lunedì 30 novembre 2009

Torta di mandorle all'arancia (gluten free)

E per chi magari se lo stava appunto chiedendo, così, decisamente a tempo perso, ma anche per tutti quelli che addirittura non riuscivano nemmeno a dormirci più la notte: ebbene sì, dopo la torta caprese al limone, dato il periodo decisamente propizio, nel caso v'andasse di sperimentare anche la versione all'arancia, prego, accomodarsi pure da questa parte che il dolcino merita davvero! :-) E sulla questione gluten free, bè, visto che giusto l'altro giorno inciampavamo goffamente in un non so che di vegano, ci terrei a precisare che non sono sotto l'effetto di alcun incantesimo particolare o modaiolo che sia, semplicemente è andata così. Come la caprese originale del resto, gluten free senza manco saperlo ;-) Buon lunedì!!! :)))

Torta di mandorle all'arancia (gluten free)

3 uova (150 g)
150 gr di zucchero semolato
200 gr di mandorle spellate
1 arancia non trattata
100 gr di burro fuso
15 g di fecola di patate
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 pizzico di sale
4 cucchiai di liquore all'arancia
2 cucchiaini di zucchero a velo non vanigliato

Tostare le mandorle in forno caldo per una decina di minuti, quindi frullarle molto finemente. Montare a lungo le uova con lo zucchero semolato ed un pizzico di sale: deve risultare un composto gonfio e sodo. Con una frusta a mano, unire delicatamente la farina di mandorle, il burro fuso e freddo, la fecola setacciata con il lievito e la scorza grattugiata dell'arancia: procedere con movimenti dal basso verso l’alto per non smontare il composto. A questo punto, aggiungere il liquore. Foderare uno stampo apribile da 22 cm con della carta da forno e versarvi il composto. Cuocere a 180 gradi per 30 minuti. Estrarre dal forno e bagnare interamente con il succo filtrato dell'arancia addolcito con due cucchiaini di zucchero a velo. Lasciarla nello stampo fino al completo raffreddamento, quindi, sformare eliminando la cerniera laterale e lasciar riposare ancora qualche ora prima di servire.

English, please!!!

Orange & almond cake (gluten free)

3 eggs (150 g)
150 g caster sugar
200 gr of peeled almonds
1 orange untreated
100 gr melted butter
15 g of potato starch
1 teaspoon baking powder
1 pinch of salt
4 tablespoons orange liqueur
2 teaspoons icing sugar

Toast the almonds in a hot oven for about ten minutes, then blend finely. Whip the eggs with long granulated sugar and a pinch of salt: it must be composed of a swollen and hard. With a whip in his hand, gently combine almond flour, melted butter and cool, the starch sifted with baking powder and the grated rind of orange: proceed with movements from the bottom up so as not remove the compound. At this point, add the liqueur. Line a mold can be opened by 22 cm with baking paper and pour the mixture. Bake at 180 degrees for 30 minutes. Remove from oven and bath all with the filtrate of the orange juice sweetened with icing sugar. Leave it in the mold until cooled completely, then remove from the mold by removing the hinge side and let stand a few hours before serving.

venerdì 27 novembre 2009

Crostone di polenta, con uova e tartufo

Più scontati dei saldi del dopo-befana, addirittura più metodici della signora Rottenmeier in persona, signori e signori, è venerdì! Per cui vai di consiglio flash per la famosa pizza del sabato sera, con o senza amici. Che poi, bè, a voler proprio puntualizzare, basterebbe scaricarsi il pdf pizzoso qui a lato e avreste fatto, ma dobbiamo pur far finta di lavorare no?! E quindi, nella fattispecie, una sorta di non-pizza, più che altro uno strato di polenta piuttosto spesso, lasciato rassodare per un po' di ore, porzionato nella maniera che più v'aggrada e poi farcito - e lì vi volevo - a mò di pizza! Diciamo con quel che vi passa il mercato vicino casa, insomma, fate un po' voi (ok ok, nel mio caso: spinaci ripassati in padella con aglio, olio e pepe nero, uova da lasciar rapprendere direttamente in forno, tartufo e scaglie di pecorino all'uscita dal forno). Riflessione: valeva davvero la pena scrivere stò post (ma tanto, il bello è che alla fine decido comunque io no?! lol)? Ecco, non foss'altro per dare anche un po' di continuità a certe cose appena-appena accennate che poi, si sa, lì per lì tutto bene, ma quando ve le fanno pure vedere, meglio no?! Buon weekend a tuttiiii :))

giovedì 26 novembre 2009

Pâte brisée au vin, con pesto e lonza (di Paolo Parisi)


E traducendo al volo al volo, pasta brisée al vino. Scovata per puro caso tra le pagine di un blog di dichiarata fede vegana (e che ci facevo poi da quelle parti? boh) per cui, manco a dirlo, niente uova, niente burro e, statene pur certi, assolutamente niente margarina. In realtà, proprio quest'ultima poteva perfino starci, solo che - come si dice - vegano è bene, non nocivo alla salute è pure meglio (si dice così, no?!). A parte questo e, soprattutto, placati i primi, incontenibili entusiasmi (cavolo però, ma quant'è sana stà ricetta! come se non bastasse, impasti e stendi in un attimo e senza nemmeno star lì a rimpiangere quel santo rotolo di pasta sfoglia pronta..), dicevamo, dopo i primi gridolini adolescenziali, c'è venuto in mente che stà cosa qui, in effetti, aveva un non so che di familiare:-). Burro contro olio quindi, a voi la scelta, signore e signori! E nel caso dovesse servire una velocissima idea per la farcitura: un velo di pesto, qualche fettina di lonza (che, davvero, non presentiamo nemmeno più), una grattatina di pecorino e avete fatto.

Per la pasta brisée al vino: 300 g di farina 0, 80 g di olio d'oliva, 120 grdi vino bianco secco (oppure spumante), 1 cucchiaino di sale fino. Impastate tutto fino ad ottenere una massa liscia ed elastica. Stendere molto sottile, farcire a proprio gusto ed infornare a 180 gradi per 30-40 minuti.

English, please!!!

For wine pastry: 300 g of flour 0, 80 g of olive oil, 120 grdi dry white wine (or sparkling), 1 teaspoon of salt. Mix everything until you get a smooth and elastic dough. Roll out very thin, stuffed to taste and bake at 180 degrees for 30-40 minutes.

mercoledì 25 novembre 2009

Torta-biscotto ai pinoli

Uhm, abbiamo saltato l'appuntamento (con il dolce) del lunedì o sbaglio?! Ok ok, rimediamo subito: rapita spulciata in archivio (ultimamente, troppi panettoni che mi passano davanti agli occhi ed i panettoni, si sa, lasciano il segno! Poi ci sarebbe pur sempre la festa, gli inviti e tutti gli invitati, insomma, davvero poca fantasia residua per pensare di lanciarsi in cene originali da ascrivere negli annali del blog, ecco). E quindi, eravamo rimasti al nostro archivio: in effetti, mi sarei ricordata di questo goloso dolcetto dagli strani natali, tipo che la ricetta arriva da un improbabilissimo ricettario francofono (souvenir delle vacanze, sissì), con tanto di dicitura "brownies" a fare molto meschinamente da esca! Come si noterà dalla foto, stò cosetto qui, di brown ha veramente poco o nulla (e ci credo! ridurre il cioccolato in pezzetti grandi quanto una nocciola per unirlo, poi, all'impasto... mi sa che non ci vuole un genio per intuire che, quei pezzetti lì, non si sarebbero sciolti nemmeno in un'altra vita). Ma resta che ci siamo lanciati ugualmente, nella ricetta intendo. E come spesso accade, va bene che il cioccolato non s'è sciolto (e che quindi, non ha affatto colorato il dolcetto di... brown), va bene che, appunto, non è un brownies e che, quindi, come minimo, dovevamo pure trovargli un altro nome... anzi, a proposito: torta-biscotto, ma in realtà non ha niente a che fare con la pasta-biscuit utilizzata per i rotoli di simil-pandispagna (simil-girelle, tronchetti di natale, etc etc). Uhm, qui biscotto perchè è un po' come mangiare dei grossi pezzi di pasta frolla. Sbriciolosissima, profumata di burro e quindi... va bene che non è andata esattamente come recitava la carta, ma a stò punto, dico io... :))

