venerdì 29 maggio 2009

Jamie Oliver (lemon, lime and peppermint) sorbet


Mi stavo chiedendo: nella categoria 'bicchieri golosi', che dite, riusciamo ad infilarci anche delle simpatiche ciotoline?! Lo ammetto: la cosa più bella delle raccolte (di ricette) è che... magari non ne sai ancora nulla e, per caso, ti ritrovi a cucinare (e fotografare) esattamente l'oggetto della domanda (spiego: non che non abbia voglia di partecipare, anzi! è il logorio mentale che mi... logora, appunto! oddio, cosa le preparo? mumble). Invece, come dicevo, la raccolta c'è ed io ho già tutto pronto, manca solo il link! Poi, bè, ad averlo letto giusto poche ore prime (che il sorbetto venisse inesorabilmente trangugiato), magari avrei utilizzato dei bicchieri canonici... sigh, rinunciando così alle mie nuovissime (and very shocking) ciotoline verdi. Ehm, dovete sapere che, sempre sul Sale&Pepe di cui ieri, hanno inserito tutt'una serie di dritte simpatiche per animare i nostri picnic (lo sapete, vero, che mentre scrivo stè cose m'ammazzo letteralmente dalle risate? hai visto mai che qualcuno dovesse prendermi sul serio): dunque, dicevamo... anzi, dicevano quelli di Sale&Pepe "le dejeuner sur l'erbe, ma con piattini, posate (etc etc) rigorosamente in verde acido abbinato al blu"! Toh, ma guarda: sul sito di Jamie Oliver (che è sempre un passo avanti a tutti, c'è niente da fare), il freskissssimo sorbetto finito ormai sul ricettario imprescindibile di casa Precy (in aggiunta, soltanto una ricca manciata di fragole di Terracina), risulta allegramente immortalato in (very shocking) coppette di plastica... blu! Toh, ma guarda!

p.s. trovate tutto da Carrefour, a prezzi decisamente modici :-)


Sorbetto al limone, lime e menta (di Jamie Oliver)
per 4 persone:

200 g di zucchero
275 ml di acqua

5 limoni

5 lime

1 pugnetto di menta fresca

per servire:
fragole fresche

Ponete lo zucchero e l'acqua all'interno di una casseruola, portate a bollore e lasciate sobollire per 5 minuti. Spegnete e lasciate intiepidire. Grattugiate la buccia dei limoni e dei lime e spremetene il succo. Tritate anche la menta e mescolate bene il tutto in un contenitore di plastica. Ponete in freezer per circa due ore (ricordandovi di dare una mescolata ogni mezz'ora). Servite da solo... oppure accompagnando con una manciata di fragole succose.

giovedì 28 maggio 2009

La pasta con le briciole


Decisamente il trend del momento (cibo trendy: fa sorridere, lo so), in pratica, sono tutti lì che sbriciolano alla grande: friselle, taralli, focacce, pani raffermi... in luogo del troooppo banale pangrattato (magari, perfino imbustato: sigh). Per l'appunto, più che di novità bella e buona, parlerei piuttosto di un graditissimo ritorno. Intanto, se fate un salto in edicola, vi anticipo già (ovemai ce ne fosse bisogno) la briciolosissima copertina del Sale&Pepe di Giugno (segue, all'interno, accurata rubrica con briciole un po' in tutte le salse); quanto al resto :-) ve lo starete già chiedendo tutti... "cosa avrà mai sbriciolato la Precy? magari la focaccia di gamberetti dell'altro giorno?". Ammetto d'averci seriamente pensato, ma avevo già una certa scommessa in corso... ricordate i giochini intorno al settore panettoni/colombe (anche se non è più pasqua e nemmeno già natale)? Bene... e non vi ho ancora detto delle telefonate? Quelle in cui me ne raccontano, più o meno, di tutti i colori... loro che i panettoni non solo li producono, ma soprattutto si divertono a farceli assaggiare sotto vesti assolutamente inusuali... quindi sì, confermo: alla fine, ho sbriciolato la colomba! E il suggerimento l'ho trovato addirittura geniale, per via del contrasto dolce-salato, le briciole caramellate in padella e quel delizioso gusto di... eh bè sì, di zucchero tostato! E se state per chiedervi anche questo... il dolce esalta la sapidità di tutto il resto, senza dubbio. A tal proposito, come mia prima volta, ci sarei andata anche piuttosto leggera: soltanto i pomodorini spadellati di Antonella (se ancora non li avete assaggiati, come mai stà cosa???) ed un pesto di erbette miste (complice il fatto che, lunedì, da Felice, avrei finalmente assaggiato l'omonimo condimento a base di pomodorini, pesto di erbette...? immagino di sì). Ultimissima cosa, giusto perchè nei commenti è trapelata (qua e là) una certa tendenza a proporre chicche, ulteriori abbinamenti, etc etc (e stà cosa ci pice tanto, ndr!!!): liberate la fantasia o voi (tutti) che leggete! Tra le aggiunte vivamente consigliate, anche la colatura di alici, alici as is, bottarga, sarde, pecorino di fossa in scaglie (tutta roba bella sapidina, sissì) e poi, bè... poi aspetto le vostre! :-)

