mercoledì 31 dicembre 2008
lunedì 29 dicembre 2008
Pasta (in rosa) con olive, acciughe e limone
Linguine in rosa, con olive, acciughe e limone
per due persone
150 g di linguine
100 g di ricotta fresca
10 olive nere di Gaeta
6 filetti d'acciuga sott'olio
4 cucchiai di passata di pomodoro
20 g di pecorino
1 piccolo limone bio
2 cucchiaini di prezzemolo fresco tritato
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
Rosolare velocemente l'aglio (in camicia) con due cucchiai d'olio. Eliminare l'aglio ed aggiungere 4 filetti d'acciuga e le olive denocciolate, tagliate a metà (in realtà, le olive di gaeta sono talmente tenere che si aprono facilmente con le mani). Far sciogliere i filetti ed unire anche il pomodoro e la ricotta. Cuocere circa dieci minuti con la fiamma al minimo. Grattugiare la buccia del limone (facendo attenzione a non intaccare anche la parte bianca) ed aggiungerla alla salsa. Lasciar insaporire per un minuto, quindi, salare con moderazione. Cuocere le linguine e scolarle al dente. Versarle nel condimento, saltarle velocemente unendo anche i restanti filetti d'acciuga, spezzettati grossolanamente, il prezzemolo ed il pecorino ridotto in scaglie sottili. Distribuire la pasta nei piatti, completare con una macinata di pepe nero e qualche listarella di buccia di limone passata velocemente sulla piastra. Servire immediatamente.
domenica 28 dicembre 2008
Cavolfiore, bottarga, coriandolo e semini!
Crema di cavolfiore, con bottarga, coriandolo e semi di girasole
per due persone
1/2 cavolfiore
1 patata media
1 spicchio d'aglio
1/2 L di brodo vegetale
1 cucchiaino raso di coriandolo macinato
2 cucchiai rasi di bottarga di tonno*
1 manciata di semi di girasole
olio extravergine d'oliva
sale e pepe
crostini di pane
Scaldare un filo d'olio in un tegame, rosolarvi l'aglio, eliminarlo ed aggiungere il cavolfiore (già pulito, lavato e suddiviso in cimette) e la patata sbucciata e ridotta a tocchetti. Insaporire il tutto nell'olio, quindi, allungare con il brodo bollente, abbassare la fiamma al minimo e portare a cottura (circa venti minuti). Con l'aiuto di un mixer ad immersione, frullare il tutto e completare con il coriandolo, sale e pepe. Spegnere e lasciar riposare per qualche minuto. Servire la crema calda, guarnendo ogni piatto con un cucchiaio di bottarga, i semi di girasole tostati e spezzettati e del pane abbrustolito.
*problemi a reperire la bottarga di tonno? vi lascio il solito indirizzo utile, questo qui!
lunedì 22 dicembre 2008
Torrone al cioccolato, per un dolce Natale
per il torrone:
300 g di cioccolato fondente al 50%
100 gr di burro
150 g di mandorle
150 g di nocciole
10 biscotti secchi
1 arancia biologica
per la copertura:
300 g di cioccolato fondente
domenica 21 dicembre 2008
Mi racconto un po'...