Torta-biscotto ai pinoli

120 g di burro a temperatura ambiente
60 g di cioccolato fondente
2 uova (100 g)
220 g di zucchero
140 g di farina 00
50 g di pinoli

Lavorare le uova con lo zucchero ed il burro. Tagliare il cioccolato in pezzi grandi quanto una nocciola. Incorporare la farina al composto di uova ed aggiungere, infine, il cioccolato ed i pinoli. Imburrare ed infarinare uno stampo quadrato con il lato di circa 20 cm. Riempirlo con l'impasto e cuocere a 180 gradi per circa mezz'ora (i bordi e la superficie dovranno risultare perfettamente dorati.

English, please!!!

Biscuit cake with pine nuts

120 g butter at room temperature
60 g dark chocolate
2 eggs (100 g)
220 g sugar
140 g flour 00
50 g pine nuts

Working up the eggs with the sugar and butter. Cut the chocolate into pieces the size of a hazelnut. Stir in the flour and add to egg mixture, finally, chocolate and pine nuts. Grease and flour a square mold with the side about 20 cm. Fill it with the dough and bake at 180 degrees for about half an hour (the edges and the surface must be perfectly golden).

martedì 24 novembre 2009

Polpette di sgombro, con mandorle e arancia


Versione mignon e quindi, manco a dirlo, è finger-food! Soprattutto (potrebbe essere) un'idea-aperitivo di quelle decisamente stuzzicanti (una tira l'altra, oltretutto parliamo di un boccone e via, prepararne in quantità industriali sissì), sorprendentemente economica (interessa la cosa?!), semplicissima da realizzare (che in fin dei conti, sò pur sempre polpette) e, se vogliamo, anche un filo più originali dei soliti rotolini di salmone e philadelphia, uhm, delle code di gambero panate e fritte... insomma, cos'è che spiluccano i vostri ospiti intanto che siete lì, alle prese con i vari spaghetti-alle-vongole & co? Nel caso non si fosse ancora capito, parliamo della cena della vigilia (e che la Precy vi stia diventando un filo metodica e previdente, no eh?!). Piccole sfere dalla crosticina croccante e tassativamente fritta (posso provare a cuocerle in forno? grrr), profumatissime, voluttuosamente ammiccanti in direzione Sicilia e giustappunto: a parte le mandorle utilizzate per caratterizzare la panatura, della buccia d'arancia che ammorbidisce in parte il sapore marcato di questo pesciolino troppo spesso snobbato dai più. Poco pecorino, ma quel tanto che basta ad addolcire l'impasto, insomma, piccole note di questo piuttosto che di quell'altro per un qualcosa che... mammaaaaaaaa, ma di preciso, cos'è che avevi pensato per l'aperitivo della vigilia? :))

Polpette di sgombro, con mandorle e arancia
per circa 18 polpettine

300 gr di polpa di sgombro
1 uovo piccolo
1 fettina di pane (solo la mollica)
5 cucchiai di latte
1 arancia non trattata
2 cucchiai di pecorino grattugiato
1 cucchiaio di timo fresco spezzettato
1 manciata di mandorle spellate
pane grattugiato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

In una ciotola, mettete a bagno il pane con il latte: lasciatelo ammorbidire per circa dieci minuti. Quindi, senza strizzarlo, sbriciolatelo ed unite (nella stessa ciotola) l'uovo leggermente sbattuto, la polpa di sgombro tritata al coltello, la buccia d'arancia grattugiata, il formaggio ed il timo. Amalgamate bene il tutto e, nel caso, ammorbidite ulteriormente con poco latte aggiuntivo. Condite con sale e pepe. Formate delle polpettine grandi quanto una noce e rotolatele in un misto di pane grattugiato e mandorle tritate grossolanamente. Friggete in olio caldo, scolate quando la superficie risulta perfettamente dorata e tamponate velocemente su carta assorbente da cucina. Servite immediatamente.

English, please!!!

Mackerel meatballs with almonds and orange
for about 18 meatballs

300 grams of chopped mackerel
1 small egg
1 slice of bread (crumb only)
5 tablespoons milk
1 orange untreated
2 tablespoons grated pecorino
1 tablespoon chopped thyme
1 handful of blanched almonds
breadcrumbs
extra virgin olive oil
salt and pepper

In a bowl, place the soaked bread with the milk, let it soften for about ten minutes. So, without wringing, crumble and united in the same bowl the egg slightly beaten, the mackerel chopped by the knife, grated orange peel, cheese and thyme. Mix well and, if appropriate, further softened with a little extra milk. Season with salt and pepper. Form into balls the size of a walnut and roll into a mixture of bread crumbs and chopped almonds coarsely. Fry in the hot oil, drain when the surface is perfectly golden and buffered quickly on absorbent paper towels. Serve immediately.

venerdì 20 novembre 2009

Happy Christmas!


Non sono impazzita, magari giusto un filo in anticipo, ecco tutto! :-) Scherzi a parte, è solo che visti i soliti impegni inderogabili (per il 2010: imparare a derogare), la valanga di commissioni che, se non ci fossi io, mai nessuno ci pensa (sempre per il 2010: rassegnarsi a delegare) e senza contare l'ormai spaventosa imminenza del natale, per cui vai di giri vorticosi alla ricerca del regalo che, gli altri, proprio non s'aspettano (quasi dimenticavo, per il 2010: abolire la parentesi regali forzati), poi, senza fretta, ma nemmeno prendendosela troppo comoda, pensare ad un menu che sia, possibilmente, l'esatto anello di congiunzione tra innovazione e tradizione, tenendo presente che ci sono anche dei bambini, quello che non mangia carne, l'altro che il pesce anche no, insomma, per evitare che ci passi la voglia ancor prima di cominciare (anche perchè poi sembra che a qualcuno, qui, non piaccia il natale, lol), ci sarebbe venuta un'ideuzza conviviale e rilassante per fare anche un po' il pieno d'energia (visto che tra poco è natale e quindi). In poche parole: la sottoscritta, il solito compagno di merende e, manco a dirlo, un'occasione simpatica per rivedersi o, magari, incontrarsi per la prima volta! ;-) E sempre perchè di restare a bocca asciutta proprio non se ne parla, a seguire, qualche mollica di (questo famoso) Loison... e così mi dite se è (o non è) il panettone più morbido, fragrante e profumato dei vostri ultimi natali (ndr: qualcuno, qui, avrebbe già aperto le danze con le corroboranti colazioni a base di panettone-di-natale, lunedì ai cereali, martedì ai fichi... no dico, ditemi voi se, questo, non è un lavoro per gente tosta?! comprensione please! :-)). Infine, quasi senz'accorgersene, calici di quelli buoni tutti da riempire-svuotare-riempire-svuotare e abbiamo fatto! Vi piace l'idea? Happy Christmas!!! :-)

