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lunedì 12 aprile 2010

Babà rustico

Tempo di picnic all'aperto, di gite fuori porta, di brunch in terrazza, di festicciole in giardino, di primissime e timide puntatine in spiaggia... ma se anche la sfiga non dovesse consentire nessuna delle amabilissime situazioni appena elencate, voi intanto impastate. E poi a seguire, invitate gli amici che vi stanno più a cuore e regalatevi una serata di quelle lente e sornione, fatte di chiacchiere leggere e protratte all'infinito, bicchieri che si riempiono e svuotano senza più riuscire a tenerne il conto and last but not least... di babà rustico! Che, inutile dirlo, s'affetta più che volentieri e davvero senza ombra di ritegno. E che buono com'è richiede soltanto semplici salumi di accompagnamento e giusto qualche verdurina grigliata che, devo dire, ci sta dannatamente bene, soprattutto se magari fate prima uno strato di ricottina salata... insomma, sarei qui a sperimentare opzioni golose, chè in fin dei conti sarei pur sempre in vacanza!!! :))

Babà rustico

per uno stampo a ciambella da 26 cm di diametro

250 g di farina 00
250 g di farina manitoba
(oppure due patate medie, lessate e schiacciate)
4 uova
120 g di burro morbido
120 g di zucchero
200 ml di latte
2 cubetti di lievito di birra fresco (50 g)
1 cucchiaino di sale

per farcire:
150 g di salame napoletano in una sola fetta
150 g di mortadella in una sola fetta
150 g di emmental a dadini
150 di provolone semi-piccante a dadini
4 cucchiai di pecorino romano grattugiato

per lo stampo:
burro e farina q.b.

Mescolate le farine con il sale (se utilizzate le patate, aggiungetele insieme al resto degli ingredienti), unite il lievito sciolto nel latte con lo zucchero ed iniziate ad impastare. Unite anche le uova leggermente sbattute ed il burro. Continuando ad impastare, incorporate anche i salumi tagliati a cubetti ed i formaggi: dovrete ottenere un panetto omogeneo, ma più umido e morbido di un normale impasto per pizza. Posizionatelo direttamente nello stampo già imburrato ed infarinato, coprite e lasciate crescere al caldo fino al raddoppio (in genere, almeno due ore). Infornate a 180 gradi (forno già caldo) per 40-45 minuti, dovrà risultare gonfio e dorato. Sfornate e lasciate intiepidire prima di porzionare e servire.

martedì 6 aprile 2010

Torta di formaggi piemontesi


Sopravvissuti alla Pasqua e magari anche a tutto il resto (io puntatina a Lisbona, voi?:)), si riaprono le danze culinarie con una ricetta assolutamente immediata e distensiva, per di più fatta d'ingredienti interscambiali e quindi ascrivibile alla sezione "ricette semplicissime ed estremamente furbe", di quelle che ci fanno pure un po' da svuota-frigo... e quindi ecco come ti riciclo la ricotta che doveva diventare la pastiera numero 1.234 e invece sul più bello, chissà perchè, ho preferito rinunciare! :)) E come si suol dire in questi casi, a grande richiesta: un blog, il mio, che sta diventando una sorta di appuntamento del day-after, il giorno prima assaggi ed il giorno dopo, se ti va, ti cerchi pure la ricetta. Trattasi di torta salata preparata proprio di recente per una degustazione di vini Cascina delle Rose, per cui formaggi rigorosamente piemontesi ed un risultato devo dire altamente stuzzicante, acclamato a gran voce da un bel po' di amici... come dicevo appunto: ehi, ma questa qui la trovo sul blog? :)) Per l'involucro esterno, lascerei volentieri la ricetta dell'adorata pasta matta, leggera e docilissima da maneggiare (quella che una volta che la provi, non la molli proprio più), ma aggiungiamo la nota che, in casi di pigrizia estrema, andrà benissimo anche della pasta sfoglia fresca, già pronta! Fateci sapere. ;-))

Torta di formaggi piemontesi

per la pasta:
250 g di farina 00
100 ml di acqua
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale

per farcire:
250 g di robiola
250 g di gorgonzola morbido
1 manciata di olive verdi
2 uova
sale e pepe

Impastare tutti gli ingredienti della pasta fino ad ottenere un panetto morbido, compatto e non appiccicoso (aggiungere l'acqua un po' alla volta fino a raggiungere la giusta consistenza). Avvolgere il tutto nella pellicola da cucina e lasciar riposare per almeno 30 minuti. Intanto, lavorare i formaggi con le uova ed un pizzico di sale e pepe, fino ad ottenere un composto cremoso ed omogeneo. Stendere la pasta con il mattarello ad uno spessore di circa 2-3 mm, cercando di ottenere un rettangolo. Stendere la crema di formaggi su metà rettangolo (considerando il lato lungo), completare con pezzetti di olive (chiaramente denocciolate), richiudere a mò di strudel sigillando bene i bordi (passateci sopra i polpastrelli leggermente inumiditi), praticare delle incisioni con la lama di un coltello (così da lasciar fuoriuscire il vapore che si formerà all'interno durante la cottura) ed infornare a 200 gradi per circa 30 minuti o comunque finchè la pasta non risulterà perfettamente dorata e croccante. Lasciar raffreddare completamente prima di porzionare e servire poi a temperatura ambiente... magari con un buon calice di barbera.

venerdì 26 marzo 2010

Finger food di uova e asparagi

Odio il piglio spumeggiante da spot pubblicitario ma... voi, stò cosino qui, come lo vedreste tra gli antipasti di Pasqua? :)) Tranquilli che (come spesso accade) non ci siamo inventati proprio nulla di nuovo, si tratta più che altro di un giochino laborioso per far lavorare anche un po' il cervello (e quindi la noiosissima Nicole Kidman ed il suo ancor più noioso brain training... ci fanno un baffooo!!!:)): uova ed asparagi insieme sono ormai cosa ben nota, io stessa li avevo proposti anche così ed ora che ci penso... ci sarebbe in lista una versione più da primo-piatto, con il tuorlo rassodato e tritato, poi lo scalogno (assolutamente senza panna, ma perchè con gli asparagi si tende sempre a pasticciare troppo? mah:)), ehm, rubata quella volta che all'area-cani si regalavano ricette (e orecchie discrete e sempre attente se ne stavano lì e non si perdevano nemmanco una virgola:)). Ad ogni modo, stavolta mi piaceva provare a rigirare un po' la frittata, l'uovo come attore protagonista (e pure come contenitore:)), magari per provare a trasformare il classico antipastino pasquale (con le uova sode ripiene, la maionese, ecc ecc...) in un qualcosa che è vecchio come il cucco, eppure anche nuovo all'apparenza. Poi stuzzicante e, udite udite, perfino leggero! ;-)

Finger food di uova e asparagi

4 uova biologiche
150 g di asparagi freschissimi* e già puliti (per vedere come si fa, cliccate qui)
*conservate le punte per farci la pasta oppure un risotto
1 cucchiaio di pinoli tostati
1 cucchiaino di pecorino grattugiato
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
sale
pepe

