mercoledì 23 dicembre 2009

Auguri, auguri, auguri :-)


Non abbiamo resistito (a lasciarvi senza il post con gli auguri), io... ed ancor meno Precisina! E ci volevano giusto gli auguri di fine anno per svelare l'annosa questione sul "perchè questo continuo plurale, cioè, ma quanti siete a scrivere su stò blog?". Ecco, siccome qualcuno inziava appunto a chiederlo (telefondami persino di primo mattino), tadaaan: signore e signori, oggi facciamo outing natalizio! Vabbè dai, scherzi a parte, trattasi di un inquietante caso di personalità multipla, uhm, magari molto più semplicemente della personalissima voglia di lasciarmi affiancare (sempre e comunque) da questa specie di fumetto anche un po' divertente (almeno, così dicono), appassionato ed appassionante (e non li ho pagati per dirlo, giuro :)), insomma, da questo soggetto sempre pronto a blaterare, ribadire, precisare... però dai, a me potete dirlo: vi sono stata anche un po' utile, no?! E quella famosa volta che c'avevate gente a cena?! Diciamo però che nessuno può essersi affezionato a Precisina, bè, quanto me! E sarà stato sicuramente per questo che quando s'è trattato di prendere la decisione più difficile della mia vita, ovvero il nome da dare al nuovo blog, o meglio, all'evoluzione di mammachebuono in un qualcosa che avesse anche un po' più di forma (ed ordine soprattutto), bè, non c'ho pensato nemmeno due volte (uhm, più o meno dai! e per chi se lo stesse chiedendo, i domini mammachebuono tutti rigorosamente già registrati, ma tanto l'idea era oltremodo nell'aria per cui:)): "vita da precisina"! Eccola qua la sorpresona, volevo giusto buttarvela lì al volo, così magari ci riflettete anche un po' tra un pranzo e l'altro! :-) Ma sappiate che ogni commento negativo in merito, bè, sarà peggio che ricevere un colpo secco al cuore! Vi ho detto che perfino la scelta della preposizione centrale è stata oggetto di lunghe telefonate con la sorellina, "uhm... di o da, questo è il dilemma"! Alla fine ho vinto io (ehbbè, volevo pure vedere), vita "da" precisina perchè il senso per me resta sempre (e comunque) la condivisione... voglio dire, il senso di un po' tutta la storia! E detto tra noi, non credo affatto di essere l'unica precisina al mondo, per cui, riuscire a strappare un sorriso a tutti quelli che leggendomi finiscono puntualmente per rivedere se stessi (ehbbè spiacente, ma che vogliamo fa?!) oppure, all'inverso, strapparlo a tutti quelli che sono decisamente sull'altra sponda (uhm, la sponda degli im-precisini?!) e che quindi sghignazzano alla grande ogni volta che possono, bè, devo dirlo: da non credere quanto mi carica stà cosa!!!
Ma comunque resta che ci sarà un bel po' di lavoro da fare, prima, per cui mi sa che il fido mammachebuono continuerà a farci compagnia ancora per un po', in ogni caso sarete i primi a sapere tutto in anteprima (il che mi sembra anche decisamente logica come cosa:))! Bene, terminerei decisamente qui, in modo da incartare gli ultimi due o tre regalini, metterne in valigia molti di più e, ad esser sinceri, dubito passerà qualcuno a scrivere da queste parti fino al prossimo 7 gennaio. Almeno, io non credo... e tantomeno Precy direi! Auguriiiii :))

P.S. e la ricettaaa (per fare il torrone lì della foto)? La trovate qui (tutta condita di validissime spiegazioni, as usual insomma)! Per quanto mi riguarda, c'è che era tenero, facile, da fare in mezz'ora... uhm, perfetto direi ;-)

martedì 22 dicembre 2009

Panettone alle mandorle


E quindi alla fine è andata! Poi bè, come si dice, bisogna anche sapersi accontentare, no?! Nel senso che il panettone, qui, è davvero buonobuonobuono, mollica umida, assolutamente morbida (e fragrante), il profumo che si sparge per casa, bè, un misto di arancio, mandorla tostata, amaretto e burro cotto... valeva la pena provarci forse anche solo per quello! Resterebbe la forma, tipo che se uno s'aspetta il panettone altissimo (e uno se l'aspetta non perchè abbia pretese assurde, ma perchè è esattamente così che dovrebbe andare la faccenda), sarebbe bastato fidarsi del proprio intuito (ehm!), evitare di suddividere l'impasto e cuocere tutto in un solo stampo. Però però, vuoi mettere poi la praticità di avere tre, no dico tre, panetton-cini anche un po' take-away, tutti da incartare e regalare ai più fortunati del clan (sempre che sopravviva alle fameliche colazioni di casa... e lo vedo un tantino azzardato come pronostico), quindi come vedete, chi s'accontenta gode! Sempre! Dice, sì ma la cosa più figa di tutta la storia? Per quanto mi riguarda, senza dubbio i cubetti di pasta di mandorle semi sciolti nell'impasto, una cosa da rifare/rifare/rifare... e v'ho detto dei pezzettoni di cioccolato? Quindi sì dai, tirando anche un po' le somme, divertente lo è stato senz'altro! Programmare un'intera giornata intorno a stò cosone di farina, zucchero e quant'altro che bè, poverino, doveva pur sempre lievitare! Ah, poi ari-lievitare, ari-ari-lievitare (e mica è finita qui eh?!), tipo che sei in giro, vedi gente, fai cose... ops, scusate ma devo proprio andare, però se m'aspettate tra un po' torno e avrò ancora un'ora e mezza d'aria! Circa :-). Per la ricetta completa, lo ricordo ancora una volta, trovate qui tutto ciò che serve (ehm, anche qui un po' di appunti buttati giù in corso d'opera) e mentre sto ancora decidendo se sarà questo il famoso post dei saluti (ci vediamo nel 2o1o, auguriauguriauguri) oppure magari faccio ancora in tempo per una cartolina volante, uhm, domani magari (solo che dovrei ancora incartare tutti i regali, ecc ecc)... vabbè, per sicurezza, buon panettone a tutti!!! :-)