mercoledì 18 novembre 2009

Pasta e cavolfiore, al forno

Ed oggi giochiamo un po' d'anticipo, in pratica, ci portiamo avanti con (le idee per) il pranzo della domenica! E si tratta, davvero, di un giochino di una facilità estrema, insieme, di una bontà di quelle mobbbide mobbbide e che sanno terribilmente di mamma (chissà come mai, eheheh). Subito dopo il morbido, una superficie piacevolmente croccante, ovviamente gratinata e poi, bè sì, in effetti ci sarebbe da preparare la besciamelle! E per chi non si fosse ancora cimentato, prima di rifugiarsi, anche solo col pensiero, in quel comodissimo quanto inquietante brick apri-e-versa, tadaaan: che poi, nojo, siamo qui per questo no?! Per cui, ne approfittiamo per ricordare ai più pigri che la besciamelle home made è oltremodo più saporita di tutte quelle che si trovano già pronte in commercio: intanto, perchè la qualità del grasso da utilizzare la decidete voi (per gli indecisi, burro di centrifuga piuttosto che olio extravergine d'oliva per una besciamelle, diciamo così, più mediterranea:)). E poi perchè c'è davvero da sbizzarrirsi all'inverosimile con gli aromi di turno, ecco per esempio, col cavolfiore, tanto per dirne una: ditemi che non trovate assolutamente commovente la combinazione cavolfiore+cumino! L'ultima sulla besciamelle, visto che qualcuno potrebbe ricordarci che quella apri-e-versa, in effetti, risulta vellutata all'inverosimile... tadaaan/bis: aggiungere un goccio di panna fresca al termine della preparazione (che, poi, è esattamente ciò che fanno quelli della grande distribuzione solo che, anche qui, immagino non si tratti propriamente di panna fresca, ma vabbè). Infine, tutto sta nel regolare la giusta consistenza della salsa: lasciatela sobollire di più o di meno, in base all'uso che ne farete subito dopo. Cuocetela più a lungo se la utilizzate immediatamente, senza ulteriori cotture; di meno, in caso di successive gratinature in forno. Ultimissima davvero, occhio ai grumi: il segreto è mescolaremescolaremescolare, con quel pizzico di pazienza che non guasta mai, soprattutto in cucina. Poi, sempre perchè siamo in cucina e, appunto, nessuno ci guarda, se la salsa non fosse propriamente liscia come il velluto, qualche colpetto di mixer (ad immersione) e passa la paura (del resto, se lo fa anche Stefano Fagioli in tv!!!:)).

Pasta e cavolfiore al forno
per 2 persone

150 gr di pasta corta
1/2 cavolfiore
25 g du burro
25 g di farina 00
250 ml di latte fresco
1 pizzico di cumino
4 cucchiai di Parmigiano grattugiato
1 spicchio d'aglio
8 gherigli di noce
olio extravergine d'oliva
sale e pepe

per lo stampo:
burro
pane grattugiato

Lavate il cavolfiore, suddividetelo in cimette e cuocetele a vapore fino ad ammorbidirle (circa 20-30 minuti). In un tegame, scaldate un filo d'olio e rosolatevi l'aglio. Quindi eliminatelo, versate il cavolfiore ed insaporite accuratamente. Regolate di sale e pepe.
Preparate la besciamelle: in un pentolino, a fiamma bassa, unite burro e farina e, mescolando in continuazione, lasciate fondere il burro, facendo in modo che s'incorpori perfettamente alla farina. Versate il latte a filo (meglio se a temperatura ambiente) e continuate a mescolare. Unite il cumino macinato e regolate di sale e pepe: lasciate sobollire fino a raggiungere la consistenza desiderata (per aiutarvi, potete anche aggiungere del latte oppure della panna fresca ottenendo, così, una salsa più fluida). Portate a bollore dell'acqua, salatela e cuocetevi la pasta avendo cura di scolarla decisamente al dente. Intanto, con l'aiuto di un mixer, frullate il cavolfiore con la besciamelle e le noci ed insaporite con 3 cucchiai di Parmigiano. Condite la pasta con la crema di cavolfiore e versate il tutto in una teglia piccola, già imburrata e cosparsa di pane grattugiato. Spargete sulla superficie il Parmigiano rimasto, qualche fiocchetto di burro, un pizzico di pane grattugiato, coprite con un foglio di carta alluminio ed infornate a 180 gradi per circa 20 minuti. Eliminate la carta ed ultimate con qualche minuto di grill, finche la superficie non risulterà perfettamente gratinata.

English, please!!!

Baked pasta and cauliflower
for 2 people

150 grams of pasta
1 / 2 cauliflower
25 g butter
25 g flour 00
250 ml fresh milk
1 pinch cumin
4 tablespoons grated Parmesan
1 clove garlic
4 Walnut
extra virgin olive oil
salt and pepper

for the mold:
butter
breadcrumbs

Wash the cauliflower, divide into florets and steam cook until soft (about 20-30 minutes). In a saucepan, heat a little oil and brown the garlic. Then delete it, pour over the cauliflower and seasoned thoroughly. Season with salt and pepper.
Prepare the béchamel: In a saucepan, over low heat, add butter and flour, stirring constantly, let the butter melt, making sure that the flour is incorporated perfectly. Pour the milk wire (preferably at room temperature) and continue stirring. Add the ground cumin and salt and pepper: Let it Simmer until it reaches the desired consistency (to help you, you can also add milk or cream produced fresh, so a smoother sauce.) Bring to boil water, add salt and cook the pasta making sure to drain it very "al dente". Meanwhile, with the help of a mixer, blend the cauliflower with the white sauce and flavored with nuts and 3 tablespoons of Parmesan cheese. Season the pasta with cauliflower cream and pour it into a small pan, already buttered and sprinkled with bread crumbs. Sprinkle the remained Parmesan over the surface, a few knobs of butter, a pinch of bread crumbs, cover with a sheet of aluminum paper and bake at 180 degrees for about 20 minutes. Remove the paper and completed with a few minutes of grill, until the area will not be fully gratined.


lunedì 16 novembre 2009

Torta al mandarino e cannella

Devo uscireee, ehpperò devo assolutamente dirvi di questa leggerissimo dolcetto da prima colazione, di questa piuma profumatissima... anche perchè, ormai, c'è scappato il "leggerissimo" e si sa, l'aggettivo tira parecchio! :) E ci sarebbe di mezzo il solito esperimentino furbo, della serie "prepariamo l'ennesimo cake con il collaudatissimo metodo quatre-quart, solo che, invece del burro, proviamo con l'olio (e fin qui, nulla di nuovo) e proviamo pure a sostiture, la metà dell'olio, con dello yogurt magro" che tanto, ormai, fatto mega scorta al Todis (e chi ci prova più a farsi sorprendere senza). Solo che quando sei lì a diminuire i grassi, ti viene sempre un po' il patema d'animo, ti salta un attimo il cuore in gola al fatidico momento dell'assaggio, della serie "sarà mica venuta un po' gnucca?", ndr: difficile trovare un altro termine che renda meglio la sensazione di mollica gommosa e asciutta... gnucca è perfetto, ecco! Tre le righe, nel caso non si fosse intuito, c'è scappato il doveroso post del lunedì! Per cui sì, risultato da schizzare ad appuntarsi la ricetta, ma proprio di corsa! Uhm, cosa manca? Ah sì, la combinazione aromatica, mandarino + cannella! Copiata da svariate miscele da tè provate di recente (e persino da qualche prodotto erboristico, uhm, cos'era? un bagnoschiuma?:)), ma come dicevo poc'anzi, devo uscireee... buon lunedì! :))

Torta al mandarino e cannella

2 uova medie (120 g)
120 g di zucchero

60 g di olio di riso
60 g di yogurt magro
120 g di farina
1 cucchiaino di cannella macinata
2 mandarini
1/2 bustina di lievito per dolci

1 pizzico di sale

q.b. di zucchero a velo


Montate le uova con lo zucchero per almeno 15 minuti. Unite il sale, l'olio, lo yogurt, il succo e la buccia grattugiata di un mandarino, la cannella ed, infine, la farina setacciata con il lievito: amalgamate con un frusta a mano per non smontare il composto di uova (procedete con movimenti circolari dall'alto verso il basso). Versate il tutto in uno stampo da 22 cm di diametro, già imburrato ed infarinato. Infornate a 180 gradi per 30 minuti, quindi estraete, bagnate la superficie con il succo dell'altro mandarino addolcito con poco zucchero a velo, lasciate raffreddare a temperatura ambiente e servite.

