martedì 30 giugno 2009

Insalata contadina di fagiolini e patate

Di nuovo alla base! Colore vagamente ambrato (intendo, la sottoscritta) e svariate verdurine/ortaggi locali da consumare nei prossimi giorni. In primis, patate, fagiolini, pomodori... per esempio, per farci la più classica delle insalatone contadine delle mie parti.
Un'insalata che da sempre è simbolo di convivialità, il premio che t'arriva festoso dopo una dura giornata di lavoro nei campi: è il momento di celebrare i frutti del raccolto, la terra... e la vita.

Quanto al piatto, più che altro, una sequenza di passi da raccontare: fagiolini spuntati, lessati in acqua leggermente salata (per mantenere il colore verde brillante, cuoceteli senza coperchio e, soprattutto, raffreddateli immediatamente immergendoli in acqua e ghiaccio); patate lessate con la buccia in acqua leggermente salata, lasciate raffreddare, sbucciate e tagliate a pezzi non troppo piccoli; pomodorini dolci tagliati a metà, poche foglie di lattuga, olive verdi, sedano a tocchetti (ed anche una manciata di foglie), sottilissime rondelle di cipollotto fresco, peperoncini verdi a pezzetti e, se piace, anche del tonno in scatola; olio extravergine d'oliva, sale, pepe e basilico fresco. Del buon vino bianco, freddo... e tutti a tavola!

venerdì 26 giugno 2009

Baci da Ischia

Per tutt'una serie di validissime ragioni (famiglia, amici, guida golosa da ampliare e poi, bè, decisamente voglia di maremaremare), si prega voler scusare il blogger selezionato se, per i prossimi 1-2-3 giorni (circa), vi manderà miseramente in bianco (ndr: niente pillola golosa del giorno). Promettiamo solennemente di farci perdonare al rientro! Baci :-)

Precy

giovedì 25 giugno 2009

Pasta, rucola e fantasia


Ovvero, di come c'inventiamo le insalate di pasta per sfamare il parentume, bene o male, con quel che c'è. E di come tocca appuntarsi gli ingredienti utilizzati per eventuali insalate a venire ;-). Poi, sempre perchè il patto era di cucinare con quel che c'era :-), ne ho approfittato per provare questi enormi elicoidali di Gragnano [nuovo pastificio (nuovo per me) scovato al TuttoFood], devo dire, guardati anche con un minimo di scetticismo iniziale (irriducibile puffo quattrocchi che in versione moderna c'ha le lenti a contatto, ma sempre quattrocchi rimane): causa, una confezione esterna davvero troppo lussuosa e ricercata, con tanto di coordinate geografiche per rintracciare (su google-earth) l'intero vissuto dell'elicoidale incriminato, a partire dalla semina del grano, etc etc... e la domanda è(era): vuoi vedere che me ne stò lì a rintracciare il chicco di grano e, intanto, la pasta mi si scuoce miseramente [però vabbè, intanto, so da dove viene il grano (scotto)]?! Ironia e diffidenza a parte, ma no che non scuoce! Considerando soprattutto che, le insalate di pasta, vengono notoriamente preparate in abbondanza [proprio per essere (notoriamente) consumate fino al giorno seguente (o no?! )], se oltre a non scuocere, resta pure perfettamente in forma, ancora meglio.
E magari me ne vò persino a vedere dov'è che m'hanno seminato stò benedetto grano. A cuor leggero, ecco.

Per la preparazione: preparate del pesto di rucola tritando finemente la rucola fresca, con un piccolo spicchio d'aglio (privato dell'eventuale germoglio interno), una manciata di mandorle spellate e tostate, qualche foglia di basilico, parmigiano e pecorino grattugiato a gusto (qui, netta tendenza ad abbondare :-)), sale, pepe ed olio extravergine d'oliva di quello buono (da stè parti, provato di recente un delicatissimo Tuscanese dop Tuscia) fino ad ottenere un composto fluido ed omogeneo. Conservate al fresco. Intanto, lessate la pasta in abbondante acqua bollente salata. Scolatela al dente e raffreddatela velocemente sotto acqua corrente ben fredda. Condite il tutto con il pesto. Unite anche dei pomodori San Marzano a spicchi, cubetti di cetriolo e mandorle tostate a lamelle. Eventualmente, correggete di sale e pepe. Refrigerate per circa mezz'ora prima di servire.

mercoledì 24 giugno 2009

Crocchette di mozzarella [al limone]

Spiego: va bene che ieri siamo stati al fastfood (perchè il cuginetto in vacanza-premio proprio non voleva sentir ragioni!), sì bè, steakhouse, mettetela un po' come volete... il punto è: ci saremmo, mica, lasciati (appena appena) influenzare?! Vabbè dai, intanto ve la butto lì: ideuzza a dir poco appetitosa, magari anche per riciclare quella mozzarella che, dopo due giorni di frigo, proprio non vuole saperne di tirar fuori una sola goccia di latte. Ricetta volante, salva umore, con tanto di collegamento culinar-filologico: ehbbè sì, per la storia della mozzarella che va a braccetto col limone! Devo per caso ricordare che Jamie Oliver c'insegna (sissì, lo insegna giusto a noi) che i limoni di Amalfi, con la mozzarella di bufala, sono davvero un qualcosa d'incontenibile?! E che Viviana Lapertosa, il limone, lo aggiunge direttamente alla panatura... ne avevamo già parlato no?! Bene, ovviamente il risultato c'era piaciuto parecchio, con la mozzarella c'è piaciuto anche di più (ndr: tutt'una serie di piacevolissimi picchi sensoriali tendenti all'acidulo, provareprovareprovare) e con questo, scappo. Un po' presa.

Per la preparazione: tagliate la mozzarella (non freschissima e ben sgocciolata) a bastoncini oppure a fette spesse un dito; passate il tutto nella farina, quindi nell'uovo sbattuto ed infine nel pangrattato aromatizzato con della buccia di limone finemente tritata. Eventualmente, ripetete il passaggio uovo-pangrattato ;-) . Scaldate dell'olio d'oliva e friggete pochi pezzi per volta, circa due minuti per lato. Lasciate sgocciolare su carta assorbente da cucina, salate e servite immediatamente.

martedì 23 giugno 2009

La brioche [rustica] di Roberta


COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Per quest'oggi, il blog si veste di pubblica utilità, limitandosi ad omaggiare (con tutti i vari link e stra-link annessi) una certa ricetta che doveva(voleva) esser presente su di un certo libro, solo che poi non se n'è fatto più nulla e quindi le rendiamo merito noi altri. Qui, oggi.