AGGIORNAMENTO LIVE

Sfizzioso con filettino di tonno alla colomba, con fiocchi di sale alla menta.


Paccheri con pomodorini, pesto di erbette
e briciole di colomba


per due persone:


150 g di paccheri
(io, quelli di Gragnano)
10 pomodorini
1 fetta di colomba (io, questa)
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
sale e pepe

per il pesto di erbette:

10 foglie di basilico
5 foglie di menta
5 foglie di maggiorana
1 rametto di origano
1 ciuffetto di prezzemolo
qualche ago di rosmarino
1 spicchio d'aglio
1 cucchiaio di pecorino romano grattugiato
olio extravergine d'oliva
1 pizzico di sale grosso
pepe

Portate a bollore l'acqua per la pasta. Lavate i pomodorini e sistemateli in un'ampia padella antiaderente con l'olio ed il sale. Coprite e cuocete per circa 5 minuti a fiamma vivace. Spegnete e lasciate intiepidire prima di sollevare il coperchio. Trasferiteli in una ciotola, conditeli con uno spicchio d'aglio e del pepe, coprite nuovamente e lasciateli riposare. Preparate il pesto: tritate finemente tutte le erbe, unendo anche il sale e lo spicchio d'aglio (privato del germoglio interno). Condite con l'olio fino ad ottenere una consistenza cremosa ed aggiungete una macinata di pepe. Sbriciolate la fetta di colomba (utilizzate solo la mollica e, se presenti, eliminate uvetta e canditi) e tostatela nella stessa padella utilizzata per i pomodorini fino a renderla croccante e ben tostata (se serve, aiutatevi con un filo d'olio); spegnete e tenete in caldo. Intanto, a bollore raggiunto, salate l'acqua e cuocete la pasta. Scolatela al dente senza sgrondarla troppo e saltatela velocemente nella padella con le briciole (se necessario, unite un filo d'olio). A fiamma spenta, aggiungete anche i pomodorini ed il pesto, amalgamate con cura e servite immediatamente.

mercoledì 27 maggio 2009

Parmigiana bianca di zucchine


Come direbbe mia nonna... per qualsiasi cosa, se ne riparla a settembre! Incredibile, nemmeno il tempo di dire "toh, è primavera", catapultati direttamente nella calura più selvaggia, ci siamo ritrovati, da un lato, con le puntuali vescichette ai talloni (prime ballerine indossate senza calzini, sissì) e dall'altro, bè... con la parmigiana di zucchine: è arrivata l'estate! L'estate e poi , inevitabilmente, anche le cene all'aperto: al riguardo, vero che ogni famiglia ha un po' i suoi capisaldi (e guai a chi li tocca!), ma da noi, la parmigiana di zucchine, non dico che abbia rappresentato proprio la svolta, ma quasi. Addirittura la modernità, il nuovo che avanza... con tanto di accesissima rivalità con il ben noto caposaldo di sempre, la sorella maggiore, nostra signora la parmigiana di melanzane. Manco fosse il derby roma-lazio (come mi sarà venuta stà similitudine?!): ad ogni modo, sembrerebbe che chi sta con il cambiamento ed anche un po' con la delicatezza (ovviamente, parliamo di una fata morgana bella e buona: la zucchina viene fritta, coperta di formaggi... ), tifa rigorosamente per la parmigiana di zucchine! Sì ma, bianca o rossa?! Ah bè quella... altra storia, altro derby: sul punto, avrei perfino poco da dire visto che, in famiglia, s'è andato sempre e comunque in bianco :-). Sì, ma con la besciamelle o senza? E poi, con la mozzarella o con la provola affumicata? E le zucchine: semplicemente infarinate (e fritte) o passate anche nell'uovo? Come avrete vagamente intuito, c'è n'è davvero per tutti i gusti (poi, nel caso si fosse intravisto anche un invito a lasciare distrattamente la propria versione caposaldo... c'avete preso in pieno! aspetto!). Intanto, beccatevi la mia... e vissero tutti felici e contenti. Ma solo per un po', giusto il tempo di provarne (ancora) un'altra versione :-)