lunedì 21 dicembre 2009

Panettone alle mandorle (e cioccolato): work in progress


Forse anche un po' paradossale come cosa, voglio dire, con tutti i panettoni che giravano già per casa! Ma vuoi mettere l'irrinunciabile sapore della sfida, la curiosità che, adesso che ci penso, manco le scimmie della specie peggiore e poi così, di striscio, la solita capacità di star lì ad impicciarsi le giornate proprio ad un pelo dal natale, per cui già che ci siamo: panettone alle mandorle 2009, work in progress! La ricetta è di Adriano, una variante pensata per quelli che uvetta e canditi magari anche no (che tempi! tse) e quindi step by step che magari è anche meglio! Piccolissima nota che fa anche un po' da umilissima legenda: mi sarei permessa di rendere, ehm, poco-poco potabile il tecnicissimo ed, ovviamente, inappuntabile gergo del nostro mastro impastatore: con la speranza di rendere, bene o male, la stessa sostanza attraverso il consueto Precy-slang, quello very-very easy, per quelli che passano di qui insomma... e che ormai c'avranno anche fatto un po' l'abitudine (vero o no, viziati?!). E dai che a Natale siamo tutti più buoni e poi soprattutto, più panettone per tutti (o almeno ci proviamo ;-))!!!

LA SERA PRIMA

- mescolare 160 g di acqua con 80 g di farina di mandorle, portare dolcemente ad ebollizione, coprire e lasciar raffreddare. Unire 5 g di lievito, 80 g di farina manitoba (quella del supermercato) e poche gocce di estratto di mandorla, mescolare e trasferire in frigo per una notte intera, in un recipiente coperto.

... e per la pasta di mandorle...


- sul tavolo da lavoro (io ho fatto tutto con il mixer, ups), impastare 100 g farina di mandorle, 100 g zucchero semolato, 100 g zucchero a velo, 20 g albumi, 1 cucchiaio di glucosio o miele, poche gocce di estratto di mandorla; formare un parallelepipedo, avvolgere nella pellicola e conservare in in frigo.

IL MATTINO DOPO

- tiriamo fuori dal frigo il pre-impasto; separatamente, sciogliere 10 g di lievito con un cucchiaino di malto (o miele) e 50 g di acqua intiepidita, unire anche 50 g di farina, amalgamare e lasciare a temperatura ambiente finchè non risultarà raddoppiato di volume.

- unire i due i due pre-impasti, aggiungere 150 g di farina, 1 tuorlo e 30 g di zucchero. Avviare l'impastatrice e dopo aver amalgamato il tutto unire 30 g di burro morbido. Aumentare la velocità dell'impastrice e formare una massa liscia, compatta ed omogenea. Coprire la ciotola e lasciar lievitare in un luogo tiepido fino al raddoppio (circa un'ora).

- riprendere l'impasto, unire 100g di farina, 1 uovo e 70 g di zucchero. Una volta assorbito il tutto, incorporare 70 g di burro morbido e formare la solita massa compatta e liscia. Coprire e lasciar lievitare al caldo (ca. 28 gradi) fino a che il volume non risulterà triplicato (circa un'ora e 1/2).

...e la pasta di mandorle?

- dal parallelepipedo di prima, pesarne 200 g e tagliare in piccoli cubetti. Congelare il tutto.

ULTIMO IMPASTO

- mescolare 100 g di burro morbido con 40 g di amaretti (tritati molto finemente) e la buccia grattugiata di un'arancia;

- unire il composto all'impasto lievitato e, una volta incorporato, unire 3 tuorli, uno dopo l'altro, facendo seguire ciascuno di essi da una cucchiaiata di zucchero ed una di farina;

- unire 8 g di sale e lasciare che l'impastatrice raccolga tutto l'impasto presente nella ciotola;

- aggiungere 2 cucchiai di liquore all'amaretto e continuare ad impastare fino ad ottenere una massa liscia ed omogenea (ma comunque decisamente morbida);

- coprire e lasciar lievitare per circa 45 minuti.

FARCITURA E COTTURA

- stendere un foglio di carta da forno, imburrarlo e stendervi l'impasto lievitato, con le mani senza mattarello, in modo da formare una sorta di rettangolo;

- ricoprire interamente con i cubetti di pasta di mandorle congelati e circa 80 g di cioccolato fondente a pezzettoni (o comuni gocce di cioccolato se preferite);

- arrotolare il tutto partendo dal lato corto e dividere in due parti (ciascuna di circa 830g) ;

- molto delicatamente e con le mani imburrate, richiudere ogni pezzo così da formare una palla e sistemare all'interno di uno stampo basso;

- cuocere a 180 gradi per 30 minuti e far raffreddare completamente prima di sformare e servire.

P.S. ho agevolmente glissato tutta la questione glassa, granella di zucchero, ecc ecc, ma solo perchè la vedevo un po' troppo "colomba di pasqua" :))... comunque, per chi volesse davvero esagerare, trovate l'ultima fase sulla ricetta originale che, ricordo, è questa qui.

venerdì 18 dicembre 2009

(Jamie Oliver) Ginger cake


Ultimamente sarei andata leggermente in fissa con il miele (anzi a proposito, ari-grazie Elisa), tipo che se le persone normali accompagnano il cibo con del pane, bè, io al momento vado rigorosamente di miele. E per intingerci praticamente di tutto, dal tocchetto di parmigiano, al lardo di colonnata, poi la fettina di pane tostato, passando per qualche gheriglio di noce (e mi dicevano di provare anche con le mandorle, le nocciole... solo che io due mani c'ho!). E poi vabbè, sarà anche un po' il natale, sarà la voglia recondita di susamielli (che sarebbero, poco poco, i cugini partenopei dei gingerbread man, ovviamente molto più in carne, ma del resto sò pur sempre napoletani), sarà che è giustamente il momento propizio per abbandonarsi alle ricette più 'appiccicose' che ci siano, per l'appunto, sarà pure che avevamo quasi fatto tardi al corso di cucina pur di passare al volo da Castroni e fare la spesa dedicata a questo cake, bè, a meno che il mini-market sotto casa non venda anche zenzero sotto sciroppo, golden syrup, zucchero muscovado scuro (e pure quello chiaro... argh, diavolo d'un Jamie), insomma, in parole povere, stò cake s'aveva da fare! E dicevamo anche della necessità di star lì ad appiccicarsi anche un po' la vita con un qualcosa di deliziosamente goloso e quindi perchè non pensare anche alla pausa colazione/teatime?! A dirla tutta, non credo che in materia d'appiccicaticcio esista altro popolo a saperla lunga quanto gli inglesi, devo per caso citare anche i colleghi melassa e sciroppo d'acero?! Giustappunto, qui l'anagrafica completa sarebbe sticky double ginger cake, sticky sta appunto per appiccicoso, ginger è, bè, lo zenzero, doppio perchè viene utilizzato sia a pezzettoni (sotto sciroppo) che in versione macinata... un cake profumatissimo, bello ricco di elementi dolci, ma non per questo stucchevole (e giuro, è stata una specie di rivelazione, che già mi saliva il diabete solo al pensiero)! Ultimissima per chi ci bada: eventually, fate tutto col semplice mixer, un unico marchingegno da sporcare (e quindi da lavare), praticissimo ed anzi, come sempre più spesso accade, molto più lunga a dirsi che a farsi!!! :-)

