martedì 30 settembre 2008

Un pesto per Fiordisale? Beeeeeeee...


... non , proprio beeeeeeeee: signore e signori, pesto (al prosciutto) di pecora!!! Tadaaaaaan!!! Dunque, spieghiamo meglio... qualche giorno fa, la signora qui ci fa un invito (o una minaccia?!): ehi bloggers, che ne dite di prepararmi un pesto?! Scegliete voi gli ingredienti, ma createmi qualcosa di fantasioso per la raccolta pestosa, please!!! Agli ordini!!! Uhm, pensandoci, avrei il blog pieno, zeppo di pesto: pesto di basilico, pesto di erbe, pesto di melanzane, di zucchine, bastaaaa... stavolta volevo proprio qualcosa di diverso, soprattutto per me stessa!!! E poi, avevo voglia di qualcosa che fosse un po' più stagionale (le pecore sarebbero autunnali? ovviamente no! parlo del gusto, caldo, avvolgente, rotondo...)! Quanto al prosciutto di pecora, inizialmente, sembrerebbe di aver a che fare con una sorta di capocollo, ma non è così! Il gusto è talmente accattivante, speziato, selvatico, ricorda persino la ricotta di pecora, davvero da provare! La cremina incriminata, stavolta, è colata a cucchiaiate in una sorta di tortino di melanzane e rucola che... non è propriamente un clafoutis, nemmeno una parmigiana bianca, ma diciamo... una via di mezzo tra le due, per cui grazie, ancora una volta, per le ispirazioni inconsapevoli!!! Naturalmente, come ogni pesto che si rispetti, può essere utilizzato per farcire dei crostini, per arricchire altre preparazioni, per creare dei panini goduriosi, per un bel piatto di pasta (magari ci aggiungerei una fonduta di formaggio e abbondante rucola da cuocere per qualche secondo nell' acqua della pasta)... e sulla pizza no?! A proposito, oggi (a mezzanotte) termina il Pizza Gourmet! Allora? Quanti di voi, oggi, mangiano pizza?!


Pesto tartufato al prosciutto di pecora
(dosi per circa 2 tazzine da caffè)

50 gr di Prosciutto di Pecora La Genuina
2 cucchiai di pecorino grattuggiato
1 cucchiaio di Parmigiano
1 rametto di rosmarino
1 rametto di timo
2 cucchiai di olio al tartufo
q.b. di pepe nero macinato al momento
q.b. di olio extravergine d'oliva

Passare al mixer tutti gli ingredienti elencati, aggiungendo gradualmente l' olio extravergine d'oliva in modo da ottenere una crema fluida ed omogenea. Il prosciutto resterà un po' a pezzettini, ma l' effetto è proprio questo.


Per il tortino di melanzane, ho semplicemente grigliato delle fette sottili di melanzane per poi sistemarle all' interno di una pirofila imburrata, alternandole a della rucola spezzettata, qualche pomodorino a pezzetti, uova sbattute con sale, pepe e ricotta di pecora e qualche cucchiaiata di pesto tartufato al prosciutto di pecora qua e là. Parmigiano grattuggiato per completare e forno a 180 gradi per circa mezz' ora. Consiglio di servirlo appena tiepido!



lunedì 29 settembre 2008

Pumpkin bread ... pan di zucca (ai semi di papavero)


Mi ci stavo arrovellando da un po', non sul pan di zucca in sè, quanto sulla ricettina zuccosa da inviare alla signorina qui per la sua raccolta di stagione: dunque, posto che in famiglia abbiamo il culto del risuttin cremosissssimo con zucca e provola affumicata, uff... però mi sapeva tanto di cosa vista e stravista... uhm, anche la milanese di zucca mi stuzzicava alquanto, ma anche quella... insomma, ero lì ad aspettare il lampo! E poi succede che qualcuno dà il via, apre la stagione della zucca con una brioche: nooooo, addirittuuuraaa?! A questo punto, voi altri starete pensando: si, ma è visto e stravisto anche questo, il pan di zucca intendo! Che vi devo dì, sarà che ultimamente la colazione ha la priorità assoluta, sarà che s' è trattata di autentica folgorazione... dovevo cimentarmi, tanto più che lei diceva di aspettarsi altri esperimenti, in modo da ottimizzare le dosi, quest' altra qui che giurava solennemente che mai, nemmeno sotto tortura, avrebbe abbandonato la sua ricetta, bene... e allora pan di zucca!!! Si, ma come lo faccio? Classico: collage!!! Va detto, è decisamente un pane, molto umido e morbido, sembrerebbe più un cake a dir la verità, ma all' atto pratico non ci sono grassi, per cui no, non è una brioche! Un pan-cake??? Poi, mi stuzzicava l'idea di creare uno stacco cromatico (e aromatico): semi di papavero! E ancora, di base, siamo molto vicini a questa cosina qui... le noci nell' impasto ci starebbero divinamente, infatti erano fortemente previste, ma è finita che ne ho dovuto fare a meno! Dulcis in fundo, nella prossima versione, proverò ad infilarci un po' di farina di castagne... ah, come si mangia (sta' cosa mi fa sempre sorridere, ma con la bocca no?!): per quanto mi riguarda, tostato e con il solito miele, ma come dicevo... è quasi un cake, basta ampiamente a se stesso!! Ecco, adesso sapete proprio tutto!!!

Pan di zucca ai semi di papavero
per uno stampo da plumcake da 20 cm

500 gr di zucca già pulita
200 gr di farina manitoba

200 gr di semola di grano duro
1 bustina di lievito secco

ca. 400 ml di acqua

1 cucchiaino e 1/2 di sale

q.b. di burro per la teglia

q.b. di semi di papavero

Tagliare la zucca a pezzetti e cuocerla in forno a 180 gradi per circa 1/2 ora. Frullarla in un mixer, così da ottenere una purea, aggiungervi le farine miscelate con il lievito e, gradualmente, l'acqua: si otterrà un composto cremoso, liscio ed omogeneo. Salare alla fine. Imburrare, quindi, la teglia, cospargerla di semi di papavero, versarvi l' impasto (riempire fino a poco più di 3/4), coprire anche la parte superiore con i semi di papavero ed infornare a 200 gradi per 1 ora (si parte con il forno ancora freddo), posizionando lo stampo nella parte bassa del forno. Dopo la cottura, sformare e lasciar raffreddare completamente prima di affettare: la parte centrale risulterà cotta, ma piuttosto umida: sconsiglio di cuocere ulteriormente... nel mio caso, ho grigliato un attimo le fettine prima di mangiarle!

E come preannunciato, questa ricetta partecipa alla raccolta della mia amichetta Soleluna:



sabato 27 settembre 2008

Cake di carote...e mandorle... e cannella... e olio d'oliva


Così, giusto per augurarvi buon weekend e nel caso dovesse venirvi voglia di una colazioncina sana e genuina, oppure di un té pomeridiano che ormai ci sta proprio tutto... vabbè, bando alle ciance: è stata lei a gettare l' amo, io come sempre ho abboccato, da golosa e fedele estimatrice quale sono, ricadendo, per giunta, sul solito sacchettino di mandorle ammiccanti, sul confort della cannella, sul calore dell' olio d'oliva... vado a fare colazione, ci si sente ok???!!!

Cake di carote e mandorle alla cannella
stampo da plumcake da 20 cm

180 gr di carote (già pulite)
100 gr di mandorle (spellate e tostate)
1 pezzetto di cannella
2 uova grandi
100 gr di zucchero
30 gr di olio d'oliva
50 gr di farina
50 gr di fecola
1 cucchiaio di lievito per dolci (abbondante)
1 pizzico di sale

In un mixer, tritare le carote, le mandorle e la cannella. Intanto, montare le uova con lo zucchero fino a farle triplicare di volume (min. 10 minuti). Con una frusta a mano, molto delicatamente, incorporare l'olio, il trito di carote e mandorle, il sale e le farine setacciate con il lievito. Versare il tutto in uno stampo imburrato e cosparso di pangrattato e cuocere a 180 gradi per 25-30 minuti.
Sformare e lasciar raffreddare su una gratella. Se piace, decorare con dello zucchero a velo.

venerdì 26 settembre 2008

Pasta e ceci... e sono due!!!