La ricetta non è mia, non sono io quella che l'ha spedita al cavoletto (etc. etc.), diciamo che la sottoscritta s'è ritrovata ad essere (in maniera del tutto casuale) compagna di passeggiate (quelle con i cagnolini al seguito, ndr) della Roberta del titolo. Ehbbè, può persino capitare di fare amicizia con Precisina, sapete?!
Partiamo dal principio (prometto di stringere... però è carina come cosa): qualche giorno fa, pomeriggio decisamente tardo, raggiungo il parchetto sotto casa, cagnolina rigorosamente al seguito (ovvio, è per lei che vado al parchetto, no?!) e dopo un buon mese e mezzo, re-incontro finalmente la signora della brioche (che fino ad allora era semplicemente Roberta, quella che arriva con l'enorme pastore svizzero tutto bianco, etc etc). E chissà perchè, la signora (della brioche) attacca a parlare del (mio) blog... "ma che cosa carina, pure impegnativa, cioè, tu ogni giorno devi star lì a pensare cosa cucinare" (eh bè sì, sapessi!).
E poi rincara la dose: "i blog di cucina, oddio, ce ne sono così tanti, poi tutti stì nomi golosi, fior di questo, fior di quello (eheheh), comunque il primo che ho conosciuto (quella volta che cercavo non so più che cosa) ricordo fu il cavoletto di bruxelles" (ma dai?!), "anzi, chissà com'è finita la storia del concorso, sai le ricette da picnic per il suo libro".
Vabbè, è finita che Roberta non è tra i vincitori, ma visto che stanno comunque raccogliendo tuttetuttetutte le ricette in gara, con enooorme spirito di sacrificio, ho gentilmente impastato, cotto, fotografato ... e già che c'eravamo, ieri sera, avremmo anche gustato il tutto con tanto di sorellina, cognato e cuginetto in vacanza-premio dall'isolotto. Tra i commensali fioccavano assonanze con il casatiello di noi altri, mooolto più leggero però. Io aggiungo: semplicissima da preparare (ma che brava che è la mia planetaria!), molto saporita - tipo che al prossimo giro al lago, impacchetto e infilo nel cestino, sic - ammetto d'aver esitato un istante sulla quantità di lievito, ma poichè ero soltanto una mera esecutrice, ho inghiottito i miei (ri)bollenti spiriti e, devo dire, risultato notevole. Grazie Roberta, non foss'altro per la fiducia ;-)

Brioche rustica con mortadella e gruviere
stampo ad anello da 24 cm di diam.

350 gr di farina 00
100 gr di gruviere a dadini
100 gr di mortadella a dadini
50 gr di burro fuso
3 uova medie
1 cubetto di lievito di birra fresco
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
burro per lo stampo

Sciogliete il cubetto di lievito in mezzo bicchiere d'acqua tiepida ed unitevi lo zucchero e 50g di farina; lasciate lievitare per una mezz'oretta. Aggiungete via via gli altri ingredienti (formaggio e mortadella alla fine), formando una pasta morbida. Versate l'impasto direttamente nello stampo imburrato e infarinato e lasciate lievitare per circa 1 ora e 1/2 (dipende molto dalla temperatura, nel mio caso in poco meno di un'ora era già raddoppiato e pronto da infornare). Cuocete, quindi, in forno già caldo a 160°C per 20-25 minuti (nel mio caso, forno a gas a 180 gradi, per 25 minuti; dovrà risultare bello gonfio e dorato, magari fate anche la prova stuzzicadenti). Sfornate, lasciate intiepidire su una gratella (o fate raffreddare completamente) e servite.

lunedì 22 giugno 2009

Tartellette con pesche e [crema di] pistacchi


Potrei semplicemente dire: nà roba da cascare sotto il tavolo per quanto è buona. Poi, a seguire, la doverosa ricettina... e la chiuderemmo qui. Eh, ma non si può, soprattutto perchè ci va di diritto il tributo/ringraziamento per il signor Fiasconaro - omaggio fieristico: crema di pistacchi di Bronte, yum - e già prima che arrivi la domanda (ma noi che la cremina firmata Fiasconaro proprio non riusciamo a rimediarla?!), faccio presente che di creme/paste di pistacchi (di quelle buone, però!) se ne trovano anche dal biologico sotto casa, nelle pasticcerie ben fornite, nei negozi specializzati in cosiddette delicatessen (dove potreste persino imbattervi nella Fiasconaro original), poi, se qualcuno avesse anche una ricetta fai-da-te, qui siamo sempre bramosi di sapere, ovvio! Ehm, raccomandazione: dopo l'acquisto, nascondere accuratamente il barattolino fino al momento dell'utilizzo... il rischio di trascorrere una goduriosa serata a tre (lui, voi e il cucchiaino) è davvero altissimo!!! E subito dopo il pistacchio, la pesca: nel mio caso, pesca-mela. Tozza a vedersi, succosissima a mangiarsi, tutto sommato vicina alla sorellina pesca-noce, ma con una punta leggermente più acidula. Sul finire, due parole (ma davvero due) sulla collaudatissima pâte sablée di Maxine Clarke: stride sotto i denti che è un piacere, perfetta da lavorare e da stendere, assolutamente tassativo/discriminante refrigerarla sia prima che dopo... insomma, infornate stì gusci di sablée assolutamente fredd(ddd)i di frigorifero e, son sicura, fioccheranno pensieri meravigliosi a completo appannaggio della sottoscritta ;-).
Ed è nuovamente lunedì!


Tartellette con pesche e crema di pistacchi
per 6 stampini di 9 cm di diametro

per la pâte sablée:
200 g di farina 00
1 presa di sale
75 g di zucchero a velo
75 g di burro a temperatura ambiente
2 tuorli d'uovo
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
2-3 cucchiai d'acqua fredda

per farcire:
6 cucchiai di crema di pistacchi
200 g di mascarpone
1 tuorlo

40 g di zucchero a velo

1/2 limone
non trattato (solo la buccia)
3 pesche
(non troppo grandi)
q.b. di albume
per spennellare