English, please!!!

Tangerine and cinnamon cake

2 medium eggs (120 g)
120 g sugar
60 g of rice oil
60 g fat yoghurt
120 g flour
1 teaspoon ground cinnamon
2 mandarins
1 / 2 packet of baking powder
1 pinch of salt

powdered sugar

Whip the eggs with sugar for at least 15 minutes. Add the salt, oil, yogurt, juice and grated rind of a tangerine, the cinnamon and finally the flour sifted with baking powder: mix with a whip in hand so as not remove the egg mixture (to go ahead with circular movements from top down). Pour into a mold to be 22 cm in diameter, already buttered and floured. Bake at 180 degrees for 30 minutes, then unplug, moisten the surface with the other tangerine juice sweetened with a little icing sugar, let cool to room temperature and serve.

venerdì 13 novembre 2009

Pane e cicoria

E questa, adesso, come ve la spiego?! Uhm! Diciamo subito che la premessa a tutto ciò, in realtà, sarebbe già nota ad un certo gruppetto di persone (ndr: quei folli che non gli bastava leggermi sul blog, pure l'amicizia su facebook hanno voluto:)) richiamate all'ordine perchè, ehm, urgevono info sulla paventata mondatura delle puntarelle (ehbbè, gli amici servono anche a questo, no?!). Solo che, alla fine, proprio puntarelle non erano, anzi diciamo meglio: un attimo prima lo erano (ok ok, nella mia testa!), l'attimo dopo era soltanto cicoria (catalogna, do you know?). E tutta la storia me l'avrebbero, bene o male, spiegata così: opzione1) acquisti le puntarelle già pronte, quindi mondate, croccanti e, soprattutto, tassativamente arricciate su loro stesse (ndr: per 8 euro al chilo o giù di lì); opzione2) tocca acquistare la mamma, la signora cicoria appunto. E questo perchè, udite udite (in realtà parlo a me stessa, abbiate pazienza), le puntarelle non sono altro che quei carinissimi germogli-etti (ciccetti, in ciociaro stretto:)) nascosti tra le foglie grosse e già pasciute. Eh, posto che la cicoria ne abbia ancora, di germigli-etti! Nel mio caso no per cui, sig, ciaociao insalata di puntarelle (con le alici che ci piace tanto e che abbiamo mangiato qui di recente e... ancora ce le sogniamo di notte:))!!! Tanto valeva rassegnarsi alla fregatura, prendersela con la propria ignoranza in fatto d'orto-botanica (attenuanti per i non romani? no eh?!) e pace! Pace un corno: cicoria, tu m'hai provocato e io me te magno... e lo faccio nella maniera che m'è sicuramente più congeniale (anche per evitare ulteriori scivoloni diplomatici). Ma sì, all'uso della mamma, della nonna, della zia (il famoso trittico della cucina di casa ante precy) che tanto il Natale è pure alle porte, un po' d'esercizio in materia di pizza-con-la-scarola ci sta eccome. La pasta: in sostanza, una specie di sgonfiotto mancato, non mangiato, ma nemmeno annusato da lontano :-). Al contempo, la curiosità! Un tipo di pasta (quella per farci gli sgonfiotti, appunto) che c'incuriosiva all'inverosimile, preparata con lo yogurt magro! E se stò sgonfiotto, come per magia, diventasse una sorta di focaccia mollicosa, morbidissima... una pizza focacciosa con la cicoria, per essere proprio precisi?! Manco a dirlo, rigorosamente preparata all'uso dei napoletani (cioè, esattamente come avrebbero fatto loro, se ci fosse stata la scarola di mezzo). Per cui nell'ordine: grazie alla signora del mercato che m'ha venduto delle magnifiche puntarelle virtuali, grazie a tutti quelli che si sono comunque prodigati per la questione e-queste-mò-come-le-pulisco (tengo al caldo per la prox), grazie alla signora Maria per le impagabili lezioni in materia d'orto botanica, per giunta in ciociaro stretto. Grazie anche allo chef Massimiliano Sepe, per aver divulgato una meravigliosa ricetta e, last but not least, grazie anche a chi, alla fine, gli sgonfiotti non ce li ha fatti assaggiare proprio per niente :)), per cui siamo rimasti con la voglia, ehvabbè! Happy end! :))

Pane e cicoria
per due grosse pizze/strudel

per la pasta (ricetta di Massimiliano Sepe via CavolettodiBruxelles):

1 Kg di farina 0
25 g di lievito di birra
1 vasetto di yoghurt magro
2 prese di sale
2 cucchiai d'olio d’oliva
35 cl di acqua tiepida
1 uovo (per spenellare)

per farcire:
2 fasci di cicoria
200 g di olive nere di Gaeta
50 g di capperi
100 g di uvetta
1 manciata di pinoli
6 filetti di acciuga sott'olio
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
2 spicchi d'aglio
olio extravergine d'oliva
peperoncino macinato
sale

Su una spianatoia disporre la farina a fontana. In un contenitore versare l’acqua, lo yoghurt e l’olio d’oliva, mescolare. Aggiungere il sale, il lievito e mescolare di nuovo.Aggiungere la miscela ottenuta alla farina e impastare a mò di pane, regolare l’elasticità, se serve, con un pochino di farina. Adagiare l’impasto ottenuto in una scodella, incidere a croce, coprire con un panno e lasciar lievitare 1 h in luogo tiepido e lontano da correnti o sbalzi termici. Intanto, in un ampio tegame, scaldare dell'olio e rosolarvi l'aglio, il peperoncino ed un paio di filetti d'acciuga (che, naturalmente, si scioglieranno rilasciando tutto il loro sapore). Pulire la cicoria eliminando le parti più dure e lavare sotto l'acqua corrente. Senza sgrondare affatto, versare il tutto nel tegame avendo cura di insaporire bene la verdura nel soffritto. Eliminare l'aglio, coprire e lasciar cuocere, a fiamma dolce, finchè la cicoria non risulterà morbida. Unire, quindi, le olive denocciolate (a mano), i capperi dissalati, i pinoli, i restanti filetti d'acciuga spezzettati ed il pecorino. Salare con moderazione. Insaporire bene il tutto, spegnere e lasciar raffreddare. Riprendere la pasta lievitata, stenderla a rettangolo e farcire la parte centrale con la verdura preparata. Richiudere i due lembi esterni sovrapponendoli tra loro, sigillare le due estremità e ripiegarle leggermente verso il basso, eseguire dei tagli trasversali sulla superficie della pasta (servirà ad agevolare l'uscita del vapore che si forma all'interno durante la cottura) e lasciar riposare per circa mezz'ora. Quindi, spennellare con l'uovo leggermente sbattuto ed infornare a180 gradi per 30 minuti o, comunque, finchè la pasta non risulterà gonfia e dorata (per cuocere perfettamente anche la parte inferiore, eliminate teglia e carta da forno, appoggiate direttamente sulla gratella e proseguite la cottura per qualche minuto). Servire caldo.

