domenica 30 novembre 2008

Crema di porri e coriandolo, con gamberi e bottarga


Riemergo a fatica dalla mia nuvola di piume d'oca (virus gastro-intestinale in corso, burp + sob), in primis, perchè tocca festeggiare, ebbene si, nausea, mal di testa e fiacchezza a parte, sono felice come una bimba la mattina di natale: ihihih, vi scrivo, sprintosa più che mai, dalla mia nuovissima postazione operativa (scrivania con mensola carinissima, total-white, vagamente country, manco a dirlo, ikea con furore), con altrettanto nuovissima chiavetta3, il che mi fa sentire molto diego abatantuono, ma comunque... ve l'avevo detto che mi sarei attrezzata (in attesa degli eventi, sig, fastweeeeeb, vabbè io continuo a fare appelli)?! Quindi ieri, ho beccato, sì, il virus, ma anche 79 ore di indispensabilissimo traffico + location di cui sopra. Tutto prontamente piazzato direttamente all'uscita della cucina... tse, vi rendete conto che, adesso, i piatti passeranno direttamente dal fornello al pc e dopo, forse, qualcuno penserà (anche) a mangiarli?! E poi, vi devo un po' di scuse, detesto non rispondere puntualmente ai commenti, ma davvero, non potevo fare altrimenti!!! Perdonata? E concludo qui... visto che mi sta salendo una nausea spaventosa, vado ad immergermi nuovamente nelle piume starnazzanti, sob sob! Il piatto, naturalmente, è in linea con l'umore, quindi crema, esattamente come mi sento io, in questo momento... ma non lasciatevi ingannare dall'aspetto vagamente ospedaliero, anzi, giusto per fare il verso alla mia vicina... ahò, è bbbona sà?!

Crema di porri e coriandolo con gamberi e bottarga
per due persone

2 porri
1 patata media
ca. 30 gr di burro

3 bicchieri d' acqua calda

mezzo cucchiaino di coriandolo macinato
ca. 10 gamberi sgusciati
bottarga di tonno*
sale e pepe

olio extravergine d'oliva
crostini

Pulire i porri eliminando le foglie più duri, tagliarli a pezzi e stufarli, coperti, in un tegame col burro per circa dieci minuti. Aggiungere l'acqua, il coriandolo, sale e pepe e frullare il tutto con un mixer ad immersione. Intanto, sgusciare i gamberi (tutti gli scarti potreste congelarli, vi torneranno utili per un fumetto) e cuocerli al vapore per pochi minuti. Servire la crema di porri con i gamberi, una grattugiata di bottarga, un giro d'olio extravergine d'oliva a crudo e tranci di focaccia abbrustolita.

* ingrediente particolare, solito suggerimento: eventualmente, la trovate qui!!!

venerdì 28 novembre 2008

Massimiliano Mariola!!!


E oggi vi racconto un po’ di cosine belle, cose che succedono da stè parti insomma! Iniziamo da Talenti (l'ormai famigerato quartiere romano che ci ospita da ben due settimane, devo dire, con sommo, sommo gaudio) e puntiamo il dito su... lo zio d’america, già menzionato varie volte di striscio, capirai, è a 10 minuti da casa! Quindi, zio d’america, cosa bella numero 1… e pensare che l’avevo etichettato (un po' frettolosamente) fast-food, la parola america condiziona, non c’è niente da fare! Mi sbagliavo! C’è tutto un mondo da scoprire là dentro: ok, la sezione fast-food c’è eccome (apro e chiudo parentesi, è l’ unico aspetto, diciamo, un tantino deludente di tutto l’ambaradan, ecco), poi, supermercato annesso, paradiso gourmand vi basta?! Stesso discorso per la (super) enoteca... qui plauso ai sommelier, bravi bravi! Dulcis in fundo, ristorante... aperto praticamente seeempreeee, per la gioia del cortesissimo personale suppongo! Comunque non scherzo sul cortesissimo, tipo che chiedi “scusi, dov’è il bagno?”, ringrazi e loro “s'immagini, ma grazie a lei”!!! Grazie perchè... vado al bagno?! La prima volta pensavo mi stessero prendendo in giro, giuro, sarà che la sera prima ero stata dai fratelli la bufala, lì sono un tantino più burberi, vabbè ma questa è un’altra storia. Cosa bella numero 2: non so bene perché, sarà la mia aria spaesata e assorta (non sono distratta, mi disegnano così), giuro, non fanno che piovermi addosso consigli, dritte, prova questo, vai di qua, vedi dillà, sempre tutto azzecatissimo tra l’altro! Come il ragazzo che, come me, aspettava la pizza da asporto al ristorante sotto casa (dopo mi sono sinceramente chiesta se per una pizza così valesse davvero la pena mettersi in fila… ma è bastato uno sguardo agli scatoloni in giro per casa, ah ecco, si). Insomma, classico small-talk da attesa tediosissima e stò tipo se ne esce con “sai che allo zio d’america cucina Massimiliano Mariola, quello del gambero rosso?!” Il giorno dopo ero lì a prendere informazioni, dai camerieri più cortesi del mondo: signora, Max c’è quasi sempre, ma diciamo che anche se non c’è... è come se ci fosse, sa ormai abbiamo un certo marchio! Piano, piano, abbiate pietà di alice nel paese delle meraviglie... senza troppi giri di parole, quando lo trovo Max, please??? Il resto della storia ve lo documento con un po’ di foto eloquenti: serata degustazione, cena con abbinamento di vini (Ceretto…non sono una grande intenditrice, comunque buonissimissimi il Dolcetto d’Alba e le bollicine del Moscato finale, yum), un Mariola assolutamente all’altezza delle aspettative, le mie, anzi di più, visto che era davvero tutto impeccabile, senza spettacolarizzazioni (superflue?!), buon gusto, materia prima sceltissima (fagioli cocco bianco da 17 eurini al chilo, parola dello chef), poi, bisogna dirlo, quando gli ho chiesto com’è che la pasta e fagioli, lui, la fa alla napoletana… “sai, devo essere sincero, odio le cose brodose, poi non è che i piatti partono tutti nello stesso momento, magari uno ti viene più asciutto, un altro meno, guarda, la densità perfetta è quella col giro d'olio che rimane sopra...”... ah Max, densità perfetta!!!









giovedì 27 novembre 2008

Tea-time!!!