Parmigiana bianca di zucchine e caciocavallo
per due persone

4 zucchine medie (pref. del tipo romanesco)
200 g di caciocavallo
(io, il silano Martino)
4 cucchiai di Parmigiano grattugiato

4 cucchiai di farina 00
1 tuorlo
basilico

sale e pepe
olio d'oliva per friggere


Lavate le zucchine, asciugatele ed affettatele ad uno spessore di circa 2 mm (se ne avete la possibilità, sistematele su di un panno, senza sovrapporle, e lasciatele asciugare al sole per circa mezz'ora). Inserite la farina in un sacchetto, unite anche le rondelle di zucchine, chiudete e agitate bene il sacchetto in modo da infarinare omogeneamente le zucchine. Sgrondate la farina in eccesso e friggete poche zucchine per volta in olio caldo (verificate la giusta temperatura immergendo un cucchiaio di legno nell'olio: se si formano delle piccole bollicine tutt'intorno, è tempo di friggere). Scolatele appena diventano dorate e lasciatele asciugare su carta da cucina assorbente. In una piccola pirofila da forno, alternate strati di zucchine e di caciocavallo affettato molto sottile, aggiungendo ad ogni giro anche il sale ed il pepe, un cucchiaio di Parmigiano grattugiato e qualche fogliolina di basilico spezzettata grossolanamente. Terminate con il Parmigiano e, con un cucchiaino, spargete il tuorlo sbattuto sull'intera superficie (facendo in modo che penetri anche un po' all'interno). Cuocete in forno caldo a 180 gradi per circa mezz'ora (la parmigiana dovrà risultare dorata e piuttosto compatta). Servite a temperatura ambiente.

martedì 26 maggio 2009

Un panino d'autore? :-)


Eravamo rimasti alle focaccine da farcire! :-) E poichè, ieri, vi è già toccata una dose alquanto massiccia di aneddoti curiosi... per lo più ricordi, ma anche mere informazioni di sorta, tutta roba (spero anche un po') simpatica, da leggere (mooolto preferibilmente) in pausa pranzo... oggi, per inevitabile legge di compensazione, soltanto poche righe facilmente scorrevoli ed un link che, magari, v'era persino sfuggito :-) ...della serie, da leggere anche tra una telefonata e l'altra (o quando il capo si gira dall'altra parte)!

Me la sono presa comoda, lo ammetto. Zucchine (qui, marinate a crudo) e gamberetti. Abbinamento stra-stragettonato dai ristoratori di un po' tutte le categorie (ma sììì), solitamente, come primo piatto. Per riadattarlo alle nostre necessità, fuori la pasta e dentro la focaccina. Poi lo speck... che con la famiglia-gamberi, sembrerebbe vantare una sorta di attinenza conclamata! Potremmo dire che lo speck sta alle zucchine, come le zucchine ai gamberi... e lo speck con le zucchine, come ci sta? :-) Altro primo piatto stra-stragettonato etc etc... l'ho detto subito che me l'ero presa comoda (si fa per dire eh?! in realtà, grande lavorio cerebrale, rischio di fusione sinaptica... notato il livello del termometro in questi giorni?!). E per legare il tutto, uno velo di quark (con la sua lieve punta di acidità), aromatizzato con poca buccia di lime e qualche filo d'erba cipollina. Che volessi contrastare un po' la dolcezza del gamberetto?! Vabbè, collegamenti stra-stragettonati a parte (un panino anche un po'... uhm, si potrà dire 'populista' sotto le elezioni?), ci sarebbe anche il riferimento ad un certo concorso per paninari incalliti! Ovvio no?! Tutta la storia di ieri sul panino della Ricci, il titolo del post di oggi altamente indicativo... niente è affidato al caso, credetemi :-)

P.S. per chi volesse partecipare al concorso... il link l'ho adocchiato qui (apposito banner paninoso, ben in vista sulla destra)!