- nadia, in arte precisina (chiariamo stà cosa, precisione mentale, assolutamente non riferita agli oggetti, oddio i panni nell'armadio... ci siamo capiti?!). Femmina (facciamo donna?!), 30+1 lune all'attivo. Ho aperto il blog (più o meno) 8 mesi fa, quando ormai il pallino del cibo doveva necessariamente trovare una collocazione più efficace. Non si può avere tutto in testa, ma nemmeno sul solito quadernone con i soliti (miliardi di) foglietti volanti (che ancora ho)! Dice, ma un diario no? Bè, sarebbe ora che tutti i bloggers ammettessero, una buona volta, la propria chiara ed evidente tendenza al protagonismo! Ohhh! Poi, lo stavano facendo praticamente tutti (aprire un blog intendo... e tutti a dire "ma perchè non lo apri anche tu?!" uhm quasi quasi). Quando si dice, per gioco. Ma davvero. E vediamo un po' che effetto fa. Un effetto fantastico, per ora! Ah, tutto ciò che mi riguarda è legato ad un 'per ora'... e meno male! Preferisco sempre tacere e fermarmi, quando è il caso, molto meglio, sì! Dicevo quindi, fantastico: è fantastico riscoprirsi a giocare coi pensieri, ad appuntare un dettaglio, un'emozione che, altrimenti, scapperebbero via veloci ed io... domani ho un post da scrivere, cavolo! Ugualmente, dopo aver esternato, è fantastico starsene lì, seduti sulla sponda del fiume, ad osservare: osservare che effetto fa tutto ciò, scoprire come ti vedono gli altri, cosa riesci a dare veramente di te, cosa arriva (e, soprattutto, cosa non arriva e perchè). Non che la cosa sia assolutamente discriminante, voglio dire, se anche la maggior parte della gente mi vedesse pure un po' scema... vabbè, pace lo stesso. Più che altro, trovo sia tremendamente interessante, stuzzicante (ed anche motivante) il fatto di scoprire che quella che ti sembrava una banalità, per qualcun altro s'è trasformata nel primo sorriso della giornata, tanto per dire. Quella che pensavi fosse una ricetta, magari, nemmeno da menzionare (che tanto la sanno già tutti), per altri è diventata una piacevole occasione di convivialità, a tavola, pensando a quella santa donna di precisina. Bello no?! Poi è chiaro, quando inizi a notare che ci sono delle persone che vengono a leggerti ogni giorno, scatta anche il senso di responsabilità (per me è così). Sappiamo tutti che esiste la piena, sacrosanta libertà di andare a leggere questo o quell'altro blog (e volevo pure vedere...). E la scelta è dettata dal piacere che ne deriva, giusto?! Quindi, responsabilmente, prendo tutto con molta serietà (oddio) e provo a lasciare sempre qualcosa a queste care persone... che, ehm, approfitto per ringraziare, davvero, con tutto il cuore :-) Ma allora è un lavoro? Diciamo che faccio parte di quella categoria di persone che devono sempre fare le cose col cuore, perchè solo se le fai col cuore ti porteranno altre cose buone... e giusto per non essere ipocriti, diciamo che se, all'inizio, hai un marito con i piedi per terra, molto meglio :-) Dov'eravamo rimasti? Ah sì, perchè il blog? Dunque, ad occhio e croce, credo di essere nata col senso di colpa per l'intera umanità, voglio dire, ma devo riscattarle tutte io le sofferenze del mondo? Ok, adesso non esageriamo, diciamo che ho molto a cuore la missione-positività. Adoro sentirmi bene, felice, serena e piena di voglia di fare, di raccontare... e negli anni, m'è stato riferito da più parti che faccio sentire bene anche gli altri, che li faccio ridere (il che non so se è proprio un complimento, ma diciamo di sì). E visto che se sto bene, tutto il mondo è felice, non faccio che circondarmi di persone belle. Persone che, senza volere, hanno quel famoso potere di farti stare meglio di prima. Prima di averle incontrate! Invece scappo a nascondermi quando incontro, bè, quelle dell'altro tipo! Ma chiaramente sarebbe disumano sprizzare gioia da ogni poro della pelle, diciamo, 24 ore su 24, 365 giorno all'anno... ma resta il fatto (fantastico, ancora) che il blog, proprio come un libro, non è assolutamente invasivo. Anzi, discreto. Perchè sa aspettare. Ed io sono una che scrive soltanto quando le condizioni sono favorevoli (ammetto di avere più giornate sì, ok, ma c'ho dovuto lavorare su), anche perchè non credo proprio che agli altri possano interessare i miei problemi, hanno già i loro. A nessuno serve conoscere la mia tristezza. Se ne parlo, rompo le scatole agli altri e, soprattutto, mi ci crogiolo... e alla fine sono pure più triste di prima. Non è vero che parlare dei problemi fa bene, non è verooo! Almeno, dipende da come se ne parla, con quale finalità (che poi, se uno si sente bene per il semplice fatto di buttare fuori, ehvabbè, faccia pure). Oddio, spero davvero che il ragionamento fili! Prendiamo il telefono: odio il telefono! Odio la violenza dello squillo, ma che ne sai che in quel preciso momento avevo voglia di sentirti? Infatti non ne avevo assolutamente voglia, ecco. Ed io, ma che ne so se gli altri avevano voglia di sentire me, etc etc? Eheheh, ormai i miei amici/parenti sanno bene che non amo telefonare, ma sanno pure che non sono una stramaledettissima menefreghista per questo. Mi farò perdonare al prossimo incontro. Oppure mi leggeranno sul blog :-) lì sì che restituisco sempre tutto! E con gli interessi!