English, please!!!

Bread and chicory
for two large pizzas / strudel

for the dough (recipe Massimiliano Sepe via CavolettodiBruxelles):
1 kg flour 0
25 g of yeast
1 pot of low-fat yoghurt
2 pinches salt
2 tablespoons olive oil
35 cl of warm water
1 egg

for stuffing:
2 heads of chicory
200 g of black olives from Gaeta
50g capers
100 g raisins
1 handful of pine nuts
6 anchovy fillets in oil
1 tablespoon grated pecorino
2 cloves garlic
extra virgin olive oil
ground pepper
salt

Place the flour on the pastry into a mound. In a container pour the water, yoghurt and olive oil, mix. Add salt, baking powder and stir nuovo.Aggiungere the mixture to the flour and knead to bring all of bread, adjust the elasticity, if needed, with a little flour. Lay the dough in a bowl, affect cross, cover with a cloth and let rise 1 hour in a warm place and away from drafts or temperature changes. Meanwhile, in a large saucepan, heat oil and brown the garlic, chilli and a couple of anchovy fillets (which, of course, will melt releasing their full flavor). Clean the chicory eliminating the hardest parts and wash under running water. No drain at all, pour it into the pan, taking care to taste well vegetables in pan. Discard the garlic, cover and cook on low heat, until the chicory will not be soft. Join, then pitted olives (by hand), desalted capers, pine nuts, the remaining chopped anchovy fillets and cheese. Salt in moderation. Flavor everything well, turn off and cool. Take over the dough, roll out a rectangle and stuff the middle with the prepared vegetables. Replace the two outer edges overlapping each other, seal the ends and fold slightly down, make cuts on the transverse surface of the dough (will serve to facilitate the release of steam that forms inside during cooking) and leave for about half an hour. So, brush with lightly beaten egg and bake for 30 minutes (180 degrees), however, until the dough will be golden and puffed (for perfectly cook the bottom, remove pan and parchment paper, place directly on grill and continue cook for a few minutes). Serve hot.

giovedì 12 novembre 2009

Lasagne di polenta (ai formaggi)


Passi che c'avevamo un certo pranzetto in sospeso, ma così adesso, non sarà mica troppo? :-) Sississì, decisamente troppo consolatorio, troppo voluttuoso, uhm, troppo rotondo, ecco. Ehvabbè va, ripetete con me: prelevare piccole porzioni di cibo, avvicinare alle labbra (prima annusare, poi arraffare, plz), assaporare lentamente, alzare gli occhi al cielo in segno di definitiva capitolazione, sospirare compiaciuti, socchiudere gli occhi e abbandonarsi all'idea che ormai, da lì a poco più avanti, non servirà praticamente nulla per star bene al mondo. Bene, scena risibile ai più, ma tanto noi altri vogliamo decisamente vivere così (che uno, poi, potrebbe opinare il fatto che qui si svenga, praticamente, per ogni piatto e che quindi trattasi d'una Precy, a stò punto, poco credibile e perfino poco contestabile, tipo che se piace a lei?! Mi oppongo: intanto la lista dei piatti smunti e, francamente, non rotondi, ecco, diciamo che sul blog difficilmente li vedrete passare, pure un po' orgogliosa sissì, poi bè, in fin dei conti resterebbe da cimentarsi con la ricetta. Ah sì giusto: mi sa che è proprio quello il senso di tutta la storia! Grazie per avermelo ricordato e lasciatemi chiudere stà benedetta parentesi che, come al solito, mi faccio prendere oltre ogni umana decenza). E dicevamo quindi lasagne, nessuna traccia di comune sfoglia all'uovo, bensì polenta! A braccetto con i formaggi e, a proposito: per il prossimo giro, ricordarsi d'inserire anche funghi e tartufo, giusto per vedere un po' l'effetto che fa! :-) Ed è l'ennesima ricetta rubata, nello specifico, alla padovana più charmant che io abbia mai conosciuto (sissì, la stessa della torta al limone e dello strudel di qualche post fa)... ma vi pare che nel mio background mangereccio, come dire, nella mia genetica più intrinseca, poteva mai starci la polenta?! E allora...

P.S. e giusto per autoreferenziarsi un po' (ma soprattutto per referenziare il piatto del giorno, tipo che è da mò che lo faccio!!!), scovata una certa chicca del passato, un po' come quelle foto anni 80 che qualcuno ogni tanto tira fuori, giusto per farsi due risate (ma bruciarle no?!), ecco, più o meno così :-)))

La ricetta

Preparate la polenta come indicato sulla confezione, versatela sulla teglia del forno (coperta da apposita carta) e tiratela ad uno spessore di circa 1 cm: quest’operazione va eseguita il giorno prima per permettere alla polenta di rassodarsi bene. Il giorno dopo, in uno stampo di medie dimensioni a bordi alti, imburrato e cosparso di pangrattato, s'inizia con un primo strato di polenta (va tagliata a rettangoli, tipo lasagne, oppure a misura dello stampo), coprite con fettine di formaggio (ad es. taleggio, asiago, provolone, emmenthal), spolverate con del parmigiano, ancora uno strato di polenta, coprite con del formaggio cremoso (ad es. philadelphia, gorgonzola, robiola) e qualche tocchetto di formaggio saporito. Ultimate con il terzo strato di polenta, coprite con del formaggio filante (ad es. mozzarella, provola, fontina), parmigiano, 200 ml di panna fresca a ricoprire il tutto, qualche fiocchetto di burro, coprite con un foglio di carta argentata ed infornate a 180 gradi per 20 minuti. Eliminate la carta e proseguite la cottura per dieci minuti. Al termine, qualche minuto di grill per la crosticina. Lasciate riposare per circa quindici minuti e servite... e se avanzano fette di polenta, provate a grigliarle ed a farcirle tipo toast, yum!!!



English, please!!!


Polenta lasagna with cheese

Prepare polenta as indicated on the pack, spread it on the oven tray covered with special paper, pulling her to a thickness of about 1 cm: this operation is performed the day before to allow the polenta to thicken well. The next day, in a mold of medium-sized high-sided, buttered and sprinkled with bread crumbs, you start with a first layer of polenta (it should be cut into rectangles, like lasagna, or the size of the mold), cover with slices of cheese ( Taleggio, Asiago, Provolone cheese, Emmenthal ...), sprinkle with the Parmesan cheese, even a layer of polenta, cover with the cream cheese (Philadelphia, gorgonzola, robiola ,...) and a few chunks of cheese, finish with the third layer polenta, cover with the stringy cheese (mozzarella, provola, fontina cheese), Parmesan cheese, 1 packet of fresh cream (200ml), a few knobs of butter, cover with a sheet of aluminum foil and bake at 180 degrees for 20 minutes. Eliminate paper and continue cooking for another ten minutes. Then, a few minutes to grill and far rest for at least a quarter of an hour before serving... and if you advance the slices of polenta, try grilling it and stuff like toast, yum!

mercoledì 11 novembre 2009

Uhm, spuntino?! :-)