Focaccine ai gamberetti, con speck,
zucchine marinate e quark all'erba cipollina


per ogni focaccina:
(dosi piuttosto approssimative, si va molto a gusto personale)

Aprire la focaccina in senso orizzontale e spalmarne una metà con un cucchiaio abbondante di quark (già aromatizzato con qualche filo d'erba cipollina tritato e poca buccia di lime); continuare con una fettina di speck, tagliata leggermente più spessa del normale (si consiglia vivamente la scelta di uno speck di qualità, del tipo umido e morbido). Coprire con delle rondelle di zucchine (già marinate per almeno 6 ore in olio extravergine d'oliva, succo di limone, aceto, sale, pepe, aglio, basilico e menta) e completare con 1 pizzico di fior di sale ed una macinata di pepe. Richiudere sovrapponendo la parte superiore della focaccina e servire... magari con un bel calice di prosecco :-)

sabato 23 maggio 2009

Focaccia (e focaccine) ai gamberetti


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
(che c'entra poco o niente col post)

Ci preme informare gli ignari condomini-dirimpettai che, i lavori di restauro del loro amatissimo appartamento, potrebbero subire un significativo rallentamento... ehm, con tempistica NON propriamente stimabile! Ci scusiamo per il disagio (involontariamente) arrecato: non avremmo MAI immaginato che la serissima squadra di muratori polacchi (o forse ucraini, boh), potesse dimostrare un simile interesse per la frenetica attività quotidianamente svolta sul... balcone di fronte. In pratica, c'è stà tizia che fotografa cibo in maniera quasi ossessiva, poi rientra in casa, dà una ritoccatina (al cibo), ri-esce, ri-fotografa, poi ri-entra, ancora ri-ritoccatina... e loro che non si perdono nemmeno una foto, ecco. Ve lo volevo dì.

Tornando al post... focaccia ai gamberetti! Con gamberetti inseriti direttamente nell'impasto, sotto forma di cremina unta e golosa al punto giusto! Il ricordo: Antonella Ricci che impastava un pane al nero di seppia per Marco Bolasco, in una puntata di PaninoAmoreMio in onda sul (fu) GamberoRossoChannel. Ecco, appunto: nero di seppia! C'è però che, i gamberetti, oltre a starmi decisamente più simpatici (del nero... quando sono io quella che deve adoperarlo), erano anche già belli e pimpanti in attesa di utilizzo (presi in offerta al Biopolis, ebbene sì).

Quindi, dicevamo... il ricordo, seguito da quest'idea di addentare una mollica che sapesse decisamente di mare (senza contare il divertimento che sarebbe arrivato subito dopo... pensando alle varie farciture, più o meno scontate, da abbinarci intorno) ed, infine, lo strategico scambio d'ingredienti (nero di seppia lei, gamberetti io). Starà in piedi stà cosa (di frullare i gamberetti, aggiungerli all'impasto...)??? Tempo di fare un po' di ricerche serie (su Google :-))... e come qualcuno starà già suggerendo, certo che sì, trovata in rete la pasta di gamberetti! Che, però, sembrerebbe essere tutt'altro (non un composto cremoso, bensì una vera e propria polvere aromatica da dosare con il cucchiaino... un pizzico lì, un pizzico là).

Carina (e pratica) la polvere: ma dove la trovo? In maniera del tutto casuale, è successo che proprio nei giorni del pesto di gamberetti sì/no, mi son ritrovata dalle parti di piazza Vittorio... dove c'è il famoso mercato, quello con i prodotti strani provenienti da tutto il mondo :-) quindi, già che ci sono, magari chiedo un po' in giro: primo, scopro che nessuno, lì, è in grado di vendermi la pasta di gamberetti, ma proprio per niente; secondo, scopro (anche) che la pasta di gamberetti è una validissima alleata per uscire vivi dal mercato stesso (lanci mezza occhiatina sul banco e loro hanno già tirato fuori il sacchetto, riempito di merce, battuto lo scontrino... avete presente no!? :-)). Ecco, segnate per il futuro: chiedere (sempre, continuamente) se hanno la pasta di gamberetti (a tutti! indistintamente)! Non ce l'hanno (garantito), ma quel che importa è che la richiesta sortisce un inaspettatissimo effetto paralizzante... manco ti rispondono, boh :-)

Quanto alla focaccia (che sa di gamberetti), effetto paralizzante anche qui: assolutamente superiore alle aspettative! Tra l'altro, morbidezza e profumo (accattivante) a parte... un vero e proprio invito a giocarci intorno di farciture carine (che ci sta bene coi gamberetti?)... poi, così, giusto per restare sul basic/sbrigativo: tagliare a fettine, massaggiare con uno spicchio d'aglio, irrorare con un filo d'olio, un veloce passaggio al grill, poi menta fresca, buccia di lime grattugiata ed eccola qui: l'idea aperitivo salva tutti. Però però, come ben si nota dalla foto, da queste parti ci siamo ritrovati tra le mani un buon numero di piccole, focaccine monoporzioni... per cui, mi sa tanto che c'inventeremo un panino! Continua... :-)