Dice, createmi una situazione da tè, very english, please!!! Vabbè che noi altri ci siamo anglosassonizzati abbastanza (eh sì, pur di magnà), però diciamola stà cosa: il tea-time, noi altri, l'abbiamo sempre fatto! Trattasi dell’ora della merenda, oddio, ma sei sicura? Sììì, senza piattini e centrini, ma occhio al depistaggio, mi raccomando. Ok, allora, ci penso un attimo... uhm, in realtà non è che debba pensarci poi molto: per me, tè chiama biscotto, preferibilmente burrosissimo e ancor più preferibilmente in linea con la bevanda! Oggi andiamo di gelsomino, mi gira così! C'è anche che il biscotto non necessita di teglie, fruste, gingillini vari... al momento sarei leggermente in fase di, diciamo così, scarsa lucidità?! tipo che mi dimeno dalla mattina alla sera, per riscoprirmi la sera sul divano con un cinica vocina che mi dice "quindi, alla fine che ho fatto?" è normale?). Ok, biscotto, si può fare! Solo che lei, non contenta, vuole anche il salato, eh sì, perchè gli inglesi saltano il pranzo (cosa? ma sono dei pazzi?!) quindi gradirebbero trovare anche qualcosina di corrrroborante da mettere sotto i denti, tipo sandwich, ecco! Hai capito! Tè+salato... fino a qualche annetto fa avrei giurato che... giammai!!! Poi è capitata l'esperienza altamente gourmand, non s'ho se avete mai provato la finezza: intingere il cracher, quello rigorosamente e generosamente salato in superficie, nel tè caldo, giustappunto! Da lì l'idea che il salato col tè a merenda, uhm, sì, legano legano!!! Anche se hai pranzato, figuriamoci!!!


Frollini al gelsomino


250 gr di farina 00

200 gr di burro morbido

125 gr di zucchero

1 tuorlo

2 cucchiai di foglioline di gelsomino (essiccate)

1 pizzico di fior di sale


Lavorare velocemente tutti gli ingredienti fino ad ottenere una massa compatta. Avvolgere nella pelliccola trasparente e lasciar riposare in frigo per almeno due ore. Quindi, stendere l'impasto ad uno spessore di circa 5 mm, ritagliare i biscotti con lo stampino desiderato e riporre in frigorifero per un' ora. Posizionare i biscotti su una teglia coperta da carta da forno e cuocere a 180 gradi per 10 minuti.



Cannoncini di sfoglia al sesamo, con trota e gorgonzola


1 rotolo di pasta sfoglia

100 gr trota affumicata

100 gr di gorgonzola dolce

1 albume

q.b. di semi di sesamo


Suddividere la sfoglia in 4 triangoli, porre su un lato della trota ed un pezzetto di gorgonzola, richiudere sovrapponendo la metà di sfoglia non farcita, ripiegare anche le estremità sigillando bene, spennellare con l'albume leggermente sbattuto, cospargere con i semi di sesamo e cuocere a 200 gradi per circa 20-30 minuti (finchè la pasta non risulterà dorata e croccante).


*se avete difficoltà a reperire la trota affumicata (ma perchè c'è sempre e solo il salmone, boh?), provate qui!!!

giovedì 20 novembre 2008

Sfogliata alla salvia, con brie, speck e patate

E potevo mai smentire la mia notoria metodicità mentale con aggiornamenti, diciamo così, a casaccio?! Quindi rieccomi puntuale, un giorno si ed un giorno no... nel senso che un giorno si ed uno no passo a casa vecchia per prelevare (sig) scatoloni (sig) e, al contempo, per approfittare della connessione che, a quanto pare, di traslocare proprio non... A tal proposito, trasloco, anzi, traslochi, andirivieni, scatoloni... sarebbe davvero ora che il tutto trovasse una fine, agognatissima, anche perchè non si capisce come mai (uhm, che non sia poi così metodica come si dice in giro), puntualmente, all' apertura dei vari pacchi non fanno che piovermi addosso oggetti sparsi e senza filo conduttore, tipo che ho messo da una parte la planetaria e da un' altra le pale, in uno scatolo il mixer ad immersione e in un altro l' apposito gancio (da prelevare rigorosamente al prossimo giro, furba no?!), datemi una frusta, vi prego!!! Sto perdendo colpi, lo so, ma vorrei vedere voi arrivati a sto' punto! Tutti lì con le vostre cucine in ordine, l' attrezzattura al posto giusto, planetaria e pale vicine vicine... invece qua ci si arrangia, rotolo di pasta sfoglia (presa da Todis, economicissima, no grassi idrogenati etc etc... ma soprattutto buonissima, la migliore di quelle industriali provate finora, non molte, ma comunque). Bene, se avessi anche uno stampo sarebbe proprio il massimo... possibile che li abbia lasciati tutti dillà?! Ah, però mi toccherebbe battezzare il forno a gas (si si, grande novità, per ora uno a zero per me... e spero abbia capito chi è che comanda), ahhh c'è pure il brie parigino della sorellina, vai, procediamo: stendere la pasta sfoglia (per chi stesse traslocando, srotolare un disco di sfoglia pronta) e foderare uno stampo (utilizzare della carta da forno per evitare che s' attacchi), coprire la base con fiocchetti di formaggio brie, quindi, fettine sottilissime di patate in un solo strato, qualche cubetto di speck qua e là, della salvia sminuzzatta, sempre qua e là, versare sulla superficie un uovo sbattuto con sale, pepe e due cucchiai di latte, infornare a 180 gradi per 30 minuti!!! E avrete capito che, al momento, me ne sto tantissimo tempo in casa, studiando la posizione dei divani e cose simili! In sottofondo, ovvio, tanta, tantissima musica, così come viene, senza filo conduttore... come gli scatoloni! Si si, ve la faccio ascoltare, però ora non è che vi mettete tutti lì ad immaginare la sottoscritta mentre canta, balla e ripone piatti, tazzine e camicie in ordine sparso (ovvio)! Baciiiiiiiiiiiiii!!!

http://it.youtube.com/watch?v=_h6gF-CEAi4

http://it.youtube.com/watch?v=YziFJLOz8vY

http://www.youtube.com/watch?v=N0VV5938ydc

http://it.youtube.com/watch?v=dvgZkm1xWPE

http://it.youtube.com/watch?v=Enlqlc_xCaE

http://it.youtube.com/watch?v=y3BYsquVie0

martedì 18 novembre 2008

Crostini con taleggio, noci e tartufo


Te-le-gra-fi-co, ma che dico, di più!!! E' che sarei passata un attimo a casuccia vecchia per prelevare ulteriore zavorra: toh, ma guarda, di qua c'è ancora fastweb!!! Io ho traslocato e lui no, uhm, sarà un sentimentale... voi state incrociando l' incrociabile, vero?! Dunque, aggiornamentino flash: dillà la situazione mi piace parecchio, parco sotto casa con praticissima area cani (seeee, come se la casa non fosse stata scelta anche per questo), un sacco di posticini in cui fare acquisti très gourmand... quindi si, c'è tutto, tutto quello che può far felice un food-blogger munito di cane :-))) Tra l'altro, sarei a 10 minuti dallo Zio d'America e avrei anche scoperto che, di sera, ai fornelli ci sarebbe Max Mariola, ahaah!!! Oddio, ogni sera mi pare un po' strano, si, vedrò d' informarmi meglio. Poi, per i curiosi, la sorellina da Parigi (ebbene si) è tornata con una petit-selection di formaggi, tutti con crosticina, semi stagionatura... giustappunto, me ne starei gustando un pezzetto in this very moment, con una pera a cubetti, qualche nocciola, filo d'olio extravergine d'oliva, pizzico di fiordisale... il tutto riposto in un tristissimo tupper, ma s' aveva da trasportare!!! Te-le-gra-fi-co e sono già andata troppo oltre, vi lascio con questi crostini che, inutile dirlo, si prestano benissimo alle situazioni lampo: trattasi di fettine di ciabatta, spalmate con del taleggio, cosparse di tartufo nero (fresco di grattuggia... ma quanto ce piace congelà la roba, quanto!), qualche gheriglio di noce spezzettato, filo d'olio extravergine d'oliva, appena qualche minuto di forno ben caldo... oh, l' aperitivo è servito!!!