venerdì 19 dicembre 2008
Il baccalà, con l'insalata di rinforzo
Il baccalà della Vigilia
L'insalata di rinforzo della Vigilia
giovedì 18 dicembre 2008
Pizza di scarole
La pizza di scarole della Vigilia
per la pasta:
600 g di farina 00
15 g di sale
300 ml di acqua tiepida
25 g di lievito di birra fresco
2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
per farcire:
2 cespi di scarola liscia (indivia)
200 g di olive nere di Gaeta
50 g di capperi
100 g di uvetta
1 manciata di pinoli
6 filetti di acciuga sott'olio
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
2 spicchi d'aglio
olio extravergine d'oliva
peperoncino macinato
sale
*la storia del rettangolo farcito e la forma 'a chiocciola', più che altro, trovo siano un'ottima soluzione per bloccare il ripieno all'interno della pasta; poi, è bella da vedere ed anche comoda da porzionare e servire. In ogni caso, potete optare per la forma classica: pizza ripiena, pasta-ripieno-pasta!!!
mercoledì 17 dicembre 2008
Pasta e fagioli
Pasta e fagioli
Mettere a bagno i fagioli dalla sera prima, quindi, lessarli per circa un'ora. Si parte dall'acqua fredda, i fagioli vanno coperti completamente, aggiungendo anche un po' di sale grosso e del pepe. Alla fine, dovranno risultare morbidi, ma non sfatti. Separatamente, scaldate dell'olio extravergine d'oliva e lasciatevi soffriggere un pezzetto di cotica di maiale e qualche spicchio d'aglio in camicia. Aggiungete i fagioli scolati (conservate l'acqua di cottura) e lasciateli insaporire ben bene nel soffritto. Eliminate, quindi, cotica ed aglio e, con una forchetta (oppure, meglio, con un mixer ad immersione), schiacciate parte dei fagioli in modo da ottenere un effetto finale più cremoso. Unire, quindi, qualche pomodorino fresco a pezzetti, la pasta (più o meno, si calcola la stessa quantità di fagioli e di pasta) ed allungare, gradualmente, con l'acqua di cottura dei fagioli messa da parte (bella calda, naturalmente). Procedete con poco liquido alla volta, in modo da non ritrovarvi con un risultato finale troppo brodoso o troppo asciutto (in pratica, considerate che la pasta cuoce piuttosto velocemente, ma anche che la preparazione andrà lasciata intiepidire e, quindi, s' addenserà inevitabilmente). Servitela tiepida, con del prezzemolo fresco spezzettato, una macinata di pepe nero ed un giro d'olio extravergine d'oliva, di quello buono!
martedì 16 dicembre 2008
Filetto al radicchio (cremoso)
Filetto al radicchio e crema di ragusano
per due persone
4 scaloppe di filetto da circa 100 g (piccole e spesse)
30 g circa di burro
1 cespo di radicchio trevigiano, piccolo e sodo
1 piccola cipolla
70 g di ragusano (caciocavallo)
70 g di latte vino bianco, secco
olio extravergine d'oliva
farina 00
sale e pepe
lunedì 15 dicembre 2008
L'oca con la verza
Tartina con l'oca e la verza, all'arancia
ingredienti:
pane nero ai cereali
salame d'oca
verza (solo il cuore)
arancia
mandorle a lamelle
burro
fior di sale
pepe nero
Affettare il pane. Dividere ciascuna fetta in due parti in modo da ottenere due triangoli e passarli, quindi, su di una piastra già calda, un minuto per lato. Sbucciare l' arancia (eliminando anche le parti bianche) ed affettarla così da ottenere delle rondelle piuttosto sottili. Passare anche queste sulla piastra. Imburrare leggermente i triangoli di pane, adagiarvi sopra una fettina d'arancia, continuare con una di salame d'oca e rifinire con un ciuffo di verza tagliata a julienne (utilizzare solo la parte più tenera della verza, quella centrale). Guarnire con delle mandorle a lamelle, tostate e condire con un pizzico di fior di sale e di pepe nero macinato al momento.
venerdì 12 dicembre 2008
Arancia e cioccolato (con un po' di caffè)...