Focaccia ai gamberetti

300 g di farina 00
250 g di farina manitoba
12 g di lievito di birra fresco (oppure 200 g di pasta madre)
200 g di gamberetti sgusciati
12 g di sale
1 pizzico di pepe
3 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
1 ciuffo di coriandolo fresco
1 rametto di rosmarino
acqua

per la superficie:
olio extravergine d'oliva
sale

Frullate i gamberetti con l'olio e le foglie di coriandolo fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo. Mischiate le farine con il sale ed il pepe. Sciogliete il lievito in poca acqua tiepida ed unitelo alle farine (se utilizzate la pasta madre, già attivata e a temperatura ambiente, spezzettatela grossolanamente ed incorporatela alle farine in luogo del lievito). Iniziate ad impastare energicamente (oppure avviate l'impastatrice), aggiungendo anche i gamberetti frullati, gli aghi di rosmarino e, gradualmente, anche l'acqua. Dovrete ottenere un panetto morbido, liscio ed omogeneo, ma non troppo compatto (ancora un po' appiccicoso, per intenderci). Trasferite il tutto in una grossa ciotola unta, coprite con un panno umido e lasciate lievitare a circa 22°C per 2 ore o, comunque, finchè non risulterà raddoppiato di volume (se utilizzate la pasta madre, potrebbe volerci di più). Riprendete l'impasto, conferitegli la forma che preferite, spennellate la superficie con abbondante olio extravergine d'oliva, spargete del sale e lasciate riposare ancora mezz'ora, direttamente sulla teglia che utilizzerete per la cottura, coperta da apposita carta da forno. Scaldate il forno a 220 gradi (statico) e cuocete per circa 30 minuti. Se optate per le focaccine monoporzioni, 20 minuti saranno più che sufficienti. Servite calda o appena tiepida.

venerdì 22 maggio 2009

Ciambellone (soffice) con ciliegie e sambuco


E' lui o non è lui, è lui o non è lui... ma cerrrto che è lui! Direttamente dal ricettario di Mrs. Ady Melles, il ciambellone più soffice del mondo, aka ciambellone all'acqua, aka... ehi, ma quanti nomi c'ha??? Ehvabbè, bisogna capirla, povera Ady: e dire che, tra una colazione è l'altra (rigorosamente a base di ciambellone very original, preparato da Ady insomma), le avrei vivamente consigliato il copyright! Dice che ci penserà. Nell'attesa, mi permetto di omaggiarla con una versione fedelissima all'originale (nel senso che non ho pesato due grammi in meno di farina così diventa il ciambellone di Precy! lol!), più una/due chicche estemporanee che (manco a dirlo) hanno decisamente a che fare col raduno :-)

A) Le ciliegie! Prelevate direttamente dal giardino del (famoso) agriturismo di cui ieri (e l'altro ieri, l'altro-altro ieri...), impacchettate a dovere e trasportate mooolto gelosamente fin qui casa! Ora che ci penso, però, praticamente è un furto?! Oddio, ma si poteva dire stà cosa? Vabbè, considerato che sono in ottima compagnia, e considerato (anche) che, con l'occasione, abbiamo abbondantemente re-linkato la location di monna Francesca... ma sì dai, direi tutti felici e contenti! Tutti, tranne i ladri di ricette (lol!)! Ah, comunicazione di servizio: per chi (a questo punto) pagherebbe oro per saperne un po' di più... rivolgersi direttamente ad Ady (ari-lol!). Noi, qui, siamo ancora un po' impegnati col post, ecco.

B) Il sambuco! Si è già sparsa la voce sulla bevanda più gettonata del weekend? Senza ombra di dubbio, il mai assaggiato prima d'ora sciroppo di sambuco della Cindy! Doverosamente allungato con acqua gassata (spudoratamente ghiacciata) e tracannato a più (e più) riprese sul bordo piscina... per me ricorda anche un po' l'ananas (solo che, quando l'ho fatto notare, non ho raccolto un granchè di consensi, boh), ma soprattutto è legato ad una sana e ricca riflessione (di quelle da bordo piscina, insomma): l'arricchimento personale derivato da un po' tutto il simpatico contesto. Per capirci, poteva mai una donna col pollice nero (come me) pensare di annusare, raccogliere, curare e preparare qualcosa di assolutamente delizioso... con un fiore?! Visto che la risposta è no, nella maniera più assoluta, per tutti i dettagli relativi alla preparazione/utilizzo dello sciroppo di cui prima, vi rimando direttamente al blog della Cindy... da parte mia, soltanto un esplicitissimo provateloprovatelo (e magari, anche un altrettanto esplicito spennellatelospennellatelo sul ciambellone!) e, come se non bastasse, anche la promessa a non parlare più di questo benedetto raduno per almeno... tutto il weekend, ohhh :-)