domenica 16 novembre 2008

Lo strudel... raccontato da Erika!!!


Erika, la mia estetista di quando me ne stavo ancora lì, sull' isolotto!!! D'innegabili inclinazioni gourmand (oltretutto, origini padovane=melting pot a gogò), ecco, diciamo che di ricettine buone (limando, spremendo e spalmando), ne son piovute alla grande. E poi un giorno, prende e mi racconta del suo strudel... che andrebbe fatto con la pasta apposita, ma sai, lavorando, non hai mai tempo, però devo dire che con la pasta sfoglia rende benissimo! Spezzo la famosa lancia: sarei arrivata alla conclusione che con la pasta sfoglia viene buonissimo (anche se è quella pronta, tiè) e se m' appoggia pure una padovana... della serie, me ne lavo le mani visto che non so esattamente quanti nordici se ne stanno lì, pronti a fucilarmi.. ah, parentesi, in germania lo strudel l'ho sempre mangiato con la sfoglia, chiusa parentesi! Bene, poi arriva il ripieno... che va arricchito, aromatizzato, amalgamato e, soprattutto, va lasciato riposare, anche un giorno intero in frigorifero! Ecco, magari oggi stiamo davvero scoprendo l'acqua calda, resta il fatto che, finalmente, mi son decisa proprio a provarlo sto' strudel erikesco: ad alto, altissimo tasso di soddisfazione, per dirla in breve!!! Facciamo che la ricetta, più che altro, ve la racconto, anche perchè dovrei già essere dillà a piegare, incartare, inscatolare... senza dimenticare il pranzo con sorellina e cognatino che rientrano da parigi (se non m' hanno portato qualcosa...grrr). Ebbene si, da oggi (pomeriggio, spero) ci trasferiamo nella nuova casa... colgo l' occasione per annunciare possibili intermittenze blogghesche! E già che ci siamo, incrociamo l' incrociabile per il trasloco della linea fastweb (se qualcuno avesse, per caso, brutte esperienze al riguardo... è pregato davvero di tacere), ma vedremo, qualcosa m' invento, promesso!!!

Lo strudel di Erika

Per il ripieno, con netto anticipo (meglio ancora se dalla sera prima), sbucciare due grosse mele, eliminare il torsolo e tagliarle a fettine sottili. Tritare piuttosto finemente una generosa manciata di noci e nocciole, unendo anche la buccia di un' arancia e di un limone bio. In una ciotola capiente, unire le mele, il trito, il succo dei due frutti, 1 cucchiaio abbondante di pinoli ed 1 di uvetta morbida, 2 cucchiai abbondanti di zucchero di canna (qui si va un po' a gusto) e, se vi va di replicare il mio tocco estemporaneo, anche due cucchiai di sciroppo d' acero (vi verrà una cremina leggermente caramellata, yum).

Per lo strudel, stendere la pasta sfoglia, spennellarla con del burro fuso, posizionare il ripieno su di una metà, richiudere sovrapponendo la metà libera, sigillando con cura i bordi, spennellare nuovamente col del burro fuso, spargere un po' di zucchero di canna sulla superficie, qualche pinolo qua e là e passare in forno già caldo a 200 gradi per circa 40 minuti.


venerdì 14 novembre 2008

La focaccia di Locatelli


A questo punto, mi sembra assolutamente doveroso piazzarvi davanti l'ennesimo carboidrato della settimana... e concludiamo (in bellezza) quello che è stato un indiscusso tour de force ad alto tasso insulinico, ecco! Dunque, la ricetta arriva dritta dritta da qui: per quanto mi riguarda, col capo chino e battendomi il petto in segno di maxima culpa, faccio presente che il signor Locatelli è sempre stato (soltanto) uno che, bè... fa le cose per bene (vedere formaggi & co.)!!! Invece, Giorgio Locatelli (che non c'entra assolutamente nulla coi formaggi... quelli fatti per bene) è un validissimo chef (italiano, s' era capito?!), insediatosi in quel di Londra dove, udite udite, stanno iniziando ad apprezzare il mangiar bene (e volevo vedere, con Jamie Oliver che fa da ministry of food). E quindi, tadaaan, arriva lei, la cucina italiana con tutto il suo seguito di chef in esilio, etc etc... Bene, quindi avevo ragione: Locatelli fa le cose per bene, eccome!!! Prendiamo stà focaccia... alt, preambolo: mai, mai e poi mai si sperimentano nuove ricette quando ci sono ospiti a cena, tanto più se di ricetta (al riguardo) ne hai già una ampiamente collaudata! Ma siccome, da stè parti, le regole, vabbè lasciamo perdere... diciamo che mi sono fidata di lei! E tirando le somme, si, contentissima di averlo fatto! Con questa ricetta sembra di avere a che fare con qualcosa di magico... la lievitazione in sè è già un po' magia (dai, non ditemi che non sbirciate sotto il panno per vedere che succede) e alla sottoscritta piace davvero un bel po' giocarci intorno... quindi, non potete credere (no, non potete) l' enorme figata di maneggiare (per modo di dire, in realtà non s' impasta per niente) questa sorta di crema densa che pian piano prende corpo, consistenza! Il risultato è pazzesco... una mollica che è uno schianto, la crosta salina, croccante... e come potete ben ammirare, una s' è pensato di farcirla (dopo la cottura) con della cicoria ripassata in padella (aglio, olio, peperoncino e olive in bonus), per l 'altra, invece, niente salamoia, giusto giusto una spennellatina, ma listarelle di radicchio e spicchi di camembert (che, avrete notato tutti, sa decisamente di verza... va da sè che abbinandolo alle verdure, mmm, un tutt'uno), poi pepe nero macinato al momento e vai con dio (...si può dire?)!!!