Dolce al doppio zenzero
(Sticky double ginger cake, ricetta di Jamie Oliver)

8 pezzi di zenzero sotto sciroppo ben sgocciolati
(mettere da parte 4 cucchiai di sciroppo)

150 g di burro a temperatura ambiente

200 g di golden syrup
100 g di zucchero muscovado scuro

250 g di farina autolievitante
1 cucchiaio di zenzero macinato
1 cucchiaino di cannella macinata
2 uova
200 ml di latte
100 g di zucchero muscovado chiaro

Preriscaldate il forno a 180 gradi (potenza 4 in forno a gas). In un mixer, tritate finemente i pezzi di zenzero e, continuando a frullare, unite anche il burro, il golden syrup, lo zucchero muscovado scuro e 4 cucchiai di sciroppo di zenzero. Frullate fino ad ottenere una massa chiara e cremosa. Aggiungete quindi la farina e le spezie e frullate ancora. Unite infine le uova ed il latte e, continuando a frullare, amalgamate bene il tutto. Versate l'impasto in uno stampo di 20 cm di diametro oppure in uno per plumcake di 2o x 10, foderato con carta da forno. Posiazionate lo stampo nella parte bassa del forno e cuocete per 50 minuti. Verificate la cottura infilando uno stuzzicadente al centro del dolce (dovrà uscirne pulito), nel caso proseguite la cottura. Potrebbero volerci fino a venti minuti aggiuntivi, se la superficie dovesse colorirsi troppo, coprite con un foglio di carta argentata. Una volta cotto, etsraete dal forno e lasciate raffreddare completamete (meglio se per una notte intera) prima di sformare e servire.

English, please!!!

The recipe is here :-)

giovedì 17 dicembre 2009

Il pane del Todis

La cosa più figa del frequentare certi posticini fighi, tipo che anche il più piccolo dettaglio adocchiato, assaggiato o semplicemente vissuto attraverso le parole accalorate di colui (e colei) che ne sono i magnifici artefici, ebbene, resta sempre e comunque una grande, irrinunciabile figata. E quel giorno è capitato che io fossi lì, in uno di questi posticini, per l'appunto, fighi da morire, cercando di immortalarne le angolature più calde, gli angolini più accoglienti... ma non è che avreste del pane casareccio (giusto per indovinare una certa sensazione di fame, di voglia di genuinità, ecc ecc)? Solo che poi, completamente assorbita dalla questione quale-sarà-la-giusta-quantità-di-vino-da-versare-qui-per-la-foto, figurarsi, non la sento nemmeno arrivare, lei ed il suo pane. Me ne arriva direttamente il profumo, sempre mentre ero lì a versare, un po' di più, un po' di meno, ad un certo punto, un riconoscibilissimo sentore di forno, di sfornate, di voglia di avere del salame a portata di mano proprio lì sul momento. Alla fine della mia giornata, rivolgo timidamente la fatidica domanda (sai è per il blog), "ma dov'è che prendi stò pane meraviglioso?" ...e così adesso lo sapete anche voi!!! Giusto due o tre annotazioni per riconoscerlo al volo e glissare la ricca abbondanza di pani anonimi che giusto quando sei proprio di fretta e non ti va di fare l'estenuante spesa a tappe (che detto tra noi, farei esattamente ogni giorno, solo che non si può!)... bene, la carta d'identità sarebbe questa qui: pane tipo ciabatta, prodotto a roma sulla tiburtina, lievito naturale, 2 euro e 70 al chilo. E per la foto tessera, guardare in alto prego! :))

E già che ci siete, sfruttatelo direttamente per una di quelle cene improvvissate (se non sbaglio, eravamo rimasti ai famosi inviti pre-natalizi, quelli per scambiarsi i regali. e gli auguri), vi basterà semplicemente affettarlo, magari non troppo spesso, passarlo velocemente su di una piastra di ghisa ben calda, a seguire un filo d'olio extravergine d'oliva, di quello buono, del (fior di) sale (di quello..... :)) ed accompagnate con tocchetti di formaggio stagionato, noci di Sorrento e rivoli di miele magari del tipo artigianale... e magari perfino toscano (grazie Elisa!!!).

mercoledì 16 dicembre 2009

Scrambled eggs con salvia e tartufo

Ovvero, come provare a rendere anche un po' italiano, un piatto che invece suona tipicamente anglosassone, (quindi) notoriamente energetico, sfacciatamente saziante e rigorosamente da prima colazione... di quella british, ovvio che sì. Da queste parti qui, ma che terrona che sono, diciamo molto sul ricordo-infantile-andante, nella fattispecie quello delle uova strapazzate (che mamma praticamente lasciava appallottolare in padella, con qualche cubetto di salame napoletano e parmigiano grattugiato come se piovesse), bè, è finita quindi che ce le siamo preparate per pranzo. Fermi tutti però, resta con orgoglio british-da-morire, con quella grandissima genialata del latte (da aggiungere alle uova già sgusciate in padella) giusto per rendere il tutto d'una morbidezza incantevole, molto purè granuloso, molto, molto buono! Per non tacer dei triangolini di pane in cassetta, golosamente rosolati in padella con una noce di burro... e abbiamo fatto! :-)

Scrambled eggs con salvia e tartufo
per una porzione (piatto unico)

2 uova biologiche
100 ml di latte parzialmente scremato
circa 30 g di burro di buona qualità
qualche fogliolina di salvia
qualche scaglietta di tartufo nero
sale e pepe

Sgusciate le uova e sbattetele leggermente unendo anche il latte, la salvia, il sale ed il pepe. In una padella antiaderente, sciogliete la metà del burro, versate il composto ben amalgamato e lasciate rapprendere a fiamma bassa. Quindi 'strapazzatelo' con spatola, giratelo su stesso in modo da cuocerlo su tutti i lati. Completate con il tartufo e servite immediatamente, accompagnando con triangoli di pancarrè rosolati in padella con il burro rimasto.