Il ciambellone soffice di Ady Melles
con ciliegie e sambuco

per l'impasto:
250 g di zucchero,
250 g di farina 00,
3 uova,
130 g di olio di semi
130 g di acqua,
una bustina di lievito per dolci (16 g)

200 g ciliegie
30 g di mandorle pelate

per lo stampo:
q.b. di burro
q.b. di farina


per la glassa:
1 bicchiere di sciroppo di sambuco
(per la ricetta, vedere qui)

Lavate e snocciolate le ciliegie. Tostate le mandorle e tritatele molto finemente. Sbattete le uova con lo zucchero fino a farle diventare spumose; aggiungete l'olio, l'acqua, le mandorle e, infine, la farina setacciata con il lievito. Imburrate ed infarinate uno stampo a ciambella (diam. 24 cm) e versatevi il composto. Inserite le ciliegie in maniera omogenea e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per circa 40 minuti, farà fede la prova stuzzicadenti. Estraete e lasciate intiepidire per 5 minuti. Quindi, sformate delicatamente su un piatto da portata ed irrorate subito con lo sciroppo di sambuco (a temperatura ambiente), spennellandolo abbondantemente su tutta la superficie del dolce.

E per servirlo? Dopo averlo bagnato con lo sciroppo, lasciatelo raffreddare completamente, coprite e conservate in frigorifero per tutta la notte: è talmente umido che può solo guadagnarci! Se riuscite a resistere, assaggiatelo direttamente il giorno dopo a colazione, con un buon bicchiere di latte freddo, magari anche una spennellatina di sciroppo aggiuntiva... e che ve lo dico affà?!

giovedì 21 maggio 2009

Zucchine marinate


Non è che voglia farvi rosicare (le varie Lise, Giò, etc etc :-)), è solo che, bè, a stò punto vorrei vedere voi: 48 ore di full immersion nel privato (privatissimo) mondo mangereccio di 6 amichetti bloggers, assolutamente diversi l'uno dall'altro... per chi non l'avesse ancora capito, sono ancora sotto l'effetto-raduno. Immaginate (ancora una volta) la scena: noi lì a cucinare (tutti insieme appassionatamente etc etc) e subito dopo, a darci dentro di gusto, infischiandocene altamente dei vari ed eventuali cuscinetti pronti a depositarsi esattamente dove non vorresti mai. Eppure, contro ogni previsione, nei rari (rarissimi) sprazzi di lucido buon senso (devo dire, soprattutto settore nord, sono sempre più saggi loro!) ci scappava persino l'ideuzza light: dunque, ancora le famose zucchine per la (famosa) parmigiana che non c'è stata (abbiamo cucinato di tutto, ma la parmigiana no! ehbbè, bisogna pur prendersela con qualcuno!), noi che (stè famose zucchine) continuavamo ad immaginarle, più o meno, in tutti i modi del mondo (molto gettonato il lessato, devo dire) e lei che, ad un tratto, mi guarda e spara: ehi Precy, 'scolta, ma te... le hai mai fatte sottili sottili, crude, solo olio, sale, scagliette... guarda, nà roooba!
Eccole, fatte al rientro :-)

Zucchine marinate

500 g di zucchine
1 bicchiere di olio extravergine d'oliva
2 cucchiai di aceto di vino bianco
2 limoni
1 spicchio d'aglio
5 grosse foglie di basilico
5 foglioline di menta
sale e pepe

Scegliete delle zucchine piccole, sode, preferibilmente del tipo romanesco (quelle piccole, con la buccia chiara, solitamente hanno ancora il fiore attaccato). Lavatele, asciugatele con cura ed affettatele a rondelle molto sottili (se ne avete la possibilità, stendetele su di un canovaccio e lasciatele asciugare al sole per circa un'ora). Intanto, in una tazza, emulsionate l'olio, l'aceto ed il succo dei limoni. Aggiungete anche il sale, il pepe, l’aglio e le erbe aromatiche tritate. In un vasetto (utilizzo quelli in vetro, a chiusura ermetica, molto pratici per la conservazione in frigorifero e... per prelevarne un po', di tanto in tanto) versate un primo strato di marinatura e continuate con il primo strato di zucchine; coprite bene con la marinatura e proseguite in questo modo fino ad esaurire tutti gli ingredienti. Coprite e lasciate macerare almeno 6 ore prima di servire... magari con delle scaglie di buon Pecorino (io, canestrato pugliese... leggermente piccante). Si conservano in frigorifero per qualche giorno.

