuocete a 190 gradi per 20 minuti.

English, please!!!
The recipe is here :-)

venerdì 15 gennaio 2010

Salmone affumicato. In busta.


E quando si parla di salmone affumicato è sempre un po' come cavarsi un dente o sbaglio?! Cioè, soffrite anche voi della famosa sindrome da amore/odio per la famigerata bustina tutta bella compatta, pescata al volo dal banco frigo del supermercato... oppure è solo roba da Precisina?! No perchè, ammetto d'aver già attraversato la fase dell'innamoramento incontrollabile, ma erano i tempi del ehi-mondo-da-oggi-cucino-io, passato quello è arrivato l'odio, un odio profondissimo di quelli che provocano addirittura rigetto, legato mooolto presumibilmente al dettaglio odorino-pungente-e-fortemente-caratterizzante emanato da stè famose buste... inquadrata la scena? Del resto cosa chiedevo mai, io, alla cara, vecchia busta di salmone affumicato? Giusto l'ebrezza di un lieve sentore di faggio piuttosto che di cedro, vabbè va, non sto nemmeno a perder tempo con l'elenco delle marche provate, dei supermercati girati, dei negozietti gourmand setacciati, m'ero trovata bene con quello dell'Esperya, ma ci curiosavo giusto ieri, non ce l'hanno più, com'è? Intanto che chiediamo lumi, qui sarebbe nato un post, misteri della vita! Della serie, se il salmone affumicato già pronto proprio non riuscite a digerirlo, ma convenite sulla questione che quella magica busta è di una comodità addirittura stratosferica, tipo che sapere di averne una in frigo migliora senza dubbio la qualità dei vostri sonni beati, per servirvi, qualche consiglio per un utilizzo sano e consapevole (ndr: consapevole del fatto che, se il salmone affumicato in busta, lo ammortizzi con qualche spezia, cremina e quant'altro... bè sì, è senz'altro meglio :)). Baci e buon weekeeeeeend!

P.S. ingrediente che potrebbe allarmare un attimo, la pasta di miso. Nulla di allarmante invece, la trovate agevolmente da Castroni, Naturasì, negozi specializzati anche online, persino al Todis tanto per dire. :-)

P.P.S. e volevo giusto far notare che per due giorni di fila v'ho rifilato un paghi-uno-prendi-tre, tre ricette con un solo post! E va bene che il cibo giapponese rende tutti belli e pimpanti, va bene che nelle vene ormai c'avrò più tè verde che altro... vediamo però di non farci troppo l'abitudine, ok?! :)))))


Crema di salmone, con yogurt e rafano
per 1 ciotola media

Frullate 100 g di salmone affumicato con 150 g di yogurt greco, 2 cucchiaini di salsa cren, 1 spicchio d'aglio, la buccia grattugiata di mezzo limone, mezzo cucchiaino di chiodi di garofano pestati e poco pepe rosa macinato. Correggete eventualmente di sale e conservate al fresco. fino al prossimo utilizzo (tramezzini, dressing per insalate varie, patate, uova sode...).

Riso al sesamo, con salmone e salsa al miso
ricetta Donna Hay - per 2

In una ciotola, mescolate 2 cucchiaini di pasta di miso rosso, poco peperoncino finemente macinato, 2 cucchiaini di aceto rosso, 2 cucchiaini di salsa di soia, 1 cucchiaio d'acqua e mettete da parte. In una pentola, unite 150 g di riso lungo, 310 ml di acqua, 2 cucchiaini di zenzero finemente tritato ed un mezzo peperoncino rosso. Portate a bollore mantenendo la fiamma alta, quindi abbassate al minimo, coprite e cuocete per 15 minuti. Sgranate bene i chicchi con una forchetta, eliminate il peperoncino ed unite 1 cucchiaio di semi di sesamo tostati. Servite con 100 g di salmone affumicato, fetttine sottili di cetriolo e la salsa al miso.

Insalata di pere al balsamico, con finocchi e salmone

Lavate le pere, affettatele il più sottile possibile nel senso della lunghezza e sistematele in un piatto alternandole a fettine altrettanto sottili di finocchio (utilizzate soltanto il cuore) e listarelle di salmone affumicato. Condite con un filo d'olio, sale, pepe e qualche goccia di aceto balsamico.


English, please!!!

Creamy smoked salmon with yogurt and horseradish
for a medium bowl

Blend 100g of smoked salmon with 150 g greek yoghurt, 2 teaspoons horseradish sauce, 1 clove garlic, grated rind of half lemon, 1/2 teaspoon of cloves, crushed pepper and a little pink ground. Correct any salt and keep cool until the next use (sandwiches, vegetable dressing, potato salad, boiled eggs...).