English, please!!!

Scrambled eggs with sage and truffle
one portion (main course)

2 organic eggs
100 ml law-fat milk
about 30 g of butter of good quality
few leaves of sage
few flakes of black truffle
salt and pepper

Shell the eggs and beat them lightly even by combining milk, sage, salt and pepper. In a nonstick skillet, melt half the butter, pour the mixture well mixed and allowed to coagulate at low heat. Using a spatula, turn it on himself to cook on all sides. Complete with truffle and serve immediately, accompanied with triangles of bread browned in a skillet with the remaining butter.


martedì 15 dicembre 2009

Cantucci (gluten-free) alle castagne, con emmental e noci


Non so bene perchè, ma (anche) per la questione aperitivo-confort, croccante, da mordicchiare con tanto di bollicine, uhm, bicchiere di sidro e perchè no, anche un fragrante boccale di birra da meditazione, eheheh, tra un giro di tombola ed una mano di burraco (io? piuttosto resto in cucina a sfornare che è meglio), insomma, in quei momenti di inerte bivacco pre-natalizio, quelli del "passate da noi così ci scambiamo i regali, gli auguri, ecc ecc", ripeto, non so bene perchè, ma mi sarei molto generosamente immolata per la famosa causa gluten-free. Ed ancora una volta, in maniera del tutto casuale! Tutto partirebbe da una cena-aperitivo di qualche sera fa, di quelle improvvisate con ciò che passava il convento, nella fattispecie, caldarroste fumanti, tocchetti di emmental, noci di sorrento che fanno pur sempre tanto clamore, pardon, fragore (ma che natale sarebbe senza frammenti di gusci di noci nascosti negli angolini più reconditi del salotto?!). Infine i mandarini, raccolti direttamente sull'alberello ischitano, caricati su di un trolley e giunti fino alla capitale a bordo di un qualche eurostar di turno, con tanto di scia profumatissima al seguito (e poi ditemi se non ho i genitori migliori del mondo?!). E quindi sì, cena improvvisata, sei lì che assembli, più che altro, provi ad assemblare... e noti che quei sapori (così mescolati) tutto sommato ci stanno! Poi bè, formaggio a parte, indovinerei anche un certo collage di profumi tipicamente natalizi (mi sa tanto che finirò con l'aggiungerci 4/5 fichi secchi, giusto per chiudere il cerchio e così sia), col senno di poi, un collage che andava magari conservato: tipo, gli stessi sapori racchiusi in un cantuccio salato da aperitivo, ad imperitura memoria! O come direbbe Vasco, per dare (anche un po') un senso a tutta questa storia, ecco :))

Cantucci alle castagne, con emmental e noci
(gluten-free)

200 g di farina di castagne
50 g di fecola di patate

80 g di noci sgusciate
50 g di gruviere
50 g di panna fresca
1/2 bustina di lievito per torte salate
1 mandarino non trattato
4 cucchiai di olio d'oliva

sale
pepe nero


Scaldare la panna, aggiungere il groviere grattugiato e lasciar sciogliere. Setacciare le farine con il lievito, aggiugere l’uovo leggermente sbattuto, l’olio, la panna, un pizzico di sale, del pepe, le noci tritate grossolanamente e la buccia di mandarino. Mescolare il tutto (nel caso, aiutarsi con poca panna aggiuntiva), formare una palla e dividerla in due. Formare, quindi, 2 filoncini piuttosto schiacciati (per l'altezza, regolarsi sui 2 cm) e sistemarli su una teglia rivestita con carta da forno. Conservate in frigorifero per circa 15 minuti. Recuperate la teglia e cuocete a 180 gradi per 30 minuti circa (dovranno assumere un bel colore ambrato). Toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare. Con un coltello a lama liscia, tagliare i filoncini in fette diagonali, ad uno spessore di circa 1 cm, disporre nuovamente i biscotti sulla teglia e lasciar biscottare in forno caldo per alcuni minuti.

English, please!!!

Cantucci with chestnuts, Emmental cheese and walnuts
(gluten-free)

200g of chestnut flour
50 g of potato starch
80 g shelled walnuts
50 g gruvi
50 g of fresh cream
1 / 2 packet of yeast for pies
1 tangerine untreated
4 tablespoons olive oil
salt
pepper

Heat the cream, add cheese and let melt grove. Sift flour with baking powder, add the slightly beaten egg, oil, cream, a pinch of salt, pepper, coarsely chopped walnuts and mandarin peel. Mix together (in the case, help with a little extra whipped cream), form a ball and divide it into two. Format 2 small loaves rather crushed (for the height, adjust on 2 cm) and arrange on a baking tray lined with baking paper. Keep in refrigerator for about 15 minutes. Recover the pan and bake at 180 degrees for 30 minutes (must share a nice amber color). Remove from oven and let cool. With a smooth-bladed knife, cut the small loaves into diagonal slices, with a thickness of about 1 cm and bake for several minutes.


lunedì 14 dicembre 2009

Di shopping, foto e lavoro arretrato :-)