Tagliare gli asparagi a tocchetti e cuocerli in acqua bollente e salata per circa dieci minuti. In una padella antiaderente, scaldare un filo d'olio, rosolarvi l'aglio, eliminarlo non appena imbiondisce e unire gli asparagi con un po' della loro acqua di cottura: lasciar insaporire, a fiamma media, per circa dieci minuti. Rassodare le uova, raffreddarle sotto acqua corrente e sgusciarle. Dividerle a metà, estrarre delicatamente i tuorli e versarli, insieme agli asparagi e tutto il loro condimento, nel boccale di un mixer. Unire anche il pecorino, i pinoli, un pizzico di sale e pepe e tritare fino ad ottenere una cremina densa. Con questa, farcire i bianchi d'uovo, coprire e conservare al fresco fino al momento di servire.

giovedì 25 marzo 2010

Stuzzichini con mortadella e ceci


Ode alla mortadella, ma di quelle da aprirti lo stomaco anche nel bel mezzo della mattinata... ah sì ecco, appunto! :)) Una dissertazione sentita ed appassionata, ma anche un monologo che potrebbe protrarsi fino a domani, se non fosse che domani è un altro giorno e magari uno s'aspetta come minimo un altro post (esosi!!!:)). Amo la mortadella, se c'è da scegliere... scelgo lei, e senza nemmeno pensarci due volte (tra l'altro segnatevi questa: la mortadella al tartufo di Roscioli, yuuum)! Forse per un retaggio dell'infanzia, come dire, tirata su a "pane e mortadella" e sull'argomento i nutrizionisti si tappassero pure le orecchie, ma... venuta su benissssimo!!! :)). Senza contare l'adolescenza: le uscite pomeridiane con le amiche (o quelle con i primi fidanzatini... ammazza, ma quanti anni c'ho?!:-O), rigorosamente scandite dagli orari del forno di paese perchè la merenda era, appunto, pane caldo e mortadella! Senza alcuna possibilità di appello, niente di niente, e devo dire che stà cosa me lo son portata dietro proprio alla grande. Vabbè oggi, oltre a piacermi (sempre, comunque, da morire, mmmm:)), mi diverte parecchio giocarci intorno: la farcitura ideale per gli involtini di carne, le verdure al forno, passando per un bel paninozzo gourmet! E a conti fatti, è il salume tutto sommato più economico, ovviamente senza considerare nemmeno tutta la categoria mortadella=agglomerato di scarti vari, glutammato, aromi artificiali e quant'altro... ma imponendoci sempre e comunque la qualità (ma solo perchè è salute)! Aneddoto di vita di quartiere: ieri al supermercato, una signora di mezz'età avanza la seguente richiesta al tipo del banco salumi... "che per favore me fa mezz'etto de mortadella quella buona, fina fina eh". Mezz'etto, primissima volta che mi capita, giuro! Del resto se ne parlava giusto qualche giorno fa, di quel "poco ma buono" che per forza di cose sta diventando il trend del momento, almeno tra quelli che a mangiare cibo spazzatura proprio non ci stanno! E giusto per 'farmi perdonare' il San Lorenzo dell'altro giorno, che ovviamente non fa parte della quotidianità (almeno, non della mia sicuramente... mentre la mortadella da paninozzo gourmet decisamente sì)... sappiate che persino al Todis (ancora stò Todis lo so, ormai è una specie di missione la mia, stilare la spesa perfetta firmata discount di fiducia), curiosando tra i vari salumi di qualità pressocchè infima (va detto!), a ben guardare, scannerizzare e selezionare, oltre ad uno speck igp della valtellina da applauso, guardate bene che dovrebbe esserci pure una certa mortadella di bologna... e poi fateci sapere! :)) Per la ricetta del giorno, un'(altra) ennesima scemenza che potrebbe però salvare più di un aperitivo o spuntino goloso che sia, con i ceci ridotti in purea, sempre perchè l'abbiamo visto fare al caro Bonci di Pizzarium e se ne avete voglia (e sempre perchè lo fa Bonci:)) anche con del baccalà appena scottato al vapore. Viva la mortadella! :))

La ricetta
La farcitura è puramente indicativa, divertitevi tranquillamente con quel che vi passano frigo e dispensa e se esce una cosa buona, magari fatecelo anche sapere: nel mio caso, un rettangolo di pasta sfoglia fresca, interamente spalmato con la purea di ceci (ceci lessati e frullati, conditi con un pizzico di sale e pepe ed una lacrima d'olio extravergine d'oliva) e sottilissime fette di mortadella a coprire il tutto. Partendo dai due lati più lunghi, ripiegate i lembi di pasta sfoglia verso l'interno, un po' alla volta, in modo da avere più sfoglia sovrapposta. Alla fine, i due lembi combaceranno tra loro, sovrapponeteli e conservate al fresco per mezz'ora. Quindi affettate (ad uno spessore di circa due dita), sistemate su di una teglia coperta da carta da forno e cuocete a 180 gradi per 20 minuti: dovranno risultare perfettamente dorati.

P.S. avreste preferito che la spiegazione della sovrapposizione dei lembi di sfoglia, uhm, fosse stata fatta magari in italiano? :)) Bene, facciamo che è tutto documentato qui, buon divertimento! ;-)

venerdì 12 marzo 2010

Frittata di albumi


Premessa: una valaaanga di abumi da riciclare! In realtà mi sentirei anche un po' colpa visto che, dopo aver mobilitato l'intero mondo facebook-iano, twitter-iano e chi più ne ha, più ne metta - aiutooo, chi mi aiuta a smaltire tutti stì albumi? - diciamo che tra un raffinato macaron, una sontuosa pavlova ed un difficilissimo soufflè (ehbbè, nessuno è perfetto), è finita che abbiamo fatto la solita frittata! Fermi tutti, è una frittata di soli albumi, con quel tocco di erbette, quel tocco di Grana grattugiato, quel tocco di pangrattato e... quel tocco di zenzero che fa sempre la differenza! Vabbè dai, giochino di parole servito decisamente su di un piatto d'argento per introdurre la dritta (anzi, il tweet:)) della cara maestrina torinese e ricordarsi di annotare il tutto con la seguente didascalia: affettare un po' come viene, avvolgere nei tovaglioli di carta oppure, ancora meglio, schiaffare tra due fette di pane casareccio e mangiucchiare trucemente davanti alla tv. Per gli animi più teneri, porzionare con minuzia a dir poco certosina, guarnire con una fettina di salmone affumicato ed un ricciolo di crème fraiche (molto più banalmente, philadelphia o roba simile... e mi torna in mente il meraviglioso panino da spiaggia con frittata e formaggino, yum) e servite per quel famoso aperitivo... con quel famoso tocco in più! ;-)


Frittata di albumi

400 g di albumi (circa 12 albumi)
2 cucchiai abbondanti di Grana grattugiato

2 cucchiai di pangrattato
1 cucchiaio di erbette miste tritate
2 cucchiai di latte

1/2 cucchiaino di lievito per torte salate
sale (io, un pizzico di fior di sale all'aceto Bembo:))
e pepe


Con una frusta elettrica, lavorare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto spumoso. Scaldare leggermente una padella antiaderente (circa 20 cm di diametro), ungerla con un tovagliolo imbevuto d'olio d'oliva e versarvi il composto. Cuocere su entrambi i lati a fiamma media (per capovolgere, aiutatevi con il coperchio di una pentola oppure con un piatto) e servite appena tiepida oppure a temperatura ambiente.