Crunch, crunch... crunch, ops, scusate! Va bene che, vista l'ora, dovrei piuttosto offrirvi un buon pranzo corroborante, solo che sarei un attimo presa da stò sgranocchio che non m'aspettavo (di quelli che generano dipendenza e che meno male che il sacchetto è in versione mignon, etc etc). Vabbè va, cronaca di una mezza mattinata mica tanto preannunciata: incontro di lavoro (uhm!) in quel di Termini (dove arrivano e partono i treni, individuata la zona? :-)), io, la reflex ed il bigliettino con su scritto il nome del contatto del giorno, lì a girare nervosamente alla ricerca... del nostro incontro di lavoro, appunto. Toh, ma guarda là che matti: mucchietto di avventori a diri poco ingolositi, facciamo pure affamati. A fare da calamita, un mini stand con questa sorta di sgranocchio-take-away, ovviamente agggratis (da lì l'immancabile mucchietto di gente)... e vuoi vedere che il mio incontro di lavoro ed il mini stand sono pure la stessa persona?! Bene, ovviamente vi risparmio i tediosi dettagli (più e meno tecnici), focus invece sulle svariate bustine di sgranocchio-snack ricevute in felice omaggio (e a chi dice che fare il foodblogger non dà da mangiare, prrrr). Poi bè, sulla via del ritorno - in pratica è da allora che non la smetto di sgranocchiare - scorsa veloce alla lista degli ingredienti (e sennò mica vi facevo il post, ma scusate un po'?!), tout court, se pò fa! Da tener presente per eventuali spuntini da vuoto-di-stomaco-improvviso, chiaramente in mancanza di opportuni snack-ini versione home made (ihihih) e tanto si doveva ad onor di cronaca (hai visto mai che mi tenevo la cosa tutta per me, tse). E abbiamo fatto. :-)

martedì 10 novembre 2009

Torta di mele con le briciole


Mi piacciono questi post un po' improvvisi, quasi dei comunicati ansa diffusi alle ore più disparate, una sorta di notizi-ona mangereccia dell'ultim'ora che altrimenti, bè, com'è che facevamo ad arrivare alla cena?! Tra le righe, tutta l'emozione del momento, un vero e proprio post a caldo insomma. Sottotitolo di oggi: cotta e mangiata, nel senso che l'idea giungerebbe dall'omonimo programma in onda, boh, su italia1 (?) ed ancor prima del sottitolo stesso, una doverosa premessa per rendere a pieno la dimensione. E cioè, la questione che qui, bene o male, dobbiamo inventarci una ricettina al giorno, come se da ciò dipendessero addirittura le sorti dell'intera umanità (vabbè, facciamo quelle della parte golosa). Poi, molto preferibilmente, questa sorta di pillola quotidiana dovrebbe recare anche un non so che d'originale, una nota particolare, il connotato che non t'aspetti, se non altro per non rischiare di perdersi nel mare di tutto ciò che è già stato visto e stra-visto. Detto questo, possiamo fare persino di peggio, nel senso che all'ennesima torta di mele (che già la mamma, la nonna, la zia...), eheheh, pur di uscirne vivi, andiamo a cercarci la chicca simpatica, il dettaglio che ci legherà a filo doppio a questa torta che "vi prego provatela perchè davvero è, in assoluto, la migliore torta mai preparata, assaggiata, etc etc". Quanto appena descritto era, in sintesi, la situazione cerebro-emozionale del foodblogger (e non c'è da stare allegri, lo so). E come se non bastassimo ampiamente a noi stessi, aggiungiamoci pure il contributo delle varie mamme, amiche, insomma, per farla breve: mi chiama la mia mamy, mi descrive questa torta di mele appena passata sul programma di prima, intrigantissima, con una sorta di pasta frolla in briciole (ed io dove l'avevo già sentita stà cosa? :-)), mamma che ovviamente non ci pensa affatto a segnare le dosi perchè, comunque, generazioni fatte così e, quindi, la sottoscritta che si dà alla consueta panoramica mentale, un velocissimo 1+1+1.. dove il primo 1 starebbe per tarte tatin, la famosissima simil-crostata francese capovolta (per cui le mele restano morbidissime, profumate all'inverosimile), il secondo 1 starebbe invece per crumble, ovvero le briciole carinissime, oltre che deliziose, da spargere sulla manciata di frutta fresca di turno; al terzo 1, bè, m'è venuta in mente la base del cheese-cake, quella che pur non avendo uova si compatta alla perfezione (e questo qui è, da sempre, il mio incubo più ricorrente: la fetta di torta che ti si sgretola intorno alla palettina, brrrr) e così, in un modo o nell'altro, alla fine... abbiamo fatto!

P.S. la ricetta originale - che poi è un crumble meno slegato, più crostata insomma - la trovate in alto, come link al nome del programma; io bè, ormai avevo già cotto e pure mangiato (ooppss), per cui mi sa che tengo in caldo per il prossimo giro ;-)

Torta di mele con le briciole

200 g di farina 00
200 g di nocciole spellate e tostate
100 g di zucchero di canna
100 g di burro morbido
1 presa di cannella
1 bacca di vaniglia
6 mele annurche (dovrete creare un doppio strato di mele)
zucchero a velo

Con la punta delle dite oppure utilizzando un mixer da cucina, amalgamare velocemente la farina, le nocciole (dovranno risultare tritate grossolanamente), lo zucchero, il burro tagliato a dadino, la polpa interna della bacca di vaniglia ed il sale: otterrete delle briciole slegate, non esagerate ad impastare perchè il risultato dovrà essere esattamente questo. Foderate con carta da forno uno stampo da 24 cm di diametro. Sistemate sul fondo le mele, sbucciate, private del torsolo e dei semini e tagliate a fette non troppo sottili. Coprite con le briciole e compattate con il palmo della mano in modo da ricoprire bene il tutto. Cuocete in forno già caldo a 180 gradi per 30 minuti. Quindi estraete, lasciate intiepidire e sformate delicatamente. Servite a temperatra ambiente (meglio se il giorno dopo).

English, please!!!

Apple pie with crumbs

200 g flour 00
200 g peeled and roasted hazelnuts
100 g of sugar cane
100 g soft butter
1 pinch cinnamon
1 vanilla bean
6 apples (you have to create a double layer of apples)

icing sugar

With the point of saying or using a kitchen mixer, mix the flour quickly, hazelnuts (should be coarsely chopped), sugar, butter cut into cubes, the inner pulp of the vanilla bean and salt: the crumbs will get disconnected not exaggerated to mix because the result will be exactly that. Lined with paper baking mold by 24 cm in diameter. Arrange the bottom apples, peeled, cored and seeds and cut into slices. Cover with crumbs and compacted with the palm of your hand to cover thoroughly. Bake in preheated oven at 180 degrees for 30 minutes. Then extract, let cool and gently deformed.

lunedì 9 novembre 2009

Brioche allo yogurt


Eccolo qua, aggiornamento pomeridiano (e lo so che a stò punto non ve l'aspettavate proprio più, nemmeno io se è per questo)! Diciamo che la cosa è anche un tantino dovuta, più che altro per rendere merito alla colazione del weekend, ehm sì appunto, quella stessa colazione che dovevamo necessariamente sbandierare sul solito socialnetwork... lontani i tempi in cui potevamo starcene nella privacy delle quattro pareti domestiche :-))). Per cui sì, lanciato l'amo (da parte mia), diciamo che ne è derivata un po' di curiosità/acquolina, della serie "mi dici come l'hai fatta, daaai, ma che ricetta è?". E quindi eccoci qui, meravigliosa ricetta di Adriano e, per oggi, mi solleverei dall'onere della solita scheda-ricetta e vi rimanderei esattamente qui (che tanto c'avete da studià per bene come impastare, piegare, ripiegare, etc etc). Quanto alle voci di corridoio, pareri unanimi: una brioche dall'animo tutto sommato leggero, preparata con poco, pochissimo burro (anche niente eventualmente, vedere ricetta che è meglio), promosso a pieni voti quest'inaspettatissimo yogurt magro (eh, insapettatissimo quasi quanto il post del pomeriggio), per non parlare della consistenza finale che è, manco a dirlo, so-ffi-ci-ssi-ma (all'uopo, vivamente consigliata una riscaldatina un attimo prima di addentare, giusto per re-ammorbidire i grassi e, così, tutto il resto). Ah poi, bè sì, paradosso dei paradossi: quello che s'era risparmiato in fatto di burro, niente paura, ampiamente recuperato a suon di generose cucchiaiate di crema al cacao firmata Guido Gobino: a proposito, leggendo bene l'etichetta, dettaglio più, dettaglio meno, mi sentirei davvero di nominarla pregiatissima versione D.O.P. (altamente gourmand) dell'altra, stranota cremina di colore scuro, golosa, pericolissima in caso di umore altalenante (ok donne, ci siamo capite?!). Fatto, passo e chiudo :-)


P.S. brioche farcita (come la mia, appunto)? Stendere l'impasto lievitato ad uno spessore di circa 3 mm, in modo da formare un rettangolo. Spalmare con la crema desiderata, arrotolare ben stretto sul lato più lungo, sigillare bene le due estremità ed attorcigliare come per formare un doppio otto, tutto chiaro? :-)

English, please!!!