Ve l' avevo detto che si trattava di una vera e propria saga, la storia infinita della "pasta e...", altro che trilogia, qui si va ben oltre, v' avverto! Ad ogni modo, le lenticchie sono state ampiamente apprezzate, ergo, mi precipito ad omaggiare quest' altra delizia, my favourite: come già anticipato, il procedimento per questo tipo di minestre è sempre lo stesso, più o meno. Piccole variazioni sul tema che, ovviamente, non vanno trascurate... tipo che qui ci va il sedano, fondamentale, poi niente pomodorini, tutto rigorosamente in bianco e niente pasta mista, bensì deliziose pappardelle spezzate, così, con le mani, molto grossolanamente... il risultato, credetemi, è davvero fantastico, farete un figurone (oddio, sembro Jamie Oliver)! E, poi, il bello è che è così da generazioni, ebbene si, signori e signore: piatti storici... e non dite che non ve l' avevo detto!!!

Minestra di pasta e ceci
per due persone

100 gr di ceci secchi
100 gr di pappardelle (spezzettate grossolanamente)
1 spicchio d' aglio
1 costa di sedano
2 cucchiai d' olio extravergine d' oliva
1 L di brodo vegetale (circa)
q.b. di sale e pepe

Mettere a bagno i ceci per un' intera notte, quindi sciacquarli accuratamente e cuocerli per circa un' ora nel brodo vegetale (aggiungere il liquido gradualmente, in modo da non ritrovarsi con una preparazione finale troppo brodosa). A cottura ultimata, i ceci dovranno risultare morbidissimi, fin quasi a spappolarsi. Separatamente, preparare un soffritto con aglio, sedano a pezzettini ed olio, unirlo ai ceci ed insaporire il tutto. In pieno bollore, aggiungere anche la pasta (aggiungere del brodo solo se necessario, le pappardelle cuociono davvero molto in fretta ed il liquido non avrebbe il tempo di ridursi a sufficienza, mentre il risultato finale dovrà essere cremoso, denso, assolutamente non brodoso). Spegnere la fiamma quando la pasta è ancora al dente, correggere di sale e pepe e lasciar riposare per almeno venti minuti. Si serve con un filo d'olio crudo.

giovedì 25 settembre 2008

Coffee choco muffins


Comunicazione di servizio: è giovedì, ma soprattutto, cosa molto, ma mooolto più importante, siamo già al 25 settembre! Avete annotato in agenda che il termine ultimo, ultimissimo per la partecipazione al pizza-gourmet è previsto per la mezzanotte di martedì 30 settembre?! Ci siamo quasi!!! Ah, intanto, se fate un salto sul post, potrete ammirare la valanga di ricette già pervenute... uhm, così magari fate anche un controllino personale (link, foto, ingredienti)... che qui, saremo anche precisini, ma pur sempre umani e, per giunta, con trasloco in corso! Ok, nell' attesa, ci mangiucchiamo un muffin, che ne dite?! L'altro giorno ero incappata in questi qui, ovvero nei fratellini gemelli di questi altri qui! Troppo invitanti per non provarli, ma anche troppo incasinata per non accorgermi di non avere tutti gli ingredienti... e allora, vai di manipolazioni genetiche: segnatevi (anche) queste dosi e incorniciatele, mi raccomando!

Coffee choco muffins
per 6 muffins grandi

190 gr di farina 00 (setacciata)
90 gr di zucchero
1 cucchiaino abbondante di lievito per dolci (setacciato)
1 uovo (ca. 50 gr)
50 gr di caffè espresso (amaro)
60 gr di burro fuso
120 gr di latte
80 gr di cioccolato fondente al 70%

In due contenitori separati, mischiare velocemente ingredienti secchi da una parte e quelli liquidi da un' altra. Unire i due composti, aggiungere anche il cioccolato tritato grossolanamente, amalgamare il tutto senza montare e senza mescolare troppo (si presenteranno dei grumi, ma va bene così). Dividere il tutto nei pirottini di carta posizionati all' interno dell' apposita teglia da muffins e cuocere in forno, a 180 gradi, per 20 minuti (i pirottini vanno riempiti per 3/4 e per una migliore tenuta, provate ad utilizzare due pirottini invece di uno).



mercoledì 24 settembre 2008

Pasta e lenticchie della mamma, della nonna, della zia...


Prontiii, via! Eccoci qua: minestre, parte prima!!! Anzi, più precisamente, capitolo primo della saga infinita, quella della "pasta e..."!!! Tipico, tipicissimo, altro che reinterpretazione di questo, variazione di quest' altro... per la mia mamma (la nonna, etc etc) la cucina dev' essere semplice, tradizionale, basic (gustoso, consolatorio e quant' altro... ne sono un' ovvia ed imprescindibile conseguenza)!!! Quindi, pasta mista (con qualche variazioni sul tema, sto pensando ai mitici tubetti) più legume-verdura-ortaggio a scelta, stop! Cambiano un po' gli aromi, qualche volta ci va l' aglio, altre la cipolla, ma sostanzialmente siamo lì: è la saga della "pasta e..." !

Minestra di pasta e lenticchie
per due persone

100 gr di lenticchie rosse secche
100 gr di pasta mista
1 spicchio d' aglio
1 cipolla piccola
2 cucchiai di olio extravergine d' oliva
1 L di brodo vegetale (circa)
2 cucchiai di passata di pomodoro
2 rametti di prezzemolo fresco
q.b. di sale e pepe

Mettere a bagno le lenticchie per alcune ore, quindi sciacquarle accuratamente e cuocerle per circa un' ora nel brodo vegetale (aggiungere il liquido gradualmente, in modo da non ritrovarsi con una preparazione finale troppo brodosa). A cottura ultimata, le lenticchie dovranno risultare tenere, schiacciandole con i polpastrelli dovranno disfarsi facilmente. Separatamente, preparare un soffritto con aglio, cipolla affettata molto finemente ed olio, unirlo alle lenticchie, aggiungendo anche il pomodoro ed insaporire il tutto. In pieno bollore, aggiungere anche la pasta (aggiungere del brodo solo se necessario, la pasta cuoce in fretta ed il liquido non avrebbe il tempo di ridursi a sufficienza mentre il risultato finale dovrà essere cremoso, denso, assolutamente non brodoso). Spegnere la fiamma quando la pasta è ancora al dente, correggere di sale e pepe, completare con del prezzemolo fresco spezzettato e lasciar riposare per almeno venti minuti. Si serve con un filo d'olio crudo.

martedì 23 settembre 2008

Cheesecake allo stracchino, anzi no, allo Stracon


Ancora Esperya: contributo formaggioso stavolta! Stracon Veronese, una sorta di antenato dello stracchino: cremina bianca come la neve, la consistenza è quella lì, tipica, morbida, ma compatta, nettamente superiore la delicatezza, la freschezza... c' avrei sentito una vaga punta lemonina e su tale fondamentalissimo dato, m' aspetto conferme da parte di altri assaggiatori-gourmet. Ok, giusto per non ricascare sui soliti crostini con la salsiccia, s' è pensato di rifare il trucco alla classica cheesecake di casa! Mai provata la cheesecake con lo stracchino? E con del cioccolato alle pere e mandorle in bonus? Ebbene si, quest' altra delizia gourmettosa era già in dispensa... e meno male, chi c' avrebbe pensato altrimenti?! Questo significa che, eventualmente, potreste optare per un change di natura, diciamo così, contingente... ma sinceramente non ve lo consiglio! Almeno una volta nella vita, assaggiatelo così...