giovedì 4 marzo 2010

Crescentine bolognesi


Risolviamo subito l'enigma: se siete a Bologna, mangerete sicuramente le crescentine, ma se vi spostate verso Modena/Reggio Emilia, provate pure a cambiare l'ordine degli addendi, il risultato non cambia per niente, ma il nome sì. Ed ecco che la crescentina vi diventerà lo gnocco fritto di 'loro' altri. Ed unitamente alla torta di riso, è stata senza dubbio una delle 'scoperte' del bolognese che ho amato di più, proprio dal profondo intendo: è una frittura, ma asciutta e fragrante, perfetta per un antipasto/aperitivo con i loro meravigliosi salumi... e per 'non' tacer dello squacquerone! E quindi, esattamente com'è stato per la torta di riso, anche le crescentine dovevo assolutamente provare a rifarle una volta tornata a casa (chè si viaggia per quello no?!:)). Precisazione: la foto è stata scattata al desco della trattoria Lambertini a Pianoro (eh, classico posto che se ti ci accompagna un bolognese doc bene, altrimenti stai fresco che ne scopri l'esistenza, oltretutto è anche un po' fuori mano... grazie Valentina:)), ma la ricetta allegata qui in basso è stata ovviamente collaudata nella cucina di casa mia... solo che confidavo sinceramente in una-due crescentine lasciate lì da parte per la foto del giorno dopo, in tutta tranquillità, con la luce del sole ecc ecc. Vabbè, in attesa del prossimo giro di frittura alla bolognese, intanto lascerei la ricetta... e poi magari mi dite se non vengono esattamente come quelle della foto! ;-)) Baci.

Crescentine bolognesi
ricetta di Il mondo di Luvi

500 g di farina 00
25 g di lievito di birra fresco
17 g di sale grosso
125 g di acqua
50 g di latte
75 g di panna fresca
1/2 cucchiaino di miele

500 g di strutto per friggere (io, olio extravergine d'oliva)

Far bollire l'acqua con il sale grosso, versarla in una ciotola capiente aggiungendo anche il latte, la panna ed il mezzo cucchiaino di miele. Aspettare che intiepidisca ed aggiungere il lievito di birra avendo cura di scioglierlo completamente. Unire la farina ed iniziare ad impastare (ho fatto tutto con la planetaria): otterrete un impasto liscio ed abbastanza compatto. Coprirlo con una ciotola di vetro e lasciar riposare per circa un'ora. Stendere quindi con il mattarello, ricavando una sfoglia non troppo sottile (circa 2-3 mm), senza aggiungere altra farina. Ritagliare la sfoglia in modo da ottenere delle losanghe (oppure dei quadrati), scaldare lo strutto in una padella di alluminio e friggere su fiamma abbastanza alta (basteranno pochissimi minuti per lato: le crescentine dovranno gonfiarsi e prendere un bel colore dorato). Man mano, scolare e tamponare con carta assorbente da cucina. Servire immediatamente (senza nemmeno aggiungere il sale!).
Ideali per accompagnare un antipasto a base di salumi, formaggi e verdure sott'olio.

mercoledì 3 febbraio 2010

Idea buffet? :))

Piccoli cake (tortini... null'altro:)) salati, fatti di polenta, salvia e prosciutto crudo , nel caso servisse una nuova idea da buffet! Buffet, che poi a me già la parola stessa evoca le lunghe tavolate, con gli immensi vassoi di pizzette alla mozzarella gommosa, i panin-elli con prosciutto cotto e sottiletta... ecco, magari idea-aperitivo fa molto più figo, se non fosse che Vs Precisina detesti ormai fortemente un po' tutta la categoria. Piccolo sfogo: si tratta puntualmente di scegliere il gastro-intrattenimento per gli ospiti di turno, come dire, mentre la cuoca (in quanto persona addetta allo spignattamento) è ancora presa dagli ultimi colpetti di gas e quant'altro. E quindi nulla, la cuoca si scervella, organizza crostini, patè e verdurine da gestire in totale libertà ed autonomia, della serie "inziate a darvi da fare che io arrivo subito", appunto, alla fine arrivo, con il primo (piatto) già bello e fumante... ed il famoso aperitivo che invece se ne sta lì, intatto ed assolutamente inviolato... tse, troppo carini e gentili per iniziare senza di me. E quant'è dura certe volte sferrare il primo boccone! Indi va così, aperitivo bruciato, impaccio totale del non sapere più cosa farci, crostini e patè ormai incastrati tra il primo e il secondo... per cui vabbè va, idea buffet! :)) Con estrema coerenza, firmati puntualmente Donna Hay (ma solo perchè avrei ricevuto missiva dal buon Jamie con cui mi si avvisava che prima del 25 marzo niente rivista, ma l'addebito sulla carta di credito sì! Poi il nuovo numero Donna Hay, boh, qualcuno ha visto il postino? Ed anche perchè avremmo realizzato che la stragrande maggioranza delle ricette donna hay consistono molto semplicemente nel ficcare gli ingredienti in un mixer da cucina, frulla frulla e avete già quasi fatto, per cui..:)). E vedrete che si tratta di tortini che, in fondo in fondo, finiranno per ricordarvi tremendamente casa! Intanto perchè c'è la polenta in stile simil-gateau-di-patate (anzi gattò, così lo sentiamo più nostro), poi il prosciutto e la salvia che fanno tanto saltimbocca alla romana (classico profumino pungente ed inequivocabile), voi come li vedreste accanto alle pizzette gommose, i paninelli farciti... :))

Tortini di polenta con salvia e prosciutto crudo
per 12 tortini

170 g di polenta istantanea
75 g di farina oo, setacciata
1 cucchiaino di lievito per torte salate, setacciato
1/4 di cucchaino di bicarbonato di sodio, setacciato
2 cucchiai di foglie di salvia tritata
360 g di panna fresca
2 uova
sale e pepe
12 fette di prosciutto crudo
12 foglie extra di salvia

Preriscaldate il forno a 180 gradi. In un mxer, mescolate la polenta, la farina, il bicarbonato, il lievito, la salvia tritata, la panna, le uova, sale e pepe e frullate per amalgamare con cura. Adagiate le fogle extra di salvia sul fondo di 12 stampin da muffins, leggermente imburrati. Foderate ogni stampini con una fetta di proscutto e riempite con il composto di polenta. Cuocete per 15 minuti, quindi capovolgete e servite.

English, please!!!