La focaccia di Giorgio Locatelli

per l' impasto:
250 gr farina manitoba
250 gr farina 00
15 gr lievito di birra fresco
225 gr acqua a 20°C
2 cucchiai olio d’oliva extravergine
10 gr sale

per la salamoia:
65 gr acqua a 20°C
65 gr olio d’oliva extravergine
25 gr sale (dimezzare se non amate l'effetto decisamente salino)

Mescolare tutti gli ingredienti della salamoia ed emulsionare con una forchetta fino ad ottenere un liquido cremoso, omogeneo, di colore verdolino. In una ciotola capiente, mescolare le farine e il sale, versare al centro l’olio e il lievito sciolto nell’acqua, mescolare bene il tutto con un cucchiaio, poi ungere la superficie dell’impasto (senza averlo impastato) con poco olio e lasciar riposare, coprendo la ciotola con un panno, per 10 minuti. Ungere poi una teglia da forno, riversarci l’impasto (che rimane molto soffice), ungere di nuovo la superficie (leggermente) e lasciar riposare per 10 minuti. Con il mattarello, partendo dal centro, stendere leggermente la focaccia, una volta verso il basso e una volta (sempre partendo dal centro) verso l’alto, senza premere troppo, in modo da non rompere le bolle d’aria che si stanno formando all’interno. Lasciar riposare per 20 minuti. A questo punto, con la punta delle dita, formare tanti buchetti sulla superficie dell’impasto, rimescolare la salamoia e versarla tutta sulla focaccia. Lasciar riposare di nuovo per 20 minuti. Cuocere a 220 gradi (forno già caldo) per 30 minuti o, comunque, finché la focaccia non risulterà dorata. Lasciar intiepidire su una griglia prima di servire.

giovedì 13 novembre 2008

I pizzicotti (o pizzicori) di sant' anatolia


Ricado (con massima voluttà) sul primo-piatto-numero-tre della settimana! Mah, il mio librone di cucina laziale lo classifica, appunto, tra i primi piatti, io a questo punto sarei indecisissima (vedere la luuunga lista di etichette affibiate)! Quello che so è che li ho trovati di uno sfizioso da non credere... non è che c' avrei scommesso su, però stranamente m' incuriosivano da giorni! Deliziosi, da proporre in una e più situazioni diversissime tra loro, dall'aperitivo in stile finger-food, passando per un primo piatto (infatti, le dosi indicate nella ricetta sono piuttosto abbondanti)... anche se, a dire il vero, proprio in quest' ultima veste ce li vedo pochino, ma è solo la mia opinione!!! Dicevo, librone di cucina laziale: mi sa tanto che sono incappata nel classico piatto pseudo-tipico, quello che conoscono più i turisti (quelli muniti di libroni gastronomici... e lì c'è sempre tanta pappa per allungare il brodo, si sa) che gli abitanti del luogo... almeno mio cognato, ieri sera, a parte il doveroso ammazza-che-bbboni... non li ha mai sentiti nominare, ecco! Ma, alla fin dei conti, cos' è che sono di preciso (siii, vi ho sentiti, datemi il tempo)? A metà strada tra una frittella di pasta cresciuta ed uno gnocco! E la vera chicca, indispensabilissima, è che si servono con le salsine più disparate: in origine un semplicissimo aglio-olio-peperoncino... nel mio caso, s' è deciso di sacrificare un deliziosissimo barattolino di pesto vermiglio (sgraffignato qui, che pigra che sono, pigra e golosa, brutta combinazione), anche perchè lui, il pestato, di finire sul solito crostino... non ne voleva proprio sapere!!!

Pizzicotti (o pizzicori) di Sant' Anatolia
per 4 porzioni

400 gr di farina 00
1/2 cucchiaino di zucchero
20 gr di lievito di birra fresco
4 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
ca. 200 gr di acqua tiepida
1 presa di sale


Sciogliete il lievito e lo zucchero in un pò d' acqua tiepida, versate il tutto sulla farina ed iniziate ad impastare aggiungendo, gradualmente, altra acqua fino a raggiungere una consistenza omogenea, ma ancora piuttosto morbida (se con i 200 gr previsti dalla ricetta, l' impasto dovesse risultare troppo sodo, aiutarsi con un po' d' acqua aggiuntiva). Verso la fine, aggiungete anche una presa di sale. A questo punto, coprite e lasciate lievitare fino al raddoppio (circa due ore). Quindi, riprendete l'impasto, rovesciatelo su un piano infarinato, sgonfiatelo e sbattetelo energicamente più volte. Portate a ebollizione abbondante acqua salata e tuffateci dentro i pizzicotti che si ottengono strappando pezzetti di pasta direttamente dall' impasto. Sono cotti non appena risalgono a galla, ma lasceteli comunque cuocere per qualche minuto prima di scolarli. Serviteli caldi, accompagnati da una o più salsine diverse (nel mio caso, pestato di pomodori secchi di cui sopra).

mercoledì 12 novembre 2008

Tonnarelli con funghi e gorgonzola

Al solito, si va a periodi! Settimane intere senza il benchè minimo accenno di primi piatti (e che cavolo, siamo italiani o cosa?!) e poi ecco che scatta, ancora, impetuosa, la solita-pasta-mania: due post di fila, tiè!!! Tanto per puntualizzare, non è che qui non si cucini la pasta, semplicemente si tratta molto spesso di cosine velocissime... tutto il giorno fuori, a pranzo un panino, non ci vedi più dalla fame, allora che fai? O te magni na' fiesta, naaa... oppure vai di spaghettino sciuè sciuè che però, da qui a pensare di fotografarlo, uhm!!! Ma per questi tonnarelli qui, diciamo che mi sono ben organizzata, ispirata, etc etc... Intanto il formato di pasta, adorabile, chi ama avvolgere (come me), ma anche ritrovare la callosità tipica dei formati corti, insomma... tonnarelli alè alè! Comprati al volo da Nicolini, che (fortuna mia) tra poco ce l' avrò giusto dietro casa (a proposito, sarei in fase di ri-trasferimento, quartiere mooolto più centrale, attrezzato...Talenti per la precisione): che dire, buonissimi, una consistenza perfetta!!! E già che ci sono, faccio un giretto al mercato rionale (sempre quello di Talenti, giusto per vedere com'è... wooow, soddisfazione massima, ve ne riparlerò sicuramente), ohhh cosa vedo, funghi pleurotus!!! Li amo particolarmente (si, amo parecchie cose, lo so, sto perdendo un po' di credibilità), sarà la forma, sarà il fatto che ti resta leggermente scrocchiarello, poi mooolto saporiti... insomma, per tutt' una serie di ragioni... mi dà dei pleurotus per favore?! Tutto il resto è gorgonzola (altro amore della mia vita), con il tocco pungente, decisamente accattivante dello speck... di quello buono (non i cubetti che vendono nelle vaschette...giusto per capirsi), voilà, guardate un po' se può andare...