Brioche with yogurt

500g flour W 300
(alternatively: Manitoba for non-professional cut with 50% flour 0 for pizza)
100g milk
150g low-fat yogurt
2 eggs + 1 egg yolk
100g sugar
60g melted butter (optional)
1 tablespoon honey
12g fresh yeast
7g salt
6g isinglass (optional)
2 tablespoons rum
Grated zest of 1 lemon and ½ orange
Egg white and apricot jelly for Brush

Dissolve 1 teaspoon of honey, baking powder and zest of ½ lemon in the milk warmed join 90gr flour. Mix and heat until puffy (about 90 '). Mix the zest with remaining yogurt. Combine the eggs, yolk, half the sugar and flour so than it is enough to restring with the leaf. Add the yogurt in 3 times (possibly thickened with gelatin, if an alternative to butter), along with the rest of the sugar and flour, which included gradually. The honey will be added eventually, along with salt (possibly before the butter, added slowly). Strung, after a string and add the rum mixture is still some minutes. Mount the hook and knead at vel. 1.5, reversing a couple of times, until we get a mass of shiny, supple and well bound. Cover and moved to 26 °, until doubled (about 90 '). Inverted on floured pastry board, let's take a tour of the folds of type 2, without squeezing, and cover at bell. After 15', portions into 70g pieces (I prefer to make only one, big brioche) and wrap ball format or as we like more. Polish with egg white, cover and allow to double to 28 °. Polish yet, cut with scissors, the shapes are not intertwined, creating grooves. and bake at 170 degrees for approx. 12 '. Be careful not to break the ideal cooking, which should be left young, not to affect the softness. Out of the oven, brushed generously with gelatin, partially filling the grooves.

venerdì 6 novembre 2009

Pizza grigliata


Ed ecco come starebbero veramente le cose: i post bellini, quelli con tutte le chicche di riferimento, i link, le filologie dotte (ah sì?), in una parola, i post lunghi, lunghissimi (a capire che la quantità non è affatto indice di qualità, ma comunque), ecco, solitamente li preparo con tutta calma - un po' come se stessi scrivendo l'ennesimo capitolo del mio idealissimo libro - uhm vediamo, appena dopo pranzo, subito prima di cena (il cibo che continua a scandire le mie giornate, paradossale? mica tanto), in pratica mi ci dedico nei famosi tempi morti, quelli in cui non si è in altre faccende affacendati. E poi l'avevamo anche fatto presente, scriviamo in tutta tranquillità e, puff, programmiamo l'apparizione del post (quasi sempre) alle sei del mattino seguente... così finisce che sembro precisina sul serio :-). Bene, tutta questa ricca e controversa menata per dire che, la giornata di ieri, è praticamente volata tra (chiacchiere e progetti fantasiosi sulla questione) panettoni, pandori and co. A proposito, esultiamo perchè le idee fantasiose sarebbero allegramente andate in porto ed esultiamo/bis perchè, a breve, vi spiffero tutto, ma proprio tutto (della serie: stay tunes, save the date, etc etc). E quindi eccoci qui, nessun post già pronto da pubblicare, un po' di corsa visto che le idee fantasiose di cui prima dovranno pur prendere consistenza, in un modo o nell'altro, ma giusto per non lasciarvi a bocca asciutta, ennesima idea pizzosa firmata Donna Hay. Attinta senza ritegno dall'amica cavoletta (che se non ci fosse bisognerebbe inventarla, etc etc) e come recita il titolo: pizza grigliata! L'impasto è sempre lo stesso, quello che preparate fin dalla notte dei tempi con la ricetta della mamma, della nonna, dell'amico pizzaiolo (avete un amico pizzaiolo che vi spiffera i suoi preziosi trucchetti?), poi bè, nel caso, date anche un'occhiata qui. Per la cottura, niente forni e niente inganni, porzionate l'impasto lievitato, stendete in uno strato piuttosto sottile, ungete leggermente e lanciate sulla piastra ben calda. Voilà. Appena il tempo di formare la crosticina (l'interno rimane piacevolmente morbido), hop, girate sull'altro lato ed è davvero tutto qui la storia. Il risultato è roba sfiziosissima, veloce e pratica, perfetta per una serata tipo pizza-party e, guarda caso, domani è pure sabato! Un po' pane arabo, ma anche un po' tigella modenese. Quanto alla farcitura, ovviamente a totale discrezione dei commensali: nel mio caso, bieta ripassata in padella con aglio, olio e peperoncino, cubetti di provola affumicata pugliese (giusto per non ricadere nella solita produzione campana, un po'ridondante no?!), qualche fettina di lonza e abbiamo fatto. Buon weekend!

English, please

Grilled pizza by Donna Hay: the recipe is here.

giovedì 5 novembre 2009

Rösti con pancetta e mostarda di mele


Dite mmmmm! Eheheh, scherzi a parte, trattasi della ricetta più [stratosfericamente] buona passata su questi schermi, uhm, da un po' di tempo a questa parte. E se al momento dell'assaggio, qualcuno dovesse per caso uscirsene con un gratuito "pare che stò a mangià cinese", ecco, voi socchiudete gli occhi, sorridete in segno di compassionevole accondiscendenza e continuate tranquillamente a mangiare. Di occhi a mandorle nemmeno l'ombra, qui soltanto spiccate e piacevolissime note agrodolci e... volevo vedere il contrario! Una mostarda stu-pe-fa-cen-te, scovata dalle parti del solito Gennarino e credetemi quando vi dico che è una roba davvero incredibile! Di quelle che "ops, avrei del pecorino crotonese da sacrificare, che ce ne sarebbe ancora un po'?". Quanto al rösti, lo ricordiamo, una sorta di frittellina di patate tipicamente tirolese ed anche qui, esultiamo di tutto cuore perchè - dopo varie diatribe tra internauti d'oltralpe (ma sò cose che capitano, ricetta di tradizone, fondamentalismi vari, vorrei vedere voi!) - brancolavo smarrita tra queste patate che forse andavano semplicemente grattugiate e poi cotte direttamente in padella, forse prima sbollentate e poi, a seguire, tutto il resto (detto tra noi, la numero 2 mi convince molto, ma molto poco). Forse ci va il burro, forse anche l'uovo, ma tanto alla fine less is more, as usual! N'è vero?! Poteva mai, la sottoscritta, darvi del lavoro aggiuntivo (con tutto quello che c'avrete già da fà?): per cui al volo, si grattugia e si adagia allegramente in padella. Il resto del piatto, bè, va anche un po' da sè (nel senso che, bene o male, parla anche da solo): la pancetta è quella umida e profumata (come poche) firmata Paolo Parisi e, sissì touché, va bene che ormai anche solo la parola (pancetta) fa venire in mente A) il colesterolo; B) i cubetti preconfezionati che sò così comodiiii... per una volta però, che dite, ci sta che alcune cose proprio non hanno prezzo (che tanto per tutto il resto c'è....)? Ma sì che ci sta! E quindi, forza, dite mmmmmmm :-)