P.S. per evitare che anneriscano, è consigliabile spezzettare le erbe aromatiche con le proprie, sante manine. Uhm... non avreste un coltello in ceramica, per caso? Io sììì :-) grazie, grazie, grazie!!!


mercoledì 20 maggio 2009

Pane alle zucchine, con sale aromatico


Più che altro, per farvelo vedere, ecco! Mi spiace tantissimo, ma siete inesorabilmente impossibilitati a riprodurlo as-is, causa... assenza di amichetti bloggers prodighi di regalini golosi: 1) pasta madre (per i non muniti, nella ricetta indico come sostituirla... ohhh!), ne abbiamo già diffusamente parlato; 2) zucchine... che dovevano diventare una parmigiana e, invece, son finite nel pacchetto degli avanzi da spartire (capisco che avrete un po' tutti il mitico fruttivendolo sotto casa, ma... volete mettere come sa sceglierle lei, le zucchine?!); 3) sale aromatizzato... questa è difficile... con le piantine (aromatiche) magistralmente tirate su (amate, coccolate, etc etc) da una sorta di ciclone fatto donna! Per cui, giusto a titolo informativo, passo a sciorinare la ricetta... peccato davvero (per voi altri) :-)


Pane alle zucchine, con sale aromatico

250 g di pasta madre (oppure 13 g di lievito di birra fresco)
300 g di farina 00
300 g di farina manitoba
50 g di grano saraceno
4 grosse zucchine
12 g di sale aromatico (salvia, alloro, rosmarino)
q.b. di acqua tiepida

Mischiate le farine con il sale. Formate un buco al centro ed inseritevi la pasta madre (a temperatura ambiente e già attivata) spezzettata grossolanamente (diversamente, aggiungete il lievito disciolto in poca acqua). Iniziate ad impastare energicamente (oppure avviate l'impastatrice), aggiungendo la buccia grattugiata delle zucchine e, gradualmente, anche l'acqua. Dovrete ottenere un panetto compatto, liscio ed elastico (non appiccicoso). Con la punta di un coltello, disegnate una croce piuttosto profonda sulla superficie del panetto (serve a facilitare la lievitazione), coprite con un panno umido e lasciate lievitare a circa 22° C per 5 ore o, comunque, finchè non risulterà raddoppiato di volume (se utilizzate il lievito di birra, potrebbe volerci di meno). Riprendete l'impasto, date la forma che preferite, fate qualche taglio sulla superficie e lasciate riposare per circa un'ora, direttamente sulla teglia che utilizzerete per la cottura, coperta da apposita carta da forno (sempre coprendo il pane con un panno umido). Scaldate il forno a 220 gradi (statico), spargete un po' di farina bianca sul pane e cuocete per circa 45 minuti (dovrà formarsi una crosticina dorata e croccante: picchiettandoci sopra con le nocche sentirete un rumore vuoto). Sfornate, trasferite il pane su una gratella e lasciate raffreddare completamente prima di affettare.

Ottimo per accompagnare salumi e formaggi, ma anche per essere golosamente spalmato con pesti e salsine varie :-)

martedì 19 maggio 2009

Torta caprese


Il dolce che porto a tutte (e dico tutte) le cene con gli amici, soprattutto da quando vivo a Roma... nel caso, qualcuno, non fosse sufficientemente edotto sulla questione che... la caprese non è soltanto l'insalata mozzarella+pomodoro, grrr. Come se non bastasse, autentica ricetta culto, frutto di accorgimenti costanti e mirati (persino la parente di Napoli che telefona per suggerire l'optional amaretti-tritati: un pezzo di storia in continuo divenire, assolutamente! per il momento, siamo sull'umido quasi mud, niente farina/lievito, magari anche un po' granulosa, a tratti slegata se vogliamo)... eppure, possibile(eeeee) che non abbia ancora pubblicato la ricetta sul blog?! Stentavo a crederci persino io (sono andata a controllare!), ma del resto la ragione è praticamente scritta tra le righe che precedono: la preparo di continuo, però poi, immancabilmente, la trasporto a destra e a manca e... detto tra noi... avrei smesso di scattare foto a casa degli amici! Ehssì perchè, difficoltà oggettive a parte (carina la tovaglia a fiori: uhm, si vedrà la torta nel bel mezzo di questo prato fiorito? ah, c'hai il servizio col decoro provenzale, bello! no, io ho quello tutto bianco, tipo mensa ospedaliera, perchè sai, con le foto. e senza dimeticare: ohh, intriganti le tue luci soffuse!), dulcis in fundo, avrei anche beccato gente che rideva sotto i baffi... e quindi, ad un certo punto, finisce davvero che tocca un po' industriarsi. Per forza. Questa caprese qui, infatti, non ha affatto una genesi differente da quella delle sue innumerevoli sorelline (passate allegramente nel mio forno): anche stavolta, io che la preparo ed io che la porto... al raduno dei bloggers! Ed io che, all'ennesimo "buona, ma hai messo la ricetta sul blog?", decido di passare all'azione! Quindi: io che mi alzo di buon mattino, io che rubo l'ultima porzione rimasta dalla sera precedente (e non faccio nomi!), io che prelevo piattino e forchettina dalla credenza (evvai, la tipa dell'agriturismo non ama il provenzale), io che esco sul portico, io che m'incanto perchè la luce è fantastica... clic!