Tonnarelli ai funghi, con crema di gorgonzola e speck arrostito
per due persone

200 gr di tonnarelli freschi
200 gr di funghi (pleurotus oppure porcini)
4 fettine di speck (sottili)
150 gr di gorgonzola dolce
1 spicchio d' aglio
4 cucchiai di latte
2 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
poco pecorino in scaglie
q.b. di sale e pepe nero

Pulire i funghi, tagliarli a listarelle non troppo sottili e cuocerli, a fiamma vivace, in una padella antiaderente (piuttosto ampia, servirà a saltare anche la pasta), con l'olio e lo spicchio d' aglio. Eliminare quest' ultimo non appena imbiondisce, quindi salare, pepare e tenere in caldo. Tagliare il gorgonzola a pezzetti e scioglierlo, molto dolcemente, in un pentolino con il latte: si dovrà ottenere una crema fluida, se occorre, aiutarsi con poco latte aggiuntivo. Scaldare una piastra e arrostirvi le fettine di speck in modo da renderle piuttosto croccanti. Cuocere la pasta in acqua bollente salata, scolarla al dente (sollevandola con una schiumarola e versandola direttamente nella padella con i funghi). Saltare energicamente (unendo anche un mestolo dell' acqua di cottura della pasta) così da insaporire e legare il tutto. Vesare la crema di gorgonzola a specchio nei piatti da portata (fondi), continuare con la pasta ed ultimare, quindi, con qualche fungo, tranci di speck arrostito e scaglie sottili di pecorino. Ancora una macinata di pepe e servire immediatamente!

martedì 11 novembre 2008

Lasagne di phillo, broccolo e ricotta


Dunque, in ordinato disordine: morbide (al punto da risultare cremose), gustose (ci scappa il mmm ad ogni boccone, avete presente?!), alternative (a meno che non siate soliti cenare con gente che esce trionfante da Castroni, magari con l'ultimo sale arrivato da non so dove... come qualcun altro, più normale, se ne uscirebbe con le ultime Manolo Blahnik felicemente ai piedi). Poi, sfiziose (con quelle sfoglie scrocchiarelle lasciate appositamente scoperte...), anche leggere (???)... bè non c'è besciamelle e pare che tanto basti (un po' come mettere lo yogurt nei dolci)!!! Per quanto mi riguarda, commensali vegetariani, broccolo in standby... ma diciamo pure un' ottima scusa per bissare queste lasagne (già testate con la sfoglia classica) che, giuro, sono davvero uno schianto! Crema di broccolo e pecorino, non so se mi spiego, ricotta di pecora (non so se...), per il resto fate un po' voi, sfoglia fresca all' uovo, pasta phillo (se siete tra gli eletti)... nel secondo caso, otterrete un risultato un po' diverso, più leggero (non chiedetemi perchè, credo valga sempre la regola dei dolci allo yogurt), più totalitario (tota che?)... nel senso che la phillo diventa quasi un tutt' uno con la crema di broccolo, il che potrebbe anche trasformare la cosa in un sorta di tortino... giustappunto, qualcuno chiedeva se, per caso, avessi usato la pasta solo per foderare lo stampo, qualcun altro, più risentito, addirittura chiedeva... ma amore, non dovevi fare le lasagne?! Sgrunt... certe volte verrebbe (quasi) voglia di passare alle Manolo!!! Meno male che c' erano anche tutti gli altri, ehssi, quelli impegnatissimi a fare mmm!!! A proposito, avrei definitamente dilapidato gli acquisti effettuati in quel di Castroni: le varie Paola & co. farebbero bene a farsi avanti... che sarebbe davvero simpatico andare a fare shopping tutte insieme allegramente, un volta nella vita, questa vita, spero! :-) intanto, cominciate a tenere d' occhio questa data (tanto per essere anche un po' mondani)...


Lasagne di pasta phillo con broccolo e ricotta
per 4 persone

10 fogli di pasta phillo (oppure 250 gr di sfoglia fresca)
1 broccolo grande
500 gr di ricotta di pecora

100 gr di pecorino
grattugiato
1 cucchiaino di cumino
macinato
1 pizzico di noce moscata grattugiata
ca. 50 gr di burro
fuso
olio extravergine d' oliva, sale e pepe

Pulire il broccolo, dividerlo in cimette e cuocerle a vapore per circa 10 minuti. Metterne qualcuna da parte, quindi, passare tutto il resto al mixer, unendo anche la ricotta, una generosa presa di pecorino, il cumino, la noce moscata, un cucchiaio scarso d'olio, sale e pepe quanto basta. Frullare il tutto fino a ottenere un composto omogeneo. Imburrare una teglia, posizionarvi sul fondo due fogli di pasta phillo, (questo tipo di sfoglia va spennellato leggermente di burro, sfoglia per sfoglia, se si utilizza la sfoglia fresca, bisognerà prima sbollentarla e lasciarla poi sgocciolare su un canovaccio pulito). Stendere uno strato (sottile) di crema di broccolo sulla sfoglia, spolverare generosamente con altro pecorino e continuare in questo modo fino ad esaurimento degli ingredienti. Terminare con due sfoglie di phillo (ricordandosi sempre di spennellarle con il burro), le cimette di broccolo messe da parte, abbondante pecorino grattugiato, coprire con un foglio di carta alluminio e cuocere a 180 gradi per circa mezz' ora. Eliminare, quindi, la carta e lasciar gratinare per qualche minuto (la superficie dovrà risultare dorata). Far riposare per circa 15 minuti prima di servire (inutile dire che fatta raffreddare quasi completamente e, poi, riscaldata un po'.... inutile no?!).

lunedì 10 novembre 2008

Di noci e pistacchi!


Consiglio spassionato: non lasciate mai che la vostra domenica scorra pigramente, così, senza produzione alcuna! L' amara conseguenza sarà una colazione (quella importantissima del lunedì mattina)... ehbbè... ancor più triste del dovuto, sig+sob!!! Armatevi di quel briciolo di buona volontà che occorre (...e per certe cosine buone buone ne basta davvero poca, ok, ancor meno per scendere al forno sotto casa, lo so, ma io devo pungolarvi, altrimenti...) e impegnatevi a sfornare qualcosa di dolce, coccoloso, consolatorio... ma poi, che c' avrete mai da fare tutto il pomeriggio?! E soprattutto, fate in modo che ne avanzi un po' per la colazione (seeempre quella del lunedì)!!! Ehm, se avete un marito (ma è solo un esempio) influenzato costretto a casa per tutta la domenica, mentre voi andate un po' in giro perchè, tra l' altro, sono venuti i genitori a trovarvi... amore come ti senti? io torno tra un po'... tranquilla, fai con calma, guardo un po' la tv, mangio i dolcetti... come, tuuuttiii??!! :-) Bene, a questo punto scapperei, risucchiata dal consueto turbinio incontrollabile (si, è lunedì, non c' è dubbio). Ooppss, dimenticavo: provateli stì dolcetti, noci+pistacchi, l' entusiasmo del finalmente-ho-trovato-i-pistacchi-senza-sale è in forte ascesa (e si vede), anzi, dovrei anche passare a riprenderli (cavolo, spazzolati in un niente, pufff)!!! Quanto ai dolcetti, giuro, li preparate in un attimo... profumati, buonissimissimiiii, umidini, confortanti, eh, guardate un po' come sto?!