Mi servono ancora un po' di ore: per scarrozzare i miei genitori in giro per roma - chè l'atmosfera della città è troooppo bella in questo periodo - a seguire, giro di boa presso stazione termini e ciaociao, ci si rivede a natale! Proseguire con pc, e-mail, ricordarsi di telefonare alla giornalista-fotografa giapponese incontrata per caso ieri a colazione, semplicemente perchè mai nulla accade realmente per caso :)), uhm, scaricare (ed ottimizzare) la valanga di foto scattate per una certa enoteca (in veste di fotografa pseudo-professionale, ihihih), ah sì, senza dimenticare affatto i panettoni di sabato, più un paio di cosine assaggiate in giro e che assolutamente non possiamo mancare di auto-segnalarci in agenda... per cui torno subito, sperando come sempre di ritrovarvi al rientro! ;-)

Baci

venerdì 11 dicembre 2009

Bresaola (di manzo) al pesto (di erbette)

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

E per quelli che hanno bisogno del solito poke dell'ultimo minuto, signore e signori, ricordo che domani sarò esattamente QUI! Ben lieta di dispensare assaggi di panettoni e pandori multigusto, calici di bollicine (o preferivate mica il passito?:)) e ad esser sinceri, m'aspetto che il resto lo mettiate anche un po' Voi! Nel senso che è tutta la settimana che me ne stò qui a fare anche un po' il giullare di corte (con la scusa delle ricette, sì vabbè) e poi si sa, i bloggers rendono mooolto meglio sul web (ecco, chiedete a chi m'ha già incrociata di persona:)), per farla breve, se v'accontentate di questa semplice e normalissima ragazza, bè, sapete dove trovarmi. ;-)

VI ASPETTO!!!

Sì, ma per pranzo? Per gli stessi motivi di cui prima (a proposito, v'ho detto che stasera ci sarebbero anche 15 persone da far mangiare in formula buffet salato, preferibilmente ben lievitato, più la torta, lo so lo so, infatti scappo subito):

- controllo di avere ancora dell'ottima bresaola di manzo in frigo (ehm, se chiamate Esperya, ovviamente, chiedete di affettarla e porzionarla secondo esigenze ;-)).

- frullo velocemente una manciata di mandorle tostate, un mazzetto assortito di rucola, spinacino novello, basilico, timo e maggiorana, aggiungendo del caprino fresco, quanto basta ad ottenere un composto cremoso ed omogeneo.

- assaggio e regolo di (fior di) sale e pepe (mi venisse mai in mente di scrivere "aggiungere una presa di sale", tse, come se tutte le dita fossero uguali :))

- stendo il composto sulle fette di bresaola, arrotolo, irroro con del succo di limone ed un goccio d'olio extravergine d'oliva, copro il tutto e conservo al fresco per almeno tre ore.

English, please!!!

Beef bresaola with pesto

- check to have beef Bresaola in the fridge;

- whirr an handful of toasted almonds, an assorted bunch of rocket, spinach, basil, thyme and marjoram, adding fresh goat cheese, enough to make a thick creamy and smooth;

- sampling and rules (fine) salt and pepper;

- spread the mixture on slices of Bresaola, rolled, sprayed with lemon juice and a dash of extra virgin olive oil, cover and keep refrigerated for at least three hours.


giovedì 10 dicembre 2009

Stuzzichini di mela, cacio e pepe


In effetti stà cosa l'avevo già spifferata ieri, a quelli di twitter (chiii?). Vabbè vabbè, oltre alla dannazione dei tempi che corrono, quella del dover sempre e comunque dare un seppur stupido cenno d'esistenza al mondo intero (ehiii, io stò pranzando eh!), aggiungerei anche un po' la foga del momento, quella del finger-food-ino nuovonuovo, estrapolato in due minuti, ma davvero due, dai pochi ingredienti scovati in frigo all'ultimo minuto. Musa ispiratrice, la fame, quella delle 13h30, ma anche una certa pizza rimasta decisamente nel cuore. E se vogliamo, anche un po' il post di ieri (della serie: AAA antipasti di Natale cercasi). Per cui, the last proof of my existence suonava più o meno così: e guardate un po' che pranzo figo che m'aggio preparato!!! Quanto alla ricetta, siamo davvero limitati agli sparuti caratteri concessi dal nostro microblogging twitteresco, per cui (bene o male) copio e incollo da lì (poi impacchetto e tengo in caldo per il 25!!!). Baci.

Stuzzichini di mela, cacio e pepe
per 8 stuzzichini

1 mela non trattata
8 foglioline di salvia
8 listarelle di pecorino romano
pepe nero
burro

Lavate la mela, asciugatela e dividetela in quarti. Tagliate a metà ciascun quarto, sistemate il tutto in una teglia coperta da carta da forno, ricoprite ciascun tocchetto di mela con il formaggio, la salvia, un ricciolo di burro e un'abbondante macinata di pepe. Passate al grill ben caldo per pochi minuti e servite immediatamente.

Snacks of apple, cheese and pepper
for 8 pieces

1 apple untreated
8 sage leaves
8 slices of pecorino romano
pepper
butter

Wash the apple, dry and cut it into quarters. Cut each quarter in half, place it into a baking pan covered with baking paper, cover each with cheese, sage, a curl of butter and a generous grinding of pepper. Switch to a hot grill for a few minutes and serve immediately.

mercoledì 9 dicembre 2009

Il Natale, gli antipasti e le riflessioni postume


E quindi sarei qui a fare colazione, con questo commovente babbà casalingo che, bè sì, fa anche un po' da souvenir del luuungo ponte dell'immacolata (stata ad ischia, visto gente, fatto cose, assaggiato di tutto). Anzi appunto, data la vergognosa abbondanza di cibo ingerito (in meno di quattro giorni, ma com'è posssibile?! :)), definiamolo pure un doveroso bottino di guerra che così, magari, rendiamo meglio l'idea! Precisazione: mai preparato il babbà in vita mia, a dirla tutta, tre (compresa questa qui della foto) le ricette passate sotto il mio naso che varrebbe la pena incorniciare ed appendere in bella mostra nella propria cucina, uff, dovrei soltanto decidermi a telefonare, chiedere, annotare, uhm già, com'è che ancora non l'ho fatto? Molto poeticamente, immagino si tratti di un profondo desiderio, mica tanto recondito, di preservare (dall'autoproduzione selvaggia) almeno quelle due o tre cosine che rappresentano anche un non so che di mistico. Il babbà per esempio, dove il nervo della guerra, la cartina tornasole, la chiave di svolta per ottenere quella famosa mollica fragrante ed umidissima, ecco, spiacente per chi magari s'era illuso del contrario, ma non è assolutamente nelle abbondanti cucchiaiate di rum! Signori miei, o' babbà dev'essere già umido di suo! E già che ci siete, facciamo pure che non mi svelate alcun segreto, ricetta, trucchetto... che la sottoscritta vuole continuare a viverlo così, misticamente. E poi volete mettere la coccola del regalo che non t'aspetti, la colazione del post-vacanze che davi già per triste e riciclatissima e invece...