Setacciate la farina, unite il sale e, lavorando con la punta delle dita, unite anche lo zucchero ed il burro tagliato a piccoli cubetti: otterrete una consistenza sabbiosa. Alla fine, unite i tuorli, la vaniglia e l'acqua poco alla volta: lavorate velocemente fino ad ottenere un panetto liscio ed omogeneo (aiutatevi spolverando con un po' di farina il piano da lavoro). Avvolgete nella pellicola trasparente e refrigerate per almeno mezz'ora. Nell'attesa, lavate le pesche e, con la punta di un coltello ben affilato, disegnate una croce sulla parte inferiore; tuffatele in acqua bollente e lasciate cuocere per 2-3 minuti dalla ripresa del bollore. Quindi, scolate e lasciate raffreddare. Estraete la pasta dal frigorifero e portatela a temperatura ambiente. Sbucciate le pesche e tagliatele prima in quarti e poi a fettine piuttosto sottili (otterrete delle mezze lune). Infarinate leggermente il piano da lavoro e, con un mattarello anch'esso infarinato, stendete delicatamente la pasta ad uno spessore di circa 3 mm. Con essa rivestite gli stampini (se non sono del tipo antiaderente, converrà imburrarli leggermente), bucherellate la base con i rebbi di una forchetta e refrigerate per almeno venti minuti. Nell'attesa, lavorate a crema il mascarpone unendo anche il tuorlo leggermente sbattuto, lo zucchero e la buccia grattugiata del limone. Riprendete gli stampini ed infornateli (forno già caldo) a 180 gradi per 15 minuti. Estraete, lasciate intiepidire appena e spennellate interamente con dell'albume leggermente sbattuto. Infornate nuovamente per 2-3 minuti (quest'operazione servirà a riempire i forellini e, soprattutto, a sigillare la superficie della pasta in modo da proteggerla dall'umidità della farcitura). Estraete, versate un cucchiaio di crema di pistacchi sul fondo di ogni tartelletta, continuate con la crema di mascarpone ed inserite, quindi, le fettine di pesca. Cuocete il tutto per circa 20 minuti o, comunque, finchè la crema non risulterà rappresa. Lasciate raffreddare e conservate al fresco.
Sono ottime a temperatura ambiente e, secondo me, ancor di più appena estratte dal frigo!!!

venerdì 19 giugno 2009

Cake alle melanzane, versione estate 2009


E volevo vedere che mi facevo mancare proprio il cake (salato) col vestitino estivo... anzi, direi pure a fagiolo: ehbbè, domenica inizierebbe ufficialmente l'estate (ah!), quindi, nel caso dovesse scapparci la classica festicciola all'aperto, quella beneaugurante e del "mammachebellal'estate" (lo so! sembro un po' il puffo quattrocchi, sinceramente mi auguro soprattutto che scendano le temperature), voilà: ideuzza sfiziosa, saporit-issima, ma anche pratica e veloce (trend classico, insomma :-)). E mi trovate anche particolarmente arzilla sull'argomento perchè... diciamo pure che il cake ha convinto parecchio! A metà strada tra una caponata (possibilmente in versione Jajo/LaMantia) ed una mousse/caviar d'aubergines, profumo decisamente destabilizzante, morbidezza stre-pi-to-sa [a proposito il liquido/grasso del giorno è nient'altro che panna fresca (punto! niente olio/burro)], interessantissime le piccole note croccanti (pistacchio!) sparse nella mollica... e mi sa che puffo quattrocchi si dà pure na' calmata :-) .
Buon weekend beneaugurante a tutti!!! :-)

Cake alle melanzane
stampo per plumcake da 18 cm

1 melanzana media
1 spicchio d'aglio
4 foglie di basilico
4 foglie di menta
1 piccolo rametto di origano fresco
1 piccolo rametto di timo fresco
250 g di farina 00
2 uova medie
130 g di panna fresca
10 g di lievito in polvere (per torte salate)
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
ca. 30 g di pistacchi al naturale
sale e pepe

Lavate e asciugate la melanzana, bucherellatela con uno stuzzicadenti, posizionatela su una teglia foderata con carta da forno e cuocete a 200 gradi per circa mezz'ora (toccandola, dovrà risultare decisamente morbida). Estraete, incidetala verticalmente in modo da aprirla in due parti e, con un cucchiaio, prelevate la polpa interna. Frullate quest'ultima unendo anche l'aglio, gli aromi, il sale ed il pepe e, quando il composto sarà già perfettamente omogeneo, unite anche i pistacchi: frullate ancora un po' in modo da spezzettarli appena. Separatamente, montate le uova fino a renderle gonfie e spumose (circa 10 minuti), unite quindi la panna, la purea di melanzane, la farina setacciata col lievito ed il pecorino. Amalgamate con cura utilizzando un frusta a mano (movimenti circolari dall'altro verso il basso), versate nello stampo foderato con carta da forno bagnata e strizzata e cuocete a 180 gradi per circa 45 minuti. Estraete, lasciate raffreddare completamente, quindi affettate e servite così com'è oppure accompagnando con salumi e formaggi misti.

giovedì 18 giugno 2009

Smoothie (o frullato che dir si voglia) con fichi e zenzero


Dunque, l'indicazione (di ieri) era giusta: piazza Zama, posticino interessante [per tutti gli aspiranti possessori di oggettistica da party/catering/buffet (sissì, anche le mini ciotoline da degustazione ed i cucchiaini da buffet col manico ricurvo)], prezzi sicuramente competitivi, un mercato latino quasi di fronte (non ce l'ho fatta proprio ad andarci, ma una persona del posto ha promesso ampie descrizioni in merito, in più, l'indicazione della mejo pizzetta a taglio della zona... visto che, scegliere vassoi, mette appetito!!!)... e alla fine, ci sarei andata in autobus! Di buono c'è che 1) è quasi impossibile perdersi, 2) si salta a piè pari la questione cerco-disperatamente-un-parcheggio... anche in terza fila, basta che riesco a mollare stà maledetta auto. Tristissima nota dolente, ovviamente, è che se beccate il mezzo con l'aria condizionata capricciosa (9 su 10?!), più che boccheggiare e sporgere la testolina verso il ventaglio della signora accanto... per cui no, l'insalata refrigerante (sempre quella di ieri) non era abbastanza. In bonus, mega frullatone di fichi da tracannare a temperatura rigorosamente antartica. Fichi e zenzero, sempre perchè squadra che vince non si cambia, piuttosto, la si perfeziona in base all'umore del momento. Dettaglio: personalmente, adoro l'idea dei piccoli semini che stridono sotto i denti, i palati più esigenti potranno tranquillamente passare il tutto al setaccio un attimo prima di degustare :-)

AGGIORNAMENTO LIVE

Nel caso vi ritrovaste a fare acquisti spensierati in quel di piazza Zama, Jajo propone:

Pompi (300 metri da Piazza Zama, Via Albalonga) per uno dei suoi (veri) tè freddi serviti in un bicchiere altissimo con granita di limone e foglie di menta (per non parlare del tiramisù classico e di quello ai frutti di bosco: cose per le quali è famoso). Affianco, una torrefazione con tante golosità.
Alice: pizza a taglio, strepitosa quella zucca e scaglie di pecorino o quella bianca, la più buona e croccantemente biscottosa mangiata in vita mia, ripiena di porchetta (tra le più buone anch'essa), le mie due preferite. In via Satrico, 1D
In Piazza Epiro, oltre il mercato, c'è anche una delle macellerie più famose della zona mentre in Via Appia (sullo slargo di Piazza dell'Alberone) trovi un ottimo "orzarolo" (negozio di granaglie con tanti sacchi di juta pieni di risi, fagioli ecc. diversi: la tua fotocamera impazzirebbe :-D), proprio di fronte, una sala da tè (attenzione agli orari) con punto vendita annesso.
Supermercato Metà, aperta una bella enoteca con un banco formaggi... formaggio alla salvia (di un verde inquietante), alla Guinnes, all'uvetta, al whisky. Quello alla Guinnes è proprio buono, amaro e sapido al punto giusto e tra l'altro è tutto maculato.... stranissimo!
E sempre da Cartaria, arrivate mini forchettine e mini cucchiaini in plastica proprio carucci... da bicchierino ;-)