Cheesecake allo Stracon e cioccolato alle pere
(stampo da 18 cm)

Per la base:
150 gr di biscotti McVitie's Digestive
75 gr di burro

Per la farcia:
250 gr di formaggio El Stracon Veronese
170 gr di latte condensato zuccherato

2 uova
grandi
100 gr di cioccolato fondente alle pere e mandorle*


Tritare finemente i biscotti, amalgamarli al burro fuso e compattare il tutto sulla base dello stampo (interamente foderato con apposita carta da forno). Conservare in frigorifero. Intanto, lavorare il formaggio aggiungendo gradualmente il latte, le uova ed, infine, il cioccolato spezzettato molto grossolanamente. Versare il tutto nello stampo, sulla base di biscotti, e cuocere in forno già caldo a 180 gradi per 40 minuti. Abbassare, quindi, la temperatura a 150 gradi e proseguire per altri 20 minuti. Lasciar raffreddare in forno spento, semi-aperto e conservare, poi, in frigorifero, meglio se per un' intera notte.

* Cioccolato alle pere e mandorle, questo qui !!!

lunedì 22 settembre 2008

Pane alle noci e quant' altro


Senza troppi fronzoli... fettina di pane nero alle noci, quadratino di burro, goccia di miele d' acacia, caffellatte abbondante e consolatorio (anche in tinta direi)... ed eccomi qui! Un lunedì mattina un po' freschino, un po' grigio, quella pioggerellina lenta leeenta... quanto al fine settimana, riassumendo, cenetta al tovagliolo, filmettino profondamente impegnato, visitina dell' amica premurosa, la cagnolina che s' è beccata un' infezione all' occhiettino bellino (immaginate la scena strappalacrime di noi due, sul divano, tra impacchi sbrodolosi di camomilla e carezzine rassicuranti)... Ah, ma in tutto questo, vi ho detto che sto per trasferirmi? Siii, la grande novità dell' anno, ce ne andiamo nella capitale! Ecco la ragione del temporaneo single-style: in effetti il maritino è già più là che qua... cosa aspetto a raggiungerlo? Diciamo, tempi tecnici da organizzazione-trasloco, ma posso farcela! Vabbè, rimandiamo la notiziona bomba a quando il tutto sarà concretamente (e finalmente) definito! Nota positiva del weekend... perchè ce n' è sempre una e se proprio non c'è... vediamo di crearcela da soli: uhm pensandoci (ma mica tanto)... direi senza dubbio il dolcetto formaggioso, ma prometto di parlarvene diffusamente domani... scappo dal veterinario!


sabato 20 settembre 2008

Il crumble che era anche un po' cookie


In effetti del crumble, versione dolce-fruttata, ne avrei già parlato (e mica solo io eh), ma questa cosina qui merita la notorietà, che poi magari qualcuno se ne esce con il tu lo sapevi e non hai detto niente... per cui, eccolo qua: crumble, poco poco cookie, ci sono i fiocchi d'avena, un accenno di farina integrale... il gusto ricorda tantissimo gli inconfondibili biscottini americani! Poi il cioccolato extrafondente... ah, preparato (nuovamente) con le pesche per le solite, noiosissime esigenze della dispensa! Proposta: immaginiamolo (anche) con delle belle pere succose, riuscite a visualizzare? Pere + cioccolato + briciole croccanti, burrose, vanigliose... e non dite che sono sadica perchè oggi è sabato e il dolcino possono mangiarlo tutti, vero cara?!

CRUMBLE DI FRUTTA CON AVENA E CIOCCOLATO
(stampo 22 cm)

4 pesche (o altro tipo di frutta)
180 gr di farina 00
20 gr di farina integrale
50 gr di fiocchi d'avena
100 gr di zucchero
100 gr di burro
1 bacca di vaniglia
ca. 40 gr di cioccolato fondente al 70%

In una ciotola capiente, mischiare le farine, lo zucchero, i fiocchi d'avena, i semi di vaniglia raschiati via con un coltellino ed il burro, leggermente morbido, tagliato a piccoli cubetti. Lavorare velocemente con la punta delle dita, sfregando e facendo in modo che gli ingredienti secchi assorbano bene il burro: si otterrà un composto granuloso! In uno stampo imburrato, sistemare le pesche tagliate a dadini, spargere un po' di zucchero semolato, coprire con il cioccolato tritato grossolanamente, completare con le briciole di pasta e cuocere a 180 gradi per 30 minuti. Servire a temperatura ambiente, oppure appena tiepido, magari accompagnando con una pallina di gelato alla vaniglia, salsa inglese, yogurt greco o del mascarpone.


Intanto, tra le pareti domestiche: si si si, brava padroncina, tutto bello, buono, biiis... tse, ma voi che ne sapete di quanto è dura la vita per una povera cagnolina... sentire sti' profumi e non poter assaggiare, ehssi perchè seguo la dieta zero-zuccheri, io! Vabbè che la mia padroncina mi spupazza, sbaciucchia (etc etc) dalla mattina alla sera, vabbè che qualche fettina di salamino in bonus ci scappa sempre, vabbè che lei fa anche attenzione a farmi trovare nella scodella la stessa cosa che ho pre-sniffato nell'aria... tipo che se loro hanno il tacchino, siiiiiii, anch'io, ma semplice semplice, senza intingoli... che c' ho un po' il fegato delicato, ma quello che volevo dire è che... ok, niente dolci, ma oggi è il mio primo compleanno... come la mettiamo?


Mumble mumble, in effetti starei meditando di infornare dei biscottini canini, magari farina integrale per facilitare il transito, del tuorlo nutriente, un po' di parmigiano per il calcio, semi di sesamo per le vitamine... oggi pomeriggio c' inventiamo una festicciola al parco con tutti i suoi amichetti, biscotti per tuttiii... poi rincasando, polletto allo spiedo per cena (lo adora)... che dite? Ricovero?! Naaa...


venerdì 19 settembre 2008

Casarecce con tonno, melanzane ed altro ancora

Tenetevi forte! Per la preparazione di questo piatto s' è dovuta scomodare Esperya in persona! Il piatto l' avevo intravisto in un simpatico libricino... il cui titolo è la prova, ulteriore, di quanto la sottoscritta abbia a cuore le fobie alimentari del caro maritino alemanno (Pesce senza spine)! L' idea mi stuzzicava parecchio, qualche piccola variazione sul tema, ma... problema: il tonno! Cosa? Per un' ischitana?! E che ne sapete, voi, delle mie odissee shoppinghesche!!! Figurarsi se, in loco, riuscivo reperire un trancio di tonno così: affumicato, bello, sodo, rosso, gustosissimo! I cubetti rosati che spuntano qua e là, tra una casareccia ed una melanzana croccante, altro che speck, ci sono cascati tutti (vabbè che erano tedeschi, sono un po' di parte magari), è proprio tonno-tonno, affumicato, marinato, ragazzi na' roba...