Sage and prosciutto corn cakes
makes 12

170 g instant polenta
75 g plain (all purpose) flour, sifted
1 teaspoon baking powder, sifted
1/4 teaspoon bicarbonate of baking soda, sifted
2 tablespoons chopped sage leaves
360 g sour cream
2 eggs
salt and pepper
12 slices prosciutto
12 sage leaves, extra

Preheat oven to 180 degrees. Place the polenta, flour, baking soda, baking powder, sage chopped, cream, eggs, salt and pepper and mx to combine. Place extra sage in the basis of 12 muffin tins, lightly greased. Lined each tin with prosciutto and fill with polenta mixture. Bake for 15 minutes, then turn out to serve.

lunedì 18 gennaio 2010

Banana bread, con miele e noci


Sentitissimo omaggio al mio food-abbonamento nuovo di zecca (giusto per dire, ancora mi lagno degli auguri di buon onomastico di ieri.. uff, sgrunt, bah, ma che cavolo ci sarà mai da festeggiare.. e alla fine mi sò fatta pure l'autoregalo, tiè). E siccome chi ben comincia, pare sia già a metà dell'opera, partirei subito con una ricettina-omaggio simpatica e versatile (poi vi dico perchè) rubacchiata dal sito dello stesso soggetto di cui prima, eheheh, intanto che c'arriva il magazine, appunto! :)) Il tutto, con l'auspicio che l'attesa sia davvero breve e senza agonie di sorta, chè i momenti che vanno dal clic finale d'invio-ordine al ricevimento del primo numero, credetemi, sono veramente devastanti. Allora vediamo, perchè proprio questa ricetta qui? Ah bè, se me l'avessero detto (se m'avessero detto che un giorno mi sarei ritrovata a sbocconcellare banana bread) non c'avrei nemmeno creduto più di tanto. Con tutte le ricette che gironzolano per la rete (e non), figuriamoci se perdevo tempo col banana breeeead, ma che è poi stò banana breeeeead... insomma, avevo deciso che il pane, con l'apposizione banana davanti, era decisamente un'americanata di quelle da tenere vivamente a distanza, un qualcosa di eccessivo, trash e perfino un po' volgare. Eheheh, mi sa tanto che il mio subconscio, memore delle famose banan-one (americane) ricoperte di cioccolato, s'era immaginato una specie di banana avvolta da una sorta di capsula briochata o qualcosa del genere. Signori miei, la sottoscritta era già pazza del banana bread solo che ancora non lo sapeva! E ci voleva il solito Jamie, poi la (solita) foto fascinosa da morire... no dico, solo a me vien voglia di addentare il monitor?! Tutto il resto è molto sul genere ahhh, ma daaaai, figooo (precisina che legge finalmente la ricetta, ndr).. quindi il banana bread è, prima di tutto, un pane! Segni particolari, abbastanza dolce, ambrato, stuzzicante, profumatissimo! In pratica, le banane vanno frullate (e frullate e frullate ed ancora frullate) fino ad ottenere una purea quasi liquida... e sarà questo liquido a fare da componente umida per la successiva fase impastamento (dettaglio: nella ricetta originale, si diceva di aggiungere anche un tot di acqua, boh, a me non ne è servita nemmeno una goccia, il panetto era già bello e compatto con la sola aggiunta delle banane). Inutile aggiungere che il dettaglio 'miele', nella lista degli ingredienti, ha definitavamente fatto di una ricetta da provare... una ricetta da provare all'istante e già che ci siamo, ci prendiamo il merito delle noci (invece delle mandorle suggerite da Jamie): il miele con le noci, mi spiego?! Se ancora non v'ho convinti, come dicevo all'inizio, un pane versatile! Nel senso che potrete giocarvelo allegramente tra prima colazione e cena fredda in stile aperitivo. Delizioso con burro e marmellatine varie, ma assolutamente le-ta-le con salumi e formaggi... my personal top: un velo di yogurt greco ed una fettina di prosciutto cotto artigianale :)). In chiusura, giusto una cosina sulla foto: se avete cliccato sul link in alto, avrete di sicuuuro notato il palese tentativo di scopiazzamento messo in atto dalla fotografa di questo blog (ah sì, io! ma l'avevo detto subito che era un omaggio no?!:)). Solo che, poi, sarei rimasta vivamente basita sul parere giunto mentre ero lì a maneggiare col solito photoshop... stò banana bread, lì, sembrerebbe suggerire più l'idea della banana, invece qui... più quella del pane! Uhm, mumble, qualcuno mi spiega, per favore, com'è che si fa a dare più l'idea della bananaaaaa!!! :))

Honey (and walnuts) banana bread
ricetta di Jamie Oliver

3 banane mature
500 g di farina manitoba
15 g di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio raso di sale
4 cucchiai di miele fluido
1 manciata di gherigli di noci (oppure mandorle)

Sbucciate le banane e, con l'aiuto di un mixer, frullatele fino ad ottenere una purea perfettamente cremosa. Mescolate la farina con il sale e lo zucchero, sciogliete il lievito con la metà del miele intiepidito ed unite tutto alla farina. Incorporate anche la purea di banane ed inziate ad impastare. Dovrete ottenere un panetto liscio e compatto (non appiccicoso), se serve aiutatevi con dell'acqua aggiuntiva. Alla fine unite anche le noci, sistemate il tutto in una ciotola imburrata, coprite e lasciate levitare al caldo per circa un'ora e mezza o comunque finchè non risulterà raddoppiato di volume. Riprendete l'impasto, dividetelo in otto parti uguali, formate delle palline e sistematele in uno stampo da 24 cm di diametro foderato con carta da forno. Lasciate lievitare finchè le palline non risulteranno attaccate tra loro, spennellate quindi il miele rimasto e cuocete a 190 gradi per 20 minuti.

English, please!!!
The recipe is here :-)

martedì 15 dicembre 2009

Cantucci (gluten-free) alle castagne, con emmental e noci


Non so bene perchè, ma (anche) per la questione aperitivo-confort, croccante, da mordicchiare con tanto di bollicine, uhm, bicchiere di sidro e perchè no, anche un fragrante boccale di birra da meditazione, eheheh, tra un giro di tombola ed una mano di burraco (io? piuttosto resto in cucina a sfornare che è meglio), insomma, in quei momenti di inerte bivacco pre-natalizio, quelli del "passate da noi così ci scambiamo i regali, gli auguri, ecc ecc", ripeto, non so bene perchè, ma mi sarei molto generosamente immolata per la famosa causa gluten-free. Ed ancora una volta, in maniera del tutto casuale! Tutto partirebbe da una cena-aperitivo di qualche sera fa, di quelle improvvisate con ciò che passava il convento, nella fattispecie, caldarroste fumanti, tocchetti di emmental, noci di sorrento che fanno pur sempre tanto clamore, pardon, fragore (ma che natale sarebbe senza frammenti di gusci di noci nascosti negli angolini più reconditi del salotto?!). Infine i mandarini, raccolti direttamente sull'alberello ischitano, caricati su di un trolley e giunti fino alla capitale a bordo di un qualche eurostar di turno, con tanto di scia profumatissima al seguito (e poi ditemi se non ho i genitori migliori del mondo?!). E quindi sì, cena improvvisata, sei lì che assembli, più che altro, provi ad assemblare... e noti che quei sapori (così mescolati) tutto sommato ci stanno! Poi bè, formaggio a parte, indovinerei anche un certo collage di profumi tipicamente natalizi (mi sa tanto che finirò con l'aggiungerci 4/5 fichi secchi, giusto per chiudere il cerchio e così sia), col senno di poi, un collage che andava magari conservato: tipo, gli stessi sapori racchiusi in un cantuccio salato da aperitivo, ad imperitura memoria! O come direbbe Vasco, per dare (anche un po') un senso a tutta questa storia, ecco :))

Cantucci alle castagne, con emmental e noci
(gluten-free)

200 g di farina di castagne
50 g di fecola di patate

80 g di noci sgusciate
50 g di gruviere
50 g di panna fresca
1/2 bustina di lievito per torte salate
1 mandarino non trattato
4 cucchiai di olio d'oliva

sale
pepe nero


Scaldare la panna, aggiungere il groviere grattugiato e lasciar sciogliere. Setacciare le farine con il lievito, aggiugere l’uovo leggermente sbattuto, l’olio, la panna, un pizzico di sale, del pepe, le noci tritate grossolanamente e la buccia di mandarino. Mescolare il tutto (nel caso, aiutarsi con poca panna aggiuntiva), formare una palla e dividerla in due. Formare, quindi, 2 filoncini piuttosto schiacciati (per l'altezza, regolarsi sui 2 cm) e sistemarli su una teglia rivestita con carta da forno. Conservate in frigorifero per circa 15 minuti. Recuperate la teglia e cuocete a 180 gradi per 30 minuti circa (dovranno assumere un bel colore ambrato). Toglieteli dal forno e lasciateli raffreddare. Con un coltello a lama liscia, tagliare i filoncini in fette diagonali, ad uno spessore di circa 1 cm, disporre nuovamente i biscotti sulla teglia e lasciar biscottare in forno caldo per alcuni minuti.