Rösti con pancetta e mostarda di mele
per due persone

500 g di patate

8 fettine di pancetta

8 cucchiaini di mostarda di mele cotogne

sale

olio extravergine d'oliva

Sbucciate le patate, grattugiatele e dividetele in 16 piccoli mucchietti. Ungete una padella antiaderente con 2 cucchiai d'olio e rosolate pochi mucchietti per volta (cercando di ottenere dei dischi regolari). Salate e non appena risulterà dorato, giratelo delicatamente sull'altro lato e ripetete l'operazione. Sistemateli velocemente su di un vassoio da portata e farcitene una metà con la mostarda di mele. Sovrapponete, quindi, le altre metà così da ottenere una sorta di sandwich. Completate con la pancetta e serviteli caldi.


Mostarda di mele cotogne

mele

zucchero
essenza di senape

Sbucciate le mele cotogne, eliminate il torsolo e tagliatele a fettine spesse 2-3mm. Mescolatele con lo zucchero (1/2 kg di zucchero per 1 kg di fettine di mele) e lasciatele marinare per almeno 12 ore. Recuperate il succo, ponetelo in un padellino e lasciatelo bollire per qualche minuto. Versatelo sulla frutta. Dopo 12 ore ripetere l'operazione . Dopo ulteriori 12 ore, infine, bollite succo e fettine di frutta per una decina di minuti. Lasciate raffreddare il tutto ed unite l'essenza di senape (15 gocce circa per 1 kg di conserva). Versate nei vasetti sterilizzati e chiudete ermeticamente. In alternativa alla senape liquida, di difficile reperibilità, è possibile ottenere ottimi risultati con senape in polvere sciolta con poco vino bianco.

English, please!!!

Rösti with bacon and mustard quince
for two

500 g potatoes
8 slices of rolled bacon
8 teaspoons mustard quince
salt
extra virgin olive oil

Peel the potatoes, grate them and divide into 16 small piles. Grease a nonstick skillet with 2 tablespoons oil and saute a few small piles at a time (trying to get regular disks). Salt and soon will be golden, turn it gently on the other side and repeat. Place them on a tray to quickly reach and farcitene a half with the mustard apples. Overlay, then the other half so as to obtain a kind of sandwich. Fill with the bacon and serve hot.

Quince mustard

apples
sugar
mustard

Peel the quinces, remove core and cut into 2-3mm thick slices. Mix in sugar (1 / 2 kg of sugar per 1 kg of sliced apples) and let marinate for at least 12 hours. Raise the juice, place it in a pan and let it boil for few minutes. Pour the fruit. After 12 hours repeat the operation. After further 12 hours, finally boiled juice and fruit slices for ten minutes. Let cool and join all the mustard oil (15 drops to about 1 kg of tomato). Pour into sterilized jars and seal. As an alternative to liquid mustard, not widely available, you can get excellent results with mustard powder dissolved with little white wine.

mercoledì 4 novembre 2009

Zuppa di sedano rapa con pesto di prezzemolo


Ed ero quindi qui a pensare che, brrr, di gratin (1 e 2) e graziose terrine avremmo in effetti già parlato, per cui sì, a conti fatti mancherebbe la zuppa. E sull'argomento, confesserei una sorta di predisposizione genetica, una fedele osservanza di ciò che era (ed è!) l'irrinunciabile rituale serale ad elevato tasso di serotonina, caldamente raccomandato per quelle cenette del quant'è bello starsene vicinivicini, finalmente al calduccio. La compagna perfetta per sopravvivere al faticoso tg delle venti e, magari, per recuperare i pezzi sparsi in giro durante la giornata (esagerata lo so, è che la zuppa mi riconcilia col mondo intero, giuro!). Lo scalda-cuore che manco quelli dell'intimo sotto casa ne hanno minimamente idea, cucchiaio dopo cucchiaio, la giusta ricompensa che uno s'aspetterebbe di trovare in tavola, in accompagnamento al famoso tg di cui prima. Schietta e sincera (ma non era per caso una birra?!:-)) e se proprio non riusciste a reperire il sedano rapa del titolo (ndr: ricordarsi di ringraziare il mitico egizio-cingalese che oltre a rifornirmi di tutta la frutta secca possibile ed immaginabile, ovviamente, c'ha pure il sedano rapa! E già che ci sono, ricordarsi anche di annotare che il sedano rapa col pesto di prezzemolo è un autentico, inaspettatissimo sballooo!)... e dicevamo quindi del sedano rapa, sì/no/forse, ma signori miei, frullate pure ciò che vi passa agevolmente il convento, ma frullate! E se siete di quelli che la zuppa=brodo, spiacente, cliccare sul blog successivo (scherzooo:-)). Ehpperò tant'è, tocca ammetterlo: quanto a consistenza, la sottoscritta è proiettata sul genere decisamente corposo, piacevolmente denso! Allegri però, potrei perfino farcela a superare il noiosissimo impasse che tanto qui, mi rendo conto, è più che altro una questione di gusti. Focus invece sul monito del giorno che è: più zuppa per tuttiii (sottotitolo: e vissero tutti felici, sazi e contenti)!!! :-)

Zuppa di sedano rapa con pesto di prezzemolo
(da una ricetta del Corriere della Sera)

per 4 persone:
400 g di sedano rapa
40 g di prezzemolo

40 g di grana grattugiato

2 patate medio-piccole
2 carote
1 cipolla

olio extravergine d'oliva

sale

Pelate le patate e lavatele. Mondate il sedano rapa e tagliate entrambi a pezzetti. Mondate le carote e tagliatele a tocchetti. Sbucciate la cipolla e lasciatela appassire in una casseruola con un cucchiaio d'olio, a fiamma bassa per 6-7 minuti (mescolando spesso). Unite sedano, carote e patate; dopo 3-4 minuti salate, bagnate con un litro abbondante di acqua, portate ad ebollizione, schiumate, regolate la fiamma e fate cuocere per 30 minuti. Passate il tutto al mixer, portate nuovamente sul fuoco e, a seconda della densità desiderata, allungate con acqua o lasciate restringere. Lavate il prezzemolo e tritatelo; raccoglietelo in una ciotola e mescolatevi il grana e 4 cucchiai d'olio. Distribuite la zuppa in ciotole singole e disponetevi sopra 1 cucchiaio di pesto. Servite ben caldo.

English, please!!!

Celeriac soup with parsley pesto
(from a recipe of Corriere della Sera)

for 4:
400 g celeriac
40 g of parsley
40 g grated parmesan
2 medium-small potatoes
2 carrots
1 onion
extra virgin olive oil
salt

Peel the potatoes and wash them. Peel celeriac and cut into pieces each. Peel carrots and cut into pieces. Peel the onion and let it dry in a saucepan with a tablespoon of oil over low heat for 6-7 minutes (stirring often). United celery, carrots, potatoes and salt after 3-4 minutes; pour a quart of abundant water, bring to a boil, skim, adjust the flame and cook for 30 minutes. Spend all the mixer, bring back the fire and, depending on the desired density, thinned with water or restrict it. Wash and chop the parsley; put it in a bowl with cheese and 4 tablespoons of oil. Distribute the soup into individual bowls, with 1 tablespoon of pesto. Serve hot.