Quadrotti noci e pistacchi
per circa 12 pezzi

30 gr di burro
90 gr di farina

150 gr di zucchero di canna

70 gr di gherigli di noce
50 gr di pistacchi sgusciati (non salati)
2 uova
1 pizzico di lievito per dolci
1 pizzico di sale

q.b. di zucchero a velo vanigliato


Tritte grossolanamente le noci ed i pistacchi. Foderate una teglia rettangolare/quadrata (piuttosto piccola) con un foglio di carta alluminio e spennellate quest' ultima con il burro fuso (base e pareti). Rompete le uova e battetele leggermente. Riunite la farina, lo zucchero, il lievito setacciato, il sale e la frutta secca. Mescolate bene ed unite le uova. Continuate a mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo, mediamente fluido. Versatelo nella teglia (circa un dito di altezza), livellate bene e cuocete a 180 gradi (forno già caldo) per 20 minuti. Quindi, sfornate, lasciate raffreddare completamente, quindi capovolgete il tutto su un foglio di carta da forno, staccate il foglio d' alluminio, spolverizzate il dolce con lo zucchero a velo, porzionate e servite.

Consiglio: lasciateli qualche ora in frigo prima di servirli, giuro che acquistano notevolmente!!!

sabato 8 novembre 2008

Al grottino, in quel di sacrofano...


...della serie, comunicazione di servizio, ovvero post di pubblica utilità, in vista della domenica che incombe: se siete dalle parti di Roma e dintorni, anche molto-dintorni, perchè no, la gita fuori porta, la campagna... zac, segnalazione!!! Ristorantino da amare, in pieno borgo medievale (la passeggiata post-abbuffata avrà un non so che di suggestivo, a tratti inquietante). Struttura decisamente rustica, divisa in ambienti più o meno grandi, più o meno appartati... se avete fortuna (riservate mi raccomando, soprattutto nel weekend), vi sistemeranno in una bella stanzetta tutta per voi!!! Poi, giusto il tempo di dire ohhhh, col fiaschetto di vino rosso bello pimpante al centro del tavolo (sono cose che contano, mettono di buon umore), ecco che s' aprono le danze: menu fisso signore e signori! Non so voi, a me piace (ogni tanto) lasciar fare a loro... essere sollevata dall' incombenza della scelta, l' indecisione, l' invidia per il piatto del vicino che come l' erba... Lì si mangia quel che c'è, anche se in linea di massima hanno una sorta di copione ampiamente collaudato! Entrée: salumi (tra cui un capocollo umido fino a farti piangere, mentre sei lì ad allungarti verso l'ennesima, necessaria, fetta di pane condita e abbrustolita) e verdure, con qualche chicca divertente tipo la cremina di funghi (sempre perchè quel pane abbrustolito lì...)!!! I primi, sissi plurale... vassoi con assaggi vari (porzioni umane, al limite dell' umana decenza), menzione speciale (summa cum laude) per delle farfalle agli asparagi selvatici, mantecate in un qualcosa che assolutamente non poteva essere, sic et simplicter, panna! Troppo piacevolmente pungente, tipo robiola, ecco. Si continua... a ritmo sostenuto, tutti gentili, precisi, ma di certo non si sta lì a sbirciare famelici il piatto del vicino... a parte che noi, oggi, eravamo accomodati nella stanzetta di cui sopra :-) Misto alla brace (specialità, tadaaan), qui laude per del fegato di maiale che, normalmente, m' avrebbe suscitato una sorta di ghhhhhhhh... al solo pensiero! Invece, immaginate una sorta di foie gras, rosso, con una sottile crosticina profumata di brace, nà roba!!! Ah, non provate minimamente a glissare sulle patate, quelle cotte alla brace!!! Happy-end, caldarroste e dessert, biscotti sul genere cantuccio, tocchetti di crostata (invece della frolla, una sorta di focaccia dolce)... ma tutto considerato, direi che la menzione se la merita quel delizioso vino liquoroso che ti servono con una vaga punta d' orgoglio, giustamente!!! Magari evitate il caffè (così mi dicono dalla regia, dopo pranzo non lo prendo quasi mai)... e concentratevi, piuttosto, sui 35 euro a testa!!! Alla luce del famigerato rapporto qualità-prezzo-servizio-ambiente, azzardo che s' è pagato poco (tutto incluso): è la loro filosofia, bravi!!!

Ristorante al grottino - piazza xx settembre, 9 - 00060 sacrofano (rm)
tel. 06 9086263 - chiuso il lunedì

venerdì 7 novembre 2008

Zuppa, tortino, lasagnetta, sformato... di spinaci!!!


Non è soltanto quel che sembra!!! Voglio dire, non è (soltanto) una necessaria re-masterizzazione di noiosi spinaci avanzati (seee, non l' aveva pensato nessuno?... va bè, l'ho detto io, ecco)! E se vi dicessi che, per reinventarli, mi sono ispirata ad un simpatico lavoretto visto e rivisto dalle parti di Jamie Oliver?! Uhm, a dire il vero, lui così ci fa pure la ribollita, comunque... tze, lo sapevo, eccoli là: ma possibile che, ogni volta, basta un nome altisonante per inchiodarvi a leggere?! :-) Sarò buona, vi parlerò di quest' idea davvero niente male... nel caso vi fossero avanzate delle verdure, ma soprattutto nel caso in cui voleste cucinarle appositamente per realizzare dei tegamini corrroboranti (rrrrrr), gusto e praticità, ad alto tasso di soddisfazione quindi!!! Tegamini dicevo: s' è detto di farli pratici, quindi immagino che suggerirvi di cuocere e mangiare nello stesso recipiente (monoporzione) mi faccia magicamente guadagnar punti, giusto?! Il tegamino va leggermente imburrato e riempito con fettine di pane leggermente raffermo, preferibilmente del tipo casareccio, alternandole a delle verdure già pronte (nel mio caso, spinaci sbollentati e ripassati in padella con aglio, burro, sale e pepe). Badate che le verdure siano un tantino lente, il loro sughetto servirà ad inumidire meglio il pane!!! Poi, tocchetti di formaggio... che se lo scegliete più sapido del solito è senz' altro meglio, per finire, una colata di uovo sbattuto (senza esagerare, dobbiamo solo legare un po'), magari con del parmigiano che ne dite?! Coprite i tegamini con fogli di carta alluminio e passate in forno a 200 gradi per circa 20 minuti. A questo punto, via la carta e proseguite la cottura per altri 5 minuti (con la funzione grill sarebbe proprio il massimo della vita). Bene, piatto fumante, rusticissimo effetto gratin, cucchiaio alla mano et voilà!!!