English, please!!!

Cantucci with chestnuts, Emmental cheese and walnuts
(gluten-free)

200g of chestnut flour
50 g of potato starch
80 g shelled walnuts
50 g gruvi
50 g of fresh cream
1 / 2 packet of yeast for pies
1 tangerine untreated
4 tablespoons olive oil
salt
pepper

Heat the cream, add cheese and let melt grove. Sift flour with baking powder, add the slightly beaten egg, oil, cream, a pinch of salt, pepper, coarsely chopped walnuts and mandarin peel. Mix together (in the case, help with a little extra whipped cream), form a ball and divide it into two. Format 2 small loaves rather crushed (for the height, adjust on 2 cm) and arrange on a baking tray lined with baking paper. Keep in refrigerator for about 15 minutes. Recover the pan and bake at 180 degrees for 30 minutes (must share a nice amber color). Remove from oven and let cool. With a smooth-bladed knife, cut the small loaves into diagonal slices, with a thickness of about 1 cm and bake for several minutes.


giovedì 10 dicembre 2009

Stuzzichini di mela, cacio e pepe


In effetti stà cosa l'avevo già spifferata ieri, a quelli di twitter (chiii?). Vabbè vabbè, oltre alla dannazione dei tempi che corrono, quella del dover sempre e comunque dare un seppur stupido cenno d'esistenza al mondo intero (ehiii, io stò pranzando eh!), aggiungerei anche un po' la foga del momento, quella del finger-food-ino nuovonuovo, estrapolato in due minuti, ma davvero due, dai pochi ingredienti scovati in frigo all'ultimo minuto. Musa ispiratrice, la fame, quella delle 13h30, ma anche una certa pizza rimasta decisamente nel cuore. E se vogliamo, anche un po' il post di ieri (della serie: AAA antipasti di Natale cercasi). Per cui, the last proof of my existence suonava più o meno così: e guardate un po' che pranzo figo che m'aggio preparato!!! Quanto alla ricetta, siamo davvero limitati agli sparuti caratteri concessi dal nostro microblogging twitteresco, per cui (bene o male) copio e incollo da lì (poi impacchetto e tengo in caldo per il 25!!!). Baci.

Stuzzichini di mela, cacio e pepe
per 8 stuzzichini

1 mela non trattata
8 foglioline di salvia
8 listarelle di pecorino romano
pepe nero
burro

Lavate la mela, asciugatela e dividetela in quarti. Tagliate a metà ciascun quarto, sistemate il tutto in una teglia coperta da carta da forno, ricoprite ciascun tocchetto di mela con il formaggio, la salvia, un ricciolo di burro e un'abbondante macinata di pepe. Passate al grill ben caldo per pochi minuti e servite immediatamente.

Snacks of apple, cheese and pepper
for 8 pieces

1 apple untreated
8 sage leaves
8 slices of pecorino romano
pepper
butter

Wash the apple, dry and cut it into quarters. Cut each quarter in half, place it into a baking pan covered with baking paper, cover each with cheese, sage, a curl of butter and a generous grinding of pepper. Switch to a hot grill for a few minutes and serve immediately.

giovedì 26 novembre 2009

Pâte brisée au vin, con pesto e lonza (di Paolo Parisi)


E traducendo al volo al volo, pasta brisée al vino. Scovata per puro caso tra le pagine di un blog di dichiarata fede vegana (e che ci facevo poi da quelle parti? boh) per cui, manco a dirlo, niente uova, niente burro e, statene pur certi, assolutamente niente margarina. In realtà, proprio quest'ultima poteva perfino starci, solo che - come si dice - vegano è bene, non nocivo alla salute è pure meglio (si dice così, no?!). A parte questo e, soprattutto, placati i primi, incontenibili entusiasmi (cavolo però, ma quant'è sana stà ricetta! come se non bastasse, impasti e stendi in un attimo e senza nemmeno star lì a rimpiangere quel santo rotolo di pasta sfoglia pronta..), dicevamo, dopo i primi gridolini adolescenziali, c'è venuto in mente che stà cosa qui, in effetti, aveva un non so che di familiare:-). Burro contro olio quindi, a voi la scelta, signore e signori! E nel caso dovesse servire una velocissima idea per la farcitura: un velo di pesto, qualche fettina di lonza (che, davvero, non presentiamo nemmeno più), una grattatina di pecorino e avete fatto.

Per la pasta brisée al vino: 300 g di farina 0, 80 g di olio d'oliva, 120 grdi vino bianco secco (oppure spumante), 1 cucchiaino di sale fino. Impastate tutto fino ad ottenere una massa liscia ed elastica. Stendere molto sottile, farcire a proprio gusto ed infornare a 180 gradi per 30-40 minuti.

English, please!!!

For wine pastry: 300 g of flour 0, 80 g of olive oil, 120 grdi dry white wine (or sparkling), 1 teaspoon of salt. Mix everything until you get a smooth and elastic dough. Roll out very thin, stuffed to taste and bake at 180 degrees for 30-40 minutes.

lunedì 9 novembre 2009

Brioche allo yogurt


Eccolo qua, aggiornamento pomeridiano (e lo so che a stò punto non ve l'aspettavate proprio più, nemmeno io se è per questo)! Diciamo che la cosa è anche un tantino dovuta, più che altro per rendere merito alla colazione del weekend, ehm sì appunto, quella stessa colazione che dovevamo necessariamente sbandierare sul solito socialnetwork... lontani i tempi in cui potevamo starcene nella privacy delle quattro pareti domestiche :-))). Per cui sì, lanciato l'amo (da parte mia), diciamo che ne è derivata un po' di curiosità/acquolina, della serie "mi dici come l'hai fatta, daaai, ma che ricetta è?". E quindi eccoci qui, meravigliosa ricetta di Adriano e, per oggi, mi solleverei dall'onere della solita scheda-ricetta e vi rimanderei esattamente qui (che tanto c'avete da studià per bene come impastare, piegare, ripiegare, etc etc). Quanto alle voci di corridoio, pareri unanimi: una brioche dall'animo tutto sommato leggero, preparata con poco, pochissimo burro (anche niente eventualmente, vedere ricetta che è meglio), promosso a pieni voti quest'inaspettatissimo yogurt magro (eh, insapettatissimo quasi quanto il post del pomeriggio), per non parlare della consistenza finale che è, manco a dirlo, so-ffi-ci-ssi-ma (all'uopo, vivamente consigliata una riscaldatina un attimo prima di addentare, giusto per re-ammorbidire i grassi e, così, tutto il resto). Ah poi, bè sì, paradosso dei paradossi: quello che s'era risparmiato in fatto di burro, niente paura, ampiamente recuperato a suon di generose cucchiaiate di crema al cacao firmata Guido Gobino: a proposito, leggendo bene l'etichetta, dettaglio più, dettaglio meno, mi sentirei davvero di nominarla pregiatissima versione D.O.P. (altamente gourmand) dell'altra, stranota cremina di colore scuro, golosa, pericolissima in caso di umore altalenante (ok donne, ci siamo capite?!). Fatto, passo e chiudo :-)