Casarecce alle melanzane e tonno affumicato
per 4 persone

320 gr di Casarecce di Gragnano
150 gr di
Tonno rosso affumicato Campisi
2 melanzane medie

1 arancia bio

1/2 tazzina di semi di sesamo

1 cucchiaino di foglie di timo fresco

4 cucchiai d' olio extravergine d' oliva

q.b. di olio per friggere
q.b. di sale e pepe


Tagliare il tonno a dadini e lasciarlo marinare con il succo dell'arancia, una macinata di pepe ed il timo (coperto, per almeno mezz'ora). Lavare, asciugare e spuntare le melanzane, dividerle in due o tre trancetti (a seconda delle dimensioni), dovranno risultare della stessa lunghezza delle casarecce. Dividerle a spicchi e, quindi, a bastoncini. Infarinarle, scuotere la farina in eccesso e friggerle in abbondante olio. Scolarle e tamponare l'unto in eccesso su apposita carta da cucina. Cuocere le casarecce in abbondante acqua salata tenendo da parte un po' dell'acqua di cottura. Intanto, in un tegame, scaldare l'olio extravergine d'oliva, unirvi la buccia grattuggiata dell'arancia ed i semi di sesamo, aggiungere anche i dadini di tonno sgocciolati leggermente dalla marinatura ed insporire il tutto. Infine, unire le melanzane e correggere (eventualmente) di sale e pepe. Scolare la pasta al dente, senza sgrondarla troppo, versarla nel tegame e mantecare energicamente, aiutandosi (se serve) con un po' dell' acqua di cottura messa da parte. Completare con un giro d'olio a crudo (direttamente sui singoli piatti da portata) e servire immediatamente.

giovedì 18 settembre 2008

Frittelle di zucchine...ultimi sprazzi d' estate


E dite pure che non sono strana (lo dite... vero?)! Ma se saranno, ormai, settimane che rompo con questa storia dell' evvival'autunnocheètornato... ebbene, ci siamo: l'aria s' è finalmente (e realmente) rinfrescata! Quanto alla sottoscritta, depistaggio totale, contro ogni previsione: ultimi sprazzi di quello che sembrava avermi ampiamente stufata! Ma quanto la fate lunga voi altri?! Nel cassetto del frigo c' erano le ultime zucchine 2008, ecco tutto! La ricettina l' avevo adocchiata già da un po' sull' Enciclopedia della Cucina Italiana (volume Cucina Estiva... aridaaaglie) e, soprattutto, m' intrigava l' utilizzo dell' albume montato a neve nella pastella da friggere: è lui che rende soffici le frittelle... a meno che non decidiate di glissare la grande, grandissima chicca di oggi ed utilizzare la (solita) pasta cresciuta, quella classica con il lievito di birra. Allora, che dite? Sta' frittellina, ci sta? Ma come, nemmeno se è bella, morbida, delicata, profumata... ma che devo fare con voi?! Vabbè, oggi è andata così, non fateci caso!

Frittelle soffici di zucchine e menta
per circa 15 frittelle

500 gr di zucchine piccole
ca. 150 gr di farina 00
1 albume
1 cucchiaio d' olio extravergine d'oliva
1 manciata di menta fresca spezzettata
q.b. di acqua
q.b. di sale
q.b. di pepe
q.b. di olio per friggere

Lavara, asciugare e spuntare le zucchine; tagliarle a fiammifero, in maniera piuttosto sottile, eliminando eventualmente parte della polpa interna troppo acquosa. Salarle e lasciarle riposare. Intanto, mischiare la farina setacciata con l' olio d'oliva ed acqua quanto basta per raggiungere la consistenza di una pastella semi-liquida (tipo crepes, leggermente più soda); unire le zucchine, la menta, il pepe ed, infine, incorporare l'albume montato a neve ben ferma, con movimenti circolari dal basso verso l'alto così da ottenere una massa spumosa ed omogenea. Scaldare abbondante olio in padella e friggere il composto a cucchiaiate. Scolare le frittelle non appena risulteranno dorate, asciugare l' unto in eccesso su carta assorbente da cucina e servire immediatamente.

Frittellina di ringraziamento: 1, 2, 3, 4 e 5 ... grazie davvero!

mercoledì 17 settembre 2008

Ma che cavoletto di pollo è questo?


Dalle mie parti, si direbbe bello azzeccoso, poi, senza dubbio particolare, incredibilmente delizioso... può bastare?! Dal titolo del post, si sarà mooolto vagamente intuita la fonte: lei! E il bello dei nostri blog, di queste riproduzioni più o meno fedeli all' originale, sparse ai quattro angoli del globo... è che se l' hai persa di , magari la trovi di qua e viceversa... oppure succede che l' hai già vista di là, ma poi ti è passata di mente ed ora rivedendola (di qua) ... ah siiiiiii, questa la volevo proprio provare, grazie per avermelo ricordato!!! Insomma, piroette internettiane, spunti bloggaioli... e cene che si risolvono in un lampo, con grande soddisfazione del palato! Stavolta pollo: in famiglia lo apprezziamo caldamente (cagnolina inclusa, anzi, lei in primis), spessissimo al forno con le patate, raramente in tegame alla cacciatora, quasi mai alla piastra (troppi effetti ambientali collaterali) e poi, si, diciamolo... più volte gentilmente offerto dalla praticissima rosticceria vicino casa! Questa ricettina nuova nuova, piuttosto innovativa (la mia prima volta con la salsa di soia, ho detto tutto)... vista e provata pressochè all' istante! E volata per direttissima ad arricchire il ricettario di casa!

Sticky lemon chicken

1/2 pollo a pezzi
2 piccoli limoni bio (succo e buccia grattuggiata)

1 cucchiaio di miele di fiori

1 cucchiaio di olio d' oliva
1 cucchiaio di salsa di soia
1 presa di timo secco tritato
1 spicchio d' aglio a fettine sottili

q.b. di sale e pepe

In una ciotola capiente, unire tutti gli ingredienti, mescolare accuratamente e lasciar marinare per circa venti minuti. Adagiare, quindi, i pezzi di pollo in una teglia da forno rivestita da apposita carta, irrorare il tutto con la marinata e cuocere a 180° per circa 30 minuti, comunque finchè i pezzi risulteranno ben dorati. Sfornare, irrorare nuovamente il pollo con la marinata colata sul fondo, lasciar intiepidire e servire con un contorno leggero... nel mio caso, del lattughino con pinoli tostati... e niente posate... va mangiato rigorosamente con le mani, leccandosi le dita azzeccose tra un pezzetto e l'altro!

martedì 16 settembre 2008

Quando la volpe non arriva all'uva...


... zac, mia!!! E per l' occasione, mi sono permessa di mettere le mani sulla (plurimenzionata, pluripreparata e pluridecorata) ricetta della torta caprese al limone: qualche piccolo accorgimento, ma la base è quella lì, divinamente mandorlosa, oltremodo umida... si, è lei, decisamente! Poi, profumata, saporita, direi meno lemonina, ma solo per non rubare la scena al succoso grappolone d' uva bianca (quello che la volpe non...): ne è uscita una cosa da correre immediatamente a segnarsi le dosi! Portata al consueto pranzo domenicale in famiglia (ebbene si, finita la stagione dei bagni...) e spazzolata all' istante tra i vari mmmmmmm, ohhhhhhhhhh, wowwwwwwww, qualcuno che, ovviamente, si gongolava alla grande e qualcun' altro che, invece, puntualizzava... ma in modo costruttivo: amore, dovresti provare a tritare le mandorle più finemente... ah si, dici? a me quest' effetto vagamente granuloso non dispiace affatto, poi credo che dovrebbe venire esattamente così e... vabbè, ma non te la devi prendere, vuoi dei consigli costruttivi o no?! Ebbene si, è lui, ve lo presento: il mio miglior critico!!!

Torta di mandorle con uva bianca
per uno stampo da 22/24 cm

3 uova grandi
100 gr di zucchero

100 gr di burro fuso

200 gr di mandorle
500 gr di uva bianca
1 cucchiaio abbondante di farina 00

1 cucchiaio raso di lievito per dolci

1/2 limone
2 cucchiai di acqua di fiori d' arancio

1 pizzico di sale
q.b. di zucchero a velo alla vaniglia


Separare i tuorli dagli albumi e montare questi ultimi a neve ben ferma con il succo di limone filtrato (iniziare a montare solo gli albumi, quando sranno quasi pronti, aggiungere il succo e continuare a montare). Sbattere i tuorli con lo zucchero ed il sale fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungere il burro fuso intiepidito e le mandorle spellate, tostate e macinate finemente con la farina. Unire anche l' acqua di fiori d' arancio ed il lievito accuratamente setacciato. Con una frusta a mano, incorporare gli albumi, eseguendo dei movimenti rotatori dal basso verso l'alto, molto delicatamente per non smontarli. Versare il tutto nello stampo imburrato e cosparso di pangrattato (scuoterne via l'eccesso) e ultimare inserendo gli acini d' uva, tagliati a metà e privati dei semi, formando dei cerchi (la parte tagliata rivolta verso il basso). Infornare a 180 gradi per 30 minuti. Lasciar raffreddare e, a piacere, decorare con lo zucchero a velo.