Crostata con marmellata di arance e mousse al cioccolato
per la pasta frolla:
300 g di farina
150 g di burro morbido
150 g di zucchero
2 tuorli
2 cucchiai d'acqua fredda
1 pizzico di sale
la buccia grattugiata di 1 arancia bio
per farcire:
4 cucchiai di marmellata di arance, al caffè*
2 uova
25 g di zucchero
200 g di cioccolato fondente al 50%
100 g di burro
In un'ampia ciotola, setacciare la farina, unire il burro tagliato a dadini e, con la punta delle dita, sfregare in maniera tale che la farina assorba bene il burro. Aggiungere gli altri ingredienti, impastando leggermente, sempre con la punta delle dita. Raccogliere il tutto, compattando bene, avvolgere nella pellicola trasparente e lasciar riposare al fresco per mezz'ora.
Intanto, preparare la farcia: sciogliere a bagnomaria il cioccolato con il burro e lasciar intiepidire. Con l'aiuto di uno sbattitore elettrico, alla massima velocità, montare le uova con lo zucchero fino a farle triplicare di volume (dovrà risultare un composto fermo e ben sodo). Molto delicatamente, con l'aiuto di un spatola, incorporare il composto di cioccolato, con movimenti circolari dall'alto verso il basso. Conservare al fresco. Riprendere, quindi, la pasta frolla e, aiutandosi con un po' di farina, stenderla e formare un disco spesso 4-5 mm. Con questo, foderare uno stampo da 26 cm di diametro, leggermente imburrato ed infarinato. Con i rebbi di una forchetta, bucherellare la pasta in più punti ed infornare a 180 gradi per 10 minuti. Quindi, estrarre lo stampo, ricoprire la base della crostata con la marmellata e completare con la mousse al cioccolato. Livellare bene con una spatola ed infornare per altri 30 minuti. Lasciar raffreddare prima di servire.
*sarebbe preferibile utilizzare una marmellata biologica, oltre al fattore biologico, appunto, è decisamente più buona, più naturale e meno zuccherina (e in questa crostata si gioca molto di contrasti)! Io, bè, avevo in frigo un barattolino preso qui, arancia e caffè per la precisione (anche se, decisamente, avrei detto arancia e cioccolato... sulla fettina di pane nero abbrustolito, mmm, na' robaaa!!!)
giovedì 11 dicembre 2008
Cake salato al vino... dove eravamo rimasti?
Cake salato con porcini e formaggio all'uva
stampo per plumcake da 18 cm
3 uova (ca. 150 g)
25 g di olio extravergine d'oliva
25 g di vino rosso
200 g di farina 00
200 g di formaggio all'uva passita*
20 g di funghi porcini secchi
8 g di lievito per torte salate
1 cucchiaino (raso) di bicarbonato
1 pizzico di cumino
1 manciata di pinoli
sale e pepe
*Il formaggio all'uva passita (golden gel), origini tirolesi, potete trovarlo qui... e vi dò la mia parola che, assolutamente, vale la pena assaggiarlo, una volta nella vita. Magari prima così com'è, al naturale e poi... bè, potete anche pensare d'infilarlo in un cake :-) Di che sa? Uhm, ha un gusto che ricorda il gorgonzola (quindi, se proprio volete sostituirlo con ciò che avete già in frigo, passi pure). Però v'avviso: vi perderete un'incredibile crosta d'uva passita, il colore particolarissimo, ma soprattutto l'aroma! Sono una grandissimissimissima appassionata di formaggi, si sarà vagamente intuito, ma ancora una volta ci sono rimasta di stucco, tipo apparizione (che poi, dato il periodo...)! E lo dovevo dì!!!
Già che ci sono, vi regalo pure la colonna sonora: canzoncina molto gettonata da queste parti, non perchè siano miei corregionali, ma perchè (bisogna riconoscerlo) è un gran bell'arrangiamento (tutto il resto ce l'ha messo john lennon, capirai). Na' cosina da canticchiare, zompettando e battendosi pure la mano sul petto per portare meglio il tempo, come fanno loro :-) Per chi si stava, appunto, chiedendo... ma che fine hanno fatto i Neripercaso??? Eccoliii!!!