Smoothie con fichi e zenzero
per un bel bicchierone

2 fichi (al momento si trovano i fioroni)
1/2 cucchiaino di zenzero fresco
1 pizzico di noce di cocco grattugiata
2 foglioline di menta fresca
il succo di 1/2 lime
1 bicchiere di latte
2 cubetti di ghiaccio

Sbucciate i fichi e riunite tutti gli ingredienti all'interno di un blender. Frullate il tutto e degustate immediatamente.

mercoledì 17 giugno 2009

Insalata di pesche e salmone


Alè, il tempo d'infilare le scarpe e scendo... avrei un certo posticino da saccheggiare (e speriamo vivamente di trovare i coordinati dei colori giusti, a proposito, cos'è che sta bene col lilla? :-)), per cui, scrivo il post e approfitto di questi minuti preziosi(ssimi) per decidere se andarci in auto, con gli illuminanti disegnini del google maps a portata di cruscotto (solo che puntualmente li leggo al contario, le macchine dietro che non mi danno tregua... mbè? e che c'avete da ridere?!) oppure optare per un paio di giri d'autobus, mumble mumble.
Sul mumble, v'introduco velocemente l'insalata che tutti, e dico tutti, vorrebbero trovare all'ora di pranzo, specie se si è reduci da A) le stradone labirintose e gli (altri) automobilisti a tolleranza zero, B) gli autobus roventi, puzzolenti e pure un po' sobbalzanti. E sempre fermi sul mumble di prima (parlo di me), due parole sul salmone marinato, visto che devo ancora capacitarmi d'aver fatto proprio tutta da sola. Cioè, io che punto l'articolo, io che lotto col pescivendolo che voleva per forza affettarlo a tranci... senta, ma ha capito che devo marinarlo o no?! Io che torno tutta tronfia e insieme spaventatissima (la marinatura per me è sempre un po' un'incognita, quindi ansia da morire), infine, io che saggiamente mi rivolgo a chi di salmoni marinati se ne intende davvero!

Tutto il resto, sono solo semplici pesche tagliate a spicchi, spruzzate con un goccio di lime e arrostite leggermente in una padella antiaderente ben calda. In un'insalatiera, riunite il salmone marinato tagliato a listarelle, le pesche ormai fredde e della rucola fresca; separatamente, emulsionate dell'olio extravergine d'oliva con succo d'arancia, un pizzico di fior di sale e pepe nero fresco di macina; versate il tutto nell'insalatiera, mescolate energicamente e refrigerate per circa un'ora prima di servire.

martedì 16 giugno 2009

Pesche al forno con amaretti

Soluzione semplicissima da fine pasto, oltretutto, una cosina talmente vista e ri-vista... ma come spesso ricordo "a volte sei lì che ti manca giusto l'ideuzza per il dessert dell'ultimo minuto", in fin dei conti, un autentico dolcino double-face, nel senso che è buonissimo tiepido, per quelle serate invernali in cui vanno tanto le coccole dolci, ai piedi di un romanticissimo camino scoppiettante (anche una stufetta andrà benissimo, quel che conta è la giusta impostazione mentale!) e starei già sudando anche solo all'idea, però dicevamo soprattutto del double face: (pesche) gradevolissime anche in versione-ben-refrigerata, magari accompagnate da generose cucchiaiate di yogurt greco, vagamente dolce e con la complicità di un buon vinello dolce... anche qui, in versione double-face, nel senso che vi servirà per la cottura delle pesche, ma anche per dare sollievo alle gole arse, quelle che chiedono finalmente una tregua, mentre ve ne state lì a godere dell'arietta fresca della sera, stesi sull'amaca in giardino (ma anche la sedia in terrazza/balcone andrà benissimo, perchè quel che conta è sempre...)!!! :-)


Pesche al forno con amaretti
ricetta di Laura Zavan

per 2-4 persone:
2 pesche noci (pref. non trattate)
4 amaretti morbidi
1 tuorlo d'uovo
1 cucchiaio di cacao amaro
1 bicchierino di vino dolce (io, Moscato Apianae Di Majo Norante)
ca. 10 g di burro

per servire:
150 g di yogurt greco
1 albume
30 g di zucchero a velo

Frullate nel mixer gli amaretti con il tuorlo d'uovo ed il cacao. Tagliate le pesche in due, togliete il nocciolo e scavate un po' l'interno (incorporate la polpa estratta alla precedente preparazione). Farcite le pesche con il composto di amaretti e sistematele in una teglia imburrata posandovi sopra qualche ricciolo di burro. Irrorate con il vino dolce e fate cuocere per circa 30 minuti a 180 gradi, irrorando regolarmente con il fondo di cottura. Estraete e lasciate raffreddare. Servite tiepido, a temperatura ambiente... ma anche dopo aver rigorosamente refrigerato il tutto in frigorifero, accompagnando con un cucchiaio di yogurt già lavorato a crema con lo zucchero a velo ed incorporato delicatamente all'albume montato a neve ben ferma.