Nota: si tratta di un dolce dalla consitenza molto umida e morbida, è (senza dubbio) preferibile prepararlo con un giorno d' anticipo per poi lasciarlo riposare in frigorifero!

Ringraziamenti sparsi, però vi avviso... la torta, ahimè, è finita: Gatadaplar, Danea, Luca and Sabrina... grazie ragazzi, grazie davvero!!!

domenica 14 settembre 2008

Pflaumenkuchen... prugne germaniche


In assoluto, il mio dolce tedesco preferito!!! Ufficialmente, sarei schierata con quelli che... uhm no, le basi dolci focacciose... ma questa qui: incredibile, il giorno dopo è perfino più buona! E come sempre, eccomi pronta a consigliare come e quando mangiare le cose... beh, il consiglio è semplice: gustatela come volete, ma gustatela! Con le mani, con la forchettina, a temperatura ambiente, appena tiepida, a colazione, a merenda, ma anche come dessert... magari un trancetto piccino (...ancora consigli non richiesti), servito con una pallina di panna montata, del gelato alla vaniglia, ma anche mousse di yogurt, del mascarpone vagamente dolce! La fettona della foto non è farina del mio sacco, bensì un preziosissimo trancio impacchettato da una cara amica (tedesca, ovvio) ... e, naturalmente, ho preteso la ricetta in plus-bonus: lei ha tirato fuori un libricino antichissimo, che solo a vederlo stavo per commuovermi... insomma, cose belle della vita!!!

Pflaumenkuchen (Zwetschgendatschi - dolce di prugne)
per circa 10 porzioni

Per l' impasto:
300 gr di farina 00
50 gr di zucchero

50 gr di burro
fuso
125 ml latte

1 uovo

15 g di lievito secco (oppure 1/2 cubetto di quello fresco)
1/2 limone bio (solo scorza)

Per completare:
q.b. di burro fuso per spennellare la pasta
q.b. di prugne molto mature
q.b. di zucchero per spolverare le prugne

Miscelare il lievito alla farina (se si utilizza il lievito fresco, scioglierlo nel latte appena tiepido, con lo zucchero, aggiungere tutti gli altri ingredienti), unire zucchero, latte, burro, uovo e la scorza grattuggiata del limone. Impstare fino ad ottenere un panetto omogeneo. Lasciar lieviatare al caldo fino al raddoppio (circa un' ora). Riprendere l'impasto, rielabolarlo velocemente, stenderlo sulla teglia del forno coperta da apposita carta, spennellarlo interamente con del burro fuso, coprirlo con spicchi di prugne (appoggiate dalla parte della buccia) e lasciar lievitare nuovamente per circa 45 minuti. Riscaldare il forno a 200 gradi (180 se ventilato) e cuocere per 3-40 minuti. Sfornare e spolverare immediatamente con dello zucchero semolato. Servire a temperatura ambiente oppure appena tiepido, accompagnando (secondo tradizione) con un ciuffo di panna montata.

sabato 13 settembre 2008

Oggi facciamo solidarietà...


...solidarietà per Stefano Bonilli, il signor Gambero Rosso in persona! Licenziato in tronco in maniera del tutto arbitraria dai nuovi capi e, come se non bastasse, oscurato (mi riferisco al suo blog Papero Giallo ricomparso con un altro indirizzo) come solo nelle peggiori dittature!!! Quanto alla sottoscritta, bè, assidua lettrice della loro rivista, assidua telespettatrice dei loro programmi... ma per me era scontato che GamberoRosso=Bonilli, cavolo, si tratta del fondatore dell' intera baracca! Ora, non per fare della filosofia spicciola, ma privando qualcosa della sua stessa essenza... mi viene da pensare che, minimo minimo, si preveda una svolta! O forse era Bonilli a volerla... e non doveva? Ok, su quest' aspetto, noi altri bloggers (comuni mortali) potremmo anche starcene tranquillamente a guardare... per poi valutare! Ma il fatto di oscurare un blog, così, di punto in bianco, uno decide e lo fa... davvero può farlo? Io dico di no! Se come me pensate che i nostri spazi debbano essere tutelati, se credete che il blog, come qualsiasi altra libera forma d' espressione (lecita), rappresenti un mezzo per lasciare traccia del nostro passaggio... potete copiare ed incollare il banner: effetto tamtam!!!

Riporto, testualmente, una frase di Bonilli uscita sul Gambero Rosso di Settembre: ...sono convinto che per essere giudici equilibrati non bisogna vivere di dogmi o mode, ma saper giudicare la realtà della cucina per ciò che è nella sua sostanza, apprezzando l'uso dei diversi linguaggi.

venerdì 12 settembre 2008

Il cioccolato... con tante cose dentro


E noi che pensavamo che i giochi fossero ormai conclusi: parlo dei compiti per le vacanze, quelli che i giovincelli s' ostinano ad iniziare il primo di settembre... e che ci vogliamo rovinare l' estate?! Peccato che, a quel punto lì, la situazione sia drammaticamente compromessa, c'è da meditare anche sul 2+2, giuro! Ad ogni modo, abbiamo fatto il possibile... con la preziosa collaborazione delle merendine energetiche, rigorosamente fatte in casa e tassativamente golose al quadrato (per restare in tema... banaaale)!!! E (finalmente) oggi si torna a scuola... ma ieri ancora, irrimediabilmente, incastrati fino a tarda sera sull' ennesima lezioncina dimenticata: ah, dovrei rivedere anche un po' storia! Noooooooooo... non che odi la storia, diciamo che non amo il modo in cui viene insegnata a scuola, na' noia mortale... per questo lo snack doveva essere rigorosamente serotoninico, ma che scherziamo?! Molto in stile sciuè sciuè, in pratica... apriamo-la-dispensa-e-vediamo-che-ci-possiamo-inventare... il vantaggio, oltre all' effetto consolatorio (sempre al quadrato, ovvio), è che sono riuscita a sbarazzarmi di tutt' una serie di cosine già aperte, semi-utilizzate, ma non più re-utilizzabili sic et simpliciter... tipo che il biscotto non è più croccante, il cioccolato evidenzia chiari segni di cedimento...

Procedimento
In un pentolino, a bagno maria, si lascia fondere, in ordine sparso: cioccolato al latte, cioccolato gianduia, cioccolato fondente al 70% e persino qualche torroncino; a fiamma spenta, si aggiungono biscotti secchi spezzettati, nocciole spellate intere, mandorle tritate grossolanamente, poco caffè (espresso)... non ci sono quantità tassative, si procede a proprio gusto in modo da ottenere una massa cremosa, ma compatta e lavorabile, tipo salame di cioccolata! Si predispone, quindi, un grande foglio di carta argentata, si lascia cadere il composto al centro, cercando di formare un rettangolo alto circa un dito, s' impacchetta il tutto, ben stretto, continuando a modellare sui bordi per metterlo bene in forma... e via a rassodare in frigorifero (almeno due ore)! Infine, con un coltello ben affilato, a lama liscia, porzionare a piacere e consumare allegramente, oppure riporre in frigo e spiluccare di tanto in tanto (era proprio necessario quest'ultimo consiglio?)!