Torta caprese (gluten free... per caso!)

per uno stampo da 30 cm


350 g di mandorle pelate e tostate
250 g di cioccolato fondente al 70%

200 g di burro

200 g di zucchero a velo

6 uova medie

4 cucchiai di Amaretto di Saronno

1 pizzico di sale

per lo stampo:
q.b. di burro
q.b. di cacao amaro

per decorare:
q.b. di zucchero a velo

Tritate molto finemente le mandorle (unite anche un cucchiaio di zucchero, prelevandolo dalla quantità totale, così da non disperdere l'olio delle mandorle). Sciogliete il cioccolato ed il burro a bagno maria e lasciate intiepidire. Montate a lungo i tuorli con lo zucchero ed un pizzico di sale: devono almeno raddoppiare di volume. Unite il cioccolato ed il burro ormai tiepidi, le mandorle e l’Amaretto. Montate gli albumi a neve fermissima, versateli sul composto già preparato ed incorporateli delicatamente per non smontarli (con una frusta a mano, movimenti circolari dall'alto verso il basso). Versare il tutto in uno stampo ben imburrato e cosparso di cacao amaro e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per 20-30 minuti. I bordi dovranno risultare cotti, si staccheranno leggermente dai bordi dello stampo. L'interno resterà ancora decisamente umido e morbido (resistete alla tentazione di lasciarla ancora in forno!). Sfornate, lasciate intiepidire per dieci minuti, quindi sformate delicatamente e spolverate subito con dello zucchero a velo (servirà a mantenere la superficie più umida). Conservate in frigorifero per una notte intera e servite, poi, fredda o, comunque, decisamente fresca.

Optional: se piacciono, aggiungere all'impasto anche 200 g di amaretti finemente tritati.

lunedì 18 maggio 2009

Raduno bloggers: Lubriano, maggio 2009

La festa è finita, non resta che dividersi gli avanzi. Per chi non c'era: agriturismo (da sogno!), sette foodbloggers (con relative famiglie) allegramente riuniti sotto lo stesso tetto (indovinate un po' a far che?)... e per chi si fosse collegato soltanto adesso, spieghiamo subito che il foodblogger è principalmente uno che si diletta parecchio ai fornelli, ancor di più a tavola... anche se a dirla proprio tutta, il diletto principale, è quell'inspiegabile e perversa necessità di rendere partecipi gli altri di ogni più insignificante dettaglio di tutta la golosa faccenda. Per cui: fotofotofoto... e giusto due righe personali da annotare sul diario, ad imperitura memoria: sono stata davvero bene (grazie di cuore a tutti i presenti, nessuno escluso)... sottolineo il "nessuno escluso" perchè, i foodbloggers saranno pure personcine strane, gente parecchio eccentrica, curiosa, iperattiva, critica, eccessiva... ma, credetemi, anche le rispettive metà (che fanno tanto le vittime del blog-system, ma va lààà) non scherzano affatto! Chicca finale: per quanto mi riguarda, raduno decisamente utile (oltre che rilassante/divertente/stimolante)... si cucina (tanto), si mangia (anche qui, tanto), si fotografa (a propria discrezione, purchè ne resti memoria), si bivacca (indecentemente), si discute da morire, anche animatamente se è il caso (e sappiate che esiste un vero e proprio gossip da food-bloggers, mò l'ho detto!)... ma soprattutto, si rubano le ricette dei colleghi (con tanto di trucchetti imprescindibili per niente rivelati sui blog!)! Fan-ta-sti-co! Da farti venir voglia di organizzarne subito un altro :-)