lunedì 15 giugno 2009

TUTTOFOOD, impressions

Appunto, più che altro, sono delle impressioni! Immagini, spunti, riflessioni e collegamenti da mettere anche un po' insieme... in un modo o nell'altro. Quindi dicevamo, TuttoFood seconda edizione: l'incontro fatidico tra produttori e distributori (senza fastidiosi consumatori tra i piedi :-)), in quell'instancabile formicaio che è il FieraMilano. Diciamo pure che sei hai un ristorante/bar/tavola calda (e via di questo passo), sicuramente valeva la pena farci una puntatina. Non solo cibo, ma anche involucri, coordinati, sistemi di cottura extra-lampo, soluzioni salva-spazio, salva-tempo... salva-tutti insomma. E bisogna dirlo, un vero e proprio mare di preparati... ammiccanti tetrapak pronti all'uso, della serie agita, versa e cuoci (che poi, sempre compatti contro l'ikea, ma vorrei proprio vedere tutti gli altri, ecco). Resta che la farinata versione shake-it indovina un non so che di sconfortante, bisogna ammetterlo (ed era persino buona, fragrante). Eppure, per l'operatore/visitatore che assaggiava subito dopo di me... soltanto un'autentica figata, punto e basta! Ma c'è di buono che tutto, davvero tutto, poneva un evidentissimo accento sulla questione salute, genuinità e, ovviamente, sull'imprescindibilità del made in italy. Superati i padiglioni del salva-tutti :-) t'imbatti nell'eccellenza allo stato puro, un patrimonio agroalimentare unico, quello che, del resto, ci vale profonda ammirazione (e ripetuti tentativi d'imitazione) dall'estero. Sììì, il tutto suona tremendamente retorico, me ne rendo conto, ma sarà che al momento l'italiano non è che si senta particolarmente felice (e dall'estero non è che arrivi soltanto l'ammirazione, sob)... ecco, magari pensare di ripetere un po' tutta la storia tipo mantra (della serie, affoghiamo la vergogna/indignazione in un buon morso di Grana Padano) :-)
Aneddoto curioso che chiude anche un po' il cerchio: ero in treno, ormai sulla via del ritorno... io, le mie foto e le mie riflessioni... ad un certo punto il turista spagnolo che mi sedeva accanto, non so bene perchè, ma ha avuto l'urgenza di segnalarmi una cosa (e ammetto che, da quel punto in poi, le riflessioni hanno subito una virata parecchio più ottimistica), insomma, mi guarda con gli occhi lucidi per l'emozione e mi fa... "Italia es un paìs muy precioso, muuuy precioso!".
Ah, gracias :-)

WHAT'S NEW?

- il Granglona, un formaggio di latte di pecora a pasta dura (Anglona è la località, Grana il formaggio cui è ispirato), il tutto, ad opera di una piiiccola cooperativa sarda.

- premio CheeseAward... and the winner is il pecorino stracchinato calabrese! Ma la chicca vera e propria è che, alla fine, è un formaggio nato per sbaglio... nel senso che il macchinario s'è inceppato ed è uscita una cosa piuttosto diversa da quella che era l'idea iniziale :-)

- Il salame al miele dell'Azienda Agricola Arcadia e quello al vin brulé firmat Gabba.

- Buone nuove per gli intolleranti (ma chi non lo è?!): Amalattea passa al (gelato con) latte di capra.

- Nuove (e bellissimie confezioni) per il Pastificio dei Campi di Gragnano: design a parte, una pasta che viaggia con tanto di coordinate geografiche al seguito... nel caso volessi collegarmi a Google-Earth e verificare dov'è stato seminato/trebbiato, etc etc, il grano dei miei spaghetti :-)


P.S. ehm, avevo accennato ad una certa cena insolita... reportage dettagliato sul mio profilo facebook :-)

venerdì 12 giugno 2009

Caviale di zucchine e crema di Parmigiano


Ma il caviale (seppur di zucchine) non dovrebbe, quanto meno, essere sferico?! No perchè, questo qui, è più che altro una purea: zucchine sbollentate, schiacciate grossolanamente con la forchetta ed aromatizzate con del... cumino!!! Bè, avevo promesso o no di dedicarmici seriamente?! Anzi, a proposito di dedizione, qualcuno chiedeva giustamente notizie della mia pasta madre: bè sì, c'è stato un attimo di tensione, magari l'ho soltanto beccata in quel famoso giorno del mese (in cui farei meglio a trasferirmi direttamente su di un eremo)... comunque sia, tutto risolto, nuove panificazioni a breve! Tornando, invece, alle zucchine, come dire, squadra che vince non si cambia... magari giusto la consistenza, ecco, quella sì. Lontana anni luce dalla croccantezza delle sfoglie di brick di ieri, qui siamo placidamente sul cremoso andante... e se state pensando (ehm, io l'ho fatto) che il titolo della ricetta sia oltremodo enfatico (=ridicolo) per pensare di correre a segnarsi la ricetta in agenda (ma sì, adesso le diciamo brava, bene, bis e così Precy è contenta!)... ebbene, signore e signori, mi spiace proprio tanto per voi, sic! :-)
Bene e sulla sentenza del venerdì... prendo, raccolgo i miei quattro cenci e scappo: nell'ordine, autobus, treno, TuttoFood, cena insolita con i panettoni Loison (e con lo chef Danilo Angè che li reinterpreta appassionatamente... pensavate mica lo facesse solo Precy, no eh?! :-)), quindi ari-TuttoFood per l'intera giornata di sabato... e goloso weekend anche a voi!


Caviale di zucchine e crema di Parmigiano
ricetta di José Maréchal - per 4-6 bicchierini

per il caviale:
2 belle zucchine
1 spicchio d'aglio
1 rametto di rosmarino
2 prese di cumino in polvere (io, semi finemente tritati)
2 prese di sale e pepe
1 cucchiaio d'olio d'oliva

per la crema:
20 cl di panna fresca
100 g di Parmigiano (io, il 36 mesi Zabo Form, yum)
pepe macinato fresco

Lavate le zucchine, asciugatele e tagliatele a rondelle sottili. Sbollentatele per 3-4 minuti, quindi scolatele e raffreddatele sotto l'acqua fredda. Schiacciatele con la forchetta e conditele con sale, pepe, cumino, il rametto di rosmarino, l'aglio schiacciato e l'olio. Rimettete nella casseruola e cuocete a fuoco basso per 3-4 minuti in modo che i profumi si diffondano. Mescolate bene ottenendo, così, un composto omogeneo, eliminate l'aglio ed il rosmarino e lasciate raffreddare.
Tagliate il parmigiano a pezzettini e metteteli in un pentolino con la panna. Scaldate dolcemente, mescolando di continuo per far sciogliere il formaggio e ridurre la crema (senza che s'attacchi alla pentola!). Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare. Distribuite le zucchine nei bicchierini e, al momento di servire, scaldate leggermente la crema e versatela sulle zucchine... oppure componete il tutto, completando con del pepe e servite poi a temperatura ambiente, magari accompagnando con dei grissini al sesamo ed olio extravergine d'oliva :-)