Poichè ricordano vagamente questi qui e considerato che madame (sicuramente) non mancherà di apprezzare... se oggi non vieni per questo famoso caffè delle cinque, guarda che m' offendo davvero! E nell' attesa, ne porto qualcuno a lei che è sempre tanto carina e gentile, tanto tanto!!!

giovedì 11 settembre 2008

Frittatine (al forno) mooolto mediterranee

E questo era l' aperitivo (vedi post di ieri): si procede a ritroso! Cercavo una cosina stuzzicante per accoglierli... da mangiare (anzi, da stuzzicare) in piedi, o seduti... ci mancherebbe, senza piatti e posate... il che non è affatto male, con un buon bicchiere di vino bianco, leggermente frizzante, fredddisssimo! Frittatine, uhm, le uova non sono poi tantissime, la cottura viene fatta in forno... che siano tortini sotto mentite spoglie?! Quanto al gusto, decisamente mediterraneo! Ma c'è anche della Fontina valdostana... evvabbè, siamo più che aperti alle infiltrazioni, ormai! Potete tranquillamente sostituirla con un altro formaggio più o meno simile, per quell' effetto gocciolina che... stuzzica, eccome se stuzzica!

Frittata al forno con fiori di zucchina, capperi e olive
per uno stampo da 22 cm

4 uova grandi
15 fiori di zucchina
1 cucchiaio di capperi sotto sale
1 manciata di olive nere di Gaeta
150 gr di fontina
1 ciuffo di prezzemolo fresco
q.b. di sale e pepe

Sbattere le uova con sale, pepe e prezzemolo spezzettato, fino ad ottenere un composto piuttosto gonfio e spumoso. Unire i fiori di zucchina, accuratamente lavati, asciugati, puliti e tagliati a listarelle, le olive denocciolate e ridotte a pezzetti, i capperi dissalati e tritati grossolanamente, infine, la fontina tagliata in piccoli cubetti. Amalgamare il tutto e versare in uno stampo foderato con carta da forno. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti. Far raffreddare completamente, porzionare e servire a temperatura ambiente.

mercoledì 10 settembre 2008

I suoceri, i rigatoni... e la sorpresa

Salato, salato, salato... ok, ok, ok! Per festeggiare il gradito ritorno delle ricettine salate, oggi, un bel piatto di pasta! Nuovo nuovo, preparato giusto ieri sera per la cenetta di benvenuto dei suoceri: ad un certo punto, sembrava d' essere già a Natale, hanno iniziato a tirar fuori pacchi e pacchettini regalo... tra cui uno su tutti, per la sottoscritta! Non dico cos' è perchè conservo ancora un briciolo di dignità e se, poi, finisce che sono talmente impedita dal non riuscire a valorizzarlo/la... no no, si fa così: intanto, prometto di mettermi a studiare d' impegno e se nei prossimi giorni notate qualcosa... mi fate un fischio, ok? Ma... avete già capito???

Rigatoni al pesto di melanzane con pecorino e pomodori confit
per 4 persone

320 gr di Rigatoni di Gragnano
2 melanzane grandi
4 cucchiai di Pecorino di Pienza grattuggiato
1 manciata di pinoli tostati
5 foglie di basilico fresco
1 rametto di timo fresco
1 rametto di origano fresco
1 spicchio d' aglio
10 pomodorini
1 rametto di rosmarino
q.b. sale, pepe ed olio extravergine d'oliva
q.b. di Pecorino per decorare il piatto

Per il pesto di melanzane:
bucherellare le melanzane (intere) con uno stuzzicadenti ed infornarle a 180 gradi per circa 30 minuti o, comunque, finchè non risulteranno piuttosto morbide. Quindi, spuntarle, tagliarle in due nel senso della lunghezza e, con un cucchiaio, prelevare delicatamente la polpa interna (eliminando, eventualmente, i semi in eccesso). Con un mixer ad immersione, frullare le melanzane con l' aglio (privato del germoglio interno), i pinoli, il basilico, il timo, l'origano, il Pecorino, poco sale ed olio quanto basta ad ottenere una crema fluida.

Per i pomodorini confit:
tagliare a metà i pomodorini e sistemarli in una teglia da forno, con la parte interna rivolta verso l' alto. Condirli con sale, pepe, un pizzico di zucchero, aghi di rosamrino tritati ed abbondante olio. Infornare a 130° per circa 1 ora.

Tuffare i rigatoni in abbondante acqua bollente (salata) e scolarli piuttosto al dente, ma senza sgrondarli troppo. Condirli con il pesto di melanzane ed il sughetto rilasciato dai pomodorini in cottura, dividerli nei piatti da portata ed ultimare con qualche pomodorino confit ed una generosa grattuggiata di Pecorino. Servire immediatamente.

lunedì 8 settembre 2008

Scuola: biscotti da ripasso


Ancora dolci, ancora avena, ancora lei, ma giuro... non è ossessione la mia! Semplicemente, è che da quelle parti è stato pubblicato un utile quanto goloso pdf: ricettine multi-gusto per pargoli (e non), cosine da merenda scolastica, spuntini energizzanti, snack pomeridiani... io (in nome della categoria no-pargoli) l' ho salvato al volo... e all' unisono è capitato che il cuginetto undicenne, in preda alla classica ansia da imminente apertura delle scuole, ha preteso qualche ora pomeridiana per il famigerato ripasso-vediamosemiricordoquantofa2+2... e così lo aiuto e per ricarcarci (plurale), attingo felicemente dal suddetto file, tra una frazione equivalente e l' altra!!!

Anzac biscuits (biscotti cocco e avena)
circa 25 pezzi

100 g di farina
100 g di zucchero

100 g di burro
85 g di fiocchi d' avena

85 g di noce di cocco essiccata
1 cucchiaio di golden syrup*
1 cucchiaino di bicarbonato

Mescolare tutti gli ingredienti secchi. Separatamente, lasciar fondere il burro ed incorporarvi il golden syrup. Sciogliere anche il bicarbonato con due cucchiai di acqua bollente, versarlo nel burro fuso ed aggiungere il tutto al composto secco, mescolando accuratamente. Stendere un foglio di carta da forno su una teglia e deporre cucchiaiate di composto (non si ottiene una massa compatta, bensì tante briciole che si compatteranno a dovere durante la cottura). Cuocere a 180° per dieci minuti, quindi estrarre e lasciar raffreddare completamente prima di servire.

*Il golden syrup è uno sciroppo di zucchero di canna, in pratica è la melassa! E' un valido sostituto dello zucchero, si acquista al supermercato, generalmente nel reparto dolci... oppure in drogherie fornite, erboristerie, ... tocca cercare un po'! E se proprio non lo trovate... sostituitelo con del (comune) miele... ma potevi dirlo subito no?!


P.S. solito dolcino di ringraziamento, stavolta per Soleluna e Roberta: grazieee!!!

domenica 7 settembre 2008

Frangipane della mezza stagione


Ma dove lo trovate un altro food-blogger che, ogni lunedì mattina, si premura di farvi trovare il dolcino appena arrivate in ufficio, prima di iniziare le faccende domestiche, quando rientrate dal giro di spese?! La paladina dei vostri livelli insulinici, quelli ipercritici del lunedì mattina! Anzi, oggi si esagera addirittura: una sorta di (torta) caprese, in un guscio di pasta frolla, friabile e burrosissima! Della serie, facciamoci del male... o del bene, dipende dal punto di vista!!! Trattandosi di robine francesi, per la ricetta ho ben pensato di dare uno sguardo qui! E' venuto fuori un collage di cosine interessanti: pasta frolla croccante e sbriciolosa, ripieno frangipane in una golosissima versione scura... e le pesche! Uhm, tipica indecisione che fa tanto mezza stagione: il cacao che è quasi un segno di protesta (bastaaa, vogliamo le coccole autunnali) e le pesche... un tantino nostalgiche (oddio, finchè ci sono, che poi l' inverno è lungo). Ad ogni modo, il lunedì è salvo, statene pur certi!!!

