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Potrei semplicemente dire:
nà roba da cascare sotto il tavolo per quanto è buona. Poi, a seguire, la doverosa
ricettina... e la chiuderemmo qui.
Eh, ma non si può, soprattutto perchè ci va di diritto il tributo/ringraziamento per il signor
Fiasconaro -
omaggio fieristico: crema di pistacchi di Bronte, yum - e già prima che arrivi la domanda (
ma noi che la cremina firmata Fiasconaro proprio non riusciamo a rimediarla?!), faccio presente che di creme/paste di pistacchi (
di quelle buone, però!) se ne trovano anche dal biologico sotto casa, nelle pasticcerie ben fornite, nei negozi specializzati in cosiddette delicatessen (
dove potreste persino imbattervi nella Fiasconaro original),
poi, se qualcuno avesse anche una ricetta fai-da-te, qui siamo sempre bramosi di sapere, ovvio! Ehm, raccomandazione: dopo l'acquisto, nascondere accuratamente il
barattolino fino al momento dell'utilizzo... il rischio di trascorrere una goduriosa serata a tre (
lui, voi e il cucchiaino) è davvero altissimo!!! E subito dopo il pistacchio, la pesca: nel mio caso,
pesca-mela. Tozza a vedersi, succosissima a mangiarsi, tutto sommato vicina alla sorellina
pesca-noce, ma con una punta leggermente più acidula. Sul finire, due parole (
ma davvero due) sulla collaudatissima
pâte sablée di
Maxine Clarke: stride sotto i denti che è un piacere, perfetta da lavorare e da stendere, assolutamente tassativo/discriminante refrigerarla sia prima che dopo... insomma, infornate
stì gusci di sablée assolutamente fredd
(ddd)i di frigorifero e, son sicura, fioccheranno pensieri meravigliosi a completo appannaggio della sottoscritta ;-).
Ed è nuovamente lunedì!
Tartellette con pesche e crema di pistacchi
per 6 stampini di 9 cm di diametro
per la pâte sablée:
200 g di farina 001 presa di sale75 g di zucchero a velo75 g di burro a temperatura ambiente
2 tuorli d'uovo1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia2-3 cucchiai d'acqua fredda
per farcire:
6 cucchiai di crema di pistacchi200 g di mascarpone
1 tuorlo
40 g di zucchero a velo
1/2 limone non trattato (solo la buccia)
3 pesche (non troppo grandi)
q.b. di albume per spennellare
Setacciate la farina, unite il sale e, lavorando con la punta delle dita, unite anche lo zucchero ed il burro tagliato a piccoli cubetti: otterrete una consistenza sabbiosa. Alla fine, unite i tuorli, la vaniglia e l'acqua poco alla volta: lavorate velocemente fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo (aiutatevi spolverando con un po' di farina il piano da lavoro). Avvolgete nella pellicola trasparente e refrigerate per almeno mezz'ora. Nell'attesa, lavate le pesche e, con la punta di un coltello ben affilato, disegnate una croce sulla parte inferiore; tuffatele in acqua bollente e lasciate cuocere per 2-3 minuti dalla ripresa del bollore. Quindi, scolate e lasciate raffreddare. Estraete la pasta dal frigorifero e portatela a temperatura ambiente. Sbucciate le pesche e tagliatele prima in quarti e poi a fettine piuttosto sottili (otterrete delle mezze lune). Infarinate leggermente il piano da lavoro e, con un mattarello anch'esso infarinato, stendete delicatamente la pasta ad uno spessore di circa 3 mm. Con essa rivestite gli stampini (se non sono del tipo antiaderente, converrà imburrarli leggermente), bucherellate la base con i rebbi di una forchetta e refrigerate per almeno venti minuti. Nell'attesa, lavorate a crema il mascarpone unendo anche il tuorlo leggermente sbattuto, lo zucchero e la buccia grattugiata del limone. Riprendete gli stampini ed infornateli (forno già caldo) a 180 gradi per 15 minuti. Estraete, lasciate intiepidire appena e spennellate interamente con dell'albume leggermente sbattuto. Infornate nuovamente per 2-3 minuti (quest'operazione servirà a riempire i forellini e, soprattutto, a sigillare la superficie della pasta in modo da proteggerla dall'umidità della farcitura). Estraete, versate un cucchiaio di crema di pistacchi sul fondo di ogni tartelletta, continuate con la crema di mascarpone ed inserite, quindi, le fettine di pesca. Cuocete il tutto per circa 20 minuti o, comunque, finchè la crema non risulterà rappresa. Lasciate raffreddare e conservate al fresco.
Sono ottime a temperatura ambiente e, secondo me, ancor di più appena estratte dal frigo!!!