giovedì 11 giugno 2009

Brick alle zucchine, ricotta di capra e cumino


Nervo della guerra di oggi: il cumino! Non che l'avessi già etichettato alla voce "non fa per me", ma ammetto che il rapporto s'era fatto controverso. Boh, magari sbagliavo a dosarlo... ad ogni modo, metti Laura Ravaioli che, una sera, se ne stia lì a preparare dei peperoni: gustosissimi peperoni in agrodolce (praticamente, quelli della mia mamma, quelli che ti ci vuole l'intero panello casareccio per quanto sono buoni... com'è che Laura ha la ricetta?!)... dicevamo, peperoni in agrodolce, al cumino! La faccenda si fa interessante, soprattutto perchè la cheffa non ci lascia andar via senza il doveroso corollario degno d'una grande professionista (cheffa professionista=cheffa aperta a tutte le culture/cucine del mondo, perchè è soltanto aprendosi ed incuriosendosi alla vita che si mette in moto il processo di crescita personale, etc etc... aspetta, chi era questo? ah sì, il prof di filosofia). Parola di Laura: cumino nei peperoni perchè si sposa alla grande, ma soprattutto perchè lo fanno da sempre gli indiani (dell'India). E gli indiani sono maestri indiscussi nell'arte delle spezie, con tutta la storia che il cibo dovrebbe sempre e comunque aiutarci a stare bene... guarda caso, il cumino viene associato proprio a quelle famose verdure con la tendenza a riproporsi in fase digestiva (ndr: per il validissimo concetto del riproporsi, ringraziamo ovviamente Christian De Sica :-)). Quindi, spezia sì, ma necessariamente in funzione di tutto il resto. Insomma, un filo conduttore logico, evidente e plausibile. Ehvabbuò, mi sa tanto che poniamo qui la storica (ed ennesima) pietra miliare... e da questo punto in poi promettiamo di dedicarci di più... (anche) al cumino :-)


Brick alle zucchine, formaggio di capra e cumino
ricetta di Delphine de Montalier

per 12 fagottini:
6 fogli di pasta brick (in vendita da Castroni)
1-2 zucchine non molto grandi
250 g di formaggio di capra fresco (io, ricotta di capra Panizzi)
20 g di burro fuso

1 cucchiaino e mezzo di cumino in polvere (io, semi finemente tritati)
1 cucchiaio di salsa di soia
1 cucchiaio di miele liquido
olio d'oliva
sale e pepe

Lavate le zucchine e tagliatele a rondelle molto sottili. Schiacciate il formaggio con una forchetta ed unite il cumino, un cucchiaio d'olio ed il pepe. Tagliate i fogli di pasta brick a metà e spennellateli con il burro fuso. Mettete al centro un po' di formaggio schiacciato e alcune rondelle di zucchine. Piegate seguendo le istruzoni riportate sul retro della confezione. Versate in padella un cucchiaio d'olio e dorateci i fagottini di brick, 3-4 minuti per lato (aggiungete ancora un po' d'olio se necessario). Una volta dorati, scolateli e tamponate l'unto in eccesso su carta assorbente da cucina. Serviteli appena tiepidi, con una salsa preparata con 2 cucchiai d'olio d'oliva, la salsa di soia, il miele, sale e pepe.

mercoledì 10 giugno 2009

Pasta. Avocado. Basilico. E lime.


Opzione 1: abbiamo letto un certo articolo che c'ha fatto pensare ed ecco che l'innocuo post del mercoledì si trasforma in una specie di spot un po' anatemistico a farsi, eppure talmente figo a dirsi... lo sapete, vero, che nel 2009 il caro vecchio Lazzaro, piuttosto che ricordarsi di dover morire (un giorno o l'altro), dovrebbe soprattutto ricordarsi di dare una controllatina ai livelli del suo colesterolo?! E dal momento che, per il Danacol, hanno già ingaggiato il buon Tony nazionale (che, ovviamente, di cuori se ne intende non poco)... la sottoscritta, forte del suo bagaglio ricettistico ad elevatissimo impatto coronarico, ci prova con l'avocado! Frutto del paradiso di hamingwayana memoria, assolutamente strabordante di antiossidanti e fibre preziose che non aspettano altro che scapicollarsi giù per il vostro esofago e mettersi a compiere magiche piroette gastro-intestinali, per un effetto assolutamente pulente e disincrostante (uhm!)... opzione 2?

Opzione 2: rendere tutto mooolto semplice e sbrigativo, cioè, come realmente è stato :-) il chiavistello che gira, il marito che rientra e, toh, è già ora di cena! "Ah, no, è che m'ero persa un attimo tra le aperture qui del diaframma, tutto sotto controllo, metto su l'acqua per la pasta". Seguono a ruota: l'acqua che deve decidersi a bollire, io (voi, noi) che setaccio accuratamente frigo e dispensa alla ricerca dell'ingrediente magico, finalmente l'acqua che bolle, io che tuffo la pasta e, nell'attesa, sempre io che mi scateno con uno di quei sughi/non sughi assolutamente geniali... più che altro fondi, possibilmente in bianco (nonostante le origini, a' pummarola ngoppa non è che sia propriamente un dictat, per cui)! Quindi dicevamo, la pasta che cuoce, io che la scolo al dente per finirla con un paio di hooop-hooop a prova di amido e, sempre a seguire, gli antiossidanti (e le fibre preziose) che si scapicollano giù per l'esofago... sissì, finale identico :-)

La ricetta: in attesa che l'acqua per la pasta prenda a bollire, tagliate la polpa dell'avocado a dadini e lasciatela marinare per qualche minuto nel succo di lime. Sminuzzate una manciata di foglie di basilico e grattugiate poca buccia di lime. In un'ampia padella antiaderente, sciogliete un pezzetto di burro e lasciatevi rosolare un spicchio d'aglio. Eliminatelo ed unite i dadini di avocado con tutto il loro succo. Quando l'acqua bolle, salatela e tuffatevi la pasta (nel mio caso, pappardelle fresche all'uovo). Quindi, scolatela senza sgrondare troppo, versatela nella padella e saltate velocemente unendo anche il basilico e la buccia di lime tritati. Servite immediatamente, completando con del pepe nero fresco di macina e pecorino a piacere.

martedì 9 giugno 2009

Peach-lacquered chicken wings


Per cenette al limite del divertimento, prego: accomodarsi pure da questa parte! Si mangia rigorosamente con le mani (chiaro, è tutto lì il divertimento) ed a voler essere più precisi, giusto giusto con la punta delle dita! A tal proposito, ne approfitterei per ricordare che peach-lacquered sta per glassato alla (confettura di) pesca e che, se ancora non si fosse capito, abbiamo archiviato il tutto alla voce 'appicicosissimo'. Poi, volendo, ci sarebbe anche la sotto-voce intrigante/ammiccante... ehm, è che sarei reduce da un certo passaggio di ricette pro-conquista... ma sì, un'amica che deve (assolutamente trovare il modo di) far colpo e la sottoscritta, qui, che fa da consulente per le inevitabili cenette galeotte (dopo che su facebook è venuta fuori la questione che... quando inizi a farli mangiar bene, ehvabbè). Tornando a noi, ricettina adocchiata sul solito Gourmet... e se ci pensate un attimo (io c'ho pensato, esattamente, per un nano secondo), ricorda tremendamente dell'altro. Solo che stavolta si esagera all'inverosimile, mooolto più appiccicoso, dolce, ma anche piccante... facciamo così: segnare alla voce "da fare al più presto e, comunque, non appena il marito/fidanzato/moglie/fidanzata non ne potrà proprio più delle insalate anti-caldo e vi supplicherà di ritornare una buona volta ai fornelli"!!!