Sesam rice with salmon and miso dressing
Donna Hay recipe - serves 2

In a bowl, mix 2 teaspoons red miso paste, a little chili pepper, finely minced, 2 teaspoons red wine vinegar, 2 teaspoons of soy sauce, 1 tablespoon water and set aside. In a saucepan, add 150 g of long grain rice, 310 ml of water, 2 teaspoons finely grated ginger and 1/2 small red pepper . Bring to a boil while maintaining high heat, then lower to a minimum, cover and cook for 15 minutes. Well grainy grains with a fork, remove the chili pepper and add 1 tablespoon of toasted sesame seeds. Served with 100 g of smoked salmon, thinly sliced cucumber and miso dressing.

Pear salad with balsamic vinegar, salmon and fennel

Wash the pears, slice them as thinly as possible lengthwise and arrange on a plate alternating with thin slices of fennel (use only the heart) and slices of smoked salmon. Season with a little extravirgin olive oil, salt, pepper and a few drops of balsamic vinegar.

giovedì 14 gennaio 2010

Avocado menu


E tutto ebbe inizio quel giorno che mia madre in netta controtendenza (voglio dire, passi per mozzarelle e taralli, mò addirittura gli avocado dell'orto del vicino?!:)), pensò bene di approvviggiormi a dovere di frutti semitropicali made in Ischia of course! E ormai la scena è più che classica: stazione di roma termini, lei, piccola borsa per qualche effetto personale e poi maxi trolley carico di beni di consumo altamente deperibili (lista di gennaio: arance, mandarini e... avocado! chè le sfogliatelle sono un evergreen, c'è mica bisogno di ricordarglielo ogni volta! :)). E quindi sì, un mare di avocado(s), colore verde brillante, maturazione raggiunta, per cui velocemente standbyzzati in frigo... chè qui, intanto, c'avevamo una serie di letture colte da terminare. Colte, illuminanti e perfino salva-vita (svuotare in fretta un intero cassetto portafrutta ha da sempre il suo perchè o sbaglio?! :)). Passaggio obbligato: vi ho già detto del meraviglioso, motivantissimo ed esaltante auto-regalino di fine anno (ancora no? solo giapponegiapponegiappone, touché! :))? Vabbè dai, trattasi dell'abbonamento al magazine firmato donna hay (ehhh capiraaai, ma ancora non ce l'avevi? ehm, veramente no :)) e, devo aggiungere, è un qualcosa che suscita autentici gridolini adolescenziali, poi profonda ammirazione (ma che styliiiiing), infine, un irrefrenabile desiderio di riprodurre più o meno tutto... e c'è un bel po' di japanese-style tra le pagine, v'avverto :)). Ed avrei realizzato che, quello lì, sarebbe il modus cucinandi che ultimamente mi sembra d'apprezzare di più. Un approccio oserei dire super partes, come dire, di tutto un po' (nazionalità diverse, connubi, contaminazioni, melting pot), ma mescolando tutt'insieme in maniera sempre così tremendamente elegante... e va da sè che certi viaggi aiutano non poco :)), ti ritrovi finalmente a collegare, estrapolare, sperimentare. Tutto molto giocoso, bisogna ammetterlo.

Guarda caso, tra le pagine del numero dic/gen 2010 si parlava, appunto, di avocado. Un frutto (nutriente, ricco di antiossidanti, versatilissimo in cucina, continuo?) da utilizzare fin dalla prima colazione, ehm, con delle frittelle di mais, per esempio! Lo sooo, frittelle e prima colazione sono due concetti inconciliabili (ma che tipi tosti stì italiani!), tuttavia varrebbe davvero la pena provare. Per quanto mi riguarda, lo sforzo è stato pressocchè minimo, anzi, confesso d'esser rientrata dal Giappone (ops, ehvabbè) con i ritmi biologici leggermente anticipati, tipo che alle nove di sera crollo che nemmeno più le cannonate e alle cinque del mattino, wow, si parteee! Ed una voglia incredibile d'iniziare la giornata con pancakes, scrambled eggs, oatmeal e robine simili (il tutto però, rigorosamente innaffiato di tè verde :)), il che, detto tra noi, avrebbe perfino qualcosa di positivo: colazione energetica, pochi zuccheri semplici, senso di sazietà assicurato. Quindi questo il menu, che vogliate crederci oppure no, ricettine che mettono decisamente di buon umore, poi bè, l'unica contaminazione (mia) al menu proposto dalla guru australiana (eresiaaa!), riguarderebbe l'ora di pranzo: pollo ai ferri lei, spaghetti io! E poiii, quasi me ne dimenticavo, il dressing del salmone: ma giacchè il risultato merita davvero, ve lo rifilo senza ritegno, tanto ce l'avete, sì, una bottiglietta di salsa di soia in dispensa?! :))