P.S. brioche farcita (come la mia, appunto)? Stendere l'impasto lievitato ad uno spessore di circa 3 mm, in modo da formare un rettangolo. Spalmare con la crema desiderata, arrotolare ben stretto sul lato più lungo, sigillare bene le due estremità ed attorcigliare come per formare un doppio otto, tutto chiaro? :-)

English, please!!!

Brioche with yogurt

500g flour W 300
(alternatively: Manitoba for non-professional cut with 50% flour 0 for pizza)
100g milk
150g low-fat yogurt
2 eggs + 1 egg yolk
100g sugar
60g melted butter (optional)
1 tablespoon honey
12g fresh yeast
7g salt
6g isinglass (optional)
2 tablespoons rum
Grated zest of 1 lemon and ½ orange
Egg white and apricot jelly for Brush

Dissolve 1 teaspoon of honey, baking powder and zest of ½ lemon in the milk warmed join 90gr flour. Mix and heat until puffy (about 90 '). Mix the zest with remaining yogurt. Combine the eggs, yolk, half the sugar and flour so than it is enough to restring with the leaf. Add the yogurt in 3 times (possibly thickened with gelatin, if an alternative to butter), along with the rest of the sugar and flour, which included gradually. The honey will be added eventually, along with salt (possibly before the butter, added slowly). Strung, after a string and add the rum mixture is still some minutes. Mount the hook and knead at vel. 1.5, reversing a couple of times, until we get a mass of shiny, supple and well bound. Cover and moved to 26 °, until doubled (about 90 '). Inverted on floured pastry board, let's take a tour of the folds of type 2, without squeezing, and cover at bell. After 15', portions into 70g pieces (I prefer to make only one, big brioche) and wrap ball format or as we like more. Polish with egg white, cover and allow to double to 28 °. Polish yet, cut with scissors, the shapes are not intertwined, creating grooves. and bake at 170 degrees for approx. 12 '. Be careful not to break the ideal cooking, which should be left young, not to affect the softness. Out of the oven, brushed generously with gelatin, partially filling the grooves.

mercoledì 21 ottobre 2009

I panini al latte di Dana


Giusto per farsi un'idea su (e mò chi sarà mai stà) Dana, prego, cliccare pure qui. Di mio, aggiungo che trovare il suo messaggino, giorni fa, sul solito facebook (e meno male che c'è! ohhh, mò l'ho detto!) è stato come tuffarsi all'indietro, lì nei nei meandri della mia (tutto sommato) recente passione per fornelli and co. Ai tempi in cui era, soprattutto, un forum, qualche bella amicizia nata tra sbuffi di farina e ricette della nonna, della zia e quindi sì: confermo all'istante di conoscere Dana! E così, siamo di nuovo amiche :-)). Ah bè, tornando ai primordi (uhm, sicuri di voler proprio approfondire?), ci sarebbero anche 1, 2 album a mo' di cronistoria della sottoscritta (ndr: foto/presentazioni a dir poco orrende, roba da farsi venire davvero un infarto fulminante, ma è pur sempre un pezzo di storia, per cui). E Dana, nella fattispecie, sarebbe quella che m'avrebbe anche un po' iniziata alla produzione panosa. Soprattutto, per la questione che quei deliziosi panini semi-dolci da buffet "guarda che te li puoi fare anche a casa, tranquillamente". E dio solo sa se c'abbiamo provato, provato, provato, provato... morbidissimi, una mollica che basterebbe ampiamente a se stessa, poi bè, liberissimi di farcire sia prima che dopo la cottura. Volendo, liberissimi di farci anche un danubio alleggerito. E quindi cara Dana, te l'avrò detto già un milione di volte o forse due, ma mi sa che oggi suggelliamo definitivamente: g-r-a-z-i-e!!!

Panini al latte

500 g di farina manitoba
75 g di burro morbido
1 cubetto di lievito
250 g di latte
1 pizzico di zucchero
10 g di sale

Versate la farina in una ciotola. Separatamente, mischiate il latte, l'acqua, lo zucchero e scioglietevi, quindi, il lievito. Versate sulla farina ed iniziate ad impastare. Unite anche il burro fuso, il sale ed impastate fino d ottenere un panetto compatto. Coprite e lasciate lievitare per un'ora abbondante (o, comunque, fino al raddoppio del volume). Riprendete l'impasto, ricavatene 16 palline di peso uguale e sistematele su di una teglia coperta da carta da forno e lasciatele lievitare ancora un'ora. Infine, spennellate con dell'albume sbattuto (o, se preferite, con un tuorlo sbattuto con un goccio di latte) ed infornate a 200 gradi per 10 minuti.

mercoledì 7 ottobre 2009

Pomodori gratinati


Ci sono, ma in realtà non ci sono! Sì vabbè, poi magari ve la spiego con calma, intanto, beccatevi le ricettine in pillole predisposte diligentemente prima di non esserci più (ammazza, però non in quel senso) e ringraziamo sempre santo-blogspot che con la comodissima funzione pubblicazione-programmata ci salva la vita (e la faccia) più e più volte (no dico, ma davvero pensavate che aggiornassi il blog alle 6 di mattina?!) :-).

Dividere i pomodori in due parti, in senso orizzontale; svuotarli delicatamente con un cucchiaino e farcirli con un misto di pangrattato, pecorino grattugiato, capperi, pinoli, origano, poco sale e pepe; versare abbondante olio extravergine d'oliva ad irrorare il tutto; cuocere in forno caldo per circa 15-20 minuti, un po' di grill per la crosticina finale e ci si risente per la pillola di domani :-).