Detto questo (aggiungendo anche mille scuse per chi non sono riuscita nemmeno a salutare, ehm sì, tipo la zia che oltretutto mi legge fedelmente tutti i giorni, nipote degenere lo so, ma tanto tra poco sarò di nuovo lì sullo scoglio per cui ari-preparate i roccocò e, nojo, vedremo seriamente di farci perdonare :)), nel caso non si fosse ancora capito, per oggi fornelli spenti, forno a riposo e faremmo decisamente il punto della situazione, alla luce di quel che s'è mangiato, adocchiato, approvato, insomma un piccolo collage d'idee messe insieme per l'annosa questione antipasti-di-natale:

- alici su foglia di limone, ricetta rubata al ristorante Montecorvo (ihihih, oltre al meraviglioso coltello con impugnatura troppo fotogenica per passare inosservata e quindi, chiesto sfacciatamente in dono in cambio dei 5 euri di resto e che, manco a dirlo, vedrete passare su questi schermi, bè, non appena ci sarà qualcosa da tagliare): molto semplicemente, alici freschissime, aperte a libretto, disiliscate, arrostite per un attimo con un filo d'olio e poi bagnate con del succo di limone. Per servirle, foglia di limone, alice, poco peperoncino e stuzzicadenti per fermare il tutto.

- spicchi di carciofi cotti alla brace (immagino che il grill del forno possa soddisfare ugualmente le nostre esigenze) e farciti con un trito di carne già rosolato in padella, cubetti di formaggi di quelli saporiti, tipo auricchio per intenderci e se riuscite a trovare l'equilibrio giusto, è pure finger food (a proposito, eliminate le foglie esterne più dure così da poter mangiare proprio tuttotutto :-)).

- girelle di (pasta di) pizza farcite con la scarola, quella solita, ripassata in padella con aglio, olio, peperoncino, uvetta, olive di gaeta e pinoli tostati. Ovviamente sì, il piatto forse più rappresentativo del natale napoletano, anche qui, in versione-sbocconcellamento e quindi già porzionato, pratico da mangiare tra un calice di prosecco e tante chiacchiere in libertà.

- tocchetti di capitone, eviscerato, lavato, ben asciugato, poi infarinato, fritto e credo sia davvero superfluo fare pubblicità al connubio con le bollicine di cui prima, superfluo no?! :-)

- frittelle di baccalà e pasta cresciuta, ovvero la comodissima pastella di farina e acqua frizzante con aggiunta di liveito di birra, mediamente densa, arricchita di baccalà sbriciolato e poi tuffata a cucchiaiate in olio ben caldo. Nota di servizio: prepararne in abbondanza, previsto saccheggio spudorato.

- insalata di rinforzo al bicchiere, niente di più (e niente di meno :-)) che piccoli bicchierini in plastica, trasparenti, adatti a contenere una bella cimetta di cavolfiore ancora al dente, un'oliva, un'acciuga sott'olio, un tocchetto di melanzana croccante, una lieve punta d'aceto e... vai di cucchiaino ;-).

P.S. va da sè che la lista, qui, potrebbe soltanto crescere, anzi, m'aspetto vivamente di leggere anche le vostre idee in bonus, ma sì insomma... "che vi siete mangiati stò weekend?" :-)

venerdì 4 dicembre 2009

A tavola con lo chef


From: danilo@waytoblue.com
Subject: invito riservato a blogger presso "A Tavola con lo Chef"
Buongiorno Blogger, siamo lieti di invitarti con questa mail a partecipare alla serata gratuita riservata ai blogger presso la scuola di cucina: “A tavola con lo Chef”, la prima scuola riconosciuta e patrocinata dall’Unione Cuochi Lazio e Federazione italian Cuochi. La serata avrà lugo il giorno 1 Dicembre, dalle ore 18:00 alle ore 21:00, proprio nella sede della scuola a Roma in Via dei Gracchi n. 60. Uno dei nostri Chef qualificati terrà una lezione su modello dei nostri corsi amatoriali e, stimolando una partecipazione attiva, cucinerà insieme a te e agli altri ospiti alcuni piatti della cucina italiana. N.B. La serata si concluderà con la degustazione delle pietanze preparate insieme.

From: nadiataglialatela@virgilio.it
To: Danilo Mandola Subject: invito "a tavola con lo chef"
Grazie per l'invito, confermo volentieri la mia presenza! Un caro saluto. Nadia


E quindi alla fine, siamo andati, tornati (impregnati a dovere di fritto, broccolo e calamaro arrostito), ma non senza aver documentato tutto il documentabile ;-). Andiamo con ordine:

- nonostante la previsione del navigatore (dieci minuti e poi ARRIVO, sì vabbè), alle 16h30 in punto faccio armi e bagagli e m'avvio spedita alla meta. Devo aggiungere, pure un po' in ansia visto che la compagna di merende di sempre m'aveva tempestivamente illuminata sulla questione che parcheggiare lì, in zona, è praticamente l'utopia numero uno di ogni guidatore (della capitale) che si rispetti.

- arrivo in via dei Gracchi in quindici minuti o poco più, ancora stento a crederci eppure tant'è. E non m'accorgo che il bello deve ancora arrivare.

- una gentile signora di ritorno dal suo shopping pomeridiano, per qualche ragione, deve aver trovato oltremodo corretto liberare il posto (proprio lì davanti) agli aspiranti cuochini in arrivo.

- manco a dirlo, quel posto è mio!