Frangipane al cacao con pesche caramellate
(per 6 persone)

Per la pasta frolla:
farina 175g
burro 125g
zucchero 25g
tuorlo 1
acqua fredda 2 cucchiai
sale una presa
albume 1 (per spennellare)

Per la farcia:
125 g di farina di mandorle
80 g di zucchero
50 g di burro
20 g di farina
20 g di cacao amaro
2 uova
1 cucchiaio di essenza di mandorle amare
1 cucchiaio di Amaretto di Saronno ( o altro)
1 pizzico di sale

Per completare:
1 pesca
2 cucchiai di zucchero

il succo di mezza arancia

q.b. di acqua


Versare la farina in un' ampia ciotola, mischiarla con lo zucchero ed il sale, unire il burro tagliato a pezzetti e lavorare il tutto velocemente con la punta della dita (sfregando come se si stessero contando delle banconote): si otterranno tante briciole. Incorporare il tuorlo e l’acqua e impastare velocemente il tutto. Formare un panetto, schiacciarlo un po' con il palmo della mano, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo riposare in frigorifero per circa mezz' ora.
Intanto, preparare il ripieno mescolando la farina di mandorle, la farina, lo zucchero, il burro fuso, le uova leggermente sbattute, il liquore, il sale e l’essenza di mandorle. Mettere da parte. Sbucciare la pesca, privarla del nocciolo e tagliarla a cubetti. Sciogliere lo zucchero con un goccio d' acqua, aggiungere i cubetti di pesca, il succo d' arancia e cuocere per circa 10 minuti. Lasciar raffreddare. Riprendere la pasta frolla e, aiutandosi con un po' di farina, stenderla ad uno spessore di 3 mm e foderare uno stampo da 22 cm. Bucherellarne il fondo con i rebbi di una forchetta, coprire con un foglio di carta da forno, appoggiarvi sopra un peso (legumi secchi, palline da pasticceria, uno stampo più piccolo) e cuocere a 180 gradi per 15 minuti. Estrarre, eliminare pesi e carta da forno, spennellare interamente con l'albume leggermente sbattuto (soprattutto i bordi per l'effetto lucido) e reinfornare per 2 minuti. Sfornare, riempire con il composto alle mandorle e cuocere il tutto per 20 minuti. Estrarre, lasciar intiepidire e completare, a piacere, con i cubetti di pesca caramellati. Conservare in frigorifero.

Mirtilla, Simo, Luca and Sabrina, Lenny, Gatadaplar... argh, ce la facciamo giusto giusto, una fetta ciascuno per dirvi... graaazieee!!!

venerdì 5 settembre 2008

Insalata greca (?) al Grana Padano:

Si, ma senza fare troppo rumore... che qui si sarebbe ufficialmente (e felicemente) autunnali: un colpo di coda con effetto sorpresa (ma mica tanto, vista l' incoerenza dichiarata dell' autore), la saga delle insalate "estate 2008", ultimo capitolo! Dunque, vagamente Caesar Salad, notata distrattamente (e pure con un filo di superiorità) su questa rivista qui... ricettina ammiccante, piazzata lì ad incorniciare la pubblicità pagata dalla Grana Padano: ma vaaa, mica siamo messi così male!!! E invece si, perchè poi succede che ti ritrovi con zero ingredienti (vabbè, giusto qualcosina c'era... altrimenti rosticceria), zero voglia di uscire, zero di spadellare, uhm, quasi quasi...

Insalata greca al Grana Padano
per 4 persone

1 cespo di lattuga
1 carota

4 pomodori
qualche ravanello

200 gr di Grana Padano
200 g di mais in scatola

1 vasetto di yogurt magro
qualche fogliolina di menta
20 ml di olio extravergine d' oliva

poco sale

Lavare e pulire le verdure; spezzettare l' insalata, affettare la carota, i pomodori ed i ravanelli. Mescolare le verdure ed il mais sgocciolato. Tagliare a pezzetti il formaggio ed unirlo alle verdure. Amalgamare lo yogurt con l'olio, il sale e la menta spezzettata. Condire l'insalata e servire con fette di pane integrale ai cereali.

P.S. sul fatto che sia un' insalata greca, bè, mi permetterei di dissentire... e non per fare il solito puffo quattrocchi, ma leggendo gli ingredienti, l' unico indizio potrebbe essere lo yogurt, ma nemmeno quello è greco... boh!!! Comunque sia, non andiamo troppo per il sottile: l' insalatina è buona, provatela!!!


giovedì 4 settembre 2008

Ricotta e pere

Eheheh, magari qualcuno s' aspettava quel popò di torta amalfitana, la "ricotta e pere" per eccellenza... tout tout... qui siamo decisamente sul facile e veloce, un dessert versatile che, manco a dirlo, è pure immensamente appagante! E poi è venerdì, ma mica un venerdì qualunque: sembra quasi un miraggio dopo la prima settimana lavorativa... vai, festeggiamo! Noi? Ah bè, da queste parti s' è fatto anche di meglio: dessertino decisamente più robusto... faccio la foto della fetta e poi vi dico tutto! Tornando al nostro bicchierozzo, prendete per buona l' idea di base e dateci dentro con quello che passano frigo e dispensa... magari mi fate un fischio un attimo prima di stratificare, così... giusto per andare sul sicuro! Ahahahah, ma quant' è buffa sta' Precy che crede di essere più brava degli altri!!!

Pere e ricotta in coppa
per due persone

2 pere
4 biscotti tipo savoiardo

250 gr di ricotta di pecora

125 gr di zucchero a velo vanigliato
ca. 30 gr di burro
2 cucchiai rasi di zucchero semolato
1 pizzico di cannella macinata
1 manciata di nocciole tostate

per lo sciroppo:
1 dl d' acqua
1/2 limone

50 gr di zucchero

liquore a piacere
(rum, limoncello o altro)

Setacciare la ricotta, lavorarla a crema con lo zucchero a velo e conservare in frigorifero, coperta da apposita pellicola, fino al prossimo utilizzo. In un pentolino, spremere il mezzo limone, aggiungere anche l’acqua, il liquore e lo zucchero, portare ad ebollizione e lasciar bollire per circa 10 minuti. Lasciar raffreddare. Sbucciare le pere, eliminare torsolo e semi e tagliarle a dadini di medie dimensioni. In un padellino, sciogliere il burro, unirvi le pere, lo zucchero semolato, la cannella e cuocere per qualche minuto in modo da far sciogliere lo zucchero ed ammorbidire leggermente le pere. Lasciar raffreddare. In due coppe individuali, alternare biscotti savoiardo bagnati velocemente nello sciroppo (si potranno tranquillamente modellare in base alle dimensioni della coppa), crema di ricotta e pere a dadini. A piacere, completare con una manciata di nocciole tostate e tritate. Coprire con della pellicola e conservare in frigorifero per almeno 4 ore prima di servire.

mercoledì 3 settembre 2008

CooKies Extra, dove K sta per...

...ahhh, ci siete cascati! No no, "K" non sta per Kellog: nessun pacco di cereali, aperto, da consumare al volo, ma che non mi andava più di mettere nel latte, etc etc... diciamo che questo tipo di kit già assemblati, per gente più o meno golosa, è un pezzo che non li compro più (che arrogante)! Nella mia dispensa (curiosi eh?), solo fiocchi d' avena al naturale e tuuuuuuutti i tipi di frutta secca: dura, morbida, semi-morbida... ben attrezzata insomma! Quindi, grazie alla Kellog per la provvidenziale ispirazione, ne è uscita sta' cosina mica male... biscotto croccantino sui bordi e morbido-gommosetto all' interno, molto all' americana insomma, pare debbano venire proprio così... il giorno dopo (e ve lo sto testimoniando in tempo reale), diventano interamente fragranti, niente più stacco tra bordi e parte centrale... direi che migliorano nettamente! Ah, se avete voglia di lanciarvi in una panoramica culturale, date un' occhiata anche qui, qui e qui... se dimentico qualche cookie degno di nota, fatemi un fischio... che qui non ci risparmiamo mai!