Nota: impacchettare un po' tutta la faccenda (trito aromatico, procedimento, ecc) e riutilizzare (più e più volte) anche in caso di melanzane, zucca e zucchine (in quest casi, l'operazione 'svuotamento' potrà essere A) saltata; B) eseguita ugualmente, per poi cubettare la polpa, rosolarla in padella e riutilizzarla per arricchire il ripieno). Poi peperoni, ma anche cozze, capesante, gamberi... insomma, è il trito quel che conta ;-)

venerdì 2 ottobre 2009

Pastilla con ricotta e spinaci

Lo diciamo subito: non è la pastilla originale! E perchè se pastilla starebbe per (come, in effetti, sta!) "fagottino di pasta brick", filo-marocchino (che fa anche rima), con ricca e deliziosa farcia a base di piccione/pollo, cipolle, zenzero... bè, qui di tutto l'insieme, riconosciamo semplicemente l'involucro (croccantissimo e sfoglioso, da leccarsi davvero la punta delle dita una per una). Più che altro, era un'ideuzza che mi frullava per la testa già da un po'. Più che altro, apri il frigo e non riesci assolutamente a trovare il solito, comodissimo rotolo di pasta sfoglia salvatutti, per cui il motto diventa improvvisamente: e se, stavolta, ci salvassimo con la brick?! Prima di far scattare il super domandone... la pasta brick, soltanto farina + acqua, simile alla pasta phillo, ma più leggera e perfino più sottile (ed anche molto più elastica, mi sa che è per questo che la preferisco di gran lunga ;-)), si acquista fresca, stesa in dischi quasi impalpabili, per esempio? Dal solito/plurimenzionato Castroni. Nonchè in quei negozietti specializzati in robine etniche e, uhm, direi... non pervenute altre segnalazioni di sorta (anzi, se magari ci date una mano, grazie!). E l'annosa questione era: si potrà improvvisare torta salata, sia chiaro, di quelle semplicisemplici, srotola-farcisci-e-inforna (mentre in sottofondo ci scappa pure il bravabravabrava... a proposito, il geniale papà di cotanto spot??? no così, giusto pe' sapè), con i delicatissimi fogli di pasta brick? Il trucchetto sta nello spennellarli leggermente con dell'olio d'oliva, per poi procedere con una sorta di architettura floreale all'interno dello stampo (foderato con carta da forno): in pratica, sistemate i fogli uno accanto all'altro, accavallandoli come se si trattasse della corolla di una margherita (e come mai mi sento così poco credibile a parlare di fiori? :-)), la cosa importante (in tutto st'accavallamento di fogli) sarà creare una base ragionevolmente robusta in grado di sorreggere tranquillamente il ripieno (perchè le torte salate con la base molliccia, umidina e pure un po' cruda... decisamente no, plz!). Lasciate debordare i fogli di pasta dallo stampo in modo da poterli, poi, ripiegare sul ripieno stesso. Spennellate ancora con un filo d'olio e, se vi va, spargete una manciata di semi di sesamo sulla superficie. Quanto al ripieno, in questo caso qui, siamo davvero sul classico che più classico proprio non si potrebbe... avete presente i vostri cannelloni/conchiglioni della domenica? Insomma, l'inflazionatissimo "ricotta e spinaci", voi, com'è che lo fate? Io, spinaci sbollentati, frullati con sale, pepe, noce moscata e parmigiano, amalgamati ad una buona ricottina fresca (diciamo, a parità di peso), un uovo per legare appena... e abbiamo fatto! In forno a 200 gradi per 20 minuti o, comunque, finchè la pasta non risulterà perfettamente dorata e croccante :-)

mercoledì 29 luglio 2009

Pate à quiche al cumino, [crema di] melanzane e pomodorini confit


1) Come raggruppare tre ricette collaudate e gettonat-issime da stè parti [nell'ordine: la stessa pasta brisée by Felder (stavolta in versione cumino); la stessa crema di melanzane di sempre (con l'aggiunta provvidenziale di uno-due uova perchè... bè, doveva diventare nà quiche o no?!), infine, gli stessi pomodorini confit che, ormai, non presentiamo nemmeno più, tanto li conoscete pure meglio di me].

2) Come tirar fuori (da tutto ciò) un'unica torta salata assolutamente di stagione, decisamente adatta ad un... buffet :-) (e qui, giuro solennemente che abbiamo davvero concluso... assolutamente più nulla da pubblicare!!!).

3) Come fingere di essere i titolari di un blog ad alto, altissimo tasso di cucinamenti quotidiani, nonostante lo stravolgimento fisico e materiale da trasloco (più incombenze varie), ma soprattutto... nonostante le attesissime valige da preparare, l'itinerario gastro-culturale da mettere a punto ;-) e soprattutto, una voglia stratosferica ed irrefrenabile di vacanze. E volevo pure vedè!!!


Torta salata al cumino, con crema di melanzane
e pomodorini confit


(stampo da 24 cm di diametro)

per la pasta:
200 g di farina
5 g di sale
90 g di burro
1 uovo
20 g di acqua
1 pizzico di semi di cumino macinati

per il ripieno:
4 melanzane medie
1 presa di origano
10 foglie di basilico fresco
2 uova
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 cucchiaio d'olio extravergine d'oliva
sale e pepe

per la copertura:
ca. 500 g di pomodorini
rosmarino
mentuccia
1 pizzico di zucchero
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

Con la punta delle dita, lavorate la farina, il cumino, il sale e il burro (morbido e già tagliato a pezzetti) all'interno di una ciotola: il burro dovrà essere completamente assorbito dalla farina. Unite anche l'uovo e l'acqua ed impastate fino a raccogliere il tutto in una massa liscia ed omogenea. Avvolgete nella pellicola trasparente e refrigerate per 2 ore.
Per la crema di melanzane: bucherellate le melanzane (intere) con uno stuzzicadenti ed infornatele a 180 gradi per ca. 30 min o, comunque, finchè non risulteranno morbide. Estraetele, apritele in due nel senso della lunghezza e, con un cucchiaio, ricavatene la polpa. Tritate quest'ultima con l'origano, il basilico, l'aglio, il formaggio e l'olio. Regolate di sale e pepe. Lavorate il tutto unendo anche le uova leggermente sbattute.
Per i pomodorini: tritate l'aglio e la mentuccia. Lavate i pomodorini, asciugateli, divideteli a metà, sistemateli in una teglia foderata con carta da forno e conditeli generosamente con l'olio, aggiungendo anche l'aglio e la mentuccia, lo zucchero, il sale ed il pepe. Cuoceteli in forno a 160 gradi per circa 50 minuti o, comunque, finchè non risulteranno appassiti ed anche un po' asciutti.
Riportate la pasta a temperatura ambiente e, con un mattarello infarinato, tiratela ad uno spessore di 3-4 mm: utilizzatela per rivestire lo stampo leggermente imburrato. Versate all'interno la crema di melanzane e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per 30-40 minuti. Estraete e guarnite l'intera superficie con i pomodorini già cotti. Servite a temperatura ambiente... buonissima anche ben fredda!!!

martedì 28 luglio 2009

La salsa verde di Jamie



Jamie Oliver, chiaramente. E nel caso specifico, lui, questa (deliziosa) salsina qui, l'aveva utilizzata per accompagnare dei semplicissimi filetti di pesce cotti in forno con sale, pepe, aglio ed olio d'oliva. Per quanto mi riguarda, una cosina analoga la utilizzavo già da tempo per l'insalata di patate che, manco a dirlo, col pesce ci va praticamente a nozze (peccato mi fossi persa la variante cetriolini+senape che adoro letteralmente... uhm, com'è che me l'ero persa?!). Poi, lo diciamo subito, nulla vieta di affiancarla, per esempio, alla carne: arrosti, roastbeef, barbecue. Ma diciamo pure che nulla vieta di sbizzarrirsi, davvero alla grande, con tutto ciò che avete da propinare in queste calde serate estive, piroettando allegramente tra crostini, verdure e, bè sì ovvio, tra una piroette e l'altra c'è scappata la solita, comodissima insalata di pasta... della serie, puntualmente hai l'impressione d'aver definitivamente raschiato il fondo del barile e, invece, ci scappa sempre l'ideuzza dell'anno da aggiungere al repertorio. E di corsa.