E se, invece, vi sentite vagamente malinconici... che poi mi chiedo, ma come si può essere tristi di sti' tempi, dopo essere passati di qua, per giunta... mah, magari l'albero non è venuto esattamente come speravate, i biscotti alla cannella sanno troppo di cannella, ecco, oggi servizio completo: beccatevi pure quest'altra (anche qui, arrangiamento, bello bello! il resto... ce l'ha messo modugno)!!!
mercoledì 10 dicembre 2008
Lasagne, storione, arancia... uhm, vigilia??!!
Spirali di sfoglia in crema di caprino,
con storione e vellutata all'arancia
per due persone
4 rettangoli di sfoglia all'uovo
200 g di caprino
4 fette di storione affumicato
1 manciata di pinoli
300 ml di brodo di pesce
(sedano, carota, cipolla, scarti di pesce misti, prezzemolo)
20 g di burro
20 g di farina 00
1 arancia bio
2 cucchiai scarsi di parmigiano
sale e pepe
Preparate il brodo di pesce (fumetto) con acqua fredda e gli ingredienti indicati in alto (per gli avanzi di pesce, andranno benissimo teste, code, lische, pelle...). Regolate opportunamente di sale e pepe. Lasciate sobbollire per circa 1h, quindi, filtrate il tutto e conservate al caldo. Con l'aiuto di un mixer ad immersione, frullate il caprino con la buccia d'arancia, i pinoli ed un mestolo (abbondante) di brodo di pesce. In un pentolino, scaldate il burro con la farina setacciata e lasciate formare la cosiddetta roux (come per la besciamelle). Aggiungervi 200 ml di brodo caldo, il succo dell'arancia e, mescolando continuamente, lasciate addensare leggermente, su fiamma bassissima. Intanto, portate ad ebollizione abbondante acqua, salate e cuocete per pochi secondi i rettangoli di pasta, lasciandoli poi asciugare su di un canovaccio pulito. Spalmate, quindi, la crema di caprino sui rettangoli di pasta, ricoprite con le fettine di storione spezzettate grossolanamente, arrotolate (partendo dal lato corto) e, con un coltello a lama liscia, ben affilato, suddividete il cilindro di pasta in 4 pezzi. Imburrate una teglia, adagiatevi le spirali farcite, una accanto all'altra, ricoprite con la vellutata all'arancia e spolverate con il parmigiano grattugiato. Coprite la teglia con un foglio di carta alluminio ed infornate a 180 gradi per 15 minuti. Eliminate, quindi, la carta e terminate con qualche minuto di grill. Lasciate riposare cinque minuti prima di servire!
Per la sfoglia all'uovo, qui (oppure, acquistate quella fresca, già pronta).
Per lo storione affumicato, ho trovato qui degli ottimi filetti, magri, molto delicati (senza quel solito puzzo di pesce affumicato in busta, per intenderci).
Per il caprino, già che c'ero, ho pensato di abbinare quello che hanno qui... allo zafferano, yum!
martedì 9 dicembre 2008
Muffins... per seratine pre-natalizie
Muffins banane e cioccolato, al Bayles e cannella
per 12 muffin
180 g di farina 00
70 g di cacao amaro
100 g di zucchero
1 cucchiaino di cannella macinata
1 cucchiaino di bicarbonato (raso)
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 pizzico di sale
2 banane (piccole)
2 uova (circa 100 g)
60 g di burro (fuso)
180 g di latte
1 tazzina di Bayles
domenica 7 dicembre 2008
E a volte... s'incontrano!!!