- felice come una pasqua, ma nettamente in anticipo! motivo in più per raggiungere la strada parallela ed ingannare il tempo in quel di Castroni di via Cola di Rienzo (la mia spesa: zenzero sotto sciroppo + golden syrup per dare un perchè alla curiosa ricetta messa tra i preferiti ben due settimane fa, un vasetto di cren e, al volo, una scatolina di liquirizia amarelli rubata direttamente alla cassa. oddio, ma ho dimenticato la pasta briiiiiick!!!).

- è ora d'andare a scuola, sembra impossibile, ma sbaglio strada per ben due volte (facciamo che l'orientamento non è decisamente nelle mie corde) e vuoi vedere che rischio pure di fare tardi.

- (arrivo in tempo per) saluti, presentazioni generali e sorrisini di circostanza; e come sempre succede in questi casi, un sentimento che è a metà strada tra l'imbarazzato ed il palesemente solidale (che poi, se non siamo solidali tra di noi?!).

- signore e signori, ecco a voi lo chef (Antonio Chiappini, ndr)! Verve smisurata, un accento romanesco da piegarsi in due dal ridere (in senso buono, eh), sì vabbè, ma a parte questo: una preparazione tecnica che, giuro, m'ha lasciata di stucco! Accurato, ma non per questo saccente o per di più prolisso, una minuzia nello star lì a spiegarti ogni singolo dettaglio, poi il perchè del dettaglio, il perchè del perchè del... insomma, b-r-a-v-o!!! Un grande chef, un incredibile appassionato ed un docente che... magari a trovarne altri come lui!!! Non sto a dirvi, adesso, dei vari trucchetti/nozioni annotati velocemente sulla solita moleskine, tipo le patate alla Mauro Uliassi, bollite in acqua satura di sale perchè così restano più asciutte (e se poi dovete farci gli gnocchi...), la doverosa profilassi da anisakis (ani cheee?), il taglio perfetto del calamaro (alla giapponese, tiè), l'affumicatura di ortaggi e quant'altro, udite udite, senza affumicatoio (canonico), le chips (di bucce) di verdure che sono un'idea-aperitivo di quelle che, d'ora in poi, mai più senza, insomma, tutte cosine che definire fich-issime è veramente dire poco e che, manco a dirlo, eheheh, provvederò a rivendere alla grande nei vari post a seguire (per cui, eventually stay tuned! io ve l'ho detto:)).

P.S. buon luuungo ponte a tutti :))

ehm, ehm, ehm (referenza:))...

mercoledì 2 dicembre 2009

Biscotti casarecci (come al forno) di Calcata

E questi qui sarebbero, quindi, dei gran bei biscottoni casarecci, da pucciare allegramente nel tazzone di latte bollente della mattina, oltretutto, senza tema alcuna di perderne pezzi per la strada o sul fondo della tazza che dir si voglia! Semplicemente perchè, bè, stì biscottoni qui sono nati per essere pucciati. E sarebbero anche un po' i classici biscotti della nonna, non che la mia nonna abbia mai fatto biscotti (diciamo che il mio faro delle merende di quan'ero piccola resterà il panettone altissimo con le mele, stop) eppure, pare che la dicitura "della nonna" spetti di diritto a tutto ciò che è semplice, economico e genuino da morire. E sarebbero infatti dei biscotti decisamente poco zuccherini, tutto sommato leggeri, avete presente i biscotti della salute? No?! :)) A dirla proprio tutta, sarebbero anche un magro tentativo di riprodurre a casa i fantastici biscott-oni souvenir di quel di Calcata (ndr: recarsi al forno che dà direttamente sulla piazzetta, rigorosamente dalle 5 p.m. in poi ;-))!!! E sarebbero di quelli coccolosi (indecenti pezzettoni di cioccolato incastonati a mò di diamante, sic) e decisamente friabili. E lo sarebbero stati anche di più se fossi riuscita a reperire stà famosa ammoniaca per dolci che non è affatto un ingrediente facoltativo e, soprattutto, non è semplicemente un mero sostituto del lievito. L'odorino pungente, ma facciamo anche un po' sgradevole, si dissolve completamente in cottura. Ciò che rimane, è una friabilità che assolutamente non teme confronti, poi bè, per una che nei geni sembrerebbe avere chiare tracce di roccocò e mustaccioli (e infatti grande sopresa, per me, scoprire quanto sia difficile reperire l'ammoniaca per dolci qui nella capitale). Ad ogni modo, natale si avvicina, il biscottificio di casa Precy scalpita per l'avvio della produzione 2009, scusate un attimo, messaggio inter nos: mamma, giacchè mi fiondo sull'isolotto e ci resto per tutto il luuungo ponte dell'immacolata, a parte i famosi pacchi di pasta mista (ma i romani come la fanno poi la pasta e fagioli? grrr), preparare ampia scorta di ammoniaca che qualcuno, qui, c'avrebbe un attimo da fa'!!! :))

Biscotti con cioccolato e farina di riso

400 g di farina 00
100 g di farina di riso
50 g di nocciole tritate grossolanamente
2 uova
150 g di zucchero
1 dl di olio d'oliva
1 dl di latte
1 mandarino non trattato
5 g di ammoniaca per dolci
1 cucchiaio di liquore all'anice
100 g di cioccolato fondente

Miscelate le farine unendo anche la granella di nocciole, formate la classica fontana e mettete al centro le uova, lo zucchero, l'olio, la scorza del mandarino grattugiata e l'ammoniaca disciolta nel latte. Amalgamate un po' alla volta regolandovi con latte e/o farina aggiuntiva per regolare la giusta densità dell'impasto che, comunque, non dovrà risultare troppo duro (potete tranquillamente utilizzare un'impastatrice!). Lasciate riposare per circa un'ora, poi lavoratelo unendo anche il cioccolato tagliato a pezzi piuttosto grossi e formate dei biscotti di forma grossolana, leggermente schiacciata. Sistemateli in una teglia coperta da carta da forno, avendo cura di tenerli ben distanziati tra loro. Infornateli a 180 gradi per dieci minuti.

English, please!!!