La salsa verde di Jamie Oliver

2 spicchi d'aglio sbucciati
1 piccola manciata di capperi
1 piccola manciata di cetriolini sott'aceto
6 filetti di acciughe
2 grosse manciate di prezzemolo fresco
1 mazzetto di basilico fresco
1 manciata di menta fresca
1 cucchiaio di senape di Digione
3 cucchiai di aceto di vino rosso
8 cucchiai di buon olio extra vergine di oliva
sale e pepe

Tritate finemente l'aglio, i capperi, i cetriolini, le acciughe e le erbe aromatiche e trasferite tutto in una ciotola. Aggiungete la senape e l'aceto, poi, lentamente l'olio d'oliva fino a raggiungere la giusta consistenza. Condite con sale e pepe fresco di macina ed, eventualmente, ancora un po' d'aceto.

Per il piatto in foto, cuocete la pasta (io, fusilli bucati corti della Garofalo) in abbondante acqua bollente e salata. Scolatela al dente, raffreddatela velocemente sotto acqua corrente ben fredda, scolate di nuovo e condite con la salsa verde preparata. Le zucchine che s'intravedono qua e là sono una semplice aggiunta estemporanea, tranquillamente facoltativa... la salsa basta ampiamente a se stessa!!!

lunedì 27 luglio 2009

Torta al limone (ancora una!)


Mi stavo chiedendo... se n'è mica accorto nessuno che qui, tra una cosa e l'altra, si sarebbe nuovamente traslocato?! Dai che stavolta, dopo la solfa/1, più solfa/bis dei precedenti traslochi... s'è pensato di fare le cose con un po' più di discrezione, diciamo pure in sordina, ecco. E magari, di dare l'annuncio direttamente a danze chiuse! Che poi, capirai... (danze) chiuse davvero per modo di dire, nuova casa, ma anche nuovo quartiere... eccolaaa, mega giustificazione in arrivo: chiedo scusa ma, siccome c'avrei pure una certa cucina (nuovanuova) con cui familiarizzare [senza contare che le prime passeggiatine col cane (sì amore, la smetto subito di digitare, ho capito che c'hai da fa la pipì), serviranno a scovare i nuovi, indispensabilissimi pusher di zona], poi la famosa questione in-quale-scatolone-avrò-messo-questo-e-quest'altro... di cucinare ancora non se ne parla. Per fortuna, ehm, avrei ancora qualcosina da estrapolare dalla mega cucinata del catering che, a stò punto, rischia seriamente di sembrare preistoria (oltre che rigorosissima solfa numero 3, della serie, segue a ruota la saga infinita dei traslochi :-)) ... e quindi, anche oggi, va bene così! Ma promettiamo solennemente di rimetterci in carreggiata al più presto (ihihih, furba la ragazza, tanto a breve mi scattano pure le attesissime vacanze)...

Tornando a noi: lunedì, quindi dolcetto... e siamo ancora sul genere lemonino. Nella fattispecie, di quelli che si potrebbe pensare di preparare davvero al volo, per quel famoso invito a cena dell'ultimo minuto (tipo che, davvero, se in casa non c'avete nemmeno stì pochi e sparuti ingredienti qui, ehvabbè)! Ovviamente, se vi dessero anche il tempo di premeditare la cosa, va da sè che... sarebbe decisamente meglio, causa: la (nostra, solita, amatissima) nottata di quarantena in frigorifero che fa, come sempre, la differenza! Ricetta (come già successo) attinta in quel dell'isolotto natio, diciamo tra una limatina di unghie ed una ceretta volante... che potevo mai averci l'estetista fine a se stessa, io?! E, sempre com'è già successo, dolcino persino intelligente, di quelli che riutilizzano fino all'ultimo albume (che, diversamente, non saprei proprio dove sarebbero andati a finire!). Base salata/croccante per contrastare l'estrema dolcezza/morbidezza del ripieno e superficie luccicante perchè, touché, ci siamo lasciati - nuovamente e voluttuosamente - tentare: indi, da allegare al testo della ricetta "finire il tutto con una spalmatina di gelatina di uva zibibbo"! Ma naturalmente, solo se vi va!!! :-)


LA TORTA AL LIMONE DI ERIKA
per una teglia da 28 cm di diametro

per la pasta:
2 tuorli (gli albumi serviranno per il ripieno)
200 gr di farina
100 gr di burro fuso e freddo
1 pizzico di sale
2-3 cucchiai d’acqua.

per il ripieno:
3 uova + 2 albumi
300 gr di zucchero
1 bicchiere e ½ di latte
1 limone e ½
30 gr di burro fuso e freddo
3 cucchiai rasi di farina

Impastare gli ingredienti della pasta e lasciar riposare per ca. 1 ora al fresco (pref. non in frigorifero). Sbattere bene i tuorli con lo zucchero (ne risultera’ un composto granuloso), aggiungere il burro, la farina, il succo e la scorza grattugiata di limone ed il latte: amalgamare bene. Montare gli albumi a neve fermissima (con un pizzico di sale) ed incorporarli delicatamente al composto (consiglio di procedere con la mano, con lenti movimenti dal basso verso l’alto): ne risultera’ un composto molto morbido, quasi liquido. Imburrare la teglia e passarla con il pangrattato. Tirare la pasta molto sottile (con il mattarello) e foderarvi la teglia rifinendo i bordi a ca. 3 cm di altezza. Riempire con la crema (deve arrivare quasi al livello della cornice di pasta). Cuocere a 180 gradi per 45 minuti, posizionando la teglia nella parte bassa del forno. Sfornare e decorare con zucchero a velo. E' una torta fresca e molto delicata, va preparata un giorno prima e conservata in frigo!

venerdì 24 luglio 2009

Pane al pesto rosso

Al volo, come ogni venerdì che si rispetti... della serie, ho già messo su il costumino, le ciabattine e, appena posso, scappo (al mare, potendo!)... ricetta semplicissima, ma anche utile, un pane morbidissimo ed estremamente saporito. Al pesto rosso (ovvero, a base di pomodori secchi tritati). E, se ancora non si fosse capito, da preparare veramente al volo, il tempo di porzionare, impacchettare e via... che tanto, quanto a costumino e ciabattine, siete già a posto! ;-)

Per il pane, la solita, collaudatissima ricetta di Alex (quella che se ancora non l'avete provata, davvero, mi chiedo cosa mai stiate aspettando... devo venì io lì a impastà?!), per l'occasione senza semini di sorta, bensì generose cucchiaiate di pesto rosso, da riciclare senza ritegno anche per bruschette, focacce e matasse di spaghetti, linguine... ma sì, fate un po' voi.

Pesto rosso

150 g di pomodori secchi sott'olio
2 grossi spicchi d'aglio
40 foglie di basilico
60 g di grana grattugiato
40 g di pinoli
1 ciuffo di prezzemolo
1 dl di olio extravergine d'oliva
1 peperoncino
sale

Sgocciolate i pomodori dall'olio di conservazione e metteteli nel mixer con l'aglio sbucciato, i pinoli, il formaggio, il basilico lavato ed asciugato, poco sale ed il peperoncino sbriciolato. Diluite con l'olio e frullate. Versate il tutto all'interno di un barattolo, coprite e conservate in frigorifero.