giovedì 6 novembre 2008

Gallinella ai pistacchi


Finalmente pesce! Ma quanto tempo era che non lo cucinavo? E non è nemmeno venerdì, tiè!!! Dunque, gallinella (noto anche come coccio, cappone o coccio-gallinella), niente a che vedere col noto volatile, è la gallinella di mare (appunto), un pesce buonissimo... poi 10 eurini al chilo, mica male! Un consiglio spassionato: se non siete costretti (come la sottoscritta) ad acquistare la tapinissima versione sfilettata (... ma in modo certosino eh, mica togli la lisca centrale e sei a posto, seee, ma dove???), vale davvero la pena prendere l' intero pesciolino così com' è, brutto come la morte :-) ma v' assicuro che cucinato a zuppa, col sughetto di pomodoro...mmm, inutile dire che ci scapperanno anche le linguine di contorno, inutile vero?! Come dicevo, problemino lisca: stò natante ne è davvero pieno... e bisogna tener conto che il bisteccone di casa è già tanto se mi mangia il pesce, per cui... Scusi, ma è sicuro che non ci sono lische, lì sui lati magari? No signò, nemmanco na' spina, garantito, lo pò dà pure al bimbo! Ecco, appunto! Fiuuuuuu, il pescivendolo aveva rgione e così ci siamo potuti gustare in tutta tranquillità questa ricettina davvero niente male, sfiziosa, gustosa, velocissima... ma uno che può volere di più, accidenti!!!

Filetti di gallinella (di mare) ai pistacchi
per due persone

2 filetti di gallinella (di circa 150 gr ognuno)
50 gr di pistacchi (non salati)
4 cucchiai di pangrattato
1 lime
olio extravergine d' oliva
sale e pepe

Preparare un' emulsione con il succo del lime, olio extravergine d' oliva, poco sale e pepe e lasciarvi marinare i filetti di pesce per circa mezz' ora (potete lasciarli interi oppure porzionarli in modo da ottenere dei tranci più piccoli e pratici da maneggiare). Tritare i pistacchi molto grossolanamente e mischiarli al pangrattato. Sollevare i filetti dalla marinata (senza sgrondare troppo), adagiarli sulla pantura, premendo bene in modo da far aderire il trito su tutti i lati. In una padella antiaderente, scaldare 2 cucchiai d' olio d'oliva e rosolarvi i filetti a fuoco medio, circa 2 minuti per lato (dipende dallo spessore). Far asciugare su della carta assorbente da cucina e servire ben caldo, magari con degli spinaci al burro.

mercoledì 5 novembre 2008

Involtini di pasta brick... a prova di monsone!

Fatelo!!! :-) Fate sempre una scorta di tutte quelle pratiche, versatili ed utilissime robine classificabili alla voce cibo-salva-tutti... che potrebbe sempre capitare il monsone di inizio novembre, trombe d' aria, smottamenti, allagamenti, pioggia battente, tuoni, fulmini... Questo è quanto accadeva, ieri pomeriggio, nella capitale. Dov' era la sottoscritta in tutto ciò? Ah bè, ero sulla Tiburtina (e dove sennò), l' incubo di ogni guidatore che si rispetti! Inchiodata lì per più di due ore, felice di avanzare di 2 cm scarsi, diciamo... ogni dieci minuti (scarsi anche loro)! Il tutto, con l' utopia di passare al supermercato prima di ritirare il maritino al lavoro. Speranza vana: s' è fatto tardissimo, anzi di più, niente spesa, il maritino che già aspettava da un pezzo, nervi non proprio rilassatissimi, però però... meno male che, io, l' avevo fatta! La scorta di robine salva-tutti, etc etc! Dunque, nella fattispecie, fogli di pasta brick (sottilissime sfoglie di pasta tipicamente marocchina, simile alla pasta phillo, ma più leggera e sottile, per reperirla provate qui). E vi spiego anche il come (...che nessuno rida): si spennella, si farcisce e s' arrotola! Se è la vostra prima volta, considerate che i primi due fogli serviranno per capire, un attimo, come maneggiarla stà cosina qui, con mooolta delicatezza e, soprattutto, badando bene di non annegarla con cucchiaiate di ripieno... ma si dai, le faccio belle ricche! No eh!!! Poi, in forno, giusto il tempo di mettersi comodi, asciugarsi un po', etc etc... ed eravamo già posizionati davanti alla tv! In questi casi non si scappa, cenetta distratta e filmettino easy, per tutto il resto, se ne riparla domani! E infatti domani, cioè oggi, va decisamente meglio: sole cocente... una via di mezzo nemmeno a parlarne, ehvabbè! Rientro trafelatissimo dal mercato rionale, meno male che il mio fruttarolo è un gentleman d' altri tempi: oltre ai vari amò, tesò, viè che te faccio assaggià, dimme tutto, stò qua apposta pe' te... bè, mi porta pure la spesa a casa!!! Le donne, tutte prese a scegliere, imbustare... mica ci pensano che, poi, tocca farsela a piedi!!!! Ah, ho preso le prime clementine, emozioneeee!!! In effetti, l'assaggio riguardava proprio loro visto che io con le primizie... e so' pure italiane, ahooooo!!!

Involtini di pasta brick con crema di rucola e pinoli

Per la crema:

2 mazzetti di rucola
50 gr di parmigiano (grattugiato)
80 gr di ricotta fresca
1 cucchiaio d' olio extravergine d'oliva
1 manciata di pinoli tostati
1 pizzico di fior di sale

Unire tutti gli ingredienti e, con l' aiuto di un mixer, ridurre in crema (il risultato dovrà essere piuttosto denso e compatto, non come un pesto).

Per gli involtini:

Separare delicatamente i fogli di pasta brick, spennellarli con dell' olio d' oliva, posizionare un cucchiaio di crema su un lato, vicino al bordo, chiudere la sfoglia a mezzaluna, ripiegare le due estremità verso il centro, così da formare due triangoli, ripiegare il tutto sovrapponendo i due triangoli (sembra difficile... e un po' lo è, ma tenete presente che avete ben due sfoglie di pasta per esercitarvi). Procedere allo stesso modo con le altre sfoglie. Posizionare gli involtini su una teglia coperta da carta da forno e passare in forno caldo, a 180 gradi per circa 20 minuti... dovranno risultare dorati e croccanti.


martedì 4 novembre 2008

Crema di piselli, con la chicca!!!