Ristorante pizzeria la Fraschetta, 20h30, via san francesco a ripa, roma! Anche se poi, bè, proprio le 20h30 non sono state: autentica bolgia di avventori all'assalto, ovvio, trastevere, di sabato sera... toccherà tornarci in settimana (il mio cacio e pepe meritava, poi molto caratteristico, luci basse, sembra davvero di starsene lì sotto le frasche). Ma evitate di andarci di sabato sera, nella maniera più assoluta!!! A meno che il movente non sia molto più pungolante e coinvolgente... dello starsene al freddo e al gelo, in attesa, imprecando contro il cameriere che non si decide a chiamarti, una buona volta!! Per fortuna, noi altri, eravamo pungolati parecchio!!! Da sinistra: mio marito, me medesima, paola (e gentil consorte), sabrina e luca, jajo (e gentil consorte). Grande assente (ingiustificato... ahò, ma che fine hai fatto?), le franc buveur!!! Dunque, chi ha avuto l'occasione di conoscere personalmente uno (o più) blogger, avrà notato che non si riesce, assolutamente, a smettere di parlare... come se quel momento dovesse servire a raccontare, per forza, tutto il tuo passato-presente-futuro!!! Anche se poi, eheheh, noti che (in fin dei conti) è come se ci si conoscesse già (eh, logico, ci raccontiamo sul web, gli altri leggono... ma va?!). Prendete luca&sabrina, li avete letti i loro post, almeno una volta nella vita?! I loro (infiniti) racconti, le loro sensazioni (viste dal lato A e dal latoB)... ecco, quando poi ti ci siedi accanto, tra un carciofino fritto ed una frittella di baccalà, scopri che tu, stì due, li conosci già!!! Eppure una cosa (nuova) l'ho scoperta: le loro foto feticiste, quelle sparate su ogni più piccolo particolare fisico della sabry (oddio, proprio tutti no)! Bene, ora so com'è che succede! Immaginate questo gran pezzo di bolognese (luca è altissimooo) che inizia a farti scivolare la sua digitale... sotto il mento, dietro l'orecchio e tu lì che manco te ne accorgi... clic, clic, clic, un paparazzo, ecco!!! Poi paola, mia conterranea (quando si dice... il calore del sud!), che dire, una perfetta donna dei nostri tempi, assolutamente, tutta presa dai suoi ritmi... E last but not least, jajo, jacopo all'anagrafe... che con la sua dolce consorte rappresenta la quint'essenza della genuinità e della naturalezza!!! Siiii, ovvio, buona parte della serata è stata dedicata ad argomenti tipo... ma tu fai la porzione da foto, che luce usi, hai visto quello, hai letto quall'altro?! La rivelazione della serata è stata scoprire che i mariti/mogli dei food-bloggers, quelli che tutto il mondo (ignaro) invidia... alla fine, bè, sono le persone più infelici del mondo (fermo là, devo fare prima la foto, ehi, mi sposti quella bottiglia che mi rovina l'inquadratura, amore e stò risottino allo zenzero, che roba è?? ma che è stà puzza che esce dal frigo? ma come... è quel formaggio stravecchio, uff, ma non capisci proprio niente...)!!! Concludo: ad un tavolo con questo popò di cervellini fumanti, ovvio, non poteva che venir fuori l'ideona (rendiamo merito al marito di paola)!!! Quindi, progettino-incontro carinissimo... per ora tutto da organizzare, ma sarà lei stessa a parlarvene, prima o poi!
venerdì 5 dicembre 2008
Brezel... per quel culatello lì!
Brezel
450 g di farina 00
20 g di lievito di birra
1 cucchiaino di zucchero
3 cucchiai di bicarbonato
3 cucchiaini di sale fino
1 manciata di sale grosso
acqua
In una ciotola, lavorate 100 g di farina, 100 g di acqua, il lievito e lo zucchero (aiutatevi con una forchetta): risulterà una pastella molto fluida e liscia. Coprite e lasciate lievitare per mezz'ora. Unite, quindi, il preimpasto al resto della farina, miscelata con il sale fino ed iniziate ad impastare. Aggiungete a filo dell'acqua, circa 150 ml, in modo da ottenere un panetto omogeneo ed elastico che farete lievitare per circa un'ora, coperto. Riprendete l'impasto, dividetelo in 8 pagnotte e, con ognuna di esse, formate un lungo cordone di circa 50 cm. Per formare il tipico fiocco, incurvate il cordone (come per formare la lettera 'u') e, contemporaneamente, avvolgete tra loro le estremità, per poi appoggiarne la parte finale sul bordo del cordone stesso, una a destra e l'altra a sinistra. In un'ampia pentola, fate bollire 4 l d'acqua con il bicarbonato. Appena bolle, immergetevi i brezel (due alla volta), facendoli bollire per circa 40-50 secondi. Scolateli e lasciateli asciugare. Disponeteli, quindi, su una teglia coperta da carta da forno, cospargeteli di sale grosso e infornate a 220 gradi per 20 minuti. Lasciar raffreddare e servire.
Non basta che sia culatello... e senza arrivare alla demenza dello spot di un noto prosciutto crudo, piccolo suggerimento, per andare a colpo sicuro :-)