P.S. e stasera finalmente scappo a vedere Soul Kitchen!!! Sì, ma non ditemi come finisceee... :))


Frittelle di mais con avocado
ca. 12 frittelle

Amalgamate 150 g di farina autolievitante, 2 uova leggermente sbattute, 80 ml di latte, sale e pepe. Unite anche 400 g di mais dolce e tre cipolle verdi finemente affettate. A fuoco medio, scaldate 2 cucchiai d'olio d'oliva in una padella antiaderente, versate circa 60 ml di composto alla volta e cuocete 2 minuti per lato. Mettete da parte e tenete al caldo. Intanto, tagliate a spicchi 2 avocados e servite con le frittelle (eventualmente, accompagnando anche con strisce di bacon abbrustolito e spinacino fresco).

Spaghetti all'avocado, con arancia e alici
per due

Mentre bolle l'acqua per la pasta, sbucciate due avocados, ricavatene la polpa e tritatela grossolanamente unendo anche il succo di un'arancia, un cucchiaino d'olio extravergine d'oliva, pepe ed un pizzico di sale (deve risultare un composto piuttosto morbido). A bollore raggiunto, salate l'acqua e cuocete la pasta. In una padella, scaldate un cucchiao di colatura di alici ed uno d'olio. Scolate la pasta al dente e saltatela velocemente in padella unendo anche un mestolo della sua acqua di cottura. Spegnete la fiamma, unite qualche alice sott'olio sgocciolata, versate la crema di avocado in padella ed amalgamate bene il tutto. Completate con della buccia d'arancia grattugiata, poco timo limone fresco e servite immediatamente.

Salmone croccante, con avocado e lime
per due

Unite 30 ml d'olio d'oliva, 2 avocadi sbucciati e tagliati a cubetti, 4-5 mandorle tagliate a listarelle, 1 cucchiaino di salsa di soia, 1 cucchiaio di succo di lime, pepe ed emulsionate il tutto. In una padella antiaderente, bagnate il fondo con un cucchiaio d'olio mescolato con un cucchiaino di salsa di soia ed arrostitevi 2 filetti di salmone (di circa 200 g ognuno) partendo dal lato con la pelle. Quando questa risuletrà bella croccante e dorata (3-4 minuti), girate e completate cuocendo per 1-2 minuti anche sull'altro lato. Servite caldo con l'insalata di avocado sul lato del piatto e la salsa al lime ad irrorare il tutto.

English, please!!!

Sweet corn fritters with avocado
ca. 12 pancakes

Mix 150 g self raising flour, 2 eggs lightly beaten, 80 ml of milk, salt and pepper. Add 400 grams of sweet corn and 3 sliced green onions. Place 2 tablespoons of olive oil in a frying pan over medium heat. Add 60 ml of the mixture at a time and cook 2 minutes per side. Keep warm. Cut 2 avocados into wedges and served with pancakes (eventually, with crispy rashers of bacon and baby spinach).

Spaghetti with avocado, orange and anchovies
serves 2

While boiling water for pasta, peel two avocados, chop the pulp and mix with the juice of 1 orange, 1 teaspoon of extra virgin olive oil, pepper and a pinch of salt (must be rather soft). Salted water and cook pasta. In a skillet, heat a teaspoon of anchovy oil and one of olive oil. Drain the pasta and toss quickly in the pan, with a little of cooking water. Turn off the flame, add some anchovies, the avocado cream and mix thoroughly. Supplementing it with grated orange peel, a little fresh lemon thyme and serve immediately.

Crispy salmon with avocado and lime
serves 2

Place 30 ml of olive oil, 2 avocados peeled and diced, 4-5 almonds cut into strips, 1 teaspoon soy sauce, 1 tablespoon lime juice, pepper and mix to combine. In a nonstick skillet, mix a tablespoon of olive oil mixed with a teaspoon of soy sauce and cook 2 salmon fillets (about 200g each) from the side with the skin for 3-4 minutes (until golden and crisp). Turn the fillets and cook for 1-2 minutes on the other side. Serve hot with the salad of avocado on the side of the plate and sprinkle with lime sauce on everything.