La chicca sarebbero quei deliziosi cubetti di polenta... avanzata, abbrustolita e cubettata, ve ne avevo parlato no?! Già che ci sono, confesso che, puntualmente, me la faccio avanzare di proposito (vi ho detto anche del sandwich di polenta, quest' ultima da piastrare e sostituire alle classiche fette di pane? bene!). La polenta di noi altri insomma!!! Quanto alla cremina, bè, ricetta che merita, della serie che è talmente precisa (e buona) che non la cambio più! E poi, ha un certo valore affettivo, suggerita (a suo tempo) da una ragazza dolcissima conosciuta in rete, bravissima ai fornelli, brava brava brava, conservo ancora parecchie delle sue deliziose ricette (vegetariane, per altro)... e questa è, appunto, la sua crema di piselli, la crema di piselli di Chaky!!!

Crema di piselli
per 4 persone

700 gr piselli
olio extra vergine d'oliva
30 gr farina bianca
1 scalogno (o metà cipolla e metà aglio tritati)
1 litro brodo vegetale
pane in cassetta
pepe bianco e sale q.b.

Soffriggere lo scalogno con olio extra vergine ed aggiungere 1/2 litro del brodo vegetale, portare a bollore e versare i piselli, cuocendo per una quindicina di minuti. Formare una pastella con farina e olio q.b. e mantecare i piselli; porre in mixer e incorporare il restante brodo, frullare per alcuni secondi, aggiungere sale e pepe bianco q.b. Servire la crema omogenea calda o tiepida con crostini di pane/pancarre’, aromatizzati con olio,sale,prezzemolo e aglio tritati e poi tostati e, magari, un ciuffone di ricotta fresca. Se, poi, vi è avanzata della polenta...

lunedì 3 novembre 2008

Una mela (al forno) al giorno...


... ma chi l' ha detto che le mele al forno sono roba da ospedale? Il dopo-brodino sano e nutriente, uhm oggi mi sento un po' così, ah, ti faccio le mele al forno!!! Vi dico la mia: ok sulla storia del dessert sano e nutriente, ma provate un po' ad infilarci dentro, chessò, noci, pinoli, uvetta, miele, spezie, sciroppo d' acero (per chi era rimasto in attesa, della serie... ormai l' hai preso e voglio proprio vedere che ci fai). In pratica, uno strudel... senza la pasta-strudel, con la mela che fa da delizioso involucro per ciò che riterrete più opportuno! Questa è la mia versione, come si dice, my favourite! Prima di lanciarvi in esperimenti di sorta, magari, assaggiate e mi fate sapere! Già che ci sono, vi confido anche stà cosina pensata nel mentre si gustava (ah, non sottovalute la praticità e la velocità di questo dessert, mi raccomando): dunque, pensavo ad una pera, di quelle più tozze, come si dice nei miei luoghi natii, corte e chiatte... da svuotare, come si fa con le mele, appunto! All' interno, una colata d' irriverente crema di cioccolato che se ne sta lì, pronta a riversarsi sul piattino non appena s' intacca il frutto... quant' è irriverente!!! Ci penso!!!

La ricetta

Lavate ed asciugate delle mele non troppo mature (io, royal gala). Senza sbucciarle, eliminate il torsolo con l' apposito attrezzo (oppure con un coltellino e tanta pazienza), facendo leggermente pressione sui lati in modo da allargare un po' la cavità. Eliminata la parte centrale, ritagliatene la base e reinseritela a mò di tappo. Farcite l'interno delle mele con un composto a base di noci tritate grossolanamente, pinoli tostati, uvetta, una grattuggiata di cannella, chiodi di garofano, noce moscata, buccia d'arancia e di limone, il tutto ben irrorato da rivoli di miele (io, quello di castagno). Lasciar colare del miele anche sulla buccia esterna. Per finire, versare un cucchiaio di sciroppo d' acero su ogni mela, posizionarle una accanto all' altra in un teglia da forno e cuocere a 180 gradi per circa 30-40 minuti, dipende dalla grandezza delle mele (dovranno risultare decisamente morbide, ma non stra-cotte). Lasciar intiepidire in forno spento, irrorando nuvamente con il liquido caramellato finito sul fondo della teglia. Si servono tiepide oppure a temperatura ambiente (c'è anche chi le mangia fredde di frigorifero, magari in estate). Se preferite, accompagnatele con una quenelle di mascarpone vagamente dolce, yogurt greco lavorato con un po' di miele, panna acida oppure, perchè, no, con una pallina di gelato al cioccolato o alla vaniglia :-)


domenica 2 novembre 2008

Picnic !!!

No no, nessuna scampagnata, colazione al sacco, etc etc... Picnic è il forno-bar-tavolacalda-pizzeria apparso sul nostro cammino spensierato, quello tardivo del sabato mattina, col classico brontolio gastrico dell' ora di pranzo che ti spegne ogni incertezza sul da farsi! Entriamo! Vetrin-ona a 'elle' con, nell' ordine, dolci (a Roma va tantissimo la crostata o sbaglio?!), pani, focacce, pizzette, supplì, piatti del giorno... bè, vedere tutto ciò col brontolio gastrico di cui sopra, devo dire, mette una certa gioia dentro!!! E ancor di più, il fatto di essere accolti da un signore anzianotto, visino buffo, troppo simpatico (il gemello di lino toffolo, per forza) che proprio non vede l' ora di darti da mangiare... famo tutto noi eh, c' abbiamo il forno dillà, questi li avemo sfornati mezz' ora fa, tocchi tocchi, senta che morbido! Focalizziamo l'attenzione sul settore panini, pizzette... signò, questi so bbboni sà, ma se vuole provà i fagioli con le cotiche e la salsiccia, so nà bomba! Irremovibili :-), restiamo sulle nostre pizzette e alla fine assaggiamo, alla rinfusa: trancio di focaccia con bieta e cicoria ripassate in padella, una cosa da svenire lì sotto il tavolo, pizzetta rossa ai funghi, supplì... perchè che fai, non provi il supplì? A proposito, chi è il re dei supplì a Roma? Sono tutta orecchie! Bè, a dirla tutta, mio marito opta anche per un cazzotto (le ciabattine bianche le chiamano così), farcito con mozzarella e prosciutto... ma lui è totalmente privo di curiosità gastronomica, è una battaglia persa!!! Bene, sazi, felici e contenti, un conto assolutamente equo, esattamente quello che t' aspetti! Dimenticavo, visto che lì il pane era davvero buono, pensiamo di fare anche un po' di spesucce per la sera: quindi, baguette al volo (quella che lino toffolo aveva sfornato mezz'ora prima), qualche cimbellina al vino, sempre della serie... e che fai, non assaggi le ciambelline?! Ah, col caffè ci offrono un assaggio dei loro bruttimabuoni al cioccolato... insomma, tutto questo per dire che se vi ritrovate a Roma, affamati, dalle parti di san giovanni...


Picnic - forno, bar, tavola calda, pizzeria - via acaia, 33/35 (ang. via satrico) - roma - chiuso il lunedì - tel. 06 70495738