Ali di pollo con glassa alla pesca
per 4 - 6 persone

3 spicchi d'aglio
1 pezzetto di zenzero, pelato e tritato grossolanamente
2/3 di tazza di confettura di pesche
1/3 di tazza di salsa di soia
1 pizzico di pepe rosso in grani (io, pepe nero)
2 cucchiai di acqua
4 ali di pollo intere (8 se già divise a metà)
olio d'oliva
sale

Con l'aiuto di un mixer, tritate finemente l'aglio e lo zenzero. Aggiungete la confettura, la salsa di soia, l'acqua ed il pepe: frullate fino ad ottenere una salsa omogenea. In un'ampia padella antiaderente (possibilmente, a bordi alti), rosalate le ali di pollo con un filo d'olio. Ricopritele, quindi, con la salsa e cuocete a fiamma vivace per 5 minuti. Girate il pollo, abbassate un po' la fiamma e proseguite la cottura per 20-25 minuti (continuando a girare le ali di pollo, di tanto in tanto). Servite appena tiepido... con dell'insalata o verdure di stagione.

lunedì 8 giugno 2009

...e bicchierini di ciliegie e caprino


Bè, che un lunedì possa, in qualche modo, assomigliare al (tanto atteso) venerdì... sarebbe bello, no?! Che vi devo dì, quasi quasi, ci proverei con un bicchierino! Il che potrebbe sembrare un invito (a darsi) all'alcolismo più sfrenato, invece, molto più genuinamente... riprendiamo esattamente da dov'eravamo rimasti: ai bicchierini, appunto. E così, giusto per consacrarne la versatilità (che si potrebbe sempre pensare: si vabbè, versatili... ma poi, le altre versioni come le fò?), altro giro, altro biscotto (anche stavolta burrrrosissimi Loison perchè, ehm, sarei voluttuosamnete inciampata nella confezione degustazione per cui...), altro formaggio (i lettori amano i caprini e noi, qui, c'adeguiamo), altro frutto succoso. In bonus, altra potentissima sferzata di golosa energia per questo lunedì che volerà via ancor prima d'iniziare a lamentarsi. Promesso! :-)


Bicchierini di ciliegie e caprino
x 4 porzioni

12 biscotti di pasta frolla (pref. al limone)
200 g di caprino fresco

80 g di zucchero a velo
24 ciliegie
20 g di nocciole spellate e tostate

Denocciolate le ciliegie e tagliatele a metà (nel caso, conservatene qualcuna intera per decorare la superficie). Tritate grossolanamente le nocciole. Lavorate il caprino con lo zucchero a velo fino ad ottenere un composto liscio e cremoso. Spezzettate grossolanamente 8 biscotti e spargeteli sul fondo dei bicchierini. Alternate strati di caprino, qualche ciliegia e un po' di nocciole a pezzetti fino a riempire parzialmente i bicchierini. Terminate sbriciolando sulla superficie i biscotti rimasti e qualche altra nocciola e refrigerate in frigorifero per almeno 5-6 ore prima di servire.

venerdì 5 giugno 2009

Bicchierini di kiwi e ricotta


Sempre sul genere ricette facili, veloci e persino un po' ridicole, per questa settimana vi lascio a meditare su di una certa ideuzza che, guarda caso, casca proprio a fagiolo per il weekend! Voglia di una coccola dolce, ma nessuna intenzione di accendere il forno? Magari (anche una certa) voglia di pescare cremine fresche e golose (con tanta, tantissima frutta succosa in bonus), così, direttamente dal bicchiere... possibilmente, senza star lì a sciogliere gelatina, montare uova, etc etc? In più, sottotitolo per chi ci bada: voglia di non esagerare più di tanto con le calorie (toh! quando voglio far passare per intelligente anche la più scema delle ricette, tiro in ballo le calorie: subdola!)? Eccoci qui: detto tra noi, ho girato intorno a sti' bicchierini multiface per tutto il lunghissimo ponte del 2 giugno... lo sforzo è minimo, il divertimento massimo (poi, bè, ognuno si diverte a modo suo), la soddisfazione... alle stelle (il che, col caldo che fa, è anche un po' direttamente proporzionale allo sforzo che è minimo, etc etc)! Il tutto, senza dimenticare che José Maréchal li definirebbe "un cheesecake molto poco ortodosso, pronto in tre mosse e da guinness dei primati!". Voilà! Tre ingredienti interscambiabili: biscotto burroso, formaggio fresco (la ricotta sarebbe un latticino, ma il concetto resta!) e poi frutta, tanta frutta. Infinite le varianti e... non li conto nemmeno più gli accessori da aggiungere a seconda dell'umore, anche un attimo prima di riporre il tutto in frigo. Domanda: a chi verrebbe mai in mente di preparare un dolce... col kiwi? Bè sì, scusate, annoso diverbio tra me e lui... in pratica, io che insisto sulla sua banalità (e tristezza, sic) e lui che puntualmente mi finisce nelle buste della spesa. C'è da dire, però, che stavolta l'ho trovato persino stuzzicante, con quella sua punta acidina... il biscotto burroso da una parte e la ricottina (di bufala) bella corposa dall'altra, bè sì... mi ci voleva proprio il kiwi, stavolta :-)

Bicchierini di ricotta e kiwi
per 4 porzioni

12 biscotti di pasta frolla (io, Maranei della Loison, burrrrosissimi)
200 g di ricotta di bufala
80 g di zucchero a velo
4 kiwi maturi
20 g di mandorle spellate

Tostate le mandorle e tritatele finemente. Lavorate a crema la ricotta, unendo anche lo zucchero e le mandorle. Sbucciate i kiwi e tagliateli a dadini. Spezzettate grossolanamente 8 biscotti e spargeteli sul fondo dei bicchierini. Alternate strati di crema e dadini di kiwi fino a riempire parzialmente i bicchierini. Terminate sbriciolando sulla superficie i biscotti rimasti e refrigerate in frigorifero per almeno 5-6 ore prima di servire.