Biscuits with chocolate and rice flour


400 g flour 00
100 g of rice flour
50 g of coarsely chopped walnuts
2 eggs
150 g sugar
1 dl olive oil
1 dl milk
1 tangerine untreated
5 g of ammonia for cakes
1 tablespoon anise liqueur
100 g dark chocolate

Mix flour also joining hazelnuts, made the classic fountain in the center and put eggs, sugar, oil, grated tangerine rind and ammonia dissolved in milk. Mix a bit, eventually with milk and / or additional flour to adjust the right density of the dough which, however, should not be too hard. Let stand for about an hour, then knead even combining chocolate in large pieces and form your biscuits, slightly flattened. Place them in a baking pan covered with a sheet of baking paper, taking care to keep them well spaced. Bake in preheated oven at 180 degrees for ten minutes.


martedì 1 dicembre 2009

Filo diretto con la (mia) moleskine :))

E facciamo che m'avete beccata nel mentre di una colazione a dir poco edificante, non tanto per la colazione in sè, quanto per il romantico mettere nero su bianco e conservare il bel ricordo di quel che è stato. Che poi, ad onor del vero, la colazione sarebbe quella di ieri (solo che la precy, qui, aveva già programmato il post del lunedì e così... ma continuo a sostenere di non essere ancora pazza del tutto:)). Il nero sui bianchi fogli della mia moleskine, invece, altro non è che una manciata di piacevolissime ore domenicali a casa di amici, di quelle al limite del torpore e del bivacco più sfacciato. Come scusa, un invito a pranzo e quindi a seguire, calici sempre pieni, cibo di tutto rispetto e la solita incredibile questione che in fin dei conti ognuno avrebbe bene o male il proprio lavoro (da raccontare al resto del mondo), ma se ti capita a tiro una che, udite udite, sostiene di fare la foodblogger (food che?), ehvabbè signori miei, spiacente, ma non c'è n'è proprio più per nessuno! Nel senso che t'inchiodano lì curiosissimi, raffiche di domande e... non ho ancora capito se è più il fascino del fenomeno-da-baraccone o la pietà del vediamo-se-questa-ci-fa-o-ci-è (eheheh, indovinate un po?:)). Poi bè, sarà che il cibo mette sempre tutti d'accordo e che a starsene tutti insieme a tavola c'è sempre e solo da guadagnarci (almeno, il senso del cibo dovrebbe essere esattamente questo qui), diciamo che mi sarebbe venuta voglia di scriverci intorno due o tre righe. E da lì il post di oggi: copia e incolla dagli appunti buttati giù la famosa mattina del giorno dopo, tra un morso di crostata (ma sììì che dopo ve la racconto) e questi ricordi domenicali che sapevano oltremodo di festa, di carciofi, di vino (tanto vino) e soprattutto di sana allegria (ma chi m'inviterà più a casa sua sapendo di finire per filo e per segno tra le pagine della mia agendina?! vabbè va). Touché, chi è scrivano-inside conosce bene l'importanza del fermare le emozioni lì per lì, quando sono ancora calde, per poi magari andare a ripescarle intatte e fedeli-ssime all'originale anche a distanza di molto tempo. E questa qui, per quanto mi riguarda, è una cosa che, assolutamente, non ha prezzo! E visto che, appunto, andiamo blaterando in giro che, noi qui, faremmo i foodblogger (food che?), le suddette emozioni ve le racconterei direttamente intorno ai piatti. Tra l'altro, esattamente così come le ricordo, una dopo l'altra, tra calici e calici di ormai non so più che cosa, grosse risate e reminiscenze infantili.

Tantissimi carciofi, in un involucro sottilissimo e croccante di pasta sfoglia, esattamente come piace a me (e se la memoria non m'inganna, credo rappresenti la primissima cosa che ho cucinato in vita mia, rubando la meravigliosa ricetta di una cara amica etc etc), per cui numero di fette ingurgitate: 2, per forza! Una grossa insalatiera colma di garganelli paglia e fieno, conditi con zucca e gamberetti, un divertimento prima di tutto visivo, colori estremamente autunnali ed appaganti, l'assaggio che conferma questa bella predisposizione iniziale (il fondo di cottura, immagino, un semplicissimo aglio ed olio), per cui sì: annotare al volo per il prossimo giro di pranzo in famiglia; il polpettone ed il polpettone/bis, il primo farcito con la polpa sminuzzata delle salsicce, il secondo con dei carciofi saltati; poi salsina di castagne per servire il tutto e qui gatta ci cova, mi sa! Uuhm, impasto morbidissimo, che sa tanto di mortadella... e scommetto che vostra madre è pure napoletana!? Affermativo. E dal momento che hanno promesso caldamente la ricetta, sediamoci pazientemente sulla solita sponda del fiume... e nel mentre, graziegraziegrazie a tutte le mamme di Napoli (e dintorni) che, manco fosse un imprescindibile marchio di fabbrica, continuano a cucinare per i figlioli che vanno a vivere da soli (e che amano tanto inviatre gli amici a pranzo, tse:)). Dov'eravamo? Ah sì, una montagna di polpette di melanzane (sempre per la questione che mi dovevano proprio spezzare il cuore con tutte stè ricette familiarissime e mamm-one da morire), versione mignon, quelle da un boccone e via; poi dolci, dolcissime (e siamo quasi a dicembre o sbaglio?!). Infine le torte, prese in pasticceria, my favourite una semplicissima crostata al limone che, se non altro, m'ha ribadito il concetto troppo-tempo-che-non-ne-preparo-una! Vabbè vabbè, più che altro l'ennesima scusa per riempire ulteriori calici di qualcosa che, per magia, s'era fatto dolcemente liquoroso e signori miei, com'è che si dice in questi casi? Scusate se è poco, eppure tant'era!!!

P.S. giusto due parole sulla crostata della foto: base per crostate, senza uova! Per quella volta che vi capiterà di rincasare tardi, di domenica sera, dopo un pranzo a dir poco edificante ehhperò, in effetti, scoprite non c'è nulla per la colazione del giorno dopo (eresia!). Aprite il frigo e magari non c'avete manco le uova (appunto!)... e allora: mixer, 200 g di farina, 100 g di burro a dadini, 100 di zucchero, 1 pizzico di sale, 1 pizzico di cannella, frullare (aiutandosi eventualmente con un goccio di latte), capovolgere il tutto in una teglia da 22 cm (foderata con carta forno), allargare e compattare il composto, ricoprire con un barattolo di confettura/marmellata a scelta ed infornare a 180 gradi per 30 minuti.