Cookies d' avena, con frutta secca e cioccolato fondente
per 16 biscotti

100 gr di farina integrale
100 gr di fiocchi d'avena (al naturale)

50 gr di noci pecan (vanno bene anche noci normali, mandorle o nocciole)
100 gr di burro leggermente salato (a temperatura ambiente)

100 gr di zucchero di canna

1 uovo medio
30 gr di cioccolato fondente al 70%

1 cucchiaino raso di lievito per dolci

In un' ampia ciotola, unire la farina, il lievito setacciato, i fiocchi d' avena, lo zucchero e la frutta secca tritata abbastanza finemente. Aggiungere anche il burro tagliato a dadini e lavorare con la punta delle dita in modo che la farina assorba tutto il burro. Rompere l'uovo ed aggiungerlo all' impasto: quando sarà perfettamente incorporato, unire il cioccolato a pezzetti ed impastare molto velocemnte per non scaldarlo troppo. Stendere un foglio di carta da forno su una teglia e poszionarvi sopra cucchiaiate d'impasto da appiattire leggermente con il palmo della mano (ca. 16 pezzi di ca. 5 cm di diametro). Cuocere a 180 gradi per 10 minuti. Estrarre e lasciar raffreddare a temperatura ambiente.

... eheheh, visto come iniziano ad arrivare le merendine coccolose?! Vi avevo avvertiti!!!
Giovanna se passi da per il tea-time... tra un biscottino e l' altro, dovrei dirti grazieee!!!

martedì 2 settembre 2008

Seppie amletiche: all' insalata o in umido, that is the question


Ci siamo, è arrivata la fase del non più così estivo, ma nemmeno già così invernale! In effetti, qui farebbe (ancora) un caldo da manuale e poi si, in questo modo mi attiro antipatie, lo so... la fa facile lei che ha il mare sotto casa... eppure tant' è: stamattina realizzo di volere l'autunno, fortemente, ho persino riesumato il jeans... d' altra parte, va anche considerato che c' è gente più equilibrata di me, in giro, quindi (oggi) ricetta doppia: ingredienti double-face, da gustare con i sandali, ma anche con tanto di scarpettina autunnale, insomma... scegliete un po' da che parte schierarvi!

Insalata di seppie e patate con rucola e salsa al basilico
per due persone

500 gr di seppie
400 gr di patate

1 mazzetto di rucola
1 mazzetto di basilico

1 manciata di pinoli tostati

1 spicchio d' aglio
1/2 bicchiere di vino bianco secco

q.b. di sale, pepe ed olio extravergine d'oliva

Pulire le seppie e tagliarle a pezzi piuttosto grandi. Lavare e spazzolare le patate, cuocerle al vapore oppure in acqua bollente (senza disfarle), quindi sbucciarle, tagliarle a pezzi e condirle con sale, pepe ed olio. In una padella antiaderente, scaldare un filo d' olio, rosolarvi l' aglio ed eliminarlo non appena inizia a colorarsi. Versare le seppie in padella, rosolarle velocemente a fiamma vivace e sfumare con il vino: abbassare la fiamma e cuocere per circa un quarto d' ora. Spegnere la fiamma e lasciar raffreddare completamente. Preparare una salsa tritando il basilico con i pinoli ed olio quanto basta a rendere il composto fluido. In un piatto da portata, sistemare le seppie con le patate, spezzettarvi sopra la rucola e condire il tutto con la salsa al basilico. Conservare al fresco per almeno mezz' ora e servire a temperatura ambiente.


Seppie in umido con patate


Per due persone:
500 gr di seppie
400 gr di patate
1 ciuffo di prezzemolo

1 spicchio d'aglio

1/2 bicchiere di vino bianco secco
q.b. sale, pepe ed olio extravergine d'oliva

Pulire le seppie e tagliarle a pezzi piuttosto grandi. Lavare e spazzolare le patate, cuocerle al vapore oppure in acqua bollente (senza disfarle), quindi sbucciarle e tagliarle a pezzi. In una padella, scaldare dell' olio, rosolarvi l' aglio e i gambi del prezzemolo (spezzettati). Unire le seppie, rosolarle velocemente a fiamma vivace e sfumare, quindi, con il vino. Allungare il tutto con una tazza d' acqua calda e cuocere per circa 45 minuti a fiamma bassa, lasciando che il sughetto si addensi. Unire le patate, mescolare in modo da insaporirle ben bene, correggere di sale e pepe e proseguire la cottura per circa 10 minuti. Cospargere di prezzemolo tritato (solo foglie) e servire appena tiepido.

Nota: avrete notato la cottura delle patate rigorosamente 'vestite' (notato vero?!)... ebbene, poche sera fa al Teatro della Cucina (io era davanti alla tv, seee, non correte con l' immaginazione) Mauro Uliassi spiegava, appunto, che è appena sotto la buccia che si concentrano minerali e vitamine preziose, pelando le patate a crudo finiremmo, puntualmente, per eliminare anche questo sottile sub-strato, ergo... meglio pelarle dopo! Te capì?!



Il pane ai mille semini (che lievita in forno)

Un pane con lievito di birra fresco che... non lievita, o meglio, che non va lasciato lievitare: si mescola, si versa nello stampo, s' inforna... e poi lievita (eccome se lievita) direttamente in cottura, pratico no?! Io sono senza parole, al momento il mio unico pensiero è quello di rifarlo non appena finisce, ogni volta con una piccola variante, giusto per non stancare i palati esigenti, esigentissimi! Da queste parti, lo stiamo consumando soprattutto a colazione, con un velo di burro ed una goccia di miele! Ma se capita una cena con salumi e formaggi... che fai, ti tiri indietro?! Dunque, trattandosi di un pane dell' altro mondo, la scoperta non potevo che farla qui, in un pomeriggio di libera navigazione alla ricerca del famoso pane nero tedesco, quello ai mille semini appunto, quello che si mantiene freschissimo per almeno tre giorni, quello delle mie colazioni tedesche e, dulcis in fundo, quello che proporrò ai miei suoceri la prossima settimana... carini, adorano la pasta, la cucina italiana in genere, ma la colazione dev' essere in german-style! Vi copio la ricetta (quasi) originale, ma se vi va di fare il gioco del piccolo chimico... un po' di questo, un po' di quello, questo al posto di quello, mantendendo (chiaramente) le proporzioni di base... vengono fuori delle cosine davvero niente male! Qualche esempio? Farina di frumento integrale, farina di castagne, noci, prugne e fichi secchi... nel caso, tenetemi aggiornata!


Pane ai mille semini (Dinkel-Körnerbrot)

per uno stampo da plum cake da 1,5 l
  • 600 gr di farina di farro
  • 200 gr di farina di grano saraceno
  • 3/4 l di acqua tiepida
  • 3 cucchiani di sale
  • 3 cucchiai di aceto
  • 42 gr di lievito di birra fresco
  • 250 gr di semi misti (zucca, girasole, sesamo,...)
  • burro per lo stampo
  • fiocchi d'avena per lo stampo (facoltativo)
Sciogliere il lievito di birra e l'aceto nell'acqua. Aggiungere quest'acqua alle farine e mischiare fino ad ottenere un composto semidenso ( se serve, aiutarsi ancora con dell'acqua). Aggiungere il sale, i semi e mescolare bene. Imburrare lo stampo e cospargervi dei fiocchi d'avena. Versare il composto nello stampo (riempire solo 2/3) e mettere lo stampo nel forno ancora freddo. Accendere il forno a 220°C (200°C se ventilato) e cuocere per circa 60 minuti. Sfornare, togliere il pane dallo stampo e lasciarlo raffreddare.

P.S. tante persone da ringraziare (ce la faremo col pane?): Pawèr+Littlefrog, Mirtilla, Essenza di Vaniglia, Farfallina, Morettina, CookingMama... grazieee!!!

P.P.S. non dimenticate il Pizza Gourmet, aspetto le vostre ricette (entro il 30 settembre)! Se vi va di sbirciare in anteprima le ricette già pervenute (anche per evitare plagi inconsapevoli), trovate tutto sul post dedicato!