giovedì 4 giugno 2009

Kartoffelsalat allo yogurt ed erba cipollina


Ma insomma! C'abbiamo pur sempre una (ben definita) quota deutsch, in famiglia! A proposito, un consiglio spassionato: ai tedeschi, lasciategli proprio stare la patata!!! Rischiate seriamente d'imbarcarvi in una discussione senza fine (e state pur certi che vi tireranno in ballo la guerra, il dopo-guerra, le 2001 varietà diverse che tanto ce le hanno solo loro, poi la kartoffelfest e blablabla... il tutto, con un'evidente e spiccatissima dose d'orgoglio nazionale: ma che invidia!). Io, ormai, evito accuratamente di cucinarle per i miei suoceri (che sono mooolto più integralisti di quella specie di mercenario di mio marito: cosa non farebbe, lui, per due misere sfoglie di lasagna?!), in pratica, recito la parte della nuora modello, assolutamente ignorante in materia (della serie, what's patata arrosto... piena di rosmarino e che sa tremendamente di pollo ruspante; patate alla pizzaiola, polpo con le patate, gattò... sissì, proprio gattò, quello alla napoletana, farcitissimo di mortadella e provola affumicata; focaccia di patate, pasta e patate... mitica, quasi mi sfuggiva) e mi lascio incantare dalle loro ricette nazional-patatose (in particolare, avrei amato questa e questa... anche se, in effetti, continuano a ricordarmi tremendamente qualcosa, ma cosa?). E giustappunto, per il periodo estivo, ci sarebbe quest'insalatina qui: semplicissima, perfino un po' ridicola (per quanto è semplice)... ma come spesso accade, puntualmente sei lì che ti manca giusto quell'ideuzza veloce per la cena, per cui eccoci qui. Molto ikeafood, me ne rendo conto, resta il fatto che piace davvero a tutti (ma sììì, anche a me!), oltretutto, si presta egregiamente anche all'operazione riciclo: kartoffelsalat in esubero (dalla sera precedente)? Decisamente pochina per pensare di riproporla as is anche il giorno dopo? Tagliuzzate le patate (senza tralasciare nemmeno una goccia di yogurt e tutto il resto) ed inseritele all'interno di una gran bella insalata fresca, di quelle con tante lattughine miste e croccanti, le carote, i ravanelli... ecco: questa qui, la suocera, mi sa tanto che non la sa! :-)

La ricetta... come dicevo, è davvero na' gran cavolata: lavate le patate, sbucciatele e tagliatele a tocchetti piuttosto grossi; portate dell'acqua a bollore, salatela e tuffatevi le patate; cuocete per circa 15 minuti, verificate il giusto punto di cottura pungendole con uno stecchino: non devono disfarsi troppo; scolatele, raffreddatele sotto acqua corrente (ovviamente, ben fredda), asciugatele e trasferitele in un'insalatiera; conditele con un filo d'olio extravergine d'oliva (un'italianizzazione, questa, assolutamente gratuita!), un pizzico di fior di sale e di pepe; mescolate la crema di yogurt (nel mio caso, yogurt greco) con un'abbondante manciata di erba cipollina tritata ed un filo d'olio; versate il tutto sulle patate e servite a temperatura ambiente.

mercoledì 3 giugno 2009

Sandwich di melanzane!


Tocca farci un po' più d'attenzione, ai punti esclamativi! Stando a quel che si legge in giro "il punto esclamativo imperversa nelle chat e nelle email. Per dare enfasi a una comunicazione anonima. Perché la cordialità è diventata un obbligo. E perché non facciamo più attenzione all’ortografia".

Confesso che il monito m'è arrivato dritto in fronte come un treno (sono andata anche a verificare: una media di dieci esclamazioni per post, decisamente non male) e so già che accadrà lo stesso quando ci allerteranno (e vedrete che lo faranno) sui puntini sospensivi... anzi, lì verrò direttamente crocifissa mi sa. Sempre secondo l'articolo citato, varie (potrebbero essere) le motivazioni, più o meno condivisibili. Appunto! Che ognuno si faccia un po' i punti esclamativi propri! Quanto ai miei, bè sì, per aggiungere enfasi senz'altro! Un po' come se avessi un evidenziatore a portata di mano (solo che non ce l'ho e allora... !). E poi, per trasmettere entusiasmo! Ecco, alla fine di tutti i conti, non è che da lì potete sentire la mia voce (con il relativo tono! e nemmeno potete vedere la mia espressione se è per questo!)... quindi, se lo zeitgeist del momento c'impone d'esclamare, che si esclami pure!!!
Per esempio, se adesso vi dicessi "in frigo conservo gelosamente una specie di piccolo lingotto profumatissimo, assolutamente versatile e provvidenziale quando si tratta di grattugiare (per arricchire) un po' qui ed un po' lì!"...dov'è che cade l'occhio? Sul punto esclamativo o sul lingotto del mistero? Vabbè va, ricettaaa :-)


Sandwich di melanzane

Scegliete delle melanzane ben sode, del tipo tondo. Lavatele ed asciugatele con cura. Affettatele in senso orizzontale a circa 3 mm di spessore e farcitele a mò di sandwich con ciò che più vi aggrada (nel mio caso: prima fetta di melanzana, mozzarella, origano, qualche scaglia di salsiccia di tonno e seconda fetta di melanzana per chiudere il tutto). Tenendo ben stretto il sandwich, passatelo nella farina (premendo anche sui bordi), quindi nell'uovo sbattuto ed infine nel pane grattugiato a cui, se vi va, potrete aggiungere anche una manciata di pistacchi tritati grossolonamente (buonissimo! ooppss). Fate aderire perfettamente la panatura sull'intera superficie del sandwich (se necessario, passate nuovamente nell'uovo e, quindi, nel pane grattugiato). Friggete pochi sandwich per volta in olio d'oliva ben caldo (verificate la giusta temperatura immergendo un cucchiaio di legno nell'olio: se si formano delle piccole bollicine tutt'intorno, è tempo di friggere), circa 3 minuti per lato. Tamponate, quindi, su carta assorbente da cucina e servite immediatamente con dell' insalata fresca... oppure utilizzate il tutto per farcire delle focaccine, aggiungendo anche la solita foglia di lattuga, una fettina di pomodoro e magari una punta di senape all'antica!!! :-)

lunedì 1 giugno 2009

Mangiare ad Ischia: bocconi per turisti golosi


Non è una guida! Piuttosto, lo definirei il promemoria dell'ischitana della porta accanto :-) ...leggero, simpatico, ma anche preciso e dettagliato quanto basta (ehvabbè). Tra l'altro, buttato giù in poco più d'una serata per fare un regalo carino ad un amico (blogger... altrettanto carino che andrà a trascorrerci le vacanze). Solo che poi mi son detta (eh no Jajo, l'esclusiva te la sogni :-)): è tempo di vacanze, magari il promemoria (che non è una guida) potrebbe tornare utile anche a qualcun altro... per cui sì, alla fine, eccolo qua! Mi raccomando, fatene un uso consapevole e sappiate che non è assolutamente definitivo (esattamente come gli orari dei traghetti che vi conduranno sull'isolotto, lol!): magari, stampate l'ultima versione aggiornata giusto un attimo prima di partire e per ulteriori info, non esitate a scrivere: dolce Precy risponde.
Sì, basta che non iniziate a chiedermi tutti gli orari dei traghetti, etc etc... che mica faccio